ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/05148

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 399 del 25/03/2015
Firmatari
Primo firmatario: DI VITA GIULIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 25/03/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GIORDANO SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 25/03/2015
LOREFICE MARIALUCIA MOVIMENTO 5 STELLE 25/03/2015
DALL'OSSO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE 25/03/2015
GRILLO GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 25/03/2015
MANTERO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE 25/03/2015
BARONI MASSIMO ENRICO MOVIMENTO 5 STELLE 25/03/2015
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 25/03/2015
LUPO LOREDANA MOVIMENTO 5 STELLE 25/03/2015
CANCELLERI AZZURRA PIA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 25/03/2015


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 25/03/2015
Stato iter:
25/06/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 25/06/2015
Resoconto DE FILIPPO VITO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 25/06/2015
Resoconto GIORDANO SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 25/03/2015

DISCUSSIONE IL 25/06/2015

SVOLTO IL 25/06/2015

CONCLUSO IL 25/06/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-05148
presentato da
DI VITA Giulia
testo di
Mercoledì 25 marzo 2015, seduta n. 399

   DI VITA, SILVIA GIORDANO, LOREFICE, DALL'OSSO, GRILLO, MANTERO, BARONI, MANNINO, LUPO e CANCELLERI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   con decreto del 14 gennaio 2015, «Riqualificazione e rifunzionalizzazione della rete ospedaliera-territoriale della Regione Sicilia», l'assessorato alla salute siciliano ha stabilito la chiusura, tra gli altri, del punto nascite presso il comune di Cefalù, poiché non raggiungente la soglia minima di 500 parti all'anno fissata dal decreto Balduzzi del 2012;
   in base a quanto previsto dai successivi decreti attuativi assessoriali la ginecologia del San Raffaele Giglio dovrà quindi esser chiusa con urgenza entro il 30 aprile;
   sulla questione del punto nascite di Cefalù si era già pronunciato nel recente passato il Tar di Palermo;
   nel 2011, infatti, i giudici amministrativi avevano disposto la sospensiva della chiusura del punto nascite, nonostante il piano di riordino dell'allora assessore regionale alla salute Massimo Russo, ritenendo che le motivazioni dei tagli erano inconsistenti e ribadendo che l'ospedale San Raffaele Giglio, gestito da una fondazione, manteneva un carattere pubblico, oltre la qualità dei servizi di una struttura di «terzo livello» con una presenza di specialisti e personale sanitario 24 ore su 24 ore. Lo standard di assistenza venne ritenuto perfino superiore a quello offerto dall'ospedale di Termini Imerese al quale il punto nascite doveva essere accorpato. Il Tar aveva quindi ordinato all'assessore di rimodulare il piano;
   nel 2013, però, dopo un periodo di congelamento del piano di riordino assessoriale nel 2012, il Tar, ribaltando l'esito della precedente pronuncia, confermava la chiusura del punto nascita di Cefalù, salvando invece quello di Termini Imerese, respingendo così il nuovo ricorso presentato dal comune di Cefalù. Nel caso vennero considerate decisive la breve distanza da Termini Imerese e il carattere della struttura dell'ospedale San Raffaele Giglio che essendo gestito da una fondazione – sostenne il Tar – «non può essere totalmente assimilato a una struttura pubblica in senso stretto qual è il presidio ospedaliero di Termini Imprese»;
   a distanza di due anni da allora la questione del punto nascita di Cefalù torna dunque a far capolino nel panorama, invero già critico, della sanità regionale siciliana;
