ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/05897

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 450 del 25/06/2015
Trasformazioni
Trasformato il 26/10/2015 in 3/01789
Firmatari
Primo firmatario: GAGNARLI CHIARA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 25/06/2015


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 25/06/2015
Stato iter:
26/10/2015
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 25/06/2015

TRASFORMA IL 26/10/2015

TRASFORMATO IL 26/10/2015

CONCLUSO IL 26/10/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-05897
presentato da
GAGNARLI Chiara
testo di
Giovedì 25 giugno 2015, seduta n. 450

   GAGNARLI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   è di questi giorni la notizia di una nuova ordinanza della provincia di Trento per la cattura finalizzata alla captivazione permanente o in alternativa l'abbattimento di un orso colpevole di aver aggredito un uomo mentre faceva jogging;
   dalla ricostruzione dei fatti è emerso che l'orso ha attaccato l'uomo senza alcuna provocazione, ma attirato da urla e gesti bruschi e spaventati dell'uomo, nonché dalla presenza del suo cane: sia la presenza dell'animale, sia i gesti dell'uomo possono essere infatti percepiti come «provocazioni» dall'orso, come si evince sia sul sito della stessa provincia di Trento, sia nelle guide sul comportamento da tenere in presenza di un orso;
   essendo stato provocato in questo modo, pur di certo involontariamente da parte dell'uomo, l'orso non può essere considerato pericoloso e dunque non rientra nei casi contemplati dal PACOBACE (piano di azione interregionale per la conservazione dell'orso bruno nelle Alpi Centro-Orientali), il piano d'azione che contiene gli strumenti da attivare nei casi di riscontrata pericolosità di un orso;
   l'orso è inserito tra le specie presenti nell'allegato II (specie strettamente protette) della convenzione di Berna (recepita in Italia con la legge n. 503 del 5 agosto 1981) per le quali è proibita la cattura ed uccisione, nonché è inserito nell'allegato D (specie di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa) del decreto del Presidente della Repubblica dell'8 settembre 1997 n. 357 di recepimento della direttiva 92/43/CE (cosiddetta direttiva Habitat). In base all'articolo 8 del decreto del Presidente della Repubblica citato è espressamente previsto che «1. Per le specie animali di cui all'allegato D, lettera a), al presente regolamento, è fatto divieto di: a) catturare o uccidere esemplari di tali specie nell'ambiente naturale»; inoltre, l'articolo 1 della legge n. 157 del 1992 di recepimento della direttiva 79/409/CEE del Consiglio, del 2 aprile 1979 dispone che «la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata nell'interesse della comunità nazionale ed internazionale», mentre l'articolo 2 della stessa legge statuisce che l'orso è specie particolarmente protetta «anche sotto il profilo sanzionatorio»;
   il piano di azione interregionale per la conservazione dell'orso bruno nelle Alpi Centro-Orientali dispone comunque che «ai sensi decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997, l'eventuale abbattimento di un orso richiede una specifica autorizzazione da parte del Ministero, concessa sulla base di un parere dell'ISPRA», eppure non risulta, agli interroganti, esistere né autorizzazione ministeriale, né parere dell'ISPRA avendo ancora una volta la provincia di Trento agito in piena autonomia;
   le associazioni ambientaliste si stanno mobilitando per salvare l'orso dal possibile abbattimento e la LAV, da parte sua, ha già provveduto ad inviare una lettera urgente al Commissario europeo per l'ambiente Karmenu Vella, perché prenda i provvedimenti necessari alla luce di quelle che appaiono violazioni della legislazione comunitaria;
   l'etologo Roberto Marchesini, che lo scorso anno era stato incaricato di redigere una relazione per il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare su Daniza, sul nuovo caso trentino ha dichiarato che: «i rappresentanti dell'amministrazione trentina imputano all'orso o in genere agli orsi il problema come se fossero all'oscuro di cos’è un orso. Non viene in mente nemmeno di sfuggita d'aver sbagliato tutte le coordinate del progetto e di non essere stati capaci di gestire poi una corretta politica di convivenza»;
