ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/06882

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 515 del 04/11/2015
Firmatari
Primo firmatario: FRATOIANNI NICOLA
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 04/11/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
NICCHI MARISA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 04/11/2015


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 04/11/2015
Stato iter:
05/11/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 05/11/2015
Resoconto NICCHI MARISA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
RISPOSTA GOVERNO 05/11/2015
Resoconto DE FILIPPO VITO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 05/11/2015
Resoconto NICCHI MARISA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 05/11/2015

SVOLTO IL 05/11/2015

CONCLUSO IL 05/11/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-06882
presentato da
FRATOIANNI Nicola
testo di
Mercoledì 4 novembre 2015, seduta n. 515

   FRATOIANNI e NICCHI. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   a partire dal 25 novembre, il sistema sanitario nazionale dovrà adeguarsi alla direttiva 93/104/CE del 23 novembre 1993, modificata il 22 giugno 2000, «concernente alcuni aspetti dell'organizzazione dell'orario di lavoro» del personale medico;
   la direttiva, recepita dall'Italia solo nel 2003 e mai attuata sino ad ora a causa di continue deroghe, prevede che il personale medico che lavora negli ospedali non potrà lavorare più di 48 ore in una settimana; i turni dovranno durare al massimo 13 ore e tra un turno e l'altro sarà obbligatorio un riposo di almeno 11 ore. Si tratta di disposizioni pensate per garantire che il personale sanitario, impegnato come è ovvio in compiti di alta responsabilità, sia il più possibile lucido e riposato;
   il sistema sanitario nazionale italiano vive uno stato di profonda difficoltà, a causa dei continui definanziamenti del sistema e a causa del quasi totale blocco del turn over che impedisce nuove assunzioni;
   di fatto, con le nuove direttive, potrebbero configurarsi rischi importanti per la salute dei cittadini, dal momento che già oggi, spesso si assiste alla scarsa presenza di personale medico nelle corsie di ospedale e sempre più medici sono quasi obbligati a turni straordinari pur di coprire le esigenze degli ospedali. Accade spesso, infatti, soprattutto, nei turni notturni che ci sia un numero davvero insufficienti di medici a dover ottemperare alle esigenze di diversi reparti. E questo è certamente dovuto alla carenza di personale medico;
   la Commissione europea si è espressa al riguardo attraverso la Commission Staff Working che ha pubblicato il «Document on an action Plan for the EU Health Workforce», evidenziando le difficoltà cui i sistemi sanitari nazionali europei, e in particolare quello italiano, andranno in- contro se non prevedono un aumento importante dei lavoratori nel campo della salute e dell'assistenza;
   proprio in questi giorni, a commento dell'entrata: in vigore della nuova direttiva europea, il segretario nazionale della Funzione Pubblica CGIL Medici, Francesco Cozza, ha stimato la necessità di assumere altri 5.000 medici, oltre alla necessità di stabilizzare il personale precario negli ospedali;
   Giuseppe Remuzzi, coordinatore delle ricerche dell'Istituto Mario Negri, dalle colonne del Corriere della Sera, ha persino espresso la necessità di circa 20.000 nuovi medici per fare fronte alle nuove regole sui turni di lavoro, evitando che impattino negativamente sulla qualità del servizio offerto dal sistema sanitario nazionale;
   per altro, la direttiva su citata prevede che possano essere concordate delle deroghe in alcuni casi specifici, ma solo attraverso il ricorso ai contratti collettivi nazionali, e quindi attraverso il confronto con le parti sociali interessanti. Al momento, agli interroganti non risulta nessuna convocazione delle parti sociali per discutere del merito della questione –:
   quali soluzioni urgenti intenda adottare il Ministro per evitare che la nuova direttiva impatti negativamente sulla qualità del servizio sanitario e se non ritenga urgente e doveroso assumere iniziative, per quanto di competenza, per procedere all'assunzione di un maggior numero di medici. (5-06882)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 5 novembre 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-06882