   contro l'ufficializzazione della chiusura della struttura disposta in base al piano dell'assessore regionale per la salute, Lucia Borsellino, si è svolta la scorsa settimana nel pieno centro di Cefalù una manifestazione di alcune centinaia di persone, tra cui donne e bambini, che in corteo sono arrivate in piazza Duomo sfilando dietro uno striscione che spiegava il senso della protesta: «Chi chiude il centro nascite dice no alla vita»;
   in merito il sindaco di Cefalù, Rosario Lapunzina, ha annunciato che presenterà un nuovo ricorso amministrativo, certo dell'esito – si dice – alla luce della nuova composizione interamente pubblica della fondazione «Giglio»: «Se nel luglio 2013 i giudici del Tar giustificavano la scelta della Regione di mantenere Termini e chiudere Cefalù, entrambi sotto la soglia dei 500 parti l'anno, in virtù della natura pubblica del primo, – ha dichiarato Lapunzina – oggi questo elemento di motivazione può venir meno, privilegiando di contro il più giusto criterio della territorialità e della sicurezza, che vede il centro di Cefalù decisamente più distante dagli ospedali palermitani, rispetto a quello termitano»;
   secondo il primo cittadino di Cefalù la decisione regionale di chiudere il centro sarebbe stata assunta sulla base delle pressioni del Ministro Beatrice Lorenzin dopo la morte della piccola Nicole tra Catania e Ragusa. «Malgrado le pressioni del ministro – ha aggiunto Lapunzina – la Regione avrebbe potuto esercitare la sua autonomia e trovare una soluzione diversa, come è stato fatto per esempio per gli ospedali di Corleone e di Petralia Sottana»;
   l'ospedale di Cefalù è una struttura che, nel settore, ha dimostrato invece di saper crescere in qualità e nel numero di parti; che è una struttura pubblica a servizio di un territorio molto vasto, non di certo inferiore, per numero di parti, per efficienza, pulizia e professionalità, ad altri centri nascita che sono rimasti inspiegabilmente aperti;
   nel 2014 il totale dei parti è stato di 420 con un incremento, rispetto al 2013, di circa il 15 per cento; dal 1o gennaio 2015 ad oggi la struttura ha avuto un incremento di 20 parti rispetto allo stesso periodo del 2014; se dovesse continuare questo trend positivo per il resto dell'anno nel 2015 si stima che verrà certamente superata la soglia dei 500 parti;
   l'ospedale di Cefalù, rispetto ad altri punti nascita con più di 500 parti l'anno, possiede invero un considerevole livello di efficienza, disponendo attualmente di ginecologo di guardia 24/h, pediatra neonatologo di guardia 24/h, ostetrica di guardia 24/h, anestesista di guardia 24/h, laboratorio d'analisi, centro trasfusionale e radiologia con TAC e RM attivi 24/h, per una U.O. composta complessivamente da 8 medici ginecologi, 4 medici pediatri, 6 ostetriche, 6 infermiere professionali e 3 operatrici socio sanitarie;
   si aggiunga, infine, che ad oggi il punto nascite di Cefalù ha la peculiarità di poter servire utilmente, riducendo così i disagi consequenziali, quei comuni delle Madonie che per difficoltà di collegamenti stradali arrivano a distare, come nel caso di Isnello (PA), tra i 55 e i 60 minuti di tortuoso percorso stradale, soprattutto montano, dal punto nascite più vicino, che dal 30 aprile diverrà quello di Termini Imerese, oltretutto non considerando il caso delle condizioni climatiche avverse, con le grandinate e nevicate interessanti non di rado il territorio di cui si discute –:
   se il Ministro interrogato sia al corrente di quanto illustrato in premessa;
   se sia vero che il Ministro abbia fatto pressioni perché si giungesse alla chiusura del punto nascita di Cefalù e, se così fosse, se non ritenga, alla luce delle considerazioni fatte in premessa, di intervenire al fine di correggere quello che appare agli interroganti un chiaro errore di valutazione da parte del Ministro, considerata l'importanza di mantenere quantomeno un'unità operativa di ginecologia-ostetricia per le emergenze. (5-05148)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 25 giugno 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-05148

