ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04877

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 384 del 03/03/2015
Firmatari
Primo firmatario: D'UVA FRANCESCO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 02/03/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DE LORENZIS DIEGO MOVIMENTO 5 STELLE 02/03/2015


Commissione assegnataria
Commissione: IX COMMISSIONE (TRASPORTI, POSTE E TELECOMUNICAZIONI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 02/03/2015
Stato iter:
17/11/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 17/11/2015
Resoconto DEL BASSO DE CARO UMBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INFRASTRUTTURE E TRASPORTI)
 
REPLICA 17/11/2015
Resoconto D'UVA FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 03/03/2015

DISCUSSIONE IL 17/11/2015

SVOLTO IL 17/11/2015

CONCLUSO IL 17/11/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04877
presentato da
D'UVA Francesco
testo di
Martedì 3 marzo 2015, seduta n. 384

   D'UVA e DE LORENZIS. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti . — Per sapere – premesso che:
   il 31 agosto 2011 il comune di Messina rendeva nota la definitiva aggiudicazione dell'appalto concernente l'affidamento della «Progettazione e costruzione dei lavori inerenti la piattaforma logistica intermodale di Tremestieri», così come previsto dal decreto commissariale del 22 agosto 2010, n. 26;
   l'area del nuovo bacino portuale veniva individuata nell'esistente approdo di Tremestieri (Comune di Messina), il cui progetto veniva depositato nell'anno 2002, e realizzato in una località situata a circa sette chilometri a sud del porto principale della città di Messina;
   il primo progetto dell'approdo in località Tremestieri, inaugurato in data 3 aprile 2006, prevedeva un doppio attracco in zona periferica per sole navi traghetto adibite al traffico delle merci, al fine di impedire l'attraversamento dei mezzi pesanti dal centro cittadino, e a garanzia di una maggiore sicurezza stradale;
   sin dalla prima fase di progettazione, tuttavia, forti dubbi venivano sollevati circa la decisione di posizionare un attracco portuale in una località soggetta ad intense mareggiate e a forti raffiche di vento, le quali avrebbero potuto seriamente comprometterne il regolare funzionamento senza appositi accorgimenti strutturali;
   nonostante le numerose problematiche del sito scelto per la costruzione dell'attracco delle navi traghetto bidirezionali adibite al trasporto di mezzi pesanti tra le sponde dello Stretto di Messina, le amministrazioni locali, sin dall'anno 2007, hanno ritenuto proseguire con l'ampliamento dell'approdo periferico, trasformandolo da semplice attracco navale a porto commerciale cittadino;
   il procedimento per la progettazione e costruzione della piattaforma logistica intermodale di Tremestieri, infatti, ha inizio in data 5 dicembre 2007, quando con l'ordinanza n. 3633, l'allora prefetto della città di Messina veniva nominato, commissario delegato «per l'attuazione di interventi urgenti di protezione civile diretti a fronteggiare l'emergenza ambientale determinatasi nel settore del traffico e della mobilità nella città di Messina»;
   i lavori di costruzione della piattaforma logistica intermodale di Tremestieri, con annesso scalo portuale, vengono ritenuti dall'allora amministrazione comunale come assolutamente necessari, considerando la realizzazione dell'opera essenziale per l'alleggerimento del traffico pesante della viabilità pubblica della città di Messina;
   il nuovo appalto, in particolare, prevedeva la progettazione e la costruzione della piattaforma logistica per merci da realizzarsi attraverso il completamento del complesso portuale in località Tremestieri, anche «attraverso il riutilizzo dei materiali di dragaggio per finalità in tutto o in parte di recupero ambientale»;
   con l'ordinanza n. 3721, del 2008, le competenze di commissario delegato transitano al sindaco del comune di Messina, che in relazione alla limitata dotazione di risorse imputabili sull'opera, circa 80 milioni di euro a fronte di 120 milioni necessari secondo il progetto preliminare generale, decide di procedere all'appalto di un primo stralcio funzionale;
