ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/04842

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 381 del 25/02/2015
Firmatari
Primo firmatario: ZOLEZZI ALBERTO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 25/02/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE 25/02/2015
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 25/02/2015
MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 25/02/2015
DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 25/02/2015
DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 25/02/2015
BUSTO MIRKO MOVIMENTO 5 STELLE 25/02/2015


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 25/02/2015
Stato iter:
26/02/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 26/02/2015
Resoconto ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 26/02/2015
Resoconto VELO SILVIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
REPLICA 26/02/2015
Resoconto ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 26/02/2015

SVOLTO IL 26/02/2015

CONCLUSO IL 26/02/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-04842
presentato da
ZOLEZZI Alberto
testo di
Mercoledì 25 febbraio 2015, seduta n. 381

   ZOLEZZI, TERZONI, MANNINO, MICILLO, DE ROSA, DAGA e BUSTO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
   l'amianto è una sostanza cancerogena e fibrosante, che sta procurando ancora circa cinquemila decessi all'anno in Italia (dati Osservatorio nazionale amianto) nonostante sia stata messa al bando con la legge n. 257 del 1992;
   esistono in Italia oltre 30 milioni di tonnellate di materiale contenente amianto (MCA) da mettere in sicurezza. La gestione di questo materiale è complessa, per la facile dispersione delle fibre cancerogene e per natura strutturale;
   ad oggi in molte regioni italiane non esistono discariche adeguate e l'amianto viene troppo spesso trasportato all'estero o smaltito in maniera illecita e pericolosa per l'ambiente e le persone;
   sono stati proposti oltre cento brevetti per trattare l'amianto con metodi di inertizzazione. Ad oggi nessun metodo ha raggiunto adeguati livelli di sicurezza nelle varie fasi del trattamento e tantomeno è stato raggiunto un accettabile rapporto fra costi e benefici. La gestione dell'amianto in fase friabile potrebbe beneficiare di tali trattamenti, ma i dati sperimentali dei vari metodi al momento non rispondono ai criteri minimi di sicurezza. Risulta condivisibile e prioritario procedere con la ricerca nel settore;
   dal punto di visita normativo si registra l'attuale carenza della legislazione nazionale; infatti, in relazione all'efficacia dei «trattamenti che modificano completamente la struttura cristallo-chimica dell'amianto» e che quindi ne annullano la pericolosità, di cui al decreto ministeriale 29 luglio 2004, n. 248, devono ancora essere emanati i relativi decreti applicativi e non esistono al momento sul territorio nazionale impianti del genere operativi;
   la società Chemical Center srl ha depositato un brevetto, EP2428254B1, in cui viene descritto un processo biotecnologico di distruzione dei manufatti in cemento amianto (lastre eternit) utilizzando il siero esausto di latte;
   dalle note stampa aziendali si apprende che con questo processo si ottiene prima la rimozione della componente cementizia mediante l'acidità dei metaboliti del lactobacillus casei presente nel siero di latte e la completa liberazione delle fibre di asbesto, che vengono poi distrutte completamente con un processo idrotermale a 180o C. sempre in siero di latte. I due stadi del processo, consistenti nella solubilizzazione della componente cementizia e nella denaturazione completa delle fibre di amianto, avvengono con processi chimici completamente in immersione nel siero di latte, senza alcuna possibilità di immissione di fibre di amianto in aria;
   il processo brevettato utilizza due rifiuti pericolosi, cemento-amianto e siero esausto di latte, per ottenere prodotti commercialmente validi come idropittura, idrossido di calcio, carbonato di calcio, concimi e soprattutto metalli (Mg, Ni, Mn, Fe, ecc.), che vengono depositati elettrochimicamente, ed avere come unico scarto acqua scaricabile in fogna;
   la Chemical Center Srl, (azienda certificata TUV, accreditata alla Rete Innovazione dell'Emilia Romagna e premiata dalla camera di commercio di Bologna per il «Premio Ricerca e Innovazione 2011» per il predetto processo), ha recentemente ceduto in licenza il proprio brevetto per la costruzione dei primi prototipi dell'impianto industriale. La Società Friulana Costruzioni a responsabilità limitata ha acquistato la licenza del brevetto per le regioni dell'Italia del nord, con l'esclusione dell'Emilia Romagna. Project Resource Asbestos Srl (PRA Srl) ha invece acquistato la licenza per le regioni Puglia, Molise e Campania, mentre altre aziende operanti nel settore dei rifiuti stanno contrattando l'acquisizione della licenza del brevetto per le rimanenti regioni italiane e alcuni Paesi europei. Questi impianti pilota saranno dimensionati in modo da smaltire al massimo 10 tonnellate di eternit al giorno e si differenzieranno utilizzando rifiuti alimentari acidi diversi e tipici della regione in cui sorge l'impianto; così, a fianco del siero di latte esausto, potranno essere utilizzati i rifiuti acidi della viticoltura, della spremitura delle olive, della lavorazione dei pomodori e della produzione di birra. Il LEBSC, recentemente costituito in srl da alcuni ricercatori del Chemical Center autori del brevetto, affiancherà le aziende impegnate nella costruzione dei prototipi sviluppando con esse modifiche del processo brevettato per adeguarlo all'utilizzo dei diversi rifiuti alimentari acidi abbondanti e facilmente reperibili sul territorio. Si segnala in particolare l'impianto che dovrebbe sorgere nel comune di Melpignano, apparentemente in fase-avanzata di progettazione. L'area scelta per l'impianto sorge a pochi passi dal centro abitato di Scorrano, e di quelli di Maglie, Corigliano d'Otranto e Cutrofiano;
