ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/05773

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 439 del 10/06/2015
Firmatari
Primo firmatario: MATARRESE SALVATORE
Gruppo: SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Data firma: 10/06/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
D'AGOSTINO ANGELO ANTONIO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 10/06/2015
PIEPOLI GAETANO PER L'ITALIA - CENTRO DEMOCRATICO 10/06/2015


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 10/06/2015
Stato iter:
11/06/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 11/06/2015
Resoconto MATARRESE SALVATORE SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
 
RISPOSTA GOVERNO 11/06/2015
Resoconto VELO SILVIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
REPLICA 11/06/2015
Resoconto MATARRESE SALVATORE SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 11/06/2015

SVOLTO IL 11/06/2015

CONCLUSO IL 11/06/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-05773
presentato da
MATARRESE Salvatore
testo di
Mercoledì 10 giugno 2015, seduta n. 439

   MATARRESE, D'AGOSTINO e PIEPOLI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
   ormai da anni le cronache riferiscono dell'alta percentuale di mortalità delle tartarughe «caretta caretta», specie a rischio di estinzione iscritta nella Lista Rossa della IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura), nel corso delle attività di pesca non condotte correttamente dai pescatori professionali e a causa dei rifiuti incautamente riversati in mare da criminali senza scrupoli;
   sono recenti le ultime notizie di stampa che raccontano della morte di altri cinque esemplari adulti nella zona marina compresa tra Bari e Monopoli e in quella di Porto Cavallo a Polignano. Anche in questo caso la morte delle tartarughe è dovuta all'uso indiscriminato delle reti a strascico, alle eliche delle imbarcazioni, che evidentemente non rispettano le distanze minime dalle coste, e ai rifiuti di vario genere presenti in mare e ingeriti dalle stesse tartarughe. Questi ultimi sono facilmente riscontrabili in quantità rilevanti sulle coste a seguito delle mareggiate e costringono i comuni ad impiegare costantemente ingenti risorse economiche per la loro rimozione;
   secondo informazioni diffuse dal CTS e dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, le catture accidentali che si verificano durante le attività di pesca professionale sono il principale pericolo per questa specie. Gli studi riferiscono di oltre 130.000 catture all'anno nel Mediterraneo a causa dell'uso di palangari pelagici (circa 57.000) e demersali (circa 13.000), reti a strascico (circa 40.000) e da posta (circa 23.000), con oltre 50000 possibili casi di decesso; le statistiche ufficiali non comprendono però tutte le navi da pesca esistenti e sottostimano il numero di piccole imbarcazioni; dunque, una stima più realistica potrebbe essere di circa 200 mila catture e di 100 mila decessi;
   di recente sono stati resi noti i risultati dell'indagine conoscitiva condotta da Tartalife, progetto realizzato con lo strumento finanziario del Life+ della Commissione europea e promosso dal Centro nazionale ricerche in collaborazione con l'Istituto di scienze marine, il consorzio Unimar che riunisce le associazioni nazionali di pesca professionale, Legambiente e numerosi parchi e Aree marina protette; il progetto si pone come obiettivo la riduzione della mortalità della tartaruga marina nelle attività di pesca professionale nelle 15 regioni italiane che si affacciano sul mare e nello specifico della «caretta caretta»;
   durante il 2013 sono stati raccolti dal consorzio UNIMAR, in collaborazione con gli altri partner, 539 questionari in 13 regioni costiere della penisola ovvero in Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Veneto, Calabria;
   a confermare che sia l'uso delle reti a strascico o da posta a causare la morte delle tartarughe è il seguente dato: il 71 per cento dei pescatori che hanno risposto al questionario afferma di aver pescato nel 2014 almeno una tartaruga e nel 48 per cento dei casi con la pesca a strascico mentre il 34 per cento con le reti da posta;
   un dato significativo è emerso quando ai pescatori è stato chiesto se fossero a conoscenza di alcuni strumenti di pesca che limitano la cattura accidentale degli esemplari di tartarughe e altre specie. Il 65 per cento dei pescatori intervistati dichiara di non conoscere gli ami circolari, che grazie alla particolare conformazione rendono più difficile l'ingestione dell'amo da parte della tartaruga, nonostante sia dimostrato che il loro utilizzo, in luogo dei cosiddetti ami a «J» tradizionali, riduca di circa il 70 per cento la cattura degli esemplari di caretta caretta senza alterare l'efficienza di cattura delle specie bersaglio (pesce spada, tonno rosso e tonno alalunga);
   l'amo circolare, rimanendo impigliato solo superficialmente, può essere agevolmente rimosso dai pescatori che in questo modo potranno contribuire alla salvaguardia della specie con delle semplici operazioni da svolgere direttamente a bordo dell'imbarcazione;
   l'80 per cento dei pescatori intervistati sostiene di non conoscere il TED (Turde device excluded), una griglia cucita all'interno della rete (prima del sacco terminale) che ha il compito sbarrare la strada alla tartaruga ma non al pesce. Le tartarughe, urtando contro il TED, ritroverebbero la libertà attraverso un'apertura della rete chiusa da un altro panno di rete cucito solo parzialmente;
   il dato che desta maggiore preoccupazione è quello che riferisce che il 55 per cento dei pescatori intervistati dichiara di non essere sufficientemente e correttamente informato su questi metodi innovativi di pesca che tutelano le tartarughe e inoltre gli stessi dicono di aver paura di cambiare modo di pescare;
   secondo quanto affermato dal CNR-ISMAR, i risultati emersi da questa indagine dimostrano che il numero delle catture accidentali di tartarughe marine, che risulta essere pari a 1900 esemplari con un massimo in estate (624) e un minimo in inverno (380), è sicuramente sottostimato e confermano che l'unica strada per contrastare rapidamente il fenomeno è quella di rispondere alla richiesta dei pescatori di maggiore informazione sia sull'uso degli attrezzi più selettivi che sulle questioni tecniche legate alle possibilità di finanziamento. Infine è emersa forte la richiesta di snellire le procedure burocratiche in caso di detenzione di animali durante le operazioni di soccorso che al momento sembrano un ostacolo significativo per convincere i più a partecipare al progetto;
   da quanto espresso appare evidente che il Governo debba orientare le proprie politiche in materia verso la soluzione di tre aspetti essenziali per la tutela di questa specie protetta e che debba promuovere campagne di sensibilizzazione adeguate e puntuali nonché corsi di formazione nei confronti dei pescatori professionali al fine di indirizzarli all'uso di strumenti di pesca selettiva; promuovere sistemi di incentivazione economica e finanziaria in favore dell'acquisto di attrezzi selettivi per la pesca e sistemi di premialità per i pescatori professionali virtuosi che conducono le proprie attività seguendo le buone pratiche; semplificare le procedure burocratiche da eseguire in caso di detenzione di animali a bordo durante le operazioni di soccorso –:
   se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative di competenza intenda adottare per tutelare la specie protetta della tartaruga «caretta caretta» con particolare riferimento alla possibilità di:
    a) garantire la diffusione adeguata delle informazioni relative al più corretto utilizzo di attrezzi selettivi per la pesca che consentirebbero una rilevante riduzione della mortalità delle tartarughe prevedendo l'aggiornamento in tal senso delle «Linee Guida per il recupero, soccorso, affidamento e gestione delle tartarughe marine ai fini della riabilitazione e per la manipolazione a scopi scientifici»;
    b) intensificare il controllo in mare per prevenire l'inquinamento prodotto da scarichi illeciti di stive di imbarcazioni e natanti in navigazione nonché il rispetto delle distanze minime di sicurezza delle imbarcazioni dalle coste. (5-05773)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 11 giugno 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione VIII (Ambiente)
5-05773

