ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/04079

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 334 del 19/11/2014
Firmatari
Primo firmatario: DAGA FEDERICA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 19/11/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DE LORENZIS DIEGO MOVIMENTO 5 STELLE 19/11/2014
PETRAROLI COSIMO MOVIMENTO 5 STELLE 19/11/2014
LIUZZI MIRELLA MOVIMENTO 5 STELLE 19/11/2014
IANNUZZI CRISTIAN MOVIMENTO 5 STELLE 19/11/2014
SEGONI SAMUELE MOVIMENTO 5 STELLE 19/11/2014
BUSTO MIRKO MOVIMENTO 5 STELLE 19/11/2014
DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 19/11/2014
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 19/11/2014
MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 19/11/2014
TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE 19/11/2014
VIGNAROLI STEFANO MOVIMENTO 5 STELLE 19/11/2014
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 19/11/2014


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 19/11/2014
Stato iter:
20/11/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 20/11/2014
Resoconto DE LORENZIS DIEGO MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 20/11/2014
Resoconto DEL BASSO DE CARO UMBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INFRASTRUTTURE E TRASPORTI)
 
REPLICA 20/11/2014
Resoconto DE LORENZIS DIEGO MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 20/11/2014

SVOLTO IL 20/11/2014

CONCLUSO IL 20/11/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-04079
presentato da
DAGA Federica
testo di
Mercoledì 19 novembre 2014, seduta n. 334

   DAGA, DE LORENZIS, PETRAROLI, LIUZZI, CRISTIAN IANNUZZI, SEGONI, BUSTO, DE ROSA, MANNINO, MICILLO, TERZONI, VIGNAROLI e ZOLEZZI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti . — Per sapere – premesso che:
   la delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE) n. 121 del 2001, il comune di Roma ha — con deliberazione di giunta n. 113 del 2003 — disposto la realizzazione della Metro C, individuando nella Servizi operativi per la mobilità srl (SOM) il soggetto idoneo a gestire la procedura per l'affidamento dei lavori, acquisendola interamente con deliberazione n. 94 del 2004 e denominandola «Roma metropolitane srl»;
   «Roma Metropolitane Srl» ha quindi indetto la gara per i lavori. La gara è stata vinta in data 28 febbraio 2006 dal gruppo Astaldi, che costituitosi nella società Metro C scpa è infine subentrato come contraente generale. Da subito il contraente ha posto riserve, fino a giungere allo schema di accordo transattivo del 2011, poi ratificato dal CIPE con delibera n. 127 del 2012;
   Roma metropolitane e Metro C hanno stilato e firmato in data 9 settembre 2013, senza il consenso degli enti co-finanziatori, un «atto attuativo» con numerose varianti, inoltre l'atto attuativo ha riconosciuto al contraente generale, per ogni mese o frazione di mese, maggiori oneri per il differimento dei termini di ultimazione di ciascuna fase funzionale a causa di varianti, prescrizioni in corso d'opera, modifiche normative e/o di metodologia costruttiva o ritardo nel rilascio delle prescritte autorizzazioni, nonché il riconoscimento a Metro C della percentuale del 3,75 per cento quale compensazione degli oneri diretti e indiretti inerenti la funzione di contraente generale;
   con nota protocollo n. 30504 del 24 settembre 2013 il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha dichiarato che la richiesta di Roma Metropolitane srl circa l'utilizzo delle somme a disposizione per il pagamento del lodo parziale e per le incombenze aggiuntive, formulata attraverso la predisposizione di apposito quadro economico, costituirebbe domanda di ulteriore transazione tra le parti e che pertanto, nelle more di una valutazione in merito, qualsiasi iniziativa assunta da Roma Metropolitane srl impegna esclusivamente la sua responsabilità;
   in data 13 novembre 2013, con deliberazione n. 396, la giunta capitolina ha provveduto a tracciare il primo modello di governance dei rapporti tra Roma Capitale e Roma Metropolitane srl effettuando una nuova ripartizione delle competenze e, in particolare, attribuendo al dipartimento mobilità e trasporti, la competenza a procedere alla liquidazione degli importi contrattuali, precedentemente attribuita alla ragioneria generale;

nella determinazione direttoriale n. 1132 del 2013 il dipartimento mobilità e trasporti di Roma Capitale ha osservato che l'atto attuativo della delibera CIPE n. 127 del 2012 ha ridefinito le obbligazioni del contraente generale Metro C, limitando le stesse alla sola esecuzione dei lavori senza alcun riferimento all'apertura all'esercizio delle tratte, così come invece previsto nell'atto transitivo del 2011, diversamente da quanto previsto dalla stessa delibera CIPE n. 127 del 2012 e ad avviso degli interroganti in contrasto con quanto evidenziato dal ragioniere generale con nota n. 74624 del 12 luglio 2013, l'atto attuativo ha previsto il pagamento per i lavori già eseguiti in ciascuna fase funzionale per un totale di euro 65.370.495,23 IVA esclusa;
   in ogni caso, l'atto attuativo in questione costituirebbe il terzo accordo e, per ciò stesso, inammissibile ai sensi dell'articolo 240 codice appalti, ovvero se riconducibile all'articolo 239, quale transazione, deve ritenersi privo del prescritto parere dell'avvocatura, capitolina, non essendosi questa di fatto compiutamente espressa, come sopra dimostrato e comunque, almeno apparentemente, non appare in linea con le prescrizioni di cui all'articolo 240 codice appalti;
   tutte le modifiche apportate dalle perizie di variante quadro economico dell'opera, sono state recepite direttamente dalla ragioneria generale che, in deroga a quanto previsto nella convenzione stipulata tra Roma Capitale e Roma Metropolitane srl, approvata con atto del consiglio comunale n. 1 del 2005, ha ritenuto di procedere ugualmente alle relative liquidazioni approvando di fatto le suddette varianti, in nome e per conto dell'amministrazione capitolina;
   secondo l'interrogante visto il protrarsi, dal 2006, di lavori di interesse pubblico, la continua modifica dei tracciati delle tratte, con i relativi costi annessi e la pendenza di un contenzioso (arbitrato) che ha portato ulteriori costi e incertezze in merito all'appalto in questione, possono aver prodotto un danno alle risorse pubbliche, in contrasto sia con le leggi che regolano la contabilità dello Stato, sia il comportamento «del buon padre di famiglia» che si richiede a chi determina e gestisce ingenti e rilevanti opere e progetti finanziati con risorse dei contribuenti —:
   se il Ministro sia a conoscenza dei fatti espressi in premessa e quali eventuali iniziative intenda adottare soprattutto in merito a quello che agli interroganti appare un probabile danno per le finanze pubbliche tenuto conto che l'opera in premessa viene finanziata, costantemente, ancora oggi tramite decreti-legge e se sia stato rispettato, in merito all'atto attuativo del 9 settembre 2013, quanto previsto dagli articoli 239 e 240 del codice degli appalti in materia di contenzioso. (5-04079)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 20 novembre 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione VIII (Ambiente)
5-04079

  Per poter rispondere in maniera esaustiva al complesso tema posto dagli onorevoli interroganti, dovrò dilungarmi nell'illustrazione delle fasi evolutive dell'opera.
  L'opera denominata Metropolitana di Roma-Linea C è inserita quale «infrastruttura strategica e di rilevante interesse nazionale», nel Programma delle Infrastrutture Strategiche, ed è oggetto di un primo Accordo procedimentale sottoscritto il 29 maggio 2002 tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, la regione Lazio e il comune di Roma (ora Roma Capitale), poi modificato e integrato con due Atti aggiuntivi conclusi il 13 dicembre 2002 e il 29 luglio 2004.

Le varianti in corso d'opera.

  Il CIPE, dopo una serie di delibere approvative dei progetti preliminari e definitivi delle varie tratte di cui si compone l'intervento, ha assunto più di recente ulteriori delibere; infatti, con delibera n. 64 del 31 luglio 2009, il CIPE ha preso atto che in corso d'opera sono sorte problematiche, soprattutto di tipo archeologico, che hanno comportato la necessità di diverse tipologie di varianti ai progetti definitivi approvati, quali:
   varianti sull'intero «Tracciato fondamentale», che non hanno comunque richiesto modifiche dei tempi di esecuzione dell'opera;
   «Variante S. Giovanni», conseguente ai ritrovamenti archeologici rilevati a seguito di una vasta e complessa campagna di indagini, soprattutto sull'esistente stazione di S. Giovanni;
   modifiche migliorative impiantistiche alla prima fase strategica, tratte da T4 a T7, intese ad elevare la qualità del servizio e della sicurezza del sistema a guida automatica senza macchinista a bordo;
   ulteriori varianti, su: tratta T7 e deposito Graniti.

  L'incremento di costo complessivo, correlato alle suddette, viene coperto senza l'assegnazione di ulteriori finanziamenti ma utilizzando le economie di gara, parte delle somme inserite fra gli «imprevisti» e gli «accantonamenti ex articolo 31-bis» delle tratte T2 e T3.
  Inoltre, con delibera n. 84 dell'11 luglio 2012, il CIPE ha approvato la variante relativa all'utilizzo delle terre da scavo delle tratte T4 - T5 e T6A, del valore di 55,3 milioni di euro e preso atto che, a partire dal 2010, il soggetto aggiudicatore Roma Metropolitane ha approvato direttamente altre varianti determinate da prescrizioni del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, adeguamenti impiantistici connessi con la sicurezza degli operatori; imprevisti idrogeologici e geologico – strutturali, connessi con la «Variante S. Giovanni»; deviazioni di pubblici servizi.
  A tali fini, il CIPE ha autorizzato l'utilizzo di euro 67.191.348,30 «a valere sull'incremento del capitale mutuato ricavabile dai contributi già assegnati da questo Comitato con la delibera n. 65/2003.

La transazione e la delibera CIPE n. 127/2012.

  Con delibera n. 127 dell'11 dicembre 2012, il CIPE ha deliberato il finanziamento di competenza dello Stato necessario alla copertura di uno schema di Atto transattivo intercorso tra Roma Metropolitane e il Contraente generale, in corso d'opera e in pendenza di un giudizio arbitrale, dando atto, tra l'altro, che Metro C, con nota dell'11 dicembre 2012, consegnata nel corso della seduta, aveva dichiarato di rinunciare alle riserve iscritte nel registro di contabilità, ivi incluse quelle sottoposte all'esame del collegio arbitrale nel giudizio pendente, ad esclusione della riserva n. 6, precisando che, quanto alla riserva n. 6, restano invece fermi e non rinunciati i riconoscimenti e le determinazioni statuiti dal collegio arbitrale con il lodo parziale emesso in data 6 settembre 2012 con i conseguenti effetti applicativi.
  La delibera è stata dapprima oggetto di rilievo della Corte dei conti, e successivamente registrata in data 3 giugno 2013 e pubblicata il successivo 23 giugno.

Il lodo parziale e l'Atto attuativo della delibera CIPE n. 127/2012.

  Il Collegio Arbitrale, con lodo parziale del 6 settembre 2012, ha riconosciuto a Metro C i maggiori oneri diretti e indiretti inerenti la funzione di Contraente generale previsti dall'articolo 16 dell'Allegato Tecnico di cui all'articolo 2-bis del decreto legislativo n. 190 del 2002, così come introdotto dal decreto legislativo n. 189 del 2005 (oggetto della riserva 6), quantificando – nei limiti della domanda – il solo rimborso di quelli sostenuti al 31 dicembre 2008 in euro 13.144.467,49 (oltre IVA e interessi), pari al 3,75 per cento dell'importo dei lavori eseguiti.
  Con Atto attuativo del 9 settembre 2013, Roma Metropolitane e il Consorzio Metro C hanno ritenuto di procedere a una complessiva ridefinizione di alcuni elementi del rapporto contrattuale, con la definitiva precisazione dei termini di ultimazione delle fasi funzionali, la conseguente valutazione degli effetti economici derivanti dall'insieme delle varianti all'opera intervenute e con la risoluzione di tutte le reciproche ragioni di pretesa e di contestazione, in parte già oggetto del precedente Atto transattivo di cui alla citata delibera CIPE n. 127 del 2012.
  Con tale Atto attuativo, a fronte della rinuncia all'impugnazione del lodo, Roma Metropolitane ha assunto l'impegno di riconoscere al Contraente generale, oltre all'importo oggetto di condanna del lodo parziale comprensivo di interessi e rivalutazione di euro 18.873.112,82 (oltre IVA), l'ulteriore importo di euro 71.437.571,00 (oltre IVA), pari al 3,75 per cento dell'importo dei lavori eseguiti e da eseguirsi (dopo il 31 dicembre 2008) a titolo di oneri diretti e indiretti inerenti la funzione di Contraente generale.
  Con nota dell'11 settembre 2013, Roma Metropolitane produceva il quadro economico finanziario dell'opera aggiornato all'Atto attuativo, con la precisazione che gli importi di cui sopra per oneri da Contraente generale trovavano integrale copertura economica nell'ambito del quadro economico già approvato con l'utilizzo delle somme appostate alle voci «imprevisti» e «accantonamento ex articolo 31-bis».
  La Struttura Tecnica di Missione del MIT chiedeva quindi un nuovo parere all'Avvocatura generale dello Stato in merito agli adempimenti di competenza.
  L'Avvocatura confermava che della rimodulazione del quadro economico dovesse essere necessariamente investito il CIPE e che fosse onere della stessa Struttura procedere con l'istruttoria di competenza.
  All'esito di questa, è emerso che gli importi riconosciuti da Roma Metropolitane al Contraente generale a titolo di maggiori oneri per la funzione di contraente generale con l'Atto attuativo del mese di settembre (euro 90.310.683,82 oltre IVA) in parte costituiscono l'oggetto della condanna di cui al lodo arbitrale (circa euro 18.000.000), e per la rimanente parte rappresentano l'estensione dei princìpi ivi affermati ai lavori successivi al 2008.
  La citata Struttura ha chiesto, quindi, al CIPE di autorizzare Roma Metropolitane all'utilizzo degli importi appostati nel Quadro Economico Generale Ribassato alle voci «Imprevisti» e «Accantonamento ex articolo 31-bis», per il pagamento degli importi riconosciuti al Contraente generale in virtù del predetto Atto attuativo del 9 settembre 2013, successivo alla delibera CIPE n. 127 del 2012.

