ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04618

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 372 del 05/02/2015
Firmatari
Primo firmatario: RIZZETTO WALTER
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 30/01/2015


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 30/01/2015
Stato iter:
04/06/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 04/06/2015
Resoconto VICARI SIMONA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 04/06/2015
Resoconto RIZZETTO WALTER MISTO-ALTERNATIVA LIBERA
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 05/02/2015

DISCUSSIONE IL 04/06/2015

SVOLTO IL 04/06/2015

CONCLUSO IL 04/06/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04618
presentato da
RIZZETTO Walter
testo di
Giovedì 5 febbraio 2015, seduta n. 372

   RIZZETTO. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
   si è appreso della protesta delle associazioni dei consumatori – Codacons, Federconsumatori, Adusbef, Adoc, Unione Nazionale Consumatori, Asso-Consum, Movimento Consumatori, Lega Consumatori, Altroconsumo, Codici, Confconsumatori, Ctcu, Acu e Assoutenti – segnalata al Ministro interrogato rispetto all'utilizzo che sembra avvenga impropriamente del Fondo per iniziative a favore dei consumatori (articolo 148, legge n. 388 del 23 dicembre 2000, legge finanziaria 2001);
   a quanto è dato sapere, da una informativa da parte del Presidente del Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti svoltosi il 22 gennaio 2015 presso il Ministero dello Sviluppo economico, il 99,4 per cento delle risorse finanziarie raccolte grazie alle sanzioni dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato e destinato per legge ad iniziative in favore dei consumatori, è stato quasi totalmente utilizzato dal Governo a copertura di provvedimenti estranei rispetto alla legittima destinazione;
   con le risorse del Fondo in oggetto il Ministro dello sviluppo economico finanzia, ai sensi dell'articolo 148 della legge n. 388 del 23 dicembre 2000 (legge finanziaria 2001), numerosi e importanti interventi ministeriali di sostegno dei consumatori, riguardanti, ad esempio il programma dei controlli per la sicurezza dei prodotti, la convenzione per i servizi di supporto al Consiglio nazionale consumatori e utenti, la struttura di esame e liquidazione dei cofinanziamenti per le conciliazioni paritetiche delle controversie di consumo, interventi sulla prescrizione delle polizze dormienti, il fondo consumatore pacchetto turistico, lo sportello europeo del consumatore e molte altre iniziative di assistenza, informazione, educazione e tutela del consumatore (sicurezza alimentare, diffusione della cultura della concorrenza e per le liberalizzazioni, iniziative per il «made in Italy», la sicurezza in internet, la pubblicità ingannevole, la lotta alla contraffazione, e altro). Talune di queste iniziative peraltro sono connesse ad obblighi europei ed il loro definanziamento potrebbe comportare procedure di infrazione e relative sanzioni;
   nelle attività finanziate sono impegnate direttamente, con centinaia di lavoratori e altrettanti volontari, anche le associazioni dei consumatori;
   inoltre, il Fondo contribuisce anche alle risorse che le Regioni destinano, a loro volta, a progetti a favore dei consumatori nei rispettivi territori;
   si evidenzia che non si tratta propriamente di risorse finanziarie pubbliche, bensì di proventi da sanzioni irrogate ad imprese private che hanno in vario modo frodato i consumatori o gli utenti e che, nella logica della legge citata, dovrebbero essere reindirizzate, previo parere del Parlamento a favore della generale categoria dei consumatori, a titolo di parziale e indistinto ristoro;
   tali sanzioni sono anche generate proprio dalle attività di segnalazione e denuncia alla Autorità garante della concorrenza e del mercato svolte dalle Associazioni dei Consumatori;
   la difficile situazione che il Fondo, alimentato dal capitolo 1650 del bilancio del Ministero dello sviluppo economico, sta, da alcuni anni, attraversando è determinata dalla mancata riassegnazione al bilancio del Ministero dello sviluppo economico, più volte formalmente richiesta da parte del Ministero dello sviluppo economico stesso al Ministero dell'economia delle finanze, dei proventi delle sanzioni irrogate dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato. A riguardo, la procedura prevede che: i proventi delle sanzioni affluiscono all'Entrata sul capitolo 3592 da cui devono essere riassegnati al capitolo 1650 del Ministero dello sviluppo economico per essere destinati ad iniziative in favore dei consumatori secondo programmi e iniziative che il Ministero dello sviluppo economico stesso sottopone, con una ben precisa procedura ai sensi dello stesso articolo 148, della citata legge finanziaria del 2001, al parere delle competenti Commissioni parlamentari Attività produttive di Camera e Senato;
   tuttavia sembra sia accaduto più volte, che, prima di tale riassegnazione e con un rilevante rallentamento dei tempi, il Ministero dell'economia e delle finanze distolga queste risorse finanziarie dalla destinazione propria, e non tenendo conto della procedura parlamentare di approvazione delle destinazioni, le utilizzi per trovare mezzi di copertura di progetti di legge che poco o nulla hanno a che fare con le destinazioni previste dall'articolo 148 della legge n. 388;
