ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04641

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 372 del 05/02/2015
Firmatari
Primo firmatario: BARGERO CRISTINA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 03/02/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FIORIO MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO 03/02/2015


Commissione assegnataria
Commissione: IX COMMISSIONE (TRASPORTI, POSTE E TELECOMUNICAZIONI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 03/02/2015
Stato iter:
25/06/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 25/06/2015
Resoconto GIACOMELLI ANTONELLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 25/06/2015
Resoconto BARGERO CRISTINA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 05/02/2015

DISCUSSIONE IL 25/06/2015

SVOLTO IL 25/06/2015

CONCLUSO IL 25/06/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04641
presentato da
BARGERO Cristina
testo di
Giovedì 5 febbraio 2015, seduta n. 372

   BARGERO e FIORIO. — Al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
   dal recente piano di riorganizzazione predisposto da Poste spa emergerebbero per la regione Piemonte:
    a) l'intenzione di procedere alla chiusura di circa quaranta uffici;
    b) il proposito di limitare a soli due/tre giorni alla settimana, l'apertura di oltre 130 sportelli collocati in piccoli comuni;
   questo disegno comporta due conseguenze: la prima, inerente la soppressione o il depotenziamento del servizio, che colpirà in particolare quei centri minori e quelle aree svantaggiate, che hanno nelle Poste un punto di riferimento molto importante, e dove è per di più rilevante la presenza di popolazione anziana, per la quale sono più difficoltosi gli spostamenti verso i centri maggiori; la seconda, riguardante i lavoratori degli uffici postali interessati dai richiamati interventi di riorganizzazione;
   il carattere «universale» del servizio, implica che lo stesso debba essere garantito a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro collocazione geografica e dalla loro condizione sociale, anagrafica ed economica;
   l'articolo 3, comma 1, del decreto legislativo n. 261 del 1999 stabilisce che le prestazioni rientranti nel servizio universale devono essere fornite «permanentemente in tutti i punti del territorio nazionale, incluse le situazioni particolari delle isole minori e delle zone rurali e montane»;
   la portata del servizio postale universale è precisata dal successivo comma 5 del medesimo articolo 3 del decreto legislativo n. 261 del 1999, il quale nel fissare le caratteristiche del servizio, da un lato stabilisce che esso è «prestato in via continuativa per tutta la durata dell'anno», dall'altro, con riguardo in particolare al concetto di «tutti i punti del territorio nazionale», chiarisce che va assicurata «l'attivazione di un congruo numero di punti di accesso», sulla base di criteri di ragionevolezza, al fine di tener conto delle esigenze dell'utenza;
   i criteri di distribuzione dei punti di accesso alla rete postale pubblica attualmente vigenti sono stati fissati dall'allora Ministro dello sviluppo economico, Claudio Scajola, con proprio decreto del 7 ottobre 2008, e ad essi è tenuto a uniformarsi il fornitore del servizio universale;
   se sia stata verificata la congruenza del piano di riorganizzazione predisposto dal fornitore del servizio universale, Poste spa, con i criteri di distribuzione stabiliti dal succitato decreto ministeriale del 7 ottobre 2008;
   se sia stata valutata l'opportunità di determinare interventi correttivi dei criteri stessi laddove essi non risultino idonei a tutelare, in situazioni di particolare marginalità geografica, demografica e socio-economica il principio stesso di universalità del servizio. (5-04641)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 25 giugno 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione IX (Trasporti)
5-04641

