ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/04154

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 339 del 26/11/2014
Firmatari
Primo firmatario: MURER DELIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 26/11/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LENZI DONATA PARTITO DEMOCRATICO 26/11/2014


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 26/11/2014
Stato iter:
27/11/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 27/11/2014
Resoconto LENZI DONATA PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 27/11/2014
Resoconto DE FILIPPO VITO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 27/11/2014
Resoconto LENZI DONATA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 27/11/2014

SVOLTO IL 27/11/2014

CONCLUSO IL 27/11/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-04154
presentato da
MURER Delia
testo di
Mercoledì 26 novembre 2014, seduta n. 339

   MURER e LENZI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   in data 6 marzo 2014 la Commissione XII della Camera, avendo proceduto ai sensi dell'articolo 124 del regolamento, all'esame della Relazione sullo stato di attuazione delle nome per la tutela sociale della maternità e per l'interruzione volontaria della gravidanza, contenente i dati preliminari dell'anno 2012 ed i dati definitivi dell'anno 2011, presentata ai sensi dell'articolo 16 della legge n. 194 del 1978 approvò, dopo un ampio dibattito la risoluzione conclusiva n. 8-00038;
   tra i vari impegni vi era quello di riferire alle Commissioni parlamentari competenti sulle iniziative adottate dal Ministero medesimo in attuazione degli impegni assunti l'11 giugno 2013 alla Camera e contenuti nelle mozioni approvate, ed a predisporre, nei limiti delle proprie competenze, tutte le iniziative necessarie affinché nell'organizzazione dei sistemi sanitari regionali si potesse attuare il quarto comma dell'articolo 9 della legge n. 194 del 1978, nella parte in cui si prevede l'obbligo di controllare e garantire l'attuazione del diritto della donna alla scelta libera e consapevole anche attraverso una diversa mobilità del personale, garantendo la presenza di un'adeguata rete dei servizi sul territorio in ogni regione; nonché quello ad attivarsi affinché su tutto il territorio nazionale l'interruzione di gravidanza farmacologica fosse garantita omogeneamente, nell'appropriatezza clinica;
   nonostante siano passati otto mesi dall'approvazione della risoluzione e, i dati per il 2013 evidenziano un meno 4,2 per cento di aborti rispetto all'anno prima di cui 7.855 pari ad una media nazionale dell'8,5 per cento sono aborti farmacologici con la RU 486, non è stato dato alcun riscontro dell'impegno assunto;
   a tutt'oggi si riscontra, un tasso medio di obiezione di coscienza da parte dei medici pari a 69,9 per cento con punte oltre l'80 per cento nel sud Italia: 90,3 per cento Molise; 89,4 per cento Basilicata; 64,5 per cento Sicilia; 81 per cento Lazio e una stima da parte dell'Istituto superiore di sanità di aborti clandestini tra i 10 e i 15.000 nel 2013;
   non è noto quale sia lo stato di avanzamento dei lavori del tavolo tecnico con le regioni per il monitoraggio sullo stato di attuazione delle norme per la tutela della maternità e per l'interruzione volontaria di gravidanza nonché quali iniziative il Ministro, nel rispetto delle proprie competenze e di quelle regionali in materia sanitaria, abbia attivato per:
    a) garantire il diritto del donna ad una scelta libera e consapevole in materia di interruzione di gravidanza;
    b) garantire su tutto il territorio nazionale l'interruzione di gravidanza farmacologica sia omogeneamente, nell'appropriatezza clinica;
    c) estendere a tutto il territorio nazionale il progetto coordinato dalla regione Toscana, in accordo con altre 10 regioni, riguardante la prevenzione delle interruzioni volontarie di gravidanza tra le donne straniere, promosso in collaborazione con l'Istituto superiore di sanità e l'Università degli studi La Sapienza;
    d) valorizzare la visita post-interruzione volontaria di gravidanza, da effettuarsi preferibilmente presso il consultorio nella sua funzione di counselling per la procreazione responsabile ed a prevenzione degli aborti ripetuti;
    e) sensibilizzare le regioni affinché siano promosse, dalle istituzioni scolastiche in collaborazione con le associazioni dei genitori e con i consultori territoriali, attività di informazione ed educazione alla salute sessuale e riproduttiva, all'affettività, alla maternità e paternità, consapevole;
    f) prevedere che le regioni debbano rendere noto, usando tutti gli strumenti informativi necessari compresi i siti istituzionali, il percorso di accesso al servizio da parte dell'utente e i presidi ospedalieri nei quali viene effettuata l'interruzione volontaria di gravidanza, determinando un bacino di utenza ragionevole –:
   se il Governo intenda fornire puntuali chiarimenti in merito a quanto descritto in premessa. (5-04154)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 27 novembre 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-04154

  In via preliminare, riguardo agli impegni assunti dal Ministro Lorenzin alla Camera dei deputati, in data 11 giugno 2013, ricordo che i risultati del lavoro del «Tavolo Tecnico» istituito presso il Ministero della salute sono ricompresi nella relazione annuale al Parlamento, ai sensi della legge n. 194 del 1978, trasmessa in data 15 ottobre 2014.
  Ringrazio, comunque, gli onorevoli interroganti per aver posto l'interrogazione, che mi consente di illustrare alla Commissione lo stato di avanzamento dei lavori del Tavolo Tecnico.
  A seguito degli impegni assunti in quell'occasione, e stato attivato presso il Ministero della salute il «Tavolo Tecnico», convocato per la prima volta il 18 luglio 2013, a cui sono stati invitati a partecipare tutti gli Assessori regionali e l'istituto Superiore di sanità, allo scopo di avviare uno specifico monitoraggio sulla piena applicazione della legge n. 194 del 1978 su tutto il territorio nazionale, con una rilevazione delle attività di IVG e dell'esercizio del diritto di obiezione di coscienza dei soli ginecologi, a livello di singola struttura di ricovero e nei consultori familiari, individuando eventuali criticità.
  Il «Tavolo tecnico» ha concordato la definizione di due schede di raccolta dati: una relativa alle singole strutture con almeno un ginecologo in organico e una relativa ai consultori familiari.
  Nell'ottobre 2013, le schede predisposte dal Ministero per tale monitoraggio sono state inviate alle regioni che, tra dicembre 2013 e giugno 2014, le hanno restituite al Ministero.
  Il 3 luglio 2014, il Tavolo Tecnico si è riunito per verificare i dati raccolti, ed esaminare eventuali incongruenze, alla presenza dei rappresentanti regionali.
  Non tutte le regioni, in effetti, hanno provveduto ad inviare i dati completi, e soprattutto relativamente ai consultori, la raccolta dei dati si è rivelata complessa, per via dell'eterogeneità della situazione locale, estremamente differenziata da regione a regione.
  Riguardo all'obiezione di coscienza, come riportato nella relazione al Parlamento, «il primo monitoraggio capillare sui punti IVG e l'obiezione di coscienza, effettuato su tutto il territorio dall'approvazione della L. 194/78, conferma quanto osservato nella precedente relazione al parlamento: su base regionale non emergono criticità nei servizi di IVG.
  In particolare, emerge che le IVG vengono effettuate nel 64 per cento delle strutture disponibili, con una copertura soddisfacente, tranne che in due regioni molto piccole. Il numero dei punti IVG, paragonato a quello dei punti nascita, mostra che mentre il numero di IVG è pari a circa il 20 per cento del numero di nascite, il numero di punti IVG è pari al 74 per cento del numero di punti nascita, superiore, cioè, a quello che sarebbe, rispettando le proporzioni fra IVG e nascite. Confrontando poi punti nascita e punti IVG non in valore assoluto, ma rispetto alla popolazione femminile in età fertile, a livello nazionale, ogni 3 strutture in cui si fa IVG, ce ne sono 4 in cui si partorisce. Infine, considerando le IVG settimanali a carico di ciascun ginecologo non obiettore, ipotizzando 44 settimane lavorative in un anno, a livello nazionale ogni non obiettore ne effettua 1.4 a settimana, un valore medio fra un minimo di 0.4 (Valle d'Aosta) e 4.2 (Lazio). Il numero dei non obiettori nelle strutture ospedaliere risulta quindi congruo rispetto alle IVG effettuate. Il numero degli obiettori di coscienza nei consultori, pur nella non sempre soddisfacente copertura dei dati, è sensibilmente inferiore rispetto a quello registrato nelle strutture ospedaliere».
  Riguardo all'aborto farmacologico, in data 24 giugno 2010, il Ministero della salute ha emanato Linee di indirizzo per tale procedura, sulla base di tre precedenti pareri del Consiglio superiore di sanità, rispettivamente del 18 marzo 2004, del 20 dicembre 2005, e del 18 marzo 2010.
  Nelle Linee di indirizzo sono indicati i criteri di appropriatezza della metodica di aborto farmacologico. Essendo rimasto immutato, in questi anni, il principio attivo presente sia nella prima che nella seconda somministrazione farmacologica che costituiscono l'intera procedura, ed essendo, quindi, sostanzialmente immutata la procedura stessa, non emergono novità, dal punto di vista scientifico, tali da richiedere variazioni delle indicazioni contenute nelle stesse Linee di indirizzo.
  Pertanto, i medici professionisti e gli operatori sanitari sono nelle condizioni di indicare anche questa metodica fra quelle disponibili all'interno del Servizio sanitario nazionale, seguendo il criterio dell'appropriatezza.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

aborto

diritti della donna

prestazione di servizi