ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04790

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 379 del 20/02/2015
Trasformazioni
Trasformato il 20/04/2015 in 4/08843
Firmatari
Primo firmatario: GAGNARLI CHIARA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 20/02/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 20/02/2015
Stato iter:
20/04/2015
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 20/02/2015

TRASFORMA IL 20/04/2015

TRASFORMATO IL 20/04/2015

CONCLUSO IL 20/04/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04790
presentato da
GAGNARLI Chiara
testo di
Venerdì 20 febbraio 2015, seduta n. 379

   GAGNARLI, L'ABBATE, GALLINELLA e PARENTELA. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:
   l'Italia è uno dei principali produttori di uova in Europa. In negozi e supermercati è quasi impossibile trovare uova fresche che provengano dall'estero. Eppure, secondo i dati Eurostat, ogni anno si importano oltre 50 milioni di tonnellate di uova e ovoprodotti solo dalla Polonia, quasi 20 milioni dalla Spagna, oltre 6 milioni dall'Olanda, 5,7 milioni dalla Romania, 3,7 dalla Francia, 3,2 dalla Slovacchia;
   per le uova fresche in guscio, grazie alla normativa europea sull'etichettatura, dal 2004 il timbro apposto su ogni singolo uovo indica: modalità di produzione (3 in gabbia, 2 a terra, 1 all'aperto, 0 biologiche), il paese di origine (IT per l'Italia) e persino il comune ed il codice dello stabilimento; anche sulle scatole è obbligatorio precisare a chiare lettere la modalità di allevamento;
   norme sull'etichettatura, tuttavia, non prevedono alcuna informazione sulle uova che si trovano nei prodotti: pasta all'uovo, biscotti, dolci, produzioni industriali e persino dentro tramezzini, pasta fresca e altri prodotti di bar e ristoranti che usano uova pastorizzate;
   i dati sull’import, l'assenza nei supermercati di uova a guscio provenienti dall'estero e la mancanza di disposizioni circa la provenienza delle uova negli alimenti che le contengono, portano a pensare che le uova importate siano utilizzate nella preparazione di prodotti contenenti uova;
   secondo Antonio Mengoni dell'azienda «Ovo Fresco San Martino», sono in tanti i marchi italiani che importano, perché oggi in Italia il costo delle uova arriva a 1,05 o 1,06 euro al chilo, mentre dall'estero si possono comprare con 90-95 centesimi al chilo. La pressione dei prezzi più bassi, oltre che indurre maggiore import di uova e minore competitività, può spingere i produttori a tagliare il più possibile i costi con ricadute negative sulla qualità dei prodotti o sul benessere animale, ad esempio con la tentazione di aumentare, dove possibile, la densità di animali nelle gabbie arricchite, oggi obbligatorie;
   dal 2012 ad oggi, insieme ai produttori storici come Francia, Italia, Spagna o Olanda, hanno fatto la loro ascesa sul panorama dell'Unione europea Paesi come la Polonia e la Romania, entrambi secondo i dati Assoavi tra i principali otto produttori europei. La maggiore competitività di questi Paesi è dovuta a vari fattori, tra cui il costo minore dei mangimi, essendo forti produttori di cereali, gli ingenti finanziamenti strutturali dell'Unione europea, il minor costo della manodopera e un sistema di permessi e controlli più blando;
   da settembre 2014, inoltre, una decisione comunitaria permette le importazioni nei Paesi comunitari al colosso ucraino Imperovo, un gigante da 23 milioni di galline distribuite in 19 allevamenti, senza l'obbligo di adeguarsi alla normativa sulle gabbie arricchite. Il gigante euroasiatico segue le sorti di Ovostar Union, altra azienda ucraina ammessa all’export verso l'Unione europea dal 2014. Si tratta dei primi passi di un accordo di libero scambio con il Paese ex sovietico, che entrerà a regime dal primo gennaio del 2016 –:
   se il Ministro interrogato, per quanto esposto in premessa e nell'ottica di una sempre maggiore informazione per i consumatori europei, non ritenga opportuno farsi promotore presso le competenti istituzioni europee, affinché si arricchisca l'attuale normativa sull'etichettatura inserendo l'obbligo di indicazione delle stesse informazioni previste per le uova in guscio, anche sui prodotti contenenti uova. (5-04790)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

finanziamento comunitario

politica delle importazioni

cerealicoltura