  La riorganizzazione della rete dei punti nascita nasce in seguito all'Accordo Stato-Regioni 16 dicembre 2010, recante «Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo».
  Tale Accordo impegna tutte le Regioni, comprese quelle in Piano di rientro dal deficit sanitario, ad attuare 10 linee di azioni per la ridefinizione del percorso nascita.
  La prima di tali linee (misure di politica sanitaria e di accreditamento) prevede la chiusura dei punti nascita con un volume di attività inferiore a 500 parti/anno, in quanto non in grado di garantire la sicurezza per la madre ed il neonato, prevedendo l'adozione di stringenti criteri per la riorganizzazione della rete assistenziale e fissando il numero di almeno 1000 parti/anno quale parametro a cui tendere.
  L'Accordo, inoltre, identifica i livelli di complessità assistenziale delle UU.OO. di ostetricia/ginecologia e di neonatologia e terapia intensiva neonatale/pediatria, e definisce gli standard operativi, di sicurezza e tecnologici a cui le Regioni devono conformarsi nel percorso di ridefinizione dei punti nascita.
  Detti standard sono richiamati nel decreto del Ministero della salute di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, del 2 aprile 2015, n. 70, contenente il «Regolamento recante definizione sugli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera», pubblicato in Gazzetta Ufficiale in data 4 giugno 2015.
  Le linee di azione contenute nel citato Accordo, che fanno specifico riferimento ad un sistema di rete dei punti nascita del tipo «Hub» e «Spoke», vincolano, in tal senso, le Regioni ad attivare anche il sistema di trasporto assistito materno (STAM) e il sistema di trasporto in emergenza del neonato (STEN).
  La costante azione di affiancamento alle Regioni operata dal Ministero della salute sulle tematiche della sicurezza del percorso nascita è attestata, tra l'altro, dal rinnovo, con decreto ministeriale del 19 dicembre 2014, del Comitato Percorso Nascita Nazionale, che supporta tutte le Regioni e Province Autonome nell'attuazione delle migliori soluzioni per la qualità e la sicurezza del percorso nascita ed assicura, nel contempo, un efficace coordinamento permanente tra le Istituzioni centrali e periferiche.
  Segnalo che, a seguito del decesso di una neonata avvenuto durante il trasporto da Catania verso l'unità di terapia intensiva neonatale di Ragusa, verificatosi il 12 febbraio 2015, sono state impartite dal Ministero della salute stringenti prescrizioni alla Regione Siciliana, inerenti al completamento del previsto piano di riorganizzazione della rete dei punti nascita. Tali prescrizioni riguardano, tra l'altro, la chiusura/accorpamento dei punti nascita con volumi di attività inferiori ai 500 parti/anno, il completamento dell'attivazione su tutto il territorio regionale di STAM/STEN, e, laddove la Regione volesse mantenere in attività punti nascita con numero di parti al di sotto dello standard minimo di 500/anno, la formulazione di una proposta sulla quale il Ministero della salute intende esprimere un parere preventivo vincolante.
  Rispetto a tale proposta di deroga, il 13 marzo 2015 la Regione Siciliana ha inviato a questo Ministero una prima «proposta deroga mantenimento punti nascita per particolari condizioni oro geografiche», in cui viene chiesto di valutare la deroga per 9 punti nascita con volumi di attività inferiori a 500 parti/anno: Mussomeli, Bronte, Nicosia, Mistretta, peraltro già chiuso nel 2012, Corleone, Lipari, Petralia, Pantelleria e la Casa di cura «I. Attardi» di Santo Stefano di Quisquina.
  A tale nota, in cui non si menziona il punto nascita di Cefalù, ne ha fatto seguito una seconda, il 14 marzo 2015, nella quale la Regione, relazionando in merito alle azioni messe in atto conseguentemente alle prescrizioni impartite, ha dichiarato che sta procedendo alla disattivazione, entro il 30 aprile 2015, dei punti nascita pubblici di Licata, Cefalù, Paternò e della Casa di cura «Argento» di Catania.
  Successivamente, in data 23 aprile 2015 è pervenuta al Ministero della salute una ulteriore nota, con la quale la Regione Siciliana richiede la deroga anche per i punti nascita di Cefalù e di Licata, «a causa degli oggettivi, allo stato attuale, insuperabili disagi di viabilità che rendono difficili i collegamenti con il territorio e che potrebbero comportare inadeguatezza dell'assistenza sanitaria».
  Ecco perché ad oggi, il programma di riorganizzazione dei punti nascita prevede, per quanto attiene agli ospedali di Cefalù e Termini Imerese, la concessione di una deroga fino al 31 dicembre 2016: nel corso di tale periodo i due punti nascita verranno monitorati dalla Regione Siciliana per verificare l'andamento delle nascite.
  Successivamente la Regione, sulla base dei volumi di attività, come anche dei volumi totali di attività dei due presidi ospedalieri, ne dovrà valutare il mantenimento in funzione, anche in base a quanto indicato dal citato decreto n. 70 del 2015.
  Il suddetto decreto, peraltro, è stato recepito dalla Regione Siciliana con il decreto 14 gennaio 2015 «Riqualificazione e ri-funzionalizzazione della rete ospedaliera-territoriale della Regione Sicilia».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

professione sanitaria

rete stradale

condizioni atmosferiche