ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/05111

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 397 del 23/03/2015
Abbinamenti
Atto 5/04681 abbinato in data 24/11/2015
Firmatari
Primo firmatario: SGAMBATO CAMILLA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 23/03/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MANFREDI MASSIMILIANO PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2015
VALENTE VALERIA PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2015
CARLONI ANNA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 24/03/2015


Commissione assegnataria
Commissione: IX COMMISSIONE (TRASPORTI, POSTE E TELECOMUNICAZIONI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 23/03/2015
Stato iter:
24/11/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 24/11/2015
Resoconto GIACOMELLI ANTONELLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 24/11/2015
Resoconto SGAMBATO CAMILLA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 23/03/2015

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 24/03/2015

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 24/11/2015

DISCUSSIONE IL 24/11/2015

SVOLTO IL 24/11/2015

CONCLUSO IL 24/11/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-05111
presentato da
SGAMBATO Camilla
testo presentato
Lunedì 23 marzo 2015
modificato
Martedì 24 marzo 2015, seduta n. 398

   SGAMBATO, MANFREDI, VALERIA VALENTE, CARLONI. — Al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
Poste italiane spa è una società interamente partecipata dal Ministero dell'economia e delle finanze, che gestisce i servizi postali in una condizione di reale monopolio e che, sulla base di un contratto di programma siglato con lo Stato, assicura l'espletamento del servizio universale, in cui la società si impegna a raggiungere determinati obiettivi di qualità, tra cui anche quelli concernenti l'adeguatezza degli orari di apertura degli sportelli;
il piano di riorganizzazione previsto da Poste italiane spa, come dichiarato dall'AD Caio in Audizione in Parlamento, dovrebbe diventare effettivo dal 13 aprile nell'ambito dell'avviato processo di privatizzazione, e prevede a livello Nazionale la chiusura di 455 uffici postali e la riduzione degli orari di apertura in 608 uffici;
nella regione Campania sembrano destinati alla chiusura, entro il 13 aprile prossimo, 21 uffici postali, e altri 39 interessati dalla riduzione delle giornate di apertura;
in particolare, sembrerebbe che nella sola provincia di Caserta ciò comporterebbe interventi di chiusura per almeno 7 uffici tra i comuni di Vairano Patenora, Caserta, Marzano Appio, Teano, due a Sessa Aurunca, e Pontelatone; e nella Provincia di Napoli, tra gli altri, nei Comuni di Agerola e Seiano di Vico Equense; unitamente ad altre operazioni di razionalizzazione;
è evidente che questo piano contrasta fortemente con la tradizione di vocazione sociale di Poste italiane, di diffusione dei servizi sul territorio, di aumento dei disagi per i cittadini specie nelle zone meno ricche;
inoltre, questa razionalizzazione rischia di tradursi in gravi disservizi soprattutto per i residenti anziani, che si troveranno a non poter usufruire di servizi essenziali quali il pagamento delle bollette o la riscossione della pensione, con la conseguenza di essere costretti a fare lunghe file nei giorni di apertura, ritardare le operazioni o affrontare frequenti e difficili spostamenti, su territori particolarmente disagiati;
i servizi postali, in particolare per le famiglie e le imprese, sono fondamentali nello svolgimento di moltissime attività quotidiane, come il pagamento delle utenze, il ritiro del denaro contante da parte dei titolari di conto corrente postale e l'invio di comunicazioni soggette al rispetto perentorio di scadenze, soprattutto quelle di carattere legale;
il 22 gennaio 2014 il presidente dell'Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni rispondendo a specifica missiva del Presidente dell'Intergruppo parlamentare per lo sviluppo della montagna ha ricordato che con apposita delibera l'Authority ha «ritenuto opportuno inserire (...) specifici divieti di chiusura di quegli uffici che servono gli utenti che abitano nelle zone remote del Paese (...) ritenendo prevalente l'esigenza di garantire la fruizione del servizio nelle zone disagiate anche a fronte di volumi di traffico molto bassi e di alti costi di esercizio»;
la delibera dell'AGCOM n. 342/14/Cons del 26 giugno 2014 ha integrato i criteri elencati nell'articolo 2 del decreto ministeriale 7 ottobre 2008, prescrivendo all'articolo 2 relativo ai comuni rurali e montani, il divieto di chiusura di uffici postali situati in comuni rurali (quelli con densità abitativa inferiore a 150 abitanti per chilometro quadrato) che rientrano anche nella categoria dei comuni montani (quelli contrassegnati come totalmente montani), ed escludendo dal citato divieto soltanto i comuni in cui siano presenti più di due uffici postali e il rapporto abitanti per ufficio postale sia inferiore a 800;
inoltre, la medesima delibera obbliga Poste italiane ad avviare con congruo anticipo con le istituzioni locali delle misure di razionalizzazione per avviare un, confronto sulle possibilità di limitare i disagi per le popolazioni interessate individuando soluzioni alternative più rispondenti allo specifico contesto territoriale;
il Ministero dello sviluppo economico in data 12 febbraio 2015, a margine dell'incontro tenutosi tra il Sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli, l'amministratore delegato di Poste italiane Francesco Caio e il presidente dell'Autorità per la garanzia nelle comunicazioni Angelo Cardani aveva dichiarato che regioni e comuni sarebbero stati coinvolti nel piano di chiusura degli uffici postali e che Poste italiane avrebbe coinvolto regioni ed enti locali per spiegare come servizi innovativi avrebbero assicurato la tutela del servizio universale per i cittadini –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sopra esposti, e se intenda intervenire al fine di aprire una concertazione tra la direzione di Poste italiane spa e le amministrazioni locali, garantendo il rispetto dei disposti stabiliti dall'Autorità per il garante delle comunicazioni;
se non ritenga altresì appurare che Poste italiane, in vista di questa riorganizzazione aziendale, si sia attivata nel comunicare le proprie decisioni ai cittadini interessati. (5-05111)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 24 novembre 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione IX (Trasporti)
5-05111

  In via preliminare si fa presente che il settore postale, a livello nazionale e comunitario, è stato interessato negli ultimi anni da profondi cambiamenti che hanno riguardato il contesto normativo, ed in particolare il passaggio delle funzioni di regolamentazione e di vigilanza dal Ministero dello sviluppo economico all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) per effetto del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito nella legge 22 dicembre 2011, n. 214.
  Si sono, inoltre, verificati notevoli mutamenti concernenti la concorrenza e l'evoluzione delle esigenze dell'utenza verso una significativa differenziazione dell'offerta dei servizi.
  Le chiusure e le rimodulazioni orarie, comunicate preventivamente all'Agcom, sono previste dal Piano di rimodulazione degli orari degli uffici postali nel periodo estivo, redatto da Poste Italiane in conformità ai criteri di cui al decreto del 22 giugno 2007, come integrato dalla delibera Agcom 2931 13/CONS del 16 aprile 2013.
  Inoltre il Contratto di programma vigente tra il Ministero e Poste Italiane prescrive all'articolo 2, comma 6, che quest'ultima trasmetta all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom), con cadenza annuale, l'elenco degli uffici postali e delle strutture di recapito che non garantiscono condizioni di equilibrio economico e, contestualmente, il piano di intervento per la progressiva razionalizzazione della loro gestione.
  L'Autorità, nell'esercizio dei propri poteri di vigilanza, svolge un'attività di valutazione del piano di razionalizzazione della gestione degli uffici postali, al fine di verificarne la conformità ai criteri di distribuzione dei punti di accesso alla rete postale.
  Su tale aspetto, si evidenzia che l'Agcom con delibera 342/14/CONS, ha introdotto specifiche garanzie a tutela degli utenti, in particolare per coloro che si avvalgono degli uffici postali ubicati in comunità montane e nelle isole minori.
  Il Contratto di programma, inoltre, consente a Poste Italiane, previo accordo con le autorità locali, di garantire una presenza più articolata nelle aree territoriali disagiate.
  Il Ministero, pur avendo perso, come detto in premessa, le proprie funzioni di regolamentazione e di vigilanza, è in più occasioni intervenuto affinché ogni modifica dell'assetto della rete di Poste Italiane fosse preceduto da una fase di effettivo confronto con le regioni e gli enti locali. Tale attività del Ministero ha dato luogo ad una effettiva modifica del piano di Poste italiane che si è basata su accordi realizzati nei diversi territori con i rappresentanti degli enti locali e delle regioni così come in più occasioni riconosciuto e apprezzato da questi ultimi.
  Il Ministero si è inoltre attivato nella fase di definizione del nuovo contratto di programma, nell'ottica di evitare, ove possibile, l'attuazione del piano di rimodulazione e razionalizzazione degli sportelli ed ha concluso una fase di negoziazione con Poste Italiane che ha dato luogo ad una rilevante modifica del contratto stesso, nel quale si è scelto, con reciproco scambio di consenso sul testo finale, di ribaltare la prospettiva sinora tenuta assumendo una vera e propria linea di «politica industriale». La nuova impostazione si basa, infatti, sull'assunto che la capillarità della presenza di Poste non debba essere considerata più un peso o un onere bensì un asset strategico, un valore: dunque ogni chiusura, per quanto giustificata e dentro le regole del servizio universale, impoverirebbe un asset della società. In particolare, all'articolo 5 comma 5 del Contratto di Programma, Poste Italiane – anche tenendo conto della necessità del perseguimento di obiettivi di coesione sociale ed economica – si è impegnata a ricercare e valutare prioritariamente ogni possibilità di potenziamento complessivo dei servizi, anche mediante accordi con le regioni e gli enti locali; dando seguito all'indicazione del Ministero secondo cui l'ipotesi di interventi di riduzione della rete di sportelli debba essere confinata come estrema ratio dopo aver considerato possibilità alternative. Poste Italiane, nel valutare le ipotesi di potenziamento e di maggiore efficienza dei servizi, dovrà svolgere un'analisi del rapporto costi-ricavi non sulla base del singolo ufficio postale ma in un ambito territoriale più ampio fino anche, ad esempio, a coprire una scala regionale. Poste Italiane dovrà quindi valutare, prioritariamente alla decisione di rimodulazione e razionalizzazione, iniziative proposte da enti e istituzioni territoriali in grado di aumentare la redditività della rete degli uffici postali in un ambito territoriale. Tali proposte dovranno pervenire, a regime, entro il 30 settembre di ogni anno. Per l'anno 2015, tale termine è posticipato al 31 marzo 2016. La Società è tenuta a trasmettere il suddetto Piano all'Autorità entro il 1o luglio 2016.
  Parallelamente all'azione del Ministero, persiste l'attività di vigilanza dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni che ha assicurato che provvederà a verificare la legittimità, sotto il profilo della coerenza con la normativa vigente, delle chiusure o delle rimodulazioni orarie degli uffici postali contenute nel piano comunicato da Poste Italiane S.p.A., compresi gli eventuali interventi sulle sedi a cui si riferiscono le interrogazioni in esame.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

servizio postale