ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/03978

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 325 del 05/11/2014
Firmatari
Primo firmatario: COSTANTINO CELESTE
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 05/11/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
QUARANTA STEFANO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 05/11/2014


Commissione assegnataria
Commissione: I COMMISSIONE (AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 05/11/2014
Stato iter:
06/11/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 06/11/2014
Resoconto COSTANTINO CELESTE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
RISPOSTA GOVERNO 06/11/2014
Resoconto AMICI SESA SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
REPLICA 06/11/2014
Resoconto COSTANTINO CELESTE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 06/11/2014

SVOLTO IL 06/11/2014

CONCLUSO IL 06/11/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-03978
presentato da
COSTANTINO Celeste
testo di
Mercoledì 5 novembre 2014, seduta n. 325

   COSTANTINO e QUARANTA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri . — Per sapere – premesso che:
   nel 1996 viene istituito l'ufficio del Ministro per le pari opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei ministri;
   il dipartimento per le pari opportunità è stato poi istituito con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 405 del 28 ottobre 1997 nell'ambito della stessa Presidenza del Consiglio dei ministri;
   ad oggi, non essendo stata assegnata la delega alle pari opportunità, il titolare di tali funzioni è il Presidente del Consiglio;
   in seguito al terribile sisma che ha colpito L'Aquila in data 6 aprile 2009, è stato emanato il decreto-legge n. 39 del 2009, convertito dalla legge n. 77 del 2009, un provvedimento teso a regolare l'azione istituzionale, compresa quella economica, per affrontare l'emergenza post-terremoto e la complessa opera di ricostruzione, ma che rimane ancora oggi senza concreta attuazione e si presta ad ambigue interpretazioni in più punti;
   il decreto-legge n. 39 del 2009 non chiarisce, infatti, quali siano i soggetti beneficiari dei fondi per la ricostruzione: l'articolo 10, comma 5, sulle agevolazioni per lo sviluppo economico e sociale, prevede: «favorire la ripresa delle attività dei centri di accoglienza, di ascolto e di aiuto delle donne e delle madri in situazioni di difficoltà, ivi comprese quelle derivanti dagli effetti degli eventi sismici è autorizzata la spesa di 3 milioni di euro, per l'anno 2009, a sostegno degli oneri di ricostruzione o di restauro di immobili a tale scopo destinati situati nei comuni di cui all'articolo 1»;
   lo stesso decreto non nomina direttamente i centri antiviolenza, bensì parla genericamente di centri di accoglienza, ascolto e aiuto per donne e madri in difficoltà;
   nell'ottobre del 2010 il Governo ha approvato il piano nazionale contro la violenza e lo stalking, che prevede azioni di intervento a favore dei centri antiviolenza e fa riferimento agli stessi fondi previsti dal decreto-legge n. 39 del 2009; il punto 2.f del piano, infatti, nella sezione che riguarda le azioni dello Stato, prevede coerentemente con quanto previsto dal decreto-legge n. 39 del 2009 – «interventi di sostegno ai comuni interessati da eventi sismici per la ripresa delle attività, la ricostruzione e il restauro degli immobili adibiti a fornire aiuto alle donne dell'Abruzzo», tra i quali viene citata l'attività dei «Centri antiviolenza e servizi di assistenza, sostegno, protezione e reinserimento delle vittime»;
   conseguentemente, sembrerebbe chiarito che i soggetti beneficiari dei fondi siano i centri antiviolenza;
   in data 8 novembre 2011, il Presidente del Consiglio pro tempore, Silvio Berlusconi, ha emanato l'ordinanza 3978, il cui articolo 10 prevede la destinazione di metà dei fondi previsti dal decreto n. 39 del 2009, pari a 1,5 milioni di euro, «alla diocesi de L'Aquila e alle altre diocesi abruzzesi», affidando l'altra metà degli stessi alla consigliera di parità della regione Abruzzo, Letizia Marinelli;
   la consigliera regionale di parità, Letizia Marinelli, dopo l'ordinanza 3978/2011 che prevedeva la gestione di metà dei 3 milioni di euro sotto sua responsabilità, ha proposto la realizzazione di una casa-rifugio per donne vittime di violenza e di un centro poliedrico per «persone che vivono in condizioni di disagio». Ad oggi non risulta tuttavia emesso un bando, né si hanno notizie su modalità e tempi di realizzazione dei progetti proposti;
   solo 3 anni dopo, nell'agosto del 2012, mentre la città de L'Aquila si trovava ancora in pieno stato di emergenza è entrata in vigore una legge sulla ricostruzione, la cosiddetta «legge Barca», che sancisce la fine della fase dell'emergenza in Abruzzo, al 31 agosto dello stesso anno;
   il 14 agosto 2012 il presidente della regione Abruzzo ha emanato il decreto n. 134, in attuazione dell'ordinanza 3978, che fa riferimento ad una nota consegnata lo stesso giorno alla regione dall'Arcidiocesi de L'Aquila sul progetto Samaria «In rete per una nuova vita» per la realizzazione di un centro antiviolenza e di aggregazione;