   nelle presentazioni aziendali balza all'occhio il business plan che prevede guadagni di circa 10 milioni di euro all'anno ad impianto, dati dalla produzione di svariati materiali fra cui ammendanti agricoli. In effetti il brevetto prevede lo smaltimento di numerosi rifiuti, non solo l'amianto ma anche il siero di latte stesso o in alternativa reflui oleari e altri materiali;
   nella descrizione del processo si fa riferimento ai punti più criticati nei vari brevetti di inertizzazione, in particolare: la necessità di frantumazione dei materiali che determina la dispersione delle fibre (nulla si crea e nulla si distrugge) che andranno nei filtri (che dovranno essere smaltiti in discarica adeguata) e nell'ambiente circostante (risulta che i filtri verranno aerati e svuotati dalla fibre); le reazioni chimiche e termiche che presentano caratteri di reversibilità per la struttura chimica dell'amianto con tendenza alla riformazione del crisotilo dopo l'eventuale frammentazione (in pratica l'amianto aggredito strutturalmente da agenti chimici e fisici tende a ricostituire la sua struttura). Si evidenzia come l'aggressione chimica interessi solo la superficie dei MCA e che sia necessaria una successiva aggressione idrotermica, a una temperatura considerata insufficiente a determinare una stabile variazione strutturale in altri brevetti. Nella nota commerciale, completa di tariffe previste per la vendita, sono elencati i sottoprodotti del processo idropittura 2400 litri (600,00 euro), fertilizzanti a base di fosfati 50 chilogrammi (12,50 euro), magnesio 30 chilogrammi (90,00 euro), CO2 350 chilogrammi (700,00 euro);
   la presenza di sottoprodotti/rifiuti impone un'ulteriore attenzione per questo brevetto. In particolare i fertilizzanti andrebbero a portare sul terreno (con possibili rischi per gli operatori e per i residenti) i sottoprodotti/rifiuti e lo stesso vale per le idropitture e per gli altri prodotti citati con possibili rischi per gli utilizzatori/residenti in caso di reazioni incomplete o imperfette di inertizzazione. Dalla descrizione dei processi si configura l'esistenza di una centrale che sarà raccordata con un impianto a biogas, tutto a partire dall'amianto, in apparenza con produzione finale di un rifiuto contenente amianto ancora più difficile da smaltire;
   nel brevetto si legge che nei diversi esperimenti eseguiti l'amianto in realtà non è scomparso al termine dei complessi trattamenti, bensì si è solo ridotto, anche se in maniera considerevole (esempio 1: dalla concentrazione del 12 per cento a quella del 2 per cento); tuttavia, non si comprende come venga trattato l'amianto residuo e se possa entrare nella composizione dei sottoprodotti/rifiuti speciali. È necessario ricordare come non esista una dose soglia di cancerogenicità dell'amianto per cui anche una sola fibra dispersa nell'ambiente potrebbe causare problemi. Non si comprende il bilancio emissivo (emissioni complessive in atmosfera in particolare modo per quanto concerne i precursori delle polveri sottili) e come verrà evitata la liberazione di fibre di amianto nell'ambiente, data la sua facile volatilizzazione, durante la movimentazione, il trasporto, il momentaneo inevitabile stoccaggio, il pretrattamento e durante il trattamento, né il bilancio di massa. Tantomeno si comprende la sostenibilità economica del progetto, visto che la quantità di siero di latte o altro agente acido dovrebbe essere davvero importante per trattare i quantitativi di amianto previsti (da 5 a 100 volte il peso dell'amianto trattato, quindi da 50 a 1000 tonnellate al giorno di siero di latte per l'impianto base da 10 t di amianto trattate al giorno). Né si comprende la riproducibilità della reazione chimica descritta nel brevetto (siero di latte) con l'utilizzo di altro agente acido (reflui oleari o vegetali vari) nelle realtà (come quella di Melpignano in Puglia) dove il siero di latte non è presente in quantità adeguata. In particolare, quindi, non si comprende se il bilancio fra rischi e benefici di un impianto del genere sia accettabile;
   si segnala il forte allarme sociale nei comuni di Melpignano e limitrofi, dove recentemente il progetto di costruzione di una centrale a biomasse è stato bocciato per le caratteristiche ambientali del territorio –:
   se il Ministro interrogato sia informato dell'attuazione del nuovo processo di denaturazione delle fibre di amianto mediante l'uso di siero esausto di latte e rifiuti alimentari acidi e quindi se, per quanto di propria competenza, abbia svolto o intenda svolgere un'approfondita valutazione sulla sostenibilità ambientale del processo di cui al brevetto. (5-04842)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 26 febbraio 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione VIII (Ambiente)
5-04842

