ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/06408

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 484 del 17/09/2015
Firmatari
Primo firmatario: TENTORI VERONICA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 17/09/2015


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 17/09/2015
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 17/09/2015

SOLLECITO IL 15/10/2015

SOLLECITO IL 22/02/2016

SOLLECITO IL 05/10/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-06408
presentato da
TENTORI Veronica
testo di
Giovedì 17 settembre 2015, seduta n. 484

   TENTORI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   i lavori di captazione delle acque, la loro canalizzazione in condotte forzate, la costruzione delle mini e micro centrali idroelettriche — di potenza inferiore ad 1 megawatt — insistono in gran parte su territori alpini di grande naturalità e di fragilità idrogeologica;
   la potenza complessiva generata dagli impianti mini e micro idroelettrici attualmente in essere incide in percentuale inferiore al 2 per cento della produzione energetica nazionale, nonostante questi rappresentino la grande maggioranza degli impianti esistenti, non producendo quindi vantaggi significativi dal punto di vista energetico;
   in particolare, sui territori dei comuni alpini si evidenzia un consistente numero di centrali idroelettriche di piccole dimensioni, in via di costruzione o richieste, la cui completa realizzazione potrebbe comportare come conseguenza che decine di chilometri di torrenti si troverebbero praticamente in secca con l'acqua che scorrerà all'interno di una tubazione, provocando alterazioni importanti nella vita del corso d'acqua e del suo bacino nei vari aspetti ambientali, naturalistici, idrogeologici, antropici e faunistici, paesaggistici, climatici, produttivi legati all'attività agro-silvopastorale e turistica;
   il previsto rilascio del solo «deflusso minimo vitale» (l'acqua residua lasciata all'interno dell'asta del torrente) ad oggi quantificato in 50 litri secondo non sembra sufficiente per i torrenti montani a risolvere il rapporto tra derivazioni idroelettriche e salvaguardia del paesaggio;
   torrenti privati del flusso naturale dell'acqua, nel tempo, possono incorrere in un'anomala sedimentazione di detriti, arbusti e melma all'interno dell'asta del torrente che vanno a creare situazioni di estremo pericolo nel caso di piene ed inoltre senza una corretta politica di regolamentazione delle portate d'acqua alcuni tratti dei fiumi potrebbero essere interessati da impatti sulle specie dell'ittiofauna, con il deterioramento degli habitat e la perdita di specie di fauna e flora tipiche degli ambienti ripariali;
   il decreto legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 ha recepito la direttiva 2000/60/CE (direttiva quadro sulle acque — DQA) che stabilisce che ogni corpo idrico superficiale debba conseguire l'obiettivo di qualità ambientale corrispondente allo stato di «buono» entro il 22 dicembre 2015 e che debba essere mantenuto, dove già esistente, lo stato «elevato» attraverso una classificazione basata soprattutto sulle componenti ecosistemiche degli ambienti acquatici e privilegiando gli elementi biologici;
   la direttiva persegue altresì gli obiettivi di prevenire il deterioramento qualitativo e quantitativo, migliorare lo stato delle acque e assicurare un utilizzo sostenibile, basato sulla protezione a lungo termine delle risorse idriche disponibili, stabilendo che i singoli Stati membri affrontino la tutela delle acque a livello di «bacino idrografico» e l'unità territoriale di riferimento per la gestione del bacino sia individuata nel «distretto idrografico», area di terra e di mare, costituita da uno o più bacini idrografici limitrofi e dalle rispettive acque sotterranee e costiere;
   in ciascun distretto idrografico gli Stati membri devono adoperarsi affinché vengano effettuati un'analisi delle caratteristiche del distretto, un esame dell'impatto provocato dalle attività umane sullo stato delle acque superficiali e sotterranee e un'analisi economica dell'utilizzo idrico;
   i programmi di misure sono indicati nei piani di gestione che gli Stati membri devono predispone per ogni singolo bacino idrografico e che rappresenta pertanto lo strumento di programmazione/attuazione per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dalla direttiva;
   la Commissione europea ha avviato una procedura di accertamento (EU Pilot 6011/14/ENVD, ancora in corso, a seguito di diverse denunce per l'eccessivo sfruttamento nei bacini dei fiumi Tagliamento, Oglio e Piave, anche a carico delle aree tutelate SIC (siti di interesse comunitario);
   oltre a questo nel gennaio 2015 la Commissione ha avviato un'altra procedura al fine di accertare che tutte le regioni italiane adottino e attuino piani di gestione dei bacini idrografici conformi alla direttiva 2000/60/CE;
   non tutti i territori sono dotati di un piano di bilancio idrico provinciale che possa dare indicazioni e mandato ai competenti soggetti circa lo studio e l'adozione di schemi rigorosi che disciplinino in modo unitario i criteri di istruzione delle pratiche, la verifica, i controlli, e tutti gli ulteriori aspetti sotto il profilo ambientale sul rilascio delle autorizzazioni per captazioni idriche ai fini di derivazioni idroelettriche, per consentire un equilibrio condiviso tra la necessità di utilizzo della risorsa idrica per produrre energia e la salvaguardia del territorio;
   a parere degli interroganti gli incentivi statali, se non assegnati secondo criteri di priorità adeguati, potrebbero generare convenienza economica esclusivamente per i soggetti privati che realizzano tali impianti che, data la produzione di energia estremamente modesta, sarebbero altrimenti poco sostenibili sia dal punto di vista tecnico che economico, generando invece per le comunità locali danni ambientali e depauperamento del paesaggio, in particolare una volta che tali impianti saranno dismessi, conclusa la produzione redditizia –:
   se non ritenga opportuno, alla luce della direttiva comunitaria sopra citata e in vista dell'imminente emanazione del nuovo decreto ministeriale per il rinnovo degli incentivi in materia di energie rinnovabili, condurre un'analisi in merito all'attuale utilità ed efficacia degli incentivi previsti per la costruzione e la gestione di micro e mini-impianti di produzione idroelettrica, valutandone i criteri di assegnazione, anche dando priorità a quegli impianti che sono stati approvati in presenza di piano di bilancio idrico e alla costruzione e alla gestione di mini e micro-centrali idroelettriche realizzate nell'ambito delle reti acquedottistiche, usando pertanto acque già canalizzate e/o intubate. (5-06408)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

produzione d'energia

protezione delle acque

politica comunitaria dell'ambiente