ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/06774

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 510 del 26/10/2015
Firmatari
Primo firmatario: PANNARALE ANNALISA
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 26/10/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GIORDANO GIANCARLO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 26/10/2015
COSTANTINO CELESTE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 26/10/2015
NICCHI MARISA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 26/10/2015
FRATOIANNI NICOLA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 26/10/2015


Commissione assegnataria
Commissione: VII COMMISSIONE (CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 26/10/2015
Stato iter:
19/05/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 19/05/2016
Resoconto FARAONE DAVIDE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ISTRUZIONE, UNIVERSITA' E RICERCA)
 
REPLICA 19/05/2016
Resoconto PANNARALE ANNALISA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 26/10/2015

DISCUSSIONE IL 19/05/2016

SVOLTO IL 19/05/2016

CONCLUSO IL 19/05/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-06774
presentato da
PANNARALE Annalisa
testo di
Lunedì 26 ottobre 2015, seduta n. 510

   PANNARALE, GIANCARLO GIORDANO, COSTANTINO, NICCHI e FRATOIANNI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
   la cosiddetta «teoria del gender» è, a giudizio degli interroganti, il prodotto di una manipolazione ideologica proveniente da parte del mondo ultraconservatore, che deforma il tentativo di costruzione di una società inclusiva, tollerante, aperta, attraverso un'alterazione dei suoi principali connotati;
   negli ultimi mesi la questione ha presentato tratti estremamente allarmanti. La contestazione alla «Teoria del gender» si è agganciata, infatti, all'approvazione della legge cosiddetta Buona scuola (legge 13 luglio 2015, n. 107), ove al comma 16 dell'articolo 1 si legge: «Il piano triennale dell'offerta formativa assicura l'attuazione dei principi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l'educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle, tematiche indicate dall'articolo 5, comma 2, del decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93»;
   a sua volta, il succitato articolo 5, comma 2 del decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93 prevede un «Piano di azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere», che include anche il contributo delle istituzioni formative, sulla base di attività come la promozione di «un'adeguata formazione del personale della scuola alla relazione e contro la violenza e la discriminazione di genere e promuovere, nell'ambito delle indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione, delle indicazioni nazionali per i licei e delle linee guida per gli istituti tecnici e professionali, nella programmazione didattica curriculare ed extracurriculare delle scuole di ogni ordine e grado, la sensibilizzazione, l'informazione e la formazione degli studenti al fine di prevenire la violenza nei confronti delle donne e la discriminazione di genere, anche attraverso un'adeguata valorizzazione della tematica nei libri di testo»;
   la polemica innescata su questi temi è, dunque, a giudizio degli interroganti totalmente strumentale, e sostiene l'ingresso di una inesistente «teoria del gender» nelle scuole che comprometterebbe lo sviluppo sereno delle personalità di bambini e adolescenti, attraverso un'opera di «presunto indottrinamento» che ne altererebbe l'identità sessuale. L'accettazione serena delle differenze corrisponderebbe dunque, secondo tale polemica, alla loro cancellazione;
   è evidente quanto poco sia credibile tale interpretazione, e quanto alimenti una percezione della realtà distorta, che crea fratture, dogmi e ulteriori fenomeni di intolleranza, in un Paese in cui ancora non è stata attuata la Convenzione di Istanbul, votata dal Parlamento all'unanimità;
   il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Stefania Giannini ha emanato, in seguito alle prime polemiche, la circolare n. 4321, che richiede il consenso preventivo ai genitori per la partecipazione ad attività extracurriculari, come gli eventuali corsi di educazione di genere;
   in data 26 ottobre 2015, nell'Auditorium della scuola media inferiore «V. Sofo», a Monopoli, si terrà un incontro dal titolo «Gender (D)Istruzione. Le nuove forme di indottrinamento nelle scuole italiane», a cui parteciperà l'Avvocato Gianfranco Amato, presidente dell'associazione Giuristi per la vita;
   è sufficiente riportare alcune tra le dichiarazioni dell'Avvocato per comprendere quanto tale incontro sia foriero di messaggi di intolleranza e discriminazione, questi si altamente fuorvianti per la crescita e la sensibilità di giovani adolescenti. In una intervista al quotidiano il Giornale del 16 febbraio 2014, l'Avvocato dichiarava: «Se essere omofobo significa considerare l'omosessualità un peccato, ritenere che il sesso debba essere aperto alla trasmissione della vita, credere nei precetti della Chiesa, allora mi autodenuncio: dichiaro pubblicamente e con orgoglio ai funzionari dell'Unar di essere un omofobo»;
   ulteriore aspetto inquietante della vicenda è la presenza, o meglio, il protagonismo del dirigente dell'istituto Liliana Camarda, in qualità di moderatrice dell'incontro;
   l'autonomia scolastica, che consente di aprire la scuola in orario extrascolastico ad alcune attività come l'incontro in questione, non può alimentare fenomeni di intolleranza e discriminazione. La scuola deve essere, invece, il luogo ove si promuovono l'inclusività e il rispetto dell'altro, nella formazione di coloro che saranno i futuri cittadini della società;
   ciò è indispensabile nel contesto italiano, con una normativa secondo gli interroganti retrograda e fenomeni di violenza di genere quotidiani, anche a causa della mancanza di una riflessione e di una consapevolezza collettiva su tali questioni;
   il Ministro Giannini si è detta pronta al passaggio a strumenti legali nei confronti di chi sostiene l'esistenza di una promozione della «teoria del gender» nelle scuole, come riporta un articolo de L'Espresso del 16 settembre 2015 –:
   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dell'incontro programmato nella scuola di Monopoli e del fatto che, a moderarlo, sarà il Dirigente del 1o Istituto Comprensivo;
   quali interventi intenda mettere in atto affinché l'autonomia scolastica non diventi il pretesto per atti tesi a fomentare fenomeni di intolleranza e manipolazioni della realtà su base ideologico-religiosa, come quella in atto nel caso della fantomatica «Teoria del gender». (5-06774)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 19 maggio 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione VII (Cultura)
5-06774

  Occorre preliminarmente premettere che il MIUR – esercitando il proprio ruolo di vigilanza sul sistema educativo – sostiene i processi di inclusione e integrazione posti in essere dalle istituzioni scolastiche, nell'esercizio della loro autonomia. Ciò in linea con la propria missione istituzionale e con le indicazioni nazionali ed europee.
  In tale quadro, con nota del 6 luglio 2015, citata dall'onorevole interrogante, e soprattutto con la successiva nota del 15 settembre 2015, è stata chiarita da parte di questa amministrazione la portata dell'articolo 1, comma 16, della legge n. 107 che non è quella di promuovere ideologie di qualsivoglia natura, bensì di trasmettere la conoscenza e la consapevolezza dei diritti e dei doveri della persona costituzionalmente garantiti, anche per raggiungere e maturare le competenze chiave di Cittadinanza, nazionale, europea e internazionale, entro cui rientrano la promozione all'autodeterminazione consapevole e il rispetto della persona, contro ogni forma di discriminazione.
  In particolare, la nota del 15 settembre richiama il ruolo svolto dalle famiglie alle quali spetta il diritto e il dovere di conoscere prima dell'iscrizione dei propri figli a scuola i contenuti del Piano dell'Offerta formativa e, per la scuola secondaria, di sottoscrivere formalmente il Patto educativo di corresponsabilità, valutando così il POF che i docenti affronteranno durante l'anno che dovrà, comunque, risultare coerente con le indicazioni per il curricolo, gli obiettivi e le finalità previste dall'attuale ordinamento scolastico e con le linee di indirizzo emanate dal Ministero.
  Sul caso specifico sollevato nell'interrogazione, l'Ufficio scolastico regionale per la Puglia ha acquisito una dettagliata relazione dalla dirigente scolastica dell'istituto comprensivo «Via Dieta – Sofo» di Monopoli, tesa a chiarire i termini della vicenda.
  All'inizio del corrente anno scolastico, sulla scia delle interpretazioni non corrette diffusesi circa il citato comma 16, un gruppo di genitori di alunni frequentanti la suddetta scuola chiedeva alla dirigente scolastica di poter promuovere un incontro informativo con il Presidente dell'associazione «Giuristi per la vita» al fine di sensibilizzare le famiglie sull'argomento. Conseguentemente, la dirigente scolastica informava della richiesta il consiglio d'istituto che l'approvava, con apposito verbale, ritenendo opportuno lo svolgimento della riunione in considerazione del fatto che il tema trattato fosse poco conosciuto e che il dibattito avrebbe assunto, pertanto, un significativo valore informativo.
  Da quanto esposto emerge, dunque, che l'incontro è stato promosso non dalla scuola, ma da alcuni genitori riuniti in associazione, per realizzare un pubblico dibattito aperto alla cittadinanza, e che la presenza della dirigente avrebbe avuto in realtà lo scopo sia di stemperare i timori e gli allarmismi, sia di ribadire la posizione del Ministero e della scuola, come espressa nelle citate note ministeriali.
  Preso atto delle sopravvenute polemiche, dopo un breve confronto avvenuto nella scuola alla presenza di alcuni componenti del consiglio d'istituto e di alcuni dei genitori richiedenti l'incontro, si è convenuto di svolgere lo stesso nel giorno fissato non nei locali della scuola, ma presso il salone della parrocchia «S. Anna», individuato dagli stessi organizzatori. La dirigente scolastica ha partecipato all'iniziativa come semplice cittadina senza intervenire minimamente e declinando altresì il ruolo di moderatrice, proprio per assumere una funzione di garante di tutte le posizioni espresse.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

violenza sessuale

delitto contro la persona

dichiarazione pubblica