  In ordine alla costruzione dell'impianto sperimentale per la denaturazione delle fibre di amianto mediante l'uso di siero esausto di latte e rifiuti alimentari acidi, nel comune di Melpignano (Lecce), anche sulla scorta delle notizie acquisite dal predetto ente, si riferisce quanto segue.
  Nel luglio scorso, la Project Resource Asbestos srl di Cavallino (Lecce), ha chiesto al comune di Melpignano la possibilità di avere in locazione trentennale un'area comunale per l'installazione di un impianto sperimentale di trasformazione di manufatti in cemento-amianto.
  A seguito, poi, della dichiarazione favorevole espressa dal comune, il professor Roveri dell'Università di Bologna ha provveduto all'illustrazione delle caratteristiche tecniche del progetto nel corso del consiglio pubblico del 13 ottobre 2014.
  Di tutt'altro avviso è stato il parere della provincia di Lecce, primo destinatario per l'espressione sull'assoggettabilità alla VIA, che, il 21 ottobre 2014, nel corso della conferenza dei servizi tenutasi presso la medesima provincia, ha evidenziato come il lotto di terreno destinato ad ospitare l'impianto fosse tipizzato nel Piano urbanistico generale (PUG) di Melpignano quale zona «F – attrezzature ed impianti di interesse generale», in contrasto, quindi con il Piano di gestione dei rifiuti speciali.
  La stessa provincia, il successivo 28 novembre, a seguito della «comunicazione di variazione del progetto» da parte della società proponente e, trattandosi di iniziativa finanziata con fondi strutturali, ai sensi dell'articolo 23 della legge regionale n. 18/2012, ha ritenuto che la competenza relativa al procedimento di assoggettabilità a VIA fosse della regione Puglia e, pertanto, ha trasmesso all'ente regionale la relativa documentazione.
  Nelle more del passaggio di competenza, è venuto meno il finanziamento pubblico sopra citato, cosicché la regione Puglia ha dichiarato la propria incompetenza e a breve tutti gli atti verranno rimessi agli organi competenti.
  In merito, il Ministero dello sviluppo economico, ha rappresentato che il processo di trasformazione dei manufatti in cemento-amianto (Eternit) con siero di latte esausto, oggetto anche di un Premio ricerca e innovazione da parte della Camera di commercio di Bologna, rappresenta una tecnologia altamente innovativa per lo smaltimento di questo rifiuto pericoloso.
  Dal punto di vista ambientale, il processo brevettato dal Chemical Center non presenta particolari criticità. Infatti, il processo di frammentazione e disgregazione dei manufatti in cemento-amianto avviene per immersione in siero di latte esausto, evitando così ogni possibile dispersione di fibre nell'ambiente, inoltre, il trattamento avviene in un reattore completamente chiuso e il processo idrotermico a 180 oC trasforma la struttura cristallina dell'asbesto, in una soluzione ricca in sali minerali che non presenta più le caratteristiche di pericolosità del diametro ridotto e facilmente respirabile.
  In sintesi, il predetto Ministero ritiene che il processo di «denaturazione» delle fibre di amianto mediante siero esausto di latte o altri residui alimentari acidi rappresenti una soluzione innovativa e promettente per lo smaltimento di materiali compositi cemento-amianto, nonché una valida alternativa alle tipiche tecniche di smaltimento quali la messa in discarica e la vetrificazione.
  Poiché l'Ispra su tale processo ha rappresentato di non poter dare alcun riscontro scientifico, in quanto non in possesso neanche delle minime indicazioni tecniche necessarie per la valutazione, il Ministero dell'ambiente si riserva di acquisire ogni elemento utile affinché l'Istituto predetto possa esprimerne le sue valutazioni in merito.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

sostanza pericolosa

amianto

brevetto