ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/03885

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 320 del 29/10/2014
Firmatari
Primo firmatario: EPIFANI ETTORE GUGLIELMO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 29/10/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GIULIETTI GIAMPIERO PARTITO DEMOCRATICO 29/10/2014
LODOLINI EMANUELE PARTITO DEMOCRATICO 29/10/2014


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 29/10/2014
Stato iter:
12/11/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 12/11/2014
Resoconto DE VINCENTI CLAUDIO VICE MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 12/11/2014
Resoconto GIULIETTI GIAMPIERO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto LODOLINI EMANUELE PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 29/10/2014

DISCUSSIONE IL 12/11/2014

SVOLTO IL 12/11/2014

CONCLUSO IL 12/11/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-03885
presentato da
EPIFANI Ettore Guglielmo
testo di
Mercoledì 29 ottobre 2014, seduta n. 320

   EPIFANI, GIULIETTI e LODOLINI. — Al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
   nel corso degli anni 2007 e 2008 una prolungata crisi produttiva e di mercato ha coinvolto il Gruppo delle aziende facenti capo alla Antonio Merloni spa;
   il gruppo Antonio Merloni, che ha impegnato circa 3000 persone e si è articolato in diverse società, ha svolto la sua attività in diversi settori produttivi facenti perno sulla produzione del cosiddetto «bianco»;
   la situazione di crisi del Gruppo Antonio Merloni riveste, non solo per le aziende delle regioni interessate, con particolare riferimento a Marche e Umbria, ma anche per l'intero territorio nazionale, un ruolo particolare all'interno delle crisi industriali, in quanto riguarda un settore rilevante del sistema manifatturiero e coinvolge l'andamento economico di più territori ad alta vocazione produttiva;
   negli ambiti territoriali interessati si localizzano le situazioni di crisi più gravi per le quali non è possibile intervenire in via ordinaria soltanto con le risorse e gli strumenti regionali, considerata l'intensità degli effetti occupazionali sul tessuto economico e produttivo;
   in tal senso è stato sottoscritto l'Accordo di programma nell'ottobre 2012 che coinvolgeva Regioni e Ministero dello sviluppo economico per mettere in atto politiche che avrebbero dovuto incentivare la reindustrializzazione dei territori interessati;
   ad oggi le misure nazionali dell'Accordo di programma, sempre gestito dal Ministero dello sviluppo economico e da Invitalia, non stanno producendo alcun esito: 35 milioni di euro giacciono ancora inutilizzati e nessun progetto di rilancio occupazionale è stato al momento approvato, né nelle Marche né in Umbria, a pochi mesi dalla scadenza dello stesso Accordo. Questo avviene mentre, al contrario, le analoghe misure regionali hanno prodotto l'avvio di oltre 40 nuove iniziative imprenditoriali sullo stesso territorio;
   da segnalare inoltre la situazione paradossale della procedura di vendita gestita dal Ministero dello sviluppo economico relativa a JP Industries che rischia di essere annullata per criticità formali mettendo a repentaglio centinaia di posti di lavoro nonostante l'approvazione del decreto-legge n. 145 del 2013, cosiddetto Destinazione Italia in cui vi è una norma finalizzata a considerare legittima la vendita di aziende in esercizio, nell'ambito di procedure di amministrazione straordinaria, ove risulti rispettato il criterio di prevalenza del ricavo, evitando quindi che la misura del prezzo stabilita ai sensi dell'articolo 163, comma 1 del decreto legislativo n. 270 del 1999 venga intesa come limite inferiore inderogabile;
   tutto ciò fa comprendere come Marche e Umbria, dunque, stanno rischiando di consolidare una crisi occupazionale senza precedenti –:
   quali iniziative immediate intenda attivare in relazione alle vertenze dell'ex Antonio Merloni e JP Industries per evitare che questa situazione devastante generi effetti irreversibili sulla coesione sociale ed economica delle due regioni.
(5-03885)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 12 novembre 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-03885

  Il gruppo Merloni ha operato principalmente nel settore degli elettrodomestici e, come noto, è stato investito, negli anni 2007-2008, da una grave crisi produttiva e di mercato. Gli stabilimenti italiani del gruppo erano localizzati nelle Regioni Emilia Romagna, Marche e Umbria ed, in particolare, la forte presenza produttiva del gruppo sul territorio umbro-marchigiano aveva determinato lo sviluppo di un articolato sistema locale dell'indotto che, al manifestarsi della crisi, ha subito forti ripercussioni.
  In seguito alla ammissione (14 ottobre 2008) della Antonio Merloni Spa alla procedura di amministrazione straordinaria, è stato predisposto dai commissari il programma inerente la cessione dei complessi aziendali. In tale contesto, in data 19 marzo 2010, è stato sottoscritto l'Accordo di Programma (AdP) per la reindustrializzazione dell'area interessata dalla crisi, con individuazione di risorse finanziarie nazionali e regionali. Per quanto di competenza di questo Ministero, sono stati stanziati 35 milioni di euro, da utilizzare mediante il ricorso alla legge n. 181 del 1989.
  In data 27 dicembre 2011 è avvenuta la cessione in continuità aziendale del complesso produttivo umbro-marchigiano alla società J.P. Industries Spa, che ha permesso la ricollocazione di circa 700 unità lavorative. La successiva cessione della unità produttiva di Gualtieri (RE) ha determinato il venir meno del coinvolgimento della Regione Emilia Romagna. A seguito di tali sviluppi, in carico della Amministrazione Straordinaria sono rimasti circa 1600 lavoratori.
  La J.P. Industries Spa in particolare, ha acquisito il complesso industriale di Gaifana ed ha riconosciuto un diritto di prelazione per la vendita di circa 40.000 mq dell'immobile, non necessari alle proprie esigenze produttive, a potenziali nuovi investitori. La cessione del complesso produttivo di Gaifana alla J.P. Industries Spa ha reso necessario ridefinire anche le finalