ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04123

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 338 del 25/11/2014
Firmatari
Primo firmatario: VALENTE SIMONE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 25/11/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MARZANA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 25/11/2014
BATTELLI SERGIO MOVIMENTO 5 STELLE 25/11/2014
DI BENEDETTO CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 25/11/2014
BRESCIA GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 25/11/2014
VACCA GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 25/11/2014
DI STEFANO MANLIO MOVIMENTO 5 STELLE 25/11/2014
DI BATTISTA ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 25/11/2014
DADONE FABIANA MOVIMENTO 5 STELLE 25/11/2014
GALLO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE 25/11/2014


Commissione assegnataria
Commissione: VII COMMISSIONE (CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO delegato in data 25/11/2014
Stato iter:
22/01/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 22/01/2015
Resoconto BORLETTI DELL'ACQUA ILARIA CARLA ANNA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (BENI, ATTIVITA' CULTURALI E TURISMO)
 
REPLICA 22/01/2015
Resoconto VALENTE SIMONE MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 25/11/2014

DISCUSSIONE IL 22/01/2015

SVOLTO IL 22/01/2015

CONCLUSO IL 22/01/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04123
presentato da
VALENTE Simone
testo di
Martedì 25 novembre 2014, seduta n. 338

   SIMONE VALENTE, LUIGI GALLO, MARZANA, BATTELLI, DI BENEDETTO, BRESCIA, VACCA, MANLIO DI STEFANO, DI BATTISTA e DADONE. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo . — Per sapere – premesso che:
   i servizi aggiuntivi negli istituti e luoghi di cultura sono stati intesi inizialmente come una valorizzazione dei beni ed un miglioramento della fruizione da parte del pubblico dove sperimentare e sviluppare forme virtuose di partenariato pubblico e privato ed innovativi sistemi di gestione del patrimonio culturale. In realtà, la mancanza di precise regole e l'assenza di una netta linea di demarcazione tra gli ambiti di competenze tra sfera pubblica e privata ha determinato una sorta di conflittualità, talvolta sfociando in disservizio;
   con la legge 14 gennaio 1993, n. 4 (nota come «legge Ronchey») si è provveduto ad attuare un primo e decisivo passo verso una tendenziale apertura del patrimonio artistico e culturale italiano all'intervento dei privati attraverso l'erogazione di nuovi servizi e l'affidamento degli stessi a società private esterne alla pubblica amministrazione;
   un ulteriore passo in questa direzione si è avuto con l'introduzione dell'articolo 3, comma 15-ter, del decreto legislativo n. 163 del 2006 che, recependo i requisiti indicati dal libro verde relativo ai partenariati pubblico e privati ed al diritto comunitario degli appalti pubblici e delle concessioni 30 aprile 2004, ha fornito una definizione di partenariato individuando alcuni modelli tra i quali la concessione di lavori, la concessione di servizi, e altro; in tale ambito rientra anche il modello della concessione di lavori o di servizi nel quale il soggetto privato viene ad assumere un legame diretto con l'utente finale del bene;
   in occasione del question time in Aula del 9 luglio 2014, è stata annunciata la sottoscrizione di un accordo tra Ministero dei beni e delle attività culturale e del turismo e Consip (società per azioni di proprietà del Ministero dell'economia e delle finanze) che prevede l'affidamento dei servizi aggiuntivi all'esterno attraverso una gara volta a consentire più risparmio e più trasparenza; la notizia è stata confermata da numerosi quotidiani a tiratura nazionale e dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell'avviso di preinformazione in data 16 luglio 2014. L'intento sarebbe quello di predisporre gare più chiare per innalzare i ricavi dagli attuali 380 milioni di euro ai 2 miliardi di euro, aumentando i visitatori e migliorando la qualità della fruizione e gestione dei luoghi culturali;
   contestualmente la società ha avviato una consultazione del mercato fra gli operatori del settore volta a carpire le reali condizioni di mercato nonché le combinazioni di servizi che le imprese sarebbero in grado di offrire ed intrapreso, altresì, un'opera di censimento sui siti anche alla luce delle modifiche intervenute al decreto-legge n. 83 del 2014 (art bonus);
    il suddetto accordo interviene per porre fine ad un consolidato sistema di concessioni in deroga presente oramai da diversi anni e che vede una gestione dei servizi aggiuntivi museali in regime di oligopolio, nelle mani di pochissimi operatori privati addetti al settore;
   in molti contesti, infatti, il contratto originale di appalto risulta scaduto dal 2010; solo per citare il caso emblematico del Polo museale fiorentino addirittura fu pubblicato un nuovo bando di gara e numerose lettere di manifestazione di interesse erano pervenute da parte di autorevoli società specializzate ed in possesso dei requisiti di partecipazione richiesti ma di fatto l'unico affidatario dei servizi rimase ed è tuttora il vecchio gestore: la Firenze Musei;
   la riorganizzazione della gestione del patrimonio culturale annunciata rimetterebbe quindi in moto le gare per l'assegnazione dei servizi aggiuntivi nei musei contrassegnati dal suindicato regime di deroghe e da numerosi contenziosi amministrativi; tra i musei in questione si segnalano in particolare, gli Uffizi, la Galleria dell'Accademia di Firenze, Palazzo Barberini, Galleria Borghese, Pompei ed Ercolano e tanti altri siti minori;
   dalle notizie riportate su numerosi quotidiani nelle ultime settimane, Consip dovrebbe operare in regime di centrale di committenza ed entro la fine dell'anno verrà pubblicato un bando per arrivare in primavera ad un accordo quadro relativo alle gare da effettuarsi su tutto il territorio. Tale accordo dovrebbe stabilire le condizioni di base per i prezzi, qualità e quantità a cui si ispireranno le gare successive delle singole stazioni appaltanti e verranno probabilmente previsti dei lotti di macroregioni in cui sarà divisa l'Italia. In sostanza, verrà attuata una sorta di gestione integrata non solo dei servizi aggiuntivi ma anche di quelli che riguardano le pulizie, la sicurezza e la manutenzione degli immobili;
   è presumibile, inoltre, che i soggetti che parteciperanno alle gare per l'accordo quadro saranno delle grandi ATI (Associazioni temporanee di imprese) costituite da società di manutenzione e pulizie e dagli specialisti di librerie, biglietterie e ristorazione;
   l'accordo quadro, dal valore dell'appalto stimato in circa 500 milioni di euro, avrebbe dunque per oggetto la fornitura in forma integrata di servizi gestionali, di servizi agli immobili nonché di servizi affidati in concessione, di assistenza culturale e di ospitalità per il pubblico da eseguirsi nei luoghi di cultura e andrebbe stipulato con diversi operatori economici; esso dovrebbe stabilire le condizioni base (prezzi, qualità e quantità) degli appalti che saranno aggiudicati dalle singole amministrazioni. L'accordo quadro non sarà limitato ai musei statali ma comprenderà anche i musei comunali e regionali nonché i siti archeologici;
   attualmente l'amministrazione ricava ciò che rimane dalla gestione frammentata dei diversi servizi per i siti culturali; ma con il nuovo accordo al gestore viene assegnata una percentuale fissa del ricavo e il residuo andrebbe all'amministrazione. In tal modo, i ricavi provenienti dal progetto di valorizzazione resterebbero quasi interamente all'amministrazione;
   appare del tutto evidente la tendenza del dicastero di attuare una politica incline ad una apertura al privato, incrementando il rapporto di partenariato pubblico-privato e lo si evince dalle linee politiche attuate, come ad esempio dal decreto-legge n. 83 del 2014 (decreto cultura e turismo) convertito con modificazioni dalla legge 29 luglio 2014, n. 106;
   è sempre più percepita l'esigenza di operare nel rispetto dei principi costituzionali e degli orientamenti della giurisprudenza rivolti al rispetto del principio di concorsualità (sentenza n. 7590/2005 Tar Lazio) previo esperimento di procedure di gara ad evidenza pubblica con cui consentire un confronto competitivo tra i molteplici operatori sul libero mercato;
   sulla anomala situazione dei servizi in deroga è intervenuta pure l'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici, con deliberazione 10/2013, evidenziando il rischio che al persistere di questo regime di deroghe si possono delineare profili di danno erariale;
   il principio di libertà di iniziativa economica dev'essere inteso come diritto a concorrere e a competere con altri operatori privati in condizioni di pari opportunità e di pari trattamento procedimentale;
   la giurisdizione amministrativa, a più riprese, ha chiarito la differenza sostanziale che intercorre tra l'appalto di servizi e la concessione; si richiama, a tal proposito, la pronuncia del Consiglio di Stato, sez VI, che con sentenza n. 4682 del 4 settembre 2012 ha testualmente spiegato che «Si ha concessione quando l'operatore si assume in concreto i rischi economici della gestione del servizio, rifacendosi essenzialmente sull'utenza per mezzo della riscossione di un qualsiasi tipo di canone o tariffa, mentre si ha appalto quando l'onere del servizio stesso viene a gravare sostanzialmente sull'Amministrazione»; orientamento peraltro consolidato e supportato dal recentissimo provvedimento del Consiglio di Stato, Sez. VI, del 21 maggio 2014 n. 2624 che individua il tratto distintivo della concessione dall'appalto di servizi essenzialmente nella modalità della remunerazione;
   è evidente, altresì, che la distorsione concorrenziale venuta ad esistenza è stata palesemente rovinosa e resta tuttora un nodo irrisolto; tuttavia, il suindicato avviso di preinformazione è stato finanche inserito nel supplemento alla Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea e potrebbe generare un interesse a partecipare anche da parte di società straniere –:
   se con la pubblicazione dell'avviso di preinformazione nel supplemento della Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea si instaurerà una sana concorrenza in un'ottica di massima trasparenza ed efficacia delle iniziative, contrastando in tal modo l'oligopolio delle poche aziende operanti nel settore;
   quali siano, allo stato attuale, gli istituti e i luoghi di cultura contrassegnati dal regime di proroga nella concessione dei servizi aggiuntivi museali e da quanti anni si registra una simile anomalia;
   in che modo intenda rendere redditizi i centri museali minori, alla luce del costituendo accordo quadro e se esista la possibilità che alcune gare vadano deserte;
   in che modo il richiamato accordo quadro si intenda conciliare con la riforma del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo che prevede la presenza di venti musei con autonomia gestionale e manager a capo degli stessi e se sia effettivamente Consip l'unica struttura in Italia deputata a gestire le suindicate operazioni atteso che fino ad ora si è occupata prevalentemente di contenimento dei prezzi. (5-04123)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 22 gennaio 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione VII (Cultura)
5-04123

