ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/06313

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 477 del 08/09/2015
Firmatari
Primo firmatario: ZACCAGNINI ADRIANO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 08/09/2015


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 08/09/2015
Stato iter:
09/09/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 09/09/2015
Resoconto ZACCAGNINI ADRIANO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
RISPOSTA GOVERNO 09/09/2015
Resoconto OLIVERO ANDREA VICE MINISTRO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
REPLICA 09/09/2015
Resoconto ZACCAGNINI ADRIANO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 09/09/2015

SVOLTO IL 09/09/2015

CONCLUSO IL 09/09/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-06313
presentato da
ZACCAGNINI Adriano
testo di
Martedì 8 settembre 2015, seduta n. 477

   ZACCAGNINI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:
   è partita il primo di settembre la «Rete del lavoro agricolo di qualità» voluta dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf) e che punta a contrastare caporalato e altri fenomeni di irregolarità nel settore agricolo;
   a quel che prevede la legge (decreto-legge n. 91 del 2014, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n. 116), chi chiede l'adesione alla rete paradossalmente avrà meno controlli di chi ne resta fuori. A denunciare la «falla nel sistema» è Giovanni Mininni, segretario nazionale della Flai Cgil, a quattro giorni dall'attivazione della procedura di registrazione sul sito dell'Inps. Stando a quello che riporta anche il sito del Governo, possono fare richiesta le imprese agricole che non hanno riportato condanne penali o procedimenti penali in corso per violazioni della normativa in materia di lavoro e legislazione sociale e in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto, che non sono stati destinatari, negli ultimi tre anni, di sanzioni amministrative definitive per le violazioni di cui al punto precedente e che, infine, sono in regola con il versamento dei contributi previdenziali e dei premi assicurativi. Tuttavia, tali requisiti non bastano per tener fuori dalla rete le aziende che sfruttano o che si rivolgono ai caporali. L'idea di una rete del lavoro agricolo di qualità è quella di dare una sorta di «bollino etico» alle aziende che desiderano aderire all'iniziativa. «La convenienza per le imprese è quella di avere un marchio di qualità, un valore aggiunto che le aziende possono spendersi nella commercializzazione. Quasi come un bollino etico». Tuttavia, il rischio è che il bollino non attesti realmente un lavoro di qualità sperato. «In realtà, la rete manca di contenuti nella misura in cui non dice cosa deve fare l'impresa per avere questo bollino – spiega Mininni –, perché i tre punti che prevedono l'iscrizione dicono che non devi aver avuto condanne penali, che non devi avere procedimenti, ma non dicono che devi essere in regola. Paradossalmente l'azienda della signora Paola Clemente (la bracciante agricola morta a 49 nelle campagne di Andria, ndr) potrebbe aderire perché formalmente era in regola». Non è tutto. Una volta entrati nella rete, le aziende hanno un ulteriore vantaggio: meno controlli, a discapito di chi non ha aderito. «È scritto nell'articolo 6 della legge 116 del 2014, al punto 6 – spiega Mininni –. La legge dice in maniera esplicita che, fatti salvi i controlli ordinari in materia di tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, tutti gli altri controlli saranno dirottati sulle imprese che non aderiscono alla rete»;
   tuttavia, il rischio di creare un «ombrello» protettivo sotto al quale vadano a rifugiarsi anche aziende non in regola è già stato segnalato al Ministro. «C’è un pericolo oggettivo – denuncia il segretario della Flai Cgil – e l'abbiamo segnalato nel vertice al Ministero. Il problema è che se fai partire questa rete dal primo settembre, tutte le imprese corrono ad iscriversi perché si beccano questo bollino gratis, mentre molte imprese devono pagare per avere la certificazione sugli alimenti, in questo caso ne avrebbero uno dal Ministero con la semplice iscrizione alla rete. Poi non avrebbero più i controlli se non quelli sulla sicurezza sul lavoro. Quindi diventa un ombrello protettivo per imprese come quella della signora Paola. Il rischio è che imprese che ancora violano le regole corrano ad iscriversi»;
   secondo le dichiarazioni, di Giovanni Mininni: «Martina, sull'onda della forte pressione, ha fatto partire in fretta e furia questa rete per dare una risposta, ma attenzione: manca ancora il pezzo fermo alla Camera che è il famoso collegato agricolo che dà alla rete una serie di poteri e funzioni che oggi non ha e che danno un ruolo di controllo maggiore su sfruttamento e caporalato. Addirittura potrebbero dare alla rete una funzione non dico di collocamento pubblico, ma di coordinamento dei luoghi della domanda e dell'offerta. Se in agricoltura esiste il caporalato è anche perché non c’è un collocamento e le imprese non sanno dove andare ad assumere i lavoratori. Glieli porta il caporalato». Tuttavia, ammette Mininni, anche il collegato agricolo non riuscirebbe a risolvere il problema dell'ombrello protettivo aperto anche su chi non se lo merita. «Bisognerebbe modificare il testo della legge», spiega Mininni, che chiede al Ministro controlli già a partire dall'iscrizione alla rete. «Abbiamo chiesto che, perlomeno nel primo anno, i controlli possano continuare ad essere fatti, anzi: a maggior ragione per chi viene certificato dall'Inps e dal Ministero – spiega Mininni –. Poi non basta l'espulsione dalla rete come dice la legge se l'imprenditore viene condannato penalmente, ma chiediamo che basti venir pizzicati ad utilizzare il caporalato e lo sfruttamento dei lavoratori, cioè la mancata applicazione dei contratti» –:
   se il Ministro interrogato sia a conoscenza delle criticità sollevate dal segretario della Flai-CGIL Giovanni Mininni e se voglia assumere iniziative per la modifica del testo legislativo circa la «Rete del lavoro agricolo di qualità» con le proposte suggerite in premessa, in modo che non si trasformi anche in un «ombrello» protettivo per le aziende che fino ad oggi hanno sfuggito i controlli e le relative sanzioni, ma in modo che la rete sia uno strumento che contrasti il caporalato grazie a maggiori controlli e strumenti di reperimento della manodopera per le aziende.
(5-06313)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 9 settembre 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione XIII (Agricoltura)
5-06313

  L'impegno del Governo nel contrasto ad una piaga antica e inaccettabile come il caporalato e l'illecito sfruttamento di lavoratori agricoli è massimo, e non solo dopo i tragici eventi di questa estate. Una battaglia che va combattuta con strumenti ancora più efficaci e che richiede la partecipazione attiva di tutte le forze politiche e sociali, per rompere il muro di gomma che avvolge il fenomeno.
  Non è un caso che il Governo abbia portato in legge già nel 2014 uno strumento operativo come la Rete del lavoro agricolo di qualità, voluta insieme ai sindacati e alle organizzazioni agricole proprio contro il lavoro nero. Un'iniziativa che è finalmente diventata operativa dal 1 settembre e che per la prima volta consentirà di certificare le aziende in regola e che potrà essere ancora ulteriormente rafforzata attraverso una rapida approvazione delle norme all'esame del Parlamento, completando il necessario radicamento con il territorio e attribuendo alla rete compiti più ampi. Vorrei chiarire inoltre, il principio fissato dal legislatore, che risponde ad una finalità di semplificazione a favore delle aziende sane, non esclude che siano effettuati controlli su segnalazione proveniente «dal lavoratore, dalle organizzazioni sindacali, dall'Autorità giudiziaria o da autorità amministrative». Inoltre, l'iscrizione delle aziende non è automatica ma in proposito è chiamata a deliberare la cabina di regia, presieduta dall'Inps e all'interno della quale sono rappresentati tutti i soggetti partecipanti a partire dalle organizzazioni sindacali.
  Il comma 7 della legge, poi, salvaguarda in ogni caso la possibilità per le amministrazioni competenti di «effettuare controlli sulla veridicità delle dichiarazioni in base alla disciplina vigente». Fin dalle prime riunioni della Cabina di regia il tema delle modalità per l'acquisizione e la verifica delle informazioni sui requisiti necessari per l'iscrizione delle imprese alla rete è stato affrontato al fine di garantire la massima efficacia al contrasto al fenomeno del caporalato e del lavoro irregolare.
  Inoltre con il lavoro del Parlamento, in particolare sul Collegato agricoltura, potremo compiere ulteriori passi in avanti anche su questo fronte.
  Ricordo inoltre che lo scorso 27 agosto si è svolto presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali il primo vertice nazionale per il rafforzamento della lotta al caporalato, con la partecipazione dei Ministri Martina e Poletti e delle parti sociali.
  Lo scorso 4 settembre i Ministri Martina e Orlando hanno presentato le nuove norme penali che hanno l'obiettivo di colpire la ricchezza illecitamente accumulata da parte di chi sfrutta i lavoratori.
  In particolare, si rende obbligatoria la confisca del prodotto o del profitto del reato, oltre che delle cose utilizzate per la sua realizzazione. Inoltre, il Governo propone l'introduzione del delitto di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro all'elenco dei reati per i quali può operare la confisca cosiddetta estesa o allargata. Si propone quindi l'introduzione di una responsabilità in solido tra gli esecutori del reato le aziende che ne traggono profitto, nonché disposizioni specifiche per l'indennizzo delle vittime.
  Quanto alle disposizioni relative ai controlli, cui fa riferimento l'onorevole interrogante, segnalo che già all'inizio dello scorso mese di agosto, i Ministri Martina e Poletti hanno stabilito un rafforzamento dei controlli sul territorio a carico delle imprese che sta già portando importanti risultati.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

sicurezza del lavoro

diritto alla salute

domanda e offerta