  Il Ministero dell'ambiente ha sempre prestato grande attenzione alla conservazione delle tartarughe marine, promuovendo diverse iniziative di coordinamento tra i soggetti coinvolti a vario titolo e cofinanziando diversi progetti LIFE sull'argomento, quali, ad esempio, «Riduzione impatto attività umane su Casetta e Tursiope e loro conservazione in Sicilia» (LIFE03 NAT/IT/000163) e un «Network per la conservazione delle tartarughe marine in Italia» (LIFE04 NAT/IT/000187 TARTANET).
  Inoltre, con il decreto legislativo n. 190 del 13 ottobre 2010, di recepimento della Direttiva quadro 2008/56/CE sulla strategia per l'ambiente marino, il Ministero dell'ambiente ha incaricato Ispra di elaborare una strategia marina italiana che permetta di raggiungere, entro il 2020; il buono stato ambientale dei nostri mari.
  A tale scopo sono previste, oltre ad attività generali di monitoraggio della biodiversità e di contenimento dell'inquinamento marino, anche azioni volte alla diminuzione degli inquinanti nocivi e quindi dei rifiuti marini galleggianti che spesso sono ingerite dalle tartarughe.
  Per quanto concerne l'aggiornamento delle «Linee Guida per il recupero, soccorso, affidamento e gestione delle tartarughe marine ai fini della riabilitazione e per la manipolazione a scopi scientifici» si precisa che le stesse sono state recentemente aggiornate dall'ISPRA e il testo definitivo è stato approvato in Conferenza Stato-Regioni il 10 luglio 2014.
  Tuttavia le predette linee guida hanno la precisa finalità di disciplinare le attività di soccorso, recupero ed eventuale rilascio in natura di tartarughe marine in difficoltà, le attività di recupero di carcasse, le attività che prevedono la manipolazione ai fini scientifici e l'individuazione dei requisiti necessari ai centri di recupero per lo svolgimento delle loro attività, pertanto non trattano direttamente il problema della diffusione del corretto utilizzo delle attività di pesca necessarie per la riduzione della mortalità delle tartarughe.
  A tale proposito, si informa che nell'ottobre 2012 è iniziato il progetto NETCET «Rete per la tutela dei cetacei e delle tartarughe marine nell'Adriatico» (che terminerà a settembre 2015), finanziato dal programma IPA Adriatico di Cooperazione Transfrontaliera, che prevede diverse attività finalizzate proprio alla diffusione tra i pescatori dell'adozione di corrette procedure d'azione.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

specie protetta

cattura accessoria

rete da pesca