  In via preliminare, occorre premettere che il settore postale, a livello nazionale e comunitario, è stato interessato negli ultimi anni da profondi cambiamenti che hanno riguardato il contesto normativo, ed in particolare, il passaggio delle funzioni di regolamentazione e di vigilanza dal Ministero dello sviluppo economico all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni per effetto del decreto-legge del 6 dicembre 2011, n. 201, convertito nella legge del 22 dicembre 2011, n. 214.
  Si sono, inoltre, verificati notevoli mutamenti concernenti la concorrenza e l'evoluzione delle esigenze dell'utenza verso una significativa differenziazione dell'offerta dei servizi.
  In tale ambito la fornitura del servizio universale presenta problematiche relative a particolari condizioni demografiche e territoriali, caratterizzate da vaste zone di difficile accessibilità ed a scarsa densità abitativa.
  Il Contratto di programma vigente tra il Ministero e Poste Italiane prescrive all'articolo 2, comma 6, che quest'ultima trasmetta all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom), con cadenza annuale, l'elenco degli uffici postali e delle strutture di recapito che non garantiscono condizioni di equilibrio economico e, contestualmente, il piano di intervento per la progressiva razionalizzazione della loro gestione.
  L'Autorità, nell'esercizio dei propri poteri di vigilanza, svolge un'attività di valutazione del piano di razionalizzazione della gestione degli uffici postali, al fine di verificarne la conformità ai criteri di distribuzione dei punti di accesso alla rete postale.
  Su tale aspetto, si evidenzia che l'Agcom con delibera 342/14/CONS recante «Punti di accesso alla rete postale: modifica dei criteri di distribuzione degli uffici di Poste Italiane» ha integrato i criteri di distribuzione degli uffici postali di cui all'articolo 2 del decreto ministeriale 7 ottobre 2008, attraverso l'introduzione di specifiche garanzie a tutela degli utenti, in particolare per coloro che si avvalgono degli uffici postali ubicati in comunità montane e nelle isole minori.
  Il Contratto di programma, inoltre, consente a Poste Italiane, previo accordo con le autorità locali, di garantire una presenza più articolata nelle aree territoriali disagiate.
  Si auspica, quindi, nel rispetto delle esigenze dell'utenza, la massima concertazione tra Poste Italiane e le Amministrazioni locali. Tale impegno è stato, peraltro, evidenziato anche durante l'incontro del 12 febbraio scorso avuto con l'amministratore delegato di Poste Italiane ed il presidente dell'AGCOM.
  Su richiesta del Ministero, Poste Italiane, con lettera del 7 aprile 2015, ha accettato di sospendere l'attuazione del piano di razionalizzazione, originariamente prevista per il 13 aprile 2015, al fine di garantire un maggior coinvolgimento degli enti locali e dei loro amministratori, in modo da tener effettivo conto delle esigenze dei cittadini, con particolare attenzione alle fasce più deboli, e delle specificità dei territori. L'azienda si è inoltre impegnata a spiegare come servizi innovativi assicureranno la tutela del servizio universale a tutti i cittadini.
  Inoltre, nell'incontro avuto lo scorso 23 giugno 2015, con l'amministratore delegato di Poste Italiane, il presidente di AGCOM, il presidente della Conferenza delle Regioni ed il coordinatore dei piccoli comuni di ANCI, il Ministero ha potuto verificare gli effetti dell'utile e costruttivo dialogo avviato tra la società Poste ed i rappresentanti di regioni e comuni, che ha portato alla rimodulazione degli interventi inizialmente previsti da Poste tra chiusure e razionalizzazioni, e la disponibilità delle parti in gioco a proseguire un percorso coordinato nella modernizzazione dei servizi ai cittadini mantenendo una attenzione particolare ai presidi in territori a rischio desertificazione.
  Ciò premesso, per quanto concerne, in particolare, la regione Piemonte, la predetta società ha precisato che, rispetto ai 1412 uffici postali retail attualmente operativi, (89 dei quali aperti anche il pomeriggio) e, ai 20 uffici Poste Impresa, sono stati inseriti nel Piano 40 interventi di chiusura e 134 interventi di rimodulazione delle giornate di apertura. Nel territorio regionale, peraltro, sono presenti 399 sportelli automatici ATM, dei quali 390 attivi h. 24.
  In ogni caso, Poste Italiane ha assicurato che tutti gli interventi inseriti nel Piano risultano essere pienamente rispettosi della normativa sopra menzionata e che l'attuazione degli stessi avverrà solo dopo aver completato il dialogo avviato con le istituzioni locali.
  La predetta società ha ribadito, infine, che i suddetti interventi non implicheranno alcuna criticità gestionale, mantenendo gli attuali livelli di servizio senza generare alcuna problematica occupazionale.
  Per completezza di informazione si rappresenta che l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, sentita al riguardo, ha evidenziato che al fine di consentire una valutazione più puntuale dell'impatto del suddetto Piano sulla popolazione locale, nonché l'eventuale individuazione di soluzioni alternative più rispondenti allo specifico contesto territoriale, l'articolo 5 comma 1 della citata delibera n. 342/14/CONS ha previsto l'obbligo di notifica preventiva ai sindaci dei Comuni interessati almeno 60 giorni prima della data prevista di attuazione dell'intervento.
  La stessa Autorità ha, altresì, assicurato che proseguirà nell'attività di vigilanza provvedendo a verificare la legittimità, sotto il profilo della coerenza con la normativa vigente, delle chiusure o delle rimodulazioni orarie degli uffici postali contenute nel piano comunicato da Poste Italiane S.p.A.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

servizio universale

regione rurale

situazione sociale