  Mi riferisco all'interrogazione con la quale l'Onorevole Valente, unitamente ad altri, chiede notizie in merito agli sviluppi dell'accordo tra il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e la Consip, che il Ministro aveva anticipato nel corso del question time del 9 luglio scorso, con particolare riferimento alla funzione che la Consip assumerà quale centrale di committenza ed alle condizioni, alle modalità ed ai criteri ai quali si ispireranno le gare al fine di garantire la sana concorrenza ed infine quanti siano gli istituti e luoghi della cultura contrassegnati dal regime di proroga nella concessione dei servizi aggiuntivi.
  Vorrei precisare, a tale proposito, che, come effettivamente è emerso dagli organi di stampa, l'iniziativa del Ministro Franceschini è volta a recuperare nella titolarità pubblica la progettazione dei servizi culturali, che costituiscono la parte più remunerativa della gestione dei musei. Già nel decreto-legge «artbonus», infatti, è stato previsto che i musei e le soprintendenze autonomi di regola svolgano direttamente, senza affidarli in concessione, alcuni servizi, quale ad esempio l'organizzazione di mostre.
  Il Ministero, dunque, si riappropria di tale funzione avvalendosi dell'esperienza di CONSIP in materia di gare, appalti e affidamenti di servizi. Sotto questo profilo, l'accordo quadro riguarderà i siti dello Stato, atteso che eventuali accordi con gli enti locali esulano dalla competenza del Ministero.
  Per quanto riguarda l'avviso di preinformazione, vorrei precisare che le disposizioni che lo prevedono sono dirette ad assicurare l'applicazione di alcuni principi cardine degli appalti pubblici: la trasparenza dell'azione amministrativa, il corretto svolgimento delle operazioni di gara nel rispetto della par condicio fra i concorrenti, la massima concorrenza mediante l'ottenimento del più ampio numero possibile di offerte, la massima efficacia dell'azione amministrativa. Mi sento pertanto di rassicurare l'onorevole interrogante in merito all'instaurazione di una sana concorrenza in un'ottica di massima trasparenza ed efficacia delle iniziative.
  La recente riorganizzazione del Ministero, con la creazione di una Direzione generale interamente dedicata alle problematiche relative al funzionamento e allo sviluppo dei Musei, l'istituzione dei Poli museali regionali e il riconoscimento di una autonomia speciale a venti Musei, costituiscono l'ossatura sulla quale verrà reso operativo il nuovo corso.
  Saranno gli stessi Musei che progettano gli spazi e le iniziative culturali ad individuare le specifiche esigenze di ogni realtà. E saranno i Poli museali a elaborare strategie che consentano una visibilità anche ai musei minori e a fornire indicazioni per ampliare la fruizione culturale di scavi e aree, come favorire operatori locali o cooperative di giovani, creando così un indotto per il turismo.
  L'onorevole interrogante pone inoltre l'ipotesi che le gare vadano deserte. Vorrei poterla rassicurare precisando che si sta lavorando, con CONSIP, per fornire una risposta a tutti gli operatori.
  Del resto occorre iniziare, bisogna procedere per introdurre trasparenza, economicità, efficienza ed efficacia in un settore in cui i servizi sono oggi svolti in regime di proroga di vecchie concessioni.
  Al riguardo, per rispondere allo specifico quesito degli Onorevoli interroganti consegno agli atti della Commissione un elenco, predisposto dalla competente Direzione generale per i musei, recante la puntuale indicazione dei luoghi della cultura dello Stato attualmente in regime di proroga e la durata della stessa.
  Per quanto riguarda la figura del manager vorrei precisare che, se è ben vero che la riforma del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ha previsto l'autonomia per venti musei, essa tuttavia non impone né prevede manager a capo degli stessi, se per manager si intende una generica figura imprenditoriale senza esperienza nello specifico settore della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale. Come del resto confermato dal contenuto del bando pubblicato lo scorso 7 gennaio per la selezione pubblica dei direttori, queste figure dovranno avere, come previsto dalla legge, una comprovata e qualificata esperienza e un elevato livello professionale in materia di gestione di istituti e luoghi della cultura.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

concessione di servizi

prestazione di servizi

servizio