ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04914

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 385 del 04/03/2015
Abbinamenti
Atto 5/03398 abbinato in data 12/03/2015
Atto 5/04009 abbinato in data 12/03/2015
Firmatari
Primo firmatario: NICCHI MARISA
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 04/03/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
COSTANTINO CELESTE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 04/03/2015
BORDO FRANCO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 04/03/2015
MELILLA GIANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 04/03/2015
PANNARALE ANNALISA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 04/03/2015
RICCIATTI LARA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 04/03/2015
ZACCAGNINI ADRIANO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 04/03/2015


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 04/03/2015
Stato iter:
12/03/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 12/03/2015
Resoconto DE FILIPPO VITO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 12/03/2015
Resoconto NICCHI MARISA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 04/03/2015

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 12/03/2015

DISCUSSIONE IL 12/03/2015

SVOLTO IL 12/03/2015

CONCLUSO IL 12/03/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04914
presentato da
NICCHI Marisa
testo presentato
Mercoledì 4 marzo 2015
modificato
Venerdì 6 marzo 2015, seduta n. 386

   NICCHI, COSTANTINO, FRANCO BORDO, MELILLA, PANNARALE, RICCIATTI e ZACCAGNINI. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
la prima Relazione al Parlamento sul Programma di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari, trasmessa al Parlamento il 30 settembre 2014 dai Ministri della salute e della giustizia, in attuazione del decreto-legge n. 52 del 2014, convertito con modificazione dalla legge n. 81 del 2014, ha evidenziato che nonostante la proroga al 31 marzo 2015 del termine per la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari, «sulla base dei dati in possesso del Ministero della salute appare non realistico che le regioni riescano a realizzare e riconvertire le strutture entro la data stabilita»;
Friuli Venezia Giulia, Valle d'Aosta, Campania, Calabria e Sardegna e le province autonome di Trento e di Bolzano non hanno trasmesso un programma di utilizzo dei finanziamenti. Piemonte, Lombardia, Umbria, Marche, Molise, Puglia e Sicilia hanno inviato o un programma di utilizzo dei finanziamenti non conforme alle indicazioni ministeriali e gli uffici sono in attesa delle integrazioni o modifiche richieste. Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo, Veneto e Lazio hanno elaborato un programma di utilizzo dei finanziamenti conforme alle indicazioni ministeriali. Per queste regioni sono stati predisposti gli schemi di decreto interministeriale di approvazione dei programmi che, per le prime 4 regioni, sono all'esame del Ministero dell'economia e delle finanze per la preliminare concertazione tecnica. La regione Emilia Romagna ha richiesto la sospensione dell’iter di approvazione del decreto perché intenzionata ad apportarvi modifiche;
per quanto concerne la distribuzione dei soggetti negli ospedali psichiatrici giudiziari, su un totale di 826, i dimissibili sono 476, i non dimissibili 314, mentre 36 non sono stati ancora giudicati valutabili. Ad Aversa ne sono registrati 119, a Barcellona Pozzo di Gotto 161, a Castiglione delle Stiviere 237, a Montelupo Fiorentino 80, a Napoli 92, a Reggio Emilia 99, mentre per 38 soggetti non è stata indicata la struttura di riferimento. A livello di programma terapeutico riabilitativo 28 sono in ambulatoriale, 16 in semiresidenziale, 404 in residenziale e per 28 non è stato segnalato il percorso;
la relazione dimostra che gran parte degli internati risulta dimissibile: 476 persone, cioè oltre il 50 per cento degli attuali internati. Un dato che da solo dimezzerebbe il fabbisogno di REMS o «mini ospedali psichiatrici giudiziari» (previsto oggi in 900 posti). Analizzando le motivazioni che dichiarano i pazienti «non dimissibili» (si tratta di circa 350/400 persone) risulta che solo un'esigua minoranza sarebbe nelle condizioni di «dover restare» in ospedali psichiatrici giudiziari (o in seguito nelle REMS) secondo il dettato normativo. Solo il 17 per cento dei «non dimissibili» (quindi l'8,5 per cento degli attuali internati), secondo quanto riporta la relazione, conserva la condizione di «pericolosità sociale» come ridefinita dal decreto-legge n. 52 del 2014, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 81 del 2014. Inoltre fra le persone dichiarate «non dimissibili» per ragioni diverse dalla pericolosità sociale, ben il 40 per cento (circa 160 unità) lo è per «motivazioni cliniche»: una tale motivazione non sembra accettabile vista la ratio della nuova legge che sposta l'asse dell'intervento dall'ospedale psichiatrico giudiziario al territorio;
la relazione al Parlamento, dimostra quindi che gran parte degli internati risulta dimissibile, rendendo inutili proroghe e Rems: è possibile chiudere gli ospedali psichiatrici giudiziari e spostare gli interventi (e le risorse) per la cura delle persone nel territorio, e che, pertanto, si possono rivedere i programmi regionali, destinando i finanziamenti in conto capitale e quelli correnti al potenziamento dei Servizi socio sanitari (DSM in primis come prevede la stessa legge 81 del 2014), e ai budget per i «Progetti Terapeutici Riabilitativi Individuali» –:
se non intenda confermare la data del 31 marzo 2015, quale data ultima per la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari, come previsto dal decreto-legge n. 52 del 2014;
se non si intenda rivedere e aggiornare la realizzazione di REMS, anche alla luce dei dati forniti dalla prima relazione al Parlamento sul Programma di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari, che dimostra come gran parte degli internati risulti dimissibile;
se non si ritenga necessario dirottare gli interventi e le risorse per la cura delle persone nel territorio, spostando parte degli investimenti dalle Rems ai percorsi di cura e riabilitazione individuali, potenziando i servizi socio-sanitari territoriali quale condizione necessaria e indispensabile per prevenire il ricorso all'internamento e rendere del tutto residuale il ricovero nelle residenze per l'esecuzione delle misura di sicurezza (Rems);
se non si intenda avviare opportune ed efficaci iniziative volte a monitorare e verificare che i tempi di permanenza dei soggetti internati negli ospedali psichiatrici giudiziari, nelle residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza e nelle altre strutture di accoglienza, siano effettivamente quelli strettamente necessari per la riabilitazione e il reinserimento nell'ambiente di appartenenza, al fine di escludere una «cronicizzazione» dei soggetti internati nelle suddette strutture. (5-04914)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 12 marzo 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-04914