   è ben vero che, da un punto di vista strettamente giuridico-costituzionale, la approvazione finale da parte del Parlamento di queste coperture finanziarie agisce da sanatoria successiva di questi procedimenti amministrativi/legislativi, ma è pur vero che ciò avviene con una sostanziale violazione di fatto di un'altra legge che prevede ben altre procedure e diversi obiettivi;
   con riferimento giusto ai casi più recenti, relativamente al periodo 2014, risultano versate all'Entrata, sul capitolo 3592, articolo 14, somme derivanti dalle sanzioni Antitrust pari ad oltre euro 309 milioni, mai riassegnate al capitolo 1650 del Ministero dello sviluppo economico;
   di queste somme sono state già utilizzate dal Ministero dell'economia e delle finanze, per altri scopi, ben 307 milioni di euro. Si ricordano:
    l'articolo 38-bis, comma 2, del decreto legge 24 aprile 2014, n. 66, convertito con modificazioni dalla legge n. 89, nel quale tali risorse sono state utilizzate per la copertura degli oneri per la cessione di crediti della PA:
    l'articolo 9, comma 21, lettera a), del decreto legge 26 giugno 2014, n. 92, convertito dalla legge n. 117 nel quale tali risorse sono state utilizzate per la copertura degli oneri per i rimedi risarcitori dei pregiudizi subiti ingiustamente dai detenuti;
    il decreto legge 133 del 2014 (sblocca Italia) che all'articolo 4, comma 8, lettera b), e comma 9, lettera b), copertura di contributi finalizzati alla ricostruzione in Abruzzo all'articolo 32, comma 2, copertura di interventi per la nautica da diporto all'articolo 40, comma 2, lettera g), copertura del rifinanziamento di ammortizzatori sociali in deroga;
   la legge 23 dicembre 2014, n. 190, legge di stabilità 2015, all'articolo 1, comma 699, ha utilizzato il Fondo delle multe antitrust per la copertura di interventi per l'alluvione del 2013 in Sardegna (comma 694) e per garantire il pagamento delle supplenze brevi e saltuarie del personale docente, amministrativo, tecnico e ausiliario per il 2014 (comma 695);
   al momento, a fronte delle sanzioni affluite nel 2014 e contabilizzate all'Entrata per oltre 309 milioni, nonché delle relative richieste già avanzate al Ministero dell'economia e delle finanze di riassegnazione al Ministero dello sviluppo economico di una contenuta parte di esse, è stata accolta solo una richiesta per 2 milioni di euro circa;
   è evidente che entrate ingenti come quelle sopra citate possano avere, come hanno sempre avuto, destinazioni anche diverse per urgenti iniziative di rilievo nazionale ma è importante che l'importo sia ripartito ragionevolmente e secondo la procedura che la legge prevede ossia solo dopo l'acquisizione del preventivo parere parlamentare, e non, come di frequente avviene, utilizzandolo, prima di tale esame senza considerare nel modo dovuto la legittima destinazione propria;
   a questo stato di fatto sembra si aggiungono anche lunghi ritardi nelle procedure amministrative di riassegnazione dei fondi al Capitolo 1650 del Ministero dello sviluppo economico da parte degli uffici del Ministero dell'economia e delle finanze, ritardi che possono persino rendere in pratica inutilizzabili le risorse finalmente riassegnate, in quanto rischiano di andare in perenzione, stante la necessità degli ulteriori successivi passaggi procedurali, temporalmente onerosi, da assolvere entro l'anno finanziario, quali l'acquisizione dei pareri parlamentari sui programmi di spesa, la stesura dei relativi bandi di gara e lo svolgimento delle gare per l'affidamento della loro esecuzione;
   dunque, dati i fatti premessi, le associazioni dei consumatori hanno espresso preoccupazioni per la gestione di queste risorse anche per l'anno 2015, ricordando che non si tratta di denaro pubblico o versato dal contribuente, ma di sanzioni versate da aziende private –:
   se il Governo sia a conoscenza dei fatti in premessa e quali siano i suoi orientamenti;
   se si intenda provvedere, già all'inizio dell'anno finanziario, alla immediata riassegnazione al Ministero dello sviluppo economico delle eventuali disponibilità che di volta in volta afferiscono sul capitolo di entrata, in modo che ci siano i tempi necessari per la tempestiva e migliore programmazione e autorizzazione parlamentare, degli utilizzi del fondo in questione previsti dalla legge e alla loro effettiva utilizzabilità da parte delle associazioni in favore dei consumatori;
   se si intendano adottare specifici provvedimenti affinché sia modificata la prassi che di fatto danneggia la progettualità, l'assistenza e le iniziative in favore dei consumatori italiani e che possa impedire l'appropriato utilizzo di risorse che dovrebbero essere in vario modo reindirizzate a favore dei cittadini/consumatori/utenti, collettivamente danneggiati da pratiche anticoncorrenziali e commercialmente scorrette messe in atto dalle imprese e sanzionate dalla Autorità garante della concorrenza e del mercato.
(5-04618)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 4 giugno 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-04618