   l'azione del presidente della regione Abruzzo risponde ad un'ordinanza del Governo, in ragione della carica di Commissario delegato per la ricostruzione, incarico che fino al gennaio 2010 era in capo alla protezione Civile che poi è stato ricoperto da Gianni Chiodi fino a tutto agosto 2012;
   nel settembre del 2012 la Corte dei conti ha bocciato il decreto regionale e bloccato l'assegnazione dei fondi all'Arcidiocesi poiché il progetto Samaria prevedeva l'acquisto di un immobile situato a L'Aquila e il completamento di un immobile a Pescara, dunque fuori dalla zona interessata dagli aiuti del decreto stesso, di proprietà della fondazione Abruzzo-Pescara;
   la Corte dei Conti ha rilevato che non solo la spesa prevista per l'acquisto e il completamento di immobili ammonta a circa 956 mila euro, su un totale di 1,5 milioni di euro stanziati, e perciò «l'acquisizione di un immobile di proprietà ovvero la realizzazione di consistenti interventi di ristrutturazione non può ritenersi coerente con la ratio sottesa al finanziamento pubblico»;
   alla fine di novembre del 2013, con il voto di fiducia del Senato, viene approvato il maxi emendamento alla legge di stabilità, con un pacchetto di misure per la ricostruzione post terremoto, tra cui lo sblocco dei 3 milioni di euro stanziati nel decreto-legge n. 39 del 2009 e ancora non allocati, attribuendoli alla provincia dell'Aquila, d'intesa con il comune;
   a tutt'oggi tali stanziamenti non sono mai stati richiesti dalla provincia e quindi materialmente giacciono, ancora separati, nelle casse della regione (1,5 milioni di euro attribuito alla consigliera di parità) e dell'ufficio speciale per la ricostruzione dell'Aquila-USRA (1,5 milioni di euro del progetto Samaria bocciato dalla Corte dei Conti);
   Governo e regione, attribuendo fondi all'Arcidiocesi, hanno di fatto privato i centri antiviolenza già presenti sul territorio delle risorse necessarie per la ricostruzione e il riavvio delle attività così come previsto dal decreto n. 39 del 2009, ignorando il fatto che esistessero delle strutture nell'area del cratere riconosciute all'interno del suo stesso database come centri e servizi antiviolenza, e dunque negando l'identità specifica dei centri antiviolenza;
   come spiega il dossier di Action Aid «Dove sono finiti i soldi per le donne de L'Aquila ?» e conferma la visita effettuata in data 27 ottobre 2014, in qualità di parlamentare, presso la struttura, il centro antiviolenza de L'Aquila esiste dal 2007 ed è parte della rete DI.RE. Prima del terremoto, in mancanza di una propria sede, era ospitato nel palazzo dell'AIED, localizzato in «zona rossa»; ora è inagibile. Gestito dall'Associazione Melusine, attivo a L'Aquila dal 1987, opera al momento in un appartamento che condivide con la biblioteca dell'associazione e il consultorio AIED, offrendo servizi di ascolto, assistenza psicologica, medica e consulenza legale alle donne che subiscono violenza, garantendo gratuità, riservatezza e anonimato;
   sono passati più di 5 anni dal terremoto che ha devastato la vita delle cittadine e dei cittadini aquilani e le mobilitazioni, nonché le preziose attività del Comitato Terre-Mutate, movimento fondato da donne aquilane e promosso da diverse realtà attive sul territorio, incluso il centro antiviolenza de L'Aquila, non sono servite, così come non sono serviti numerosi decreti, varie interrogazioni parlamentari e leggi di stabilità. Ad oggi i fondi non risultano ancora assegnati;
   l'articolo 6 della legge regionale n. 31 del 2006 dell'Abruzzo contro la violenza sulle donne riconosce compiti e professionalità a specifiche ai centri antiviolenza, le cui caratteristiche sono descritte come segue: «i centri sono dotati di strutture e personale con specifiche competenze professionali, composto esclusivamente da donne, in grado di offrire assistenza alle diverse tipologie di violenza subite dalle donne»;
   la legge n. 31 del 2006 è stata redatta tenendo conto dei contenuti del trattato internazionale più completo in materia di diritti delle donne – la CEDAW (Convenzione ONU per l'eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne), in particolare la raccomandazione generale 19 sulla violenza contro le donne che specifica l'obbligo istituzionale di istituire e supportare servizi per le vittime di violenza attraverso personale altamente specializzato e competente in materia di salute, supporto legale e psicologico –:
   quali siano le informazioni della Presidenza del Consiglio sulla mancata allocazione dei fondi e quali iniziative si intendano assumere al fine di renderli al più presto fruibili – vista l'urgenza in cui ancora versano i cittadini e le cittadine de L'Aquila – con ciò chiarendo definitivamente che per «centri di accoglienza, ascolto e aiuto per donne e madri in difficoltà» si intende l'unico centro antiviolenza della città colpita dal sisma, vista la sua funzione svolta in questi anni, nonché le competenze acquisite.
(5-03978)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritti della donna

lotta contro la discriminazione

sisma