ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/05471

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 418 del 29/04/2015
Firmatari
Primo firmatario: BRATTI ALESSANDRO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 29/04/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BOLDRINI PAOLA PARTITO DEMOCRATICO 29/04/2015


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 29/04/2015
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 29/04/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-05471
presentato da
BRATTI Alessandro
testo di
Mercoledì 29 aprile 2015, seduta n. 418

   BRATTI e PAOLA BOLDRINI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   nel 2009 un'ispezione della Banca d'Italia rilevava problematiche relative al credito per la Carife Spa, ed in particolare una posizione debitoria su Milano (Siano) che presentava significative difficoltà;
   data la delicata situazione, nel settembre 2009, l'allora direttore generale, dottor Gennaro Murolo, veniva sostituito dal dottor Giuseppe Grassano; quest'ultimo, in più occasioni ufficiali prospettava un rapido risanamento rilancio della banca;
   nell'aprile 2010, con la nomina del nuovo consiglio e l'approvazione del primo bilancio in passivo della propria storia, la banca proseguì nell'opera di risanamento, sotto l'assiduo controllo della Banca d'Italia, che aveva disposto per Carife la vigilanza rafforzata. Ogni tre mesi la banca era obbligata a fornire alla vigilanza di Roma una relazione dettagliata sui crediti e un riferimento specifico sulla posizione Siano;
   nell'autunno 2010 veniva redatto, di concerto con la Vigilanza, il piano industriale di Carife spa 2011-2014, che ne prevedeva il rilancio. Contestualmente la Banca d'Italia chiedeva di procedere ad un aumento di capitale per 150 milioni di euro, che la Fondazione non poteva sottoscrivere, per mancanza di risorse;
   a dicembre 2010 e aprile 2011, Carife spa definiva il piano per l'aumento di capitale, ricorrendo principalmente all'azionariato diffuso, grazie al supporto dei piccoli risparmiatori, famiglie e imprese. L'intera operazione fu autorizzata, come richiesto dalla normativa di riferimento, dalla Banca d'Italia e dalla Consob e tra luglio e settembre 2011 l'aumento di capitale fu completato con successo, portando il totale degli azionisti a più di 29.000, con 5.000 nuovi sottoscrittori;
   un'ulteriore ispezione da parte di Banca d'Italia, nel settembre del 2012, ha inaspettatamente portato a pesantissime svalutazioni dei crediti: il bilancio 2012 veniva approvato, ad aprile 2013, con una perdita di quasi 105 milioni di euro. Si registra che, in quel momento, il patrimonio netto di Carife risultava comunque superiore a 350 milioni di euro;
   il 27 maggio 2013 la Banca d'Italia otteneva con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, il commissariamento della Carife. Successivamente i commissari, in stretto coordinamento con Banca d'Italia, hanno effettuato la dismissione di banche controllate e di filiali, riducendo il perimetro di Carife al territorio originario; nello stesso periodo i sindacati aziendali aderivano ad un importante accordo di prepensionamenti, con oneri economici a carico dei dipendenti rimasti in servizio e consistenti effetti di diminuzione dell'organico e del costo del lavoro;
   il prossimo 27 maggio termineranno i primi due anni di amministrazione straordinaria disposti dalla Banca d'Italia: in assenza di interventi volti alla salvaguardia dell'attività aziendale, lo scenario attuale potrebbe condurre alla liquidazione, con il rimborso ai clienti, dei depositi fino a 100 mila euro (in totale la raccolta protetta di Carife è pari a un miliardo e mezzo);
   recentemente si apprende che, a seguito del periodo di gestione commissariale, il patrimonio che Carife registrava nel 2012, pari a 350 milioni di euro, potrebbe risultare totalmente azzerato e con esso il valore delle azioni, a fronte dell'intervento del Fondo interbancario di tutela dei depositi; sembrerebbe, infatti, che l'unica prospettiva per il salvataggio dell'istituto bancario sia l'intervento del Fondo, che sottoscriverà integralmente un aumento di capitale (pari a circa 300 milioni di euro) al termine del quale sarà azionista unico dell'istituto; si rileva inoltre che tale intervento, finalizzato ad individuare un nuovo acquirente, è stato deliberato dal Consiglio del Fondo nella riunione del 22 aprile 2015, dando il via libera soltanto alla struttura dell'operazione, nell'attesa di un conseguente piano industriale, atteso nelle prossime settimane;
   appare necessario intervenire a tutela dei risparmiatori anche alla luce del mancato intervento della fondazione nell'aumento di capitale richiesto e delle informazioni che, ottimisticamente, erano state fornite sulle prospettive dell'operazione posta in essere –:
   se, anche alla luce dei fatti esposti in premessa, non intenda assumere iniziative normative per rafforzare la tutela dei piccoli risparmiatori in situazioni quali quelle descritte in premessa. (5-05471)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

politica industriale

soppressione di posti di lavoro

banca