   in data 10 febbraio 2010, tramite pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. 16, viene indetta la «Procedura aperta, ai sensi dell'articolo 53 comma 2 lettera c) del decreto legislativo 163 del 2006 e successive modificazioni e integrazioni, per l'affidamento della progettazione e costruzione dei lavori inerenti la piattaforma logistica intermodale di Tremestieri, con annesso scalo portuale;
   tale progetto veniva compreso nel Pian operativo triennale 2011-2013 dell'autorità portuale di Messina, secondo quanto previsto dall'articolo 9, comma 3, lettera a), della legge n. 84 del 1994, il quale prevedeva la realizzazione di opere a mare e a terra funzionali alla costruzione di una nuova infrastruttura portuale;
   nel piano operativo triennale 2011-2013 l'autorità portuale di Messina evidenziava come grazie ad «una consolidata e confermata concessione dei poteri speciali in materia di emergenza traffico al sindaco di Messina da parte del Governo (ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3633/07, ribadita con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri 3721/08), comprendente anche la realizzazione dell'auspicato ampliamento del porto nelle more completamento del percorso approvativo del PRP, permetterà di raggiungere un risultato di portata epocale per il sistema portuale dello stretto»;
   peraltro, si sottolineava, «in tempi assolutamente interessanti, tanto da suggerire l'opportunità di concentrare energie e risorse di questa Autorità Portuale a supporto dell'azione del Commissario»;
   da quanto appreso dalla lettura del Piano, in data 17 dicembre 2008 il commissario delegato ha approvato il progetto preliminare delle opere per l'importo complessivo di 120 milioni di euro, dichiarando l'indifferibilità ed urgenza dei lavori, e avviando l'appalto di un primo stralcio funzionale, per un importo pari a 80 milioni di euro;
   tuttavia, dallo stesso piano operativo triennale si apprende come il porto di Tremestieri sia oggetto di alcuni onerosi lavori di riparazione della testata del molo di sopraflutto a seguito dei danni per le mareggiate dell'inverno 2008, evidenziando, già dai primi mesi, come il sito portuale sia stato realizzato in una località soggetta a continui fenomeni naturali di rilevante intensità, evidentemente non del tutto compatibili con la costruzione di un attracco portuale;
   «tali opere», si apprende da quanto riportato dal piano operativo triennale «si sono rese necessarie al fine di riparare la testata del molo di sopraflutto che, a causa delle violente mareggiate di scirocco abbattutesi nello scorso inverno sull'area, ha subito una rotazione che, seppur non incidente sulla funzionalità dell'opera, determina la necessità di un immediato ripristino»;
   i lavori di riparazione della testata del molo di sopraflutto a seguito dei danni per le mareggiate dell'inverno 2008-2009, si rileva dal piano, hanno avuto un costo di 3,8 milioni di euro, finanziati interamente con appositi fondi pubblici statali;
   nell'anno 2011 un altro rilevante cedimento strutturale nell'area dell'approdo, quale il crollo dell'intera diga foranea, ha comportato la chiusura dell'area per un periodo di circa tre anni, nonostante l'autorità portuale avesse inizialmente prospettato un intervento di pochi mesi per la messa in funzione del sito;
   nell'arco temporale trascorso per la ricostruzione della diga, tuttavia, il traffico dei mezzi pesanti continuava nonostante la chiusura dell'approdo in località Tremestieri, attraverso l'utilizzo delle arterie principali del centro, dal momento che le compagnie di trasporto privato continuavano i collegamenti tra le sponde dello Stretto attraverso l'utilizzo delle invasature poste nella zona Nord della città, con grave pericolo per la sicurezza dei cittadini messinesi;
   solo in data 24 agosto 2014 il quotidiano «la Gazzetta del Sud» pubblicava un articolo all'interno del quale veniva comunicato il completamento delle opere che avrebbero garantito un completo utilizzo dell'approdo di Tremestieri, dopo circa 8 anni di interventi emergenziali e di ripristino;
   lo stesso articolo, nonostante la notizia dell'avvenuto completamento, ben evidenziava le forti perplessità che sin dall'inizio avevano accompagnato la progettazione e la costruzione dell'intera opera;
   il quotidiano riportava, infatti, come sin dai primi mesi «si intuì che il nuovo e provvisorio approdo di Tremestieri non sarebbe stata una valida alternativa», anche in considerazione «delle mareggiate favorite dai venti di scirocco che hanno iniziato inesorabilmente a distruggere la barriera protettiva, e tra detriti da recuperare, sabbia da dragare l'approdo non ha mai potuto rappresentare la soluzione ad uno dei problemi più seri che da decenni attanagliano la città»;
   a sua conclusione l'articolo sottolineava come «il porto a due scivoli sia rimasto solo un ricordo legato ai primi anni della sua esistenza. Persino la ricostruzione della diga protettiva è stata un'impresa titanica. Solo ieri, dopo tre lunghissimi anni, il porto di Tremestieri è stato dichiarato agibile integralmente e per 24 ore al giorno»;
   a pochi mesi dalla sua entrata a pieno regime, il 13 novembre 2014, il quotidiano La Gazzetta del Sud annunciava una nuova chiusura dell'attracco di Tremestieri, causata dall'ennesimo insabbiamento legato ai forti venti di scirocco che insistono nella zona costiera di riferimento;
   dalla lettura dell'articolo si apprende come «la soluzione, pagata con soldi pubblici, che doveva impedire l'insabbiamento dell'approdo di emergenza di Tremestieri, è mestamente fallita alla prima mareggiata dell'anno»;
   dalle stesse pagine alcuni esponenti delle sigle sindacali locali evidenziavano come «gli eventi meteorologici di routine non bastano a giustificare una situazione che da anni si trascina con risvolti politici, economici e di gestione del potere che va oltre il «semplice» traghettamento, Tremestieri è un progetto nato male, una eterna incompiuta che ha consentito ai padroni della rada San Francesco di rafforzare il monopolio del traghettamento e proseguire il viavai di mezzi pesanti con la complicità della politica vecchia e nuova, cosciente o incosciente»;
   in data 26 novembre 2014, lo stesso quotidiano denunciava un nuovo rinvio circa lo smaltimento del materiale sabbioso dalle invasature dell'attracco, «in attesa dell'assegnazione di un appalto da 200 mila euro per il trasferimento dello stesso da località Tremestieri a località Galati»;
   in data 22 febbraio 2015 nuove raffiche di vento e un conseguente insabbiamento del sito costringono all'ennesima chiusura gli approdi del porto di Tremestieri, costringendo i mezzi per il trasporto merci al transito nel centro cittadino;
   è sempre La Gazzetta del Sud a sottolineare, con proprio articolo, come risulti ormai «uno spettacolo visto e rivisto, quello della sabbia che ricopre lo scalo portuale di Tremestieri, e che poi dovrà essere rimossa, con tempi sempre più lunghi e costi sempre meno sostenibili dalla collettività. Tempo che si perde per l'analisi e la caratterizzazione della sabbia, costo che sale alle stelle per ogni gara da espletare in riferimento alle operazioni di dragaggio»;
   a causa dei continui insabbiamenti sin qui riportati, in data 24 febbraio 2015, il comune di Messina chiede, attraverso i suoi amministratori, l'intervento della procura della Repubblica, per l'accertamento e l'individuazione di eventuali responsabilità nelle fasi di progettazione e costruzione dell'attracco;
   ad avviso degli interroganti, il porto di Tremestieri ha comportato, a oggi, spese insostenibili a fronte di benefici pressoché inesistenti, a solo vantaggio delle compagnie di trasporto merci via mare e via terra, le quali possono così godere di un più rapido raggiungimento delle arterie autostradali siciliane attraverso l'attraversamento del centro cittadino, senza alcuna tutela per la sicurezza dei cittadini messinesi;
   per tali motivi, sempre ad avviso degli interroganti, si rende necessario, anche in considerazione di una nuova fase dei lavori di ampliamento del sito, un accertamento ufficiale di carattere tecnico da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che stabilisca se, attraverso il completamento dell'opera, i problemi tecnici e strutturali sin qui riportati possano essere limitati attraverso una ordinaria e periodica manutenzione, così come necessaria a tutti gli impianti portuali, ovvero occorra una nuova riprogettazione dell'intero sito;