  L'On.le interrogante fa riferimento alle proteste delle associazioni dei consumatori relativamente alla prassi, sempre più frequente negli ultimi anni, dell'utilizzazione dei fondi derivanti dalle sanzioni comminate dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato (da ora AGCM) per dare copertura finanziaria a provvedimenti normativi, la cui natura è del tutto estranea alla disposizione di cui all'articolo 148 della legge 388/2000 (finanziaria 2001).
   La citata previsione normativa, infatti, fissa un principio fondamentale, ossia che le entrate derivanti dalle sanzioni inflitte dall'AGCM siano destinate al finanziamento di iniziative a vantaggio dei consumatori, al fine di compensare o in qualche modo risarcire i consumatori e/o utenti per gli effetti lesivi che hanno subito dai comportamenti scorretti tenuti dalle imprese sanzionate.
  Venendo alle specifiche questioni poste dall'interrogante, si può in primo luogo confermare che il Ministero dello sviluppo economico è a conoscenza dei fatti rappresentati.
   Lo stesso ha, infatti, costantemente manifestato nelle opportune sedi la propria contrarietà ai diversi provvedimenti che hanno inciso negativamente sulla corretta applicazione della Legge di cui all'articolo 148 della finanziaria del 2001, rimarcando la specificità della norma, oltre che l'importanza del fondamentale principio che ne sta alla base, senza dimenticare che i predetti fondi costituiscono di fatto l'unica fonte di finanziamento della politica dei consumatori in Italia.
   A tale proposito, si è positivamente orientati ad individuare soluzioni che consentano, a partire dal corrente anno, di utilizzare in modo più stabile e certo le risorse che derivano dalle multe antitrust, almeno fino al concorso di importi annuali sufficienti ed adeguati, per la loro ordinaria destinazione legislativamente prevista per interventi ed iniziative a favore dei consumatori.
  Posso confermare inoltre che tale orientamento ha già trovato prime positive assicurazioni sia nei contatti a tal fine intercorsi fra il Ministero dello sviluppo economico ed il Ministero dell'economia, sia in concreto, nelle prime riassegnazioni di somme che il Ministero dell'economia ha effettivamente effettuato per il corrente anno all'apposito fondo costituito presso il Ministero medesimo, per un importo complessivo già di oltre 11 milioni di euro.
  Ove tali riassegnazioni delle somme man mano affluite all'entrata proseguano da parte del Ministero dell'economia e delle finanze anche nei prossimi mesi, sarà certamente a breve possibile sottoporre al parere delle competenti Commissioni parlamentari lo schema di decreto ministeriale di ripartizione per l'anno 2015 delle somme in questione fra le diverse potenziali iniziative realizzabili a favore dei consumatori.
   Si potrà assicurare, in tal modo, almeno la copertura finanziaria ad iniziative il cui obbligo di finanziamento discende da precise disposizioni europee, oltre a garantire continuità ad indispensabili attività in tema di sicurezza prodotti e vigilanza del mercato, nonché ad altre necessarie iniziative di informazione ed assistenza ai consumatori nell'esercizio dei loro diritti, tra cui i richiamati progetti e i programmi da realizzare con le associazioni dei consumatori e con le Regioni.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

informazione del consumatore

concorrenza

movimento dei consumatori