   Rispondo in maniera congiunta alle interrogazioni parlamentari in esame, stante l'analogia dei quesiti formulati rispetto alla tematica degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.
  Come previsto dal decreto-legge 31 marzo 2014, n. 52, convertito dalla legge 30 maggio 2014, n. 81, con decreto del Ministro della salute del 26 giugno 2014, è stato istituito presso il Ministero l'Organismo di Coordinamento del processo di superamento degli OPG, da me presieduto.
  Tale Organismo si è insediato il 2 ottobre 2014 dopo le designazioni delle Regioni e si è successivamente riunito presso il Ministero della salute nelle date del 29 ottobre, 9 dicembre 2014 e, quindi, con cadenza settimanale, nelle date del 15, 22 e 28 gennaio, 5, 12, 19 e 26 febbraio, 5 marzo e si riunirà anche oggi, 12 marzo 2015.
  Parallelamente, al fine di monitorare con maggiore continuità e intensità le azioni messe in atto dalle Regioni, per rispettare la prevista scadenza del 31 marzo 2015, si sono svolte diverse riunioni di confronto, con gli Assessori alla Salute delle Regioni, e di natura tecnica con la partecipazione di esperti e di dirigenti delle Amministrazioni coinvolte, per verificare puntualmente i problemi ostativi al rispetto delle scadenze previste dalla legge.
  Alle riunioni dell'Organismo hanno sempre partecipato i dirigenti del Ministero della giustizia e del DAP che hanno assicurato la massima collaborazione per il conseguimento dell'obiettivo nei termini previsti dalla legge e nella redazione delle relazioni al Parlamento: al riguardo segnalo che la seconda relazione trimestrale, contenente i dati e le iniziative attuate aggiornate fine anno 2014 è stata consegnata ai Presidenti delle Camere da alcune settimane. Stiamo elaborando la terza che verrà consegnata entro fine mese.
  Ho voluto dare memore del dibattito parlamentare massima priorità a una questione che ritengo fondamentale per l'azione politica e per consentire con il pieno impegno del Ministero il più celere superamento dei problemi di natura amministrativa che possono ritardare il rispetto delle scadenze previste dalla legge.
  Ho invitato alle riunioni dell'organismo da me presieduto di volta in volta i rappresentanti della magistratura di sorveglianza, del Ministero dell'economia e del Ministero dell'interno, quindi le amministrazioni coinvolte nell'effettiva applicazione della legge, in più le amministrazioni coinvolte nell'effettiva erogazione dei finanziamenti in conto capitale necessari alle regioni per effettuare la realizzazione delle strutture e dei finanziamenti di parte corrente per il personale che dovrà assistere gli internati considerati dimissibili, l'amministrazione che dovrà coordinare tramite le prefetture la sorveglianza esterna delle REMS.
  I nodi cruciali per il raggiungimento dell'obiettivo sono di due tipi: la dimissione dei soggetti internati ma dichiarati dimissibili e la loro conseguente presa in carico da parte dei dipartimenti di salute mentale delle Regioni di residenza; l'accoglienza e l'assistenza dei soggetti dichiarati non dimissibili, in strutture residenziali appropriate (REMS), conformi ai requisiti definiti con il decreto ministeriale 1° ottobre 2012.
  Con riguardo alla prima problematica, le Regioni hanno effettivamente trasmesso al Ministero della salute, entro i termini previsti, i percorsi terapeutico-riabilitativi individuali di dimissioni delle persone ricoverate negli OPG, e, con il costante monitoraggio messo in atto si è potuto anche constatare la progressiva diminuzione nel tempo dei pazienti in carico presso gli OPG.