   si consideri, inoltre, il non trascurabile fenomeno di erosione costiera che ha interessato gran parte del litorale limitrofo, essendo l'approdo realizzato su una porzione di costa soggetta a un rilevante trasporto di sedimenti, causato da forti mareggiate e degli intensi venti di scirocco;
   a causa di tali fenomeni, quali le già citate mareggiate avvenute in data 13 novembre 2014, hanno determinato rilevanti danni a costruzioni e abitazioni presenti in località Galati (comune di Messina), causando la contestuale erosione di decine di metri quadrati di litorale costiero, con enormi volumi di sabbia che hanno sormontato il molo e invaso l'area portuale, causandone la chiusura;
   si rileva, infine, come le nuove condizioni ambientali dell'area, risultato di una valutazione dei fenomeni naturali forse non ottimale, anche in considerazione della sostanziale difformità dell'opera rispetto al progetto iniziale, richiederebbero con urgenza una nuova valutazione di impatto ambientale –:
   se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa;
   se non intenda istituire urgentemente una commissione ministeriale ad hoc, la quale, attraverso l'intervento di personale altamente qualificato, terzo e imparziale, si adoperi per accertare la sussistenza di eventuali responsabilità amministrative, nella pianificazione, progettazione e costruzione dell'approdo di Tremestieri, ovvero nei lavori di ricostruzione della diga che ne hanno sensibilmente ritardato la piena funzionalità, valutando la sussistenza delle condizioni essenziali per il previsto completamento dell'opera;
   se intenda considerare la possibilità di una riprogettazione dell'intera area di attracco di Tremestieri, al fine di assicurare la piena funzionalità dello scalo, quale approdo navale per navi bidirezionali adibite al trasporto dei mezzi pesanti, a garanzia del regolare funzionamento del traffico merci in condizioni di sicurezza per i cittadini. (5-04877)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 17 novembre 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione IX (Trasporti)
5-04877

  Anche sulla base degli elementi forniti dall'Autorità portuale di Messina (di seguito AP), riferisco quanto segue.
  Il sito prescelto per il porto di Tremestieri fu individuato da una Commissione costituita da membri del Consiglio Superiore dei lavori pubblici che suggerì il sito di Tremestieri quale miglior compromesso costi-benefici rispetto a tutte le possibili soluzioni alternative esaminate prescrivendo comunque una attenta valutazione progettuale.
  La complessità del sito consiste nell'essere esposto a mareggiate di scirocco e a un rilevante trasporto solido correlato direzione sud-nord. La prima circostanza è quella meno preoccupante, in quanto l'intensità e l'energia delle onde non è certamente superiore a quella che interessa buona parte dei porti italiani. Quanto al trasporto solido, invece, i valori sono certamente elevati ma in letteratura tecnica e in numerose applicazioni reali, sono state attuate con efficacia diverse soluzioni di gestione e mitigazione. Pertanto, l'esecuzione di un porto in quel sito, sebbene richieda cure e progettazioni delicate, è certamente possibile e costituisce la migliore soluzione sul piano logistico e trasportistico per risolvere il problema del transito dei mezzi pesanti dalla città di Messina.
  L'opera, costruita e collaudata nel 2006 grazie ad una procedura emergenziale istituita con apposita Ordinanza di Protezione Civile, mostrò già nell'inverno 2009- 2010 una discreta vulnerabilità, con i primi cedimenti alla diga di sopraflutto generati da alcune forti mareggiate di scirocco che danneggiarono e in più riprese distrussero la testata della stessa. L'AP, entrata nella gestione del porto solo ad opera conclusa (2008), oltre a predisporre un progetto di riparazione del molo, commissionò uno studio specialistico a tre esperti; la causa del cedimento era da attribuirsi certamente a un difetto di progettazione e, probabilmente, anche di costruzione del molo, prevalentemente per una insufficiente stabilità geotecnica del complesso diga-terreno sottostante.
  Di tali circostanze l'AP di Messina informò immediatamente la Regione Siciliana, il MIT e la locale Procura della Repubblica.
  In sostanza, l'opera costruita nel 2006 si è rivelata non in grado di resistere adeguatamente alle mareggiate previste per quel sito, e ciò non per la gravosità delle stesse ma, a parere dell'AP, per l'errato dimensionamento delle opere, oltre che per un presumibile non adeguato livello di realizzazione. Tali valutazioni, hanno spinto l'AP a ricostruire la testata distrutta con soluzioni tecniche e livelli di sicurezza diversi e ben correlati alla intensità delle mareggiate massime prevedibili nel sito, ottenendo ad oggi i risultati desiderati.
  Il porto, dopo il citato danno alla testata, ha iniziato a mostrare anche una discreta vulnerabilità all'insabbiamento. Come detto, il sito è caratterizzato da un trasporto solido sud-nord di importante entità media annua e ciò rappresenta sicuramente un fenomeno naturale più difficile da gestire rispetto al moto ondoso. La sabbia, durante le mareggiate di scirocco, migra lungo la costa da sud verso nord e si accumula sulla testata del molo di sopraflutto del porto, aggirandolo e penetrandovi dentro. Non è un fenomeno raro, né tantomeno tipico di Tremestieri: interessa infatti diversi porti della Sicilia e della Calabria.
  Questa circostanza costituisce una conferma ulteriore circa il non elevato livello di approfondimento del progetto, che non prevedeva presidi contro l'insabbiamento, né modalità manutentive per la gestione del fenomeno in fase di esercizio. Valutazioni che, se fossero state fatte e stabilite tecnicamente per tempo, non avrebbero certamente prodotto i malfunzionamenti che invece attualmente si registrano.
  Infatti, la stagione invernale produce mediamente due-tre eventi di scirocco importanti, con onde superiori ai 2,5-3,0 metri di altezza a largo e inclinazione notevole rispetto alla direzione della spiaggia. Tutte circostanze che hanno determinato negli ultimi anni un accumulo in porto progressivo di circa 40 mila mc a stagione. Ovviamente tali accumuli hanno generato impedimenti alla navigazione ed esigenze di ripristino del passo portuale attraverso dragaggi ad hoc, di cui l'AP si è fatta carico anche sul piano economico per assicurare il massimo del funzionamento del porto.
  Talvolta però esso è rimasto inagibile alla navigazione a causa delle difficoltà connesse al completamento delle procedure autorizzative necessaria alla esecuzione dei predetti dragaggi, posto che i lavori non comportano in genere tempi lunghi di esecuzione. Ogni volta, infatti, dopo l'avvenuto insabbiamento, occorre analizzare le sabbie in porto e chiedere all'Assessorato Regionale Territorio e Ambiente una autorizzazione all'escavo e allo sversamento delle sabbie in altro sito. Purtroppo, queste procedure comportano tempi lunghi e d'altra parte l'AP ha perfino chiesto, senza ottenere risposta dal competente Assessorato, di ottenere delle autorizzazioni «aperte» e spendibili immediatamente alla bisogna, previa analisi dei sedimenti, onde comprimere al minimo necessario i tempi di inoperosità dello scalo. Da qui il disagio generato alla città e richiamato nella interrogazione.
  Tale disagio, nel periodo 2011-2014, è stato acuito in parte dalla compresenza in porto del cantiere di riparazione della diga di sopraflutto, i cui lavori si sono protratti oltre il prevedibile (da un anno previsto a tre effettivi) per oggettive difficoltà di esecuzione dei pali di grosso diametro e per una indubbia disorganizzazione dell'impresa, in parte giustificabile dai ridotti spazi di cantiere e dalla necessità oggettiva e comprovata di dover ricorrere all'uso di attrezzature di perforazione a ciclo lento, disorganizzazione naturalmente sanzionata mediante l'applicazione integrale delle penali previste nel contratto.
  Anche in questo caso, nel 2014, la Procura della Repubblica ha aperto una inchiesta che è attualmente in corso, volta a comprendere nel suo insieme tutto il percorso che va dalla originaria costruzione del porto fino ad eventuali responsabilità connesse ai ritardi nella riparazione della testata.
  Al riguardo, l'AP di Messina ha già trasmesso ogni elemento, documento e ricostruzione scritta alla Procura della Repubblica sin dal luglio 2014 e costantemente interloquisce con gli Organi di Polizia Giudiziaria per una massima e leale collaborazione.
  Inoltre, l'AP di Messina, per una sempre migliore gestione dei disservizi del porto, ha condotto importanti studi specialistici, con l'ausilio di una Società accreditata a livello mondiale nel settore (DHI), per meglio definire più strategie gestionali, i cui risultati finali sono stati consegnati nell'agosto scorso. Oggi il fenomeno, a differenza di quanto si potesse dire all'epoca della progettazione del porto, è ben conosciuto e delineato nei suoi contenuti e nei suoi valori. Le soluzioni gestionali esistono, si conoscono, e sono diverse in funzione dei tempi necessari per mettere in cantiere il nuovo porto in appalto da parte del Comune di Messina.
  La soluzione più immediata consiste nel realizzare un over-dredging in prossimità della testata del molo ricostruito. In sostanza, si tratta di creare fondali superiori al necessario in modo da far si che le sabbie che periodicamente arrivano siano costrette a riempire la fossa prima di incidere negativamente, accumulandosi in porto, sui fondali operativi fino a impedire la navigazione. Tale approccio permetterebbe di limitare gli interventi di dragaggio a tutto vantaggio della operatività dello scalo, senza di contro affrontare spese elevate.
  È in corso il progetto esecutivo per la realizzazione di tale opera.
  Vi sono poi ulteriori soluzioni, con tempi e costi maggiori, che potranno essere adottate nel caso inauspicato in cui non fosse costruito il nuovo porto traghetti previsto a sud dell'attuale.
  Riguardo il nuovo porto, la cui esecuzione si ricorda è affidata ad oggi al Comune di Messina e non alla Autorità Portuale, giova ricordare i seguenti elementi.
  Dal 2007, grazie ad una nuova Ordinanza di protezione civile (3633/07) il Governo ha stabilito di completare la costruzione dell'esistente approdo integrandolo con nuove opere tali da consentire la realizzazione di un porto organico e pienamente efficace sotto tutti i punti di vista.
  Per consentire una accelerazione dell’iter procedurale, è stato nominato un Commissario Delegato con poteri accelerativi e speciali. Il Commissario Delegato, nella persona del Prefetto di Messina, nel dicembre 2008 ha approvato il progetto preliminare delle opere per un importo di 120 milioni di euro.
  Dal gennaio 2009, la gestione commissariale è stata affidata al Sindaco della Città di Messina, il quale ha provveduto a cercare la copertura economica per le opere. Nel 2010 il nuovo Commissario ha bandito la gara di appalto di un'opera stralcio, dell'importo di euro 80 milioni, non essendo stato possibile reperire risorse ulteriori, caratterizzata dalla esecuzione della totalità delle opere a mare. La differenza economica è stata ottenuta rinunciando all'edificio servizi, oltre ad alcuni arredi portuali di non impellente necessità.
  Nell'agosto del 2010 è stata aggiudicata l'opera alla SIGENCO spa che, come da disciplinare di gara, ha proceduto a sottoporre a VIA il proprio progetto definitivo. La VIA, pur in presenza di poteri speciali, ha comportato oltre un anno di tempo di esame presso il Ministero dell'ambiente, e si è conclusa con un giudizio di compatibilità ambientale favorevole con alcune prescrizioni. La VIA, come consueto, integra le valutazioni di natura ambientale e paesaggistica di competenza dei vari organismi preposti, anche di rango locale e regionale e costituisce pertanto una valutazione collegiale e articolata che prevede, peraltro, precise fasi di partecipazione pubblica. La VIA è stata anche integrata dalla Valutazione di incidenza per effetto della presenza nelle vicinanze di talune aree protette.