  La direttiva 2003/88/CE del 4 novembre 2003, al fine di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori, ha dettato norme in materia di organizzazione dell'orario di lavoro, coordinando le disposizioni già contenute nella direttiva 93/104/CE con quelle introdotte dalla direttiva 2000/34/CE.
  In attuazione delle citate direttive, è stato emanato il decreto legislativo 8 aprile 2003, n. 66, che nel regolamentare l'articolazione dell'orario di lavoro, detta principi in materia di riposi, ferie, lavoro notturno e straordinario sia per i dipendenti privati che pubblici, compreso, quindi, il personale del comparto sanità.
  Con la legge 24 dicembre 2007, n. 244 (Finanziaria 2008), è stata introdotta una prima deroga al citato d.lgs. n. 66/2003, relativamente ai riposi per il personale delle aree dirigenziali degli enti e delle aziende del SSN, prevedendo che: «Le disposizioni di cui all'articolo 7 non si applicano al personale del ruolo sanitario del Servizio sanitario nazionale, per il quale si fa riferimento alle vigenti disposizioni contrattuali in materia di orario di lavoro, nel rispetto dei principi generali della protezione della sicurezza e della salute dei lavoratori».
  Successivamente, con il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, oltre alla normativa sul riposo è stata derogata anche quella relativa al limite massimo dell'orario di lavoro settimanale.
  Le deroghe introdotte da dette disposizioni al decreto legislativo n. 66/2003, hanno determinato l'avvio, nel 2012, da parte della Commissione europea, di una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia. Pertanto, nell'ambito della legge europea 2013-bis (legge n. 161 del 2014), si è reso necessario introdurre una apposita disposizione (articolo 14), finalizzata ad abrogare le norme oggetto di attenzione da parte della Commissione europea.
  Al fine di garantire la continuità nell'erogazione dei livelli essenziali delle prestazioni, l'abrogazione delle predette norme è stata, comunque, differita di un anno, per consentire alle Regioni di avviare specifici processi di riorganizzazione e razionalizzazione delle strutture e dei servizi, anche tenendo conto della riorganizzazione della rete ospedaliera. Nel contempo, è stata rinviata ai contratti collettivi nazionali di lavoro di settore la disciplina di eventuali deroghe alle disposizioni in materia di durata settimanale dell'orario di lavoro e di riposo giornaliero del personale del Servizio Sanitario Nazionale, nel rispetto dei limiti previsti dalle norme europee.
  Il Comitato di settore, organo per gli indirizzi di negoziazione contrattuale – appena insediato dopo le elezioni regionali ha rappresentato l'urgenza di procedere all'attuazione delle citate disposizioni.
  Proprio nella seduta di ieri 4 novembre 2015, è stato approvato l'atto di indirizzo volto a prevedere in tempi brevi, l'avvio della contrattazione con le specifiche deroghe, previste anche a livello comunitario, nei contratti della dirigenza e del comparto.
  Va anche detto che, l'articolo 14 già citato, legge n. 161/2014 richiama l'articolo 17 del decreto n. 66 del 2003, che prevede: «In mancanza di disciplina collettiva, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ovvero, per i pubblici dipendenti, il Ministro per la funzione pubblica, di concerto con il Ministro del lavoro, su richiesta delle organizzazioni sindacali di categoria più rappresentative o delle associazioni di categoria adotta un decreto, sentite le stesse parti, per stabilire deroghe agli articoli 4, terzo comma, nel limite di sei mesi, 7, 8, 12 e 13 con riferimento» tra l'altro «c) alle attività caratterizzate dalla necessità di assicurare la continuità del servizio o della produzione, in particolare, quando si tratta: 1) di servizi relativi all'accettazione, al trattamento o alle cure prestati da ospedali o stabilimenti analoghi, comprese le attività dei medici in formazione, da case di riposo e da carceri».
  Pertanto, qualora le parti sociali lo richiedano, si potrà predisporre un apposito decreto ai cui lavori questo Ministero sarà parte attiva.
  Da ultimo, segnalo che è all'attenzione politica la questione della stabilizzazione del personale del SSN, nel senso che si stanno valutando tutte le possibili iniziative anche normative, per risolvere la predetta questione, da ritenersi funzionale anche all'erogazione dei servizi sanitari e al rispetto dei livelli essenziali di assistenza.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

professione sanitaria

servizio sanitario nazionale

sistema sanitario