   è importare ricordare infatti che la reintroduzione dell'orso in Trentino, allo scopo di salvare il piccolo nucleo di orsi oramai destinati all'estinzione, ha avuto inizio nel 1999, grazie al progetto Life Ursus ed ai correlati finanziamenti dell'Unione europea. Il buon successo dell'iniziativa è testimoniato dalla ripresa della popolazione di orso e, indirettamente, dal fatto che l'Unione europea ha deciso di contribuire economicamente al progetto, finanziando il parco dell'Adamello-Brenta per ben tre volte mediante l'accesso agli strumenti finanziari Life;
   dal 1o settembre 2010 la gestione e la tutela dell'orso in provincia di Trento, sono entrate a far parte del progetto Life Arctos, che vede tra gli obiettivi principali proprio la gestione del fenomeno degli orsi confidenti/problematici presenti in provincia di Trento e lungo il confine tra la regione Friuli Venezia-Giulia e la Slovenia, oltre che in tutto l'areale dell'orso marsicano. Tale progetto è stato finanziato dall'Unione europea e dagli altri partner, per un importo superiore a 3,9 milioni di euro;
   il «piano d'azione interregionale per la conservazione dell'orso bruno delle Alpi centro-orientali» rappresenta lo strumento fondamentale dal quale dipende la conservazione dell'orso bruno e quindi la possibilità di evitare la sua estinzione. È stato sottoscritto, nel 2010, dalle province autonome di Trento e Bolzano, dalle regioni Friuli Venezia-Giulia, Veneto e Lombardia, dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (dipartimento per l'assetto dei valori ambientali del territorio – direzione generale per la protezione della natura) e dall'ISPRA;
   già nel settembre 2014 un'orsa (Daniza) veniva uccisa indebitamente da un medico veterinario della provincia di Trento che otteneva poi oblazione per il reato di cui all'articolo 727 bis del codice penale per uccisione di specie protetta;
   nei giorni successivi l'emanazione dell'ordinanza provinciale con la quale veniva disposta la cattura dell'orsa Daniza, è stata depositata l'interrogazione n. 5-03303 sulla «captivazione permanente» degli orsi considerati problematici. L'interrogazione, depositata il 23 luglio 2014, traeva spunto dalle modifiche introdotte dalla provincia di Trento al PACOBACE (piano d'azione interregionale per la conservazione dell'orso bruno nelle Alpi centro-orientali). Tali modifiche hanno inteso codificare la categoria di «orso dannoso», verso la quale è possibile attivare azioni di «captivazione permanente» e finanche di abbattimento. All'atto ha risposto il Sottosegretario pro tempore Barbara Degani, argomentando, fra le altre cose che «Sin da subito, tuttavia, è stata ampiamente condivisa con gli altri soggetti istituzionali coinvolti nel processo di tutela dell'orso bruno, la necessità di una attenta e rinnovata valutazione a tutto campo delle possibili iniziative volte a integrare e migliorare, laddove possibile, le misure già previste nel PACOBACE, anche tenuto conto della recente esperienza dell'orsa Daniza e dei suoi cuccioli, e ciò al fine prioritario di assicurare la maggiore tutela possibile alla popolazione di orso bruno attualmente insistente nel settore centro-orientale dell'arco alpino, tema sul quale il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al pari degli enti territoriali interessati, rivolge particolare attenzione istituzionale» –:
   se non intenda, viste le norme citate ed il ruolo preminente del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare nella gestione degli orsi su tutto il territorio nazionale ivi compreso evidentemente la provincia autonoma di Trento, provvedere al diretto ed urgente coinvolgimento del suo Ministero, ai sensi e per gli effetti della normativa citata e del piano di azione interregionale per la conservazione dell'orso bruno nelle Alpi Centro-Orientali, allo scopo di evitare, per quanto di competenza, la violazione delle disposizioni, dei protocolli e delle norme richiamate, nonché l'uccisione ingiusta di un orso che non ha assunto comportamenti problematici, disponendo le misure non cruente previste dal piano di azione interregionale per la conservazione dell'orso bruno nelle Alpi Centro-Orientali in proposito, ad iniziare dalla cattura con rilascio e radiomarcaggio;
   se e quando intenda dare seguito a quanto indicato dal Sottosegretario pro tempore Degani in risposta all'interrogazione n. 5-03303 sul tema degli orsi, in particolare nella parte in cui afferma la necessità di valutare a tutto campo «le possibili iniziative volte a integrare e migliorare, laddove possibile, le misure già previste nel PACOBACE». (5-05897)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

protezione degli animali

protezione dell'ambiente

protezione della fauna