  Sulla aggiudicazione definitiva, sono stati presentati diversi ricorsi al TAR che l'Amministrazione ha superato agevolmente (anche in sede di Consiglio di Stato) per quanto attiene alla fase cautelare, determinandosi conseguentemente a stipulare il contratto nel marzo 2012, coerentemente ai disposti della normativa vigente.
  È stato pertanto dato avvio alla progettazione esecutiva, quale prima fase di esecuzione del contratto.
  Successivamente, il Governo ha deciso di interrompere tutte le procedure emergenziali a decorrere dal settembre 2012; pertanto, a progettazione esecutiva quasi completata, senza fornire inizialmente indicazioni (tramite la Protezione Civile nazionale) circa il soggetto cui dovesse essere affidata la prosecuzione dell'appalto in qualità di soggetto attuatore e stazione appaltante, si è generato uno stallo dell'opera.
  Solo il 13 giugno 2013, mediante apposita Ordinanza, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha attribuito al Comune di Messina il compito di proseguire l'opera in regime ordinario, senza più quindi alcun potere accelerativo delle procedure, potere che nella prima fase era invece risultato essenziale per comprimere i notevoli tempi della burocrazia in alcuni passaggi cruciali.
  Inoltre, lo stesso giorno il TAR Lazio, ribaltando quanto espresso in sede cautelare, ha disposto l'annullamento del contratto e l'aggiudicazione provvisoria in favore della seconda classificata. Tale circostanza ha generato un notevole danno alla amministrazione, costretta a retrocedere il procedimento alla fase ante 2011.
  La nuova Amministrazione comunale, insediatasi nell'estate del 2013, ha pertanto ripreso le proprie attività invitando la nuova aggiudicataria (Nuova COEDMAR srl) ad acquisire la VIA sul proprio progetto definitivo. È stato necessario ripercorrere i passi già compiuti per il progetto della precedente aggiudicataria, con riunioni, esami, e valutazioni collegiali che il Ministero dell'ambiente ha concluso nell'ottobre del 2014 ritenendo che le differenze tra i due progetti (quello SIGENCO con quello Nuova COEDMAR) non fossero tali da richiedere l'espletamento di una nuova procedura integrale di valutazione ambientale.
  Giova ricordare che anche questo percorso ha visto la prescritta partecipazione pubblica e che, nonostante la presentazione di documenti da parte di una associazione ambientalista, il Ministero dell'ambiente ha ritenuto di non dover modificare il proprio parere favorevole. Va detto, peraltro, che nessun ricorso avverso il provvedimento del Ministero dell'ambiente è arrivato nei termini di legge.
  L'Amministrazione comunale si è, nel frattempo, organizzata per accertare la sussistenza dei necessari finanziamenti.
  Allo stato attuale, grazie anche all'impegno assicurato dal Ministro Delrio, è in corso una attività amministrativa volta ad assicurare la copertura economica necessaria all'avvio dei lavori.
  Il Sindaco di Messina ha più volte ribadito la assoluta necessità di dare corso immediato ai lavori per assicurare il soddisfacimento dei bisogni di sicurezza e salubrità dei cittadini messinesi, oltre che per garantire alla portualità messinese un adeguato futuro nella direzione dello sviluppo. Egli costantemente monitora gli sviluppi in raccordo con la AP, ovviamente interessata al porto per le positive implicazioni sul futuro del sistema portuale dello Stretto.
  Il nuovo porto di Tremestieri sarà costituito da una nuova e più grande darsena a sud della attuale. La sua costruzione non interferirà con il porto attuale e non ne cambierà alcun elemento. Al contrario esso mitigherà i fenomeni meteomarini oggi gravanti sull'attuale porto, in quanto determinerà una naturale protezione nei confronti dello stesso.
