ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07052

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 525 del 19/11/2015
Firmatari
Primo firmatario: MAZZOLI ALESSANDRO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 19/11/2015


Commissione assegnataria
Commissione: VII COMMISSIONE (CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO delegato in data 19/11/2015
Stato iter:
25/02/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 25/02/2016
Resoconto CESARO ANTIMO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (BENI, ATTIVITA' CULTURALI E TURISMO)
 
REPLICA 25/02/2016
Resoconto MAZZOLI ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 19/11/2015

DISCUSSIONE IL 25/02/2016

SVOLTO IL 25/02/2016

CONCLUSO IL 25/02/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-07052
presentato da
MAZZOLI Alessandro
testo di
Giovedì 19 novembre 2015, seduta n. 525

   MAZZOLI. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo . — Per sapere – premesso che:
   la necropoli di Norchia, situata nei pressi di Vetralla in provincia di Viterbo, è un rilevante complesso di tombe etrusche rupestri disposte su gradoni di tufo rosso. Sebbene debba la sua fama alla dominazione etrusca tra il IV e il II secolo a.C., il sito testimonia anche l'impronta romana, evidente nei resti della via Clodia che attraversa la città e quella medioevale, riscontrabile nei ruderi del castello della famiglia Di Vico e della Chiesa di S. Pietro (XIII secolo d.C.);
   la zona del viterbese è internazionalmente riconosciuta quale depositaria dei più prestigiosi siti archeologici degli Etruschi, come la necropoli di Tarquinia, inserita dal 2004 nel World Heritage List dell'UNESCO;
   il sito di Norchia, al quale spetterebbe la medesima considerazione, purtroppo versa in un'incuria diffusa che contraddistingue da anni l'intera area di circa 20 ettari;
   a determinare tale stato è in larga parte l'azione infestante della vegetazione spontanea non arginata che va a sottoporre il tufo a progressivo degrado;
   nonostante i ripetuti reclami ai proprietari delle terre sui quali sorge il complesso, i reperti sono ad oggi abbandonati alla mercé di rovi e sterpaglie che ne impediscono la fruibilità e la messa in sicurezza di visitatori e archeologi;
   la necropoli, oltre all'assenza di un organizzato percorso espositivo per il pubblico, non dispone di idonee strutture di accoglienza né tantomeno di controlli da parte di personale addetto –:
   se il Ministro interrogato non intenda assumere impegni di natura economica al fine di garantire interventi urgenti per il recupero del sito in questione, che comprendano il restauro conservativo, la manutenzione e un adeguato iter di visita;
   se, in considerazione dell'eccezionale interesse artistico di Norchia, non ritenga necessario predisporre di un più ampio progetto di valorizzazione, anche in vista di un futuro riconoscimento nell'ambito del patrimonio dei beni culturali italiani. (5-07052)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 25 febbraio 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione VII (Cultura)
5-07052

  L'interrogazione dell'Onorevole Mazzoli è volta ad ottenere chiarimenti in merito all'impegno che il Ministero dei beni culturali intende assicurare per la valorizzazione della necropoli di Norchia, in provincia di Viterbo, in considerazione dell'eccezionale interesse del sito.
  Vorrei a tale proposito precisare che il complesso monumentale-paesaggistico di Norchia, che comprende una vasta area (almeno 20 ettari), si estende sul pianoro dove era ubicata la città antica e sui fianchi scoscesi che si affacciano sulle valli del Biedano, del Pile e dell'Acqualta. Qui la grande necropoli di tombe a facciata rupestre di IV-III sec. a.C. si articola su più ordini sovrapposti collegati da scale e rampe, anch'esse ricavate nel tufo e costruite, a livello di fondovalle, anche su massi erratici.
  Il problema del sito non riguarda la semplice manutenzione, ma pone questioni di natura statico-strutturale peggiorate da una vegetazione spontanea che, con la sua crescita incontrollata, esercita azioni di stress del tufo, aggravando lo stato di conservazione dei resti.
  Il complesso, interessato da circoscritti interventi conservativi fino agli anni ’90, non ha successivamente potuto contare su specifici finanziamenti, fatta eccezione per interventi urgenti di tutela.
  Come noto infatti i terreni ricadenti all'interno della necropoli etrusca ed in particolare le testimonianze a est del fosso Biedano, comprendenti l'area dell'abitato antico, le necropoli delle Tombe a Tempio in località Acqualta e le necropoli denominate Pile A-D, sono di proprietà privata mentre i terreni a ovest del medesimo fosso, dove sono ubicati la Cava Buia, la via Clodia e la Tomba Lattanzi, sono proprietà del demanio militare, in uso da parte del Poligono di Monte Romano.
  Gli obblighi e le responsabilità dei privati sono quelli previsti dal vigente Codice dei beni culturali e del paesaggio, ovvero il decreto legislativo n. 42 del 2004 che dispone, all'articolo 1, comma 5, che «I privati proprietari, possessori o detentori di beni appartenenti al patrimonio culturale, ivi compresi gli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, sono tenuti a garantirne la conservazione», obbligo ribadito anche all'articolo 30, comma 3, dello stesso Codice («I privati proprietari, possessori o detentori di beni culturali sono tenuti a garantirne la conservazione»).
  Lo stesso Codice, sopra richiamato, regola altresì l'assetto delle competenze tra il Ministero e gli altri enti territoriali, in ordine alla vigilanza e alla tutela del sito.
  Avvalendosi del cosiddetto Art bonus, introdotto dall'articolo 1 del decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83, convertito nella legge n. 106 del 2014, la Soprintendenza ha recentemente concordato con il proprietario dei terreni in cui ricade la necropoli dell'Acqualta, l'erogazione in denaro a favore di un intervento di restauro delle cd. Tombe a Tempio.
  La stessa Soprintendenza ha, inoltre, conferito al Dipartimento per il servizio geologico d'Italia dell'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), l'incarico di studio – a titolo non oneroso – dei meccanismi di deterioramento e degrado delle pareti rupestri, premessa conoscitiva necessaria per programmare un intervento di salvaguardia su larga scala, con il coinvolgimento dei soggetti pubblici e privati interessati.
  In accordo con l'Amministrazione comunale di Viterbo, nel cui territorio ricade la Necropoli, è stato avviato, infine, un progetto per l'istituzione del «Parco archeologico delle necropoli rupestri».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

aiuto sociale

archeologia

protezione del patrimonio