La decisione del CIPE.

  Il CIPE, nella seduta del 1o agosto 2014, ha ritenuto di non procedere con una delibera ma di considerare la relazione del MIT e le osservazioni del MEF come note informative.
  Conseguentemente all'esito della seduta, con apposita nota indirizzata a Roma Capitale, il Capo Dipartimento del DIPE – Dipartimento per la politica economica – su proposta del MIT e del MEF ha precisato che:
   a) gli oneri derivanti dall'Atto attuativo devono essere comunque a carico di Roma Capitale, responsabile del rapporto con il Contraente generale, tenuto anche conto che lo Stato ha già contribuito alla copertura del precedente accordo transattivo di cui alla delibera CIPE n. 127 del 2012;
   b) l'utilizzo della quota statale delle somme a disposizione dovrà essere considerato quale anticipazione rispetto a successivi contributi per gli interventi non ancora finanziati;
   c) l'Atto attuativo deve avere carattere definitivo per tutti i lavori già finanziati, senza possibilità di richieste aggiuntive che sarebbero prive di copertura finanziaria, essendo esauriti gli accantonamenti del quadro economico;
   d) al fine di minimizzare i ritardi nelle erogazioni dei corrispettivi al Contraente generale, premesso che il ritardo delle medesime non può essere imputato a Roma Capitale laddove l'effettiva disponibilità delle risorse economiche sia da ricondurre ad altri enti finanziatori, i pagamenti dello Stato e della regione Lazio a fronte dei SAL potranno essere effettuati direttamente a Roma Metropolitane, previo assenso di Roma Capitale;
   e) la rimodulazione del quadro economico generale dell'opera finalizzata a dare copertura ai maggiori oneri connessi all'Atto attuativo in parola – di esclusiva competenza di Roma Capitale e del Contraente generale – non deve implicare alcuna responsabilità dello Stato né, tanto meno, la rinuncia dello Stato medesimo a eventuali pretese correlate a responsabilità gravanti sui soggetti incaricati della progettazione/gestione dei lavori e del rapporto con l'appaltatore, nonché sui soggetti vigilanti, posto che non vi è alcun obbligo sostanziale a carico dello Stato di fornire copertura finanziaria all'Atto in questione;
   f) Roma Capitale dovrà mettere in atto tutte le iniziative volte a far sì che le tratte consegnate da parte del Contraente generale entrino in esercizio nel più breve tempo possibile dalla consegna, compatibilmente con le risultanze della Commissione sicurezza insediata presso il MIT; la tratta già consegnata Montecompatri Pantano-Centocelle è entrata in esercizio lo scorso 9 novembre.

  Da ultimo, preciso che la Struttura Tecnica di Missione, già in più note del mese di ottobre 2013, ha precisato che «qualora le obbligazioni previste a carico di Roma Metropolitane con gli articoli 5 e 7 dell'Atto attuativo (non solo con riferimento al pagamento del lodo parziale, alla rinuncia all'impugnazione dello stesso e alle conseguenti determinazioni finanziarie, ma anche in relazione a tutte le ipotesi ivi previste di riconoscimenti economici in favore del contraente generale) comportino la necessità di utilizzare le somme a disposizione ovvero di un ulteriore finanziamento a carico dello Stato, è intenzione della Struttura Tecnica di Missione procedere secondo l’iter già seguito sottoponendo le eventuali richieste al CIPE, previa adeguata istruttoria.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

ripartizione delle competenze

economia pubblica