  Il completamento del porto di Tremestieri costituisce indiscutibilmente l'unica alternativa infrastrutturale per Messina, ed è necessaria sia per smaltire l'intero traffico gommato che ancora oggi attraversa in parte la città, sia per sviluppare il traffico ro-ro che vede nell'area dello Stretto un sito di straordinarie potenzialità oggi compresse, vista la carenza di spazi di banchina e piazzali adeguati.
  L'AP di Messina, sin dal 2010, ha integrato nell'approvando nuovo PRP il completamento del porto di Tremestieri proprio per la sua elevata potenzialità trasportistica, conducendo studi tecnici ben documentati e ampiamente diffusi da cui si può evincere che con una sapiente progettazione ed esecuzione è possibile gestire le problematiche che hanno afflitto l'attuale porto sino ad oggi.
  Il progetto definitivo redatto alcuni mesi fa dalla aggiudicataria dell'appalto per la costruzione del nuovo porto è stato sviluppato integrando gli studi ed approfondimenti di cui sopra con ulteriori analisi comparative particolarmente concentrate sulla problematica dell'insabbiamento. Sono stati usati tutti i più accreditati modelli matematici costituenti oggi lo stato dell'arte, confrontandone i risultati, e partendo da una ricostruzione del clima ondoso effettuata con le ultime e più aggiornate serie storiche di dati di onda disponibili in letteratura. Le strutture, per indicazioni fornite in appalto, sono state dimensionate con coefficienti di sicurezza superiori a quelli previsti dalla vigente normativa, così da pervenire a un livello di affidabilità strutturale massimo.
  Il progetto prevede un riuso delle sabbie dragate ad alto valore ambientale, essendo le stesse destinate a ricostruire le spiagge immediatamente a nord del porto, attualmente erose dalla incauta progettazione dello scalo esistente. Tale risorsa costituisce ad oggi l'unica reale speranza di risoluzione dei problemi per le persone che abitano nelle aree soggette ad erosione, che di inverno subiscono sulla loro pelle i danni derivanti dalle mareggiate.
  Concludo riassumendo che:
   la scelta del sito risulta essere stata fatta dopo una attenta analisi condotta da specialisti del settore che, nel confrontare più soluzioni possibili, hanno ritenuto meritevole di preferenza quella di Tremestieri pur non mancando di sottolineare l'esigenza dei necessari approfondimenti tecnici da demandare alla fase della progettazione;
   il progetto di completamento del porto è stato affidato dapprima ad un apposito Commissario Delegato di nomina ministeriale, e successivamente (da giugno 2013) al Comune di Messina, pertanto giova chiarire che esso è presente nel Piano Operativo Triennale della Autorità Portuale unicamente in quanto è previsto che una quota di finanziamento dell'opera, pari ad euro 15.000.000,00 sia in capo a fondi dell'Ente, tuttora disponibili;
   inoltre, si precisa che l'intervento di riparazione della testata operato dalla AP è uno solo, realizzato solo al termine del processo che, in più riprese, ha visto la demolizione della testata della diga ad opera dei marosi; i necessari interventi si sono conclusi in un anno. Nonostante i vari problemi l'AP riferisce che l'opera è completata ormai da oltre un anno e svolge il suo lavoro in maniera adeguata in funzione della protezione dello specchio acqueo e delle strutture interne del porto dagli effetti delle violente mareggiate. Il fenomeno dell'insabbiamento è infatti dovuto al trasporto solido, nonché alla forma del porto nel suo insieme;
   è certamente un dato inopinabile che il porto abbia finora mostrato una debolezza non accettabile, ma i periodi in cui è rimasto operativo sono certamente prevalenti rispetto a quelli in cui è fermo o solo parzialmente funzionante. In ogni caso, l'AP sta ponendo in campo ogni sforzo possibile per pervenire quanto prima ad una adeguata mitigazione degli effetti delle mareggiate sul porto.

  Il Ministero, fermi restanti gli esiti delle indagini della magistratura, si adopererà al fine di attivare ogni utile ed opportuno strumento di valutazione connesso alle criticità rilevate.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

politica comune dei trasporti

sicurezza pubblica

impianto portuale