  Tale diminuzione non può essere attribuita ad una riduzione degli ingressi (che anzi risultano aumentati), a seguito dell'applicazione dei più restrittivi criteri fissati dalla legge, bensì al potenziamento dell'attività dei Servizi territoriali per la salute mentale, che ha favorito e accelerato il numero delle dimissioni e l'avvio di programmi di trattamento, sia in regime ambulatoriale che residenziale.
  A questo processo ha contribuito anche la prescrizione normativa che considera il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari, quale obiettivo tra quelli valutabili dal Comitato per l'effettiva erogazione dei Livelli essenziali di assistenza, ai fini dell'erogazione della quota premiale del Fondo Sanitario Nazionale prevista dalla legge.
  Per quanto riguarda il trasferimento degli internati destinatari di una misura di sicurezza detentiva, e socialmente pericolosi presso le strutture a totale gestione sanitaria alternative agli OPG, l'Organismo di coordinamento delle Amministrazioni centrali e Regionali ha valutato che, per completare la realizzazione delle nuove strutture residenziali sanitarie per l'esecuzione della misura di sicurezza, tenuto conto dei progetti a suo tempo predisposti dalle Regioni, valutati e autorizzati dal Ministero della salute con propri decreti, e successivamente rimodulati in base alle nuove esigenze riscontrate, si sarebbero comunque ampiamente superati i termini previsti per legge.
  Pertanto, al fine di fronteggiare la complessa situazione descritta, il Comitato ha convenuto sulla assoluta necessità di individuare, con urgenza, soluzioni residenziali «transitorie», in strutture da identificare ed allestire in tempi contenuti, per garantire il rispetto della scadenza temporale fissata dalla legge, assicurando, comunque, i necessari ed appropriati interventi terapeuticoriabilitativi in favore dei soggetti ospitati.
  Per rendere realizzabile la decisione assunta, l'Organismo di coordinamento sta lavorando a tappe forzate e con la massima celerità, in stretto raccordo con le Regioni, e il Ministero della giustizia, anche al fine di risolvere positivamente alcuni aspetti procedurali e il necessario coordinamento tra la normativa sanitaria e quella relativa all'Amministrazione Penitenziaria.
  Colgo l'occasione per comunicare che quasi tutte le Regioni hanno già pianificato l'individuazione e l'attivazione delle strutture transitorie di cura con i requisiti di sicurezza, tali strutture sono idonee ad accogliere i pazienti che provengono dagli OPG e gli eventuali nuovi ingressi, entro i termini previsti, fermo restando il proseguimento del programma parallelo di realizzazione delle strutture definitive.
  Alla data del 27 febbraio 2015 gli internati presenti nei sei OPG operanti nel territorio nazionali sono esattamente 700, 628 uomini e 72 donne. Tra questi 642 persone sono residenti nelle 19 regioni e 2 PP.AA., 58 invece risultano senza fissa dimora.
  Concludo precisando che in data 5 marzo 2015, ho trasmesso una nota a tutti gli Assessorati per la convocazione, proprio per oggi alle ore 16.00, di una ulteriore riunione dell'Organismo di coordinamento per il superamento degli OPG. Tale riunione avrà ad oggetto la presa d'atto dell'individuazione, da parte di tutte le Regioni e Province Autonome, delle REMS nell'ambito territoriale di appartenenza, anche ai fini della comunicazione al Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria entro il 15 marzo 2015.
  È stata mia cura segnalare alle Regioni l'urgenza e la rilevanza della questione, che potrebbe condurre al Commissariamento delle Amministrazioni che non presenteranno l'elenco delle REMS individuate sul territorio di competenza.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

stabilimento penitenziario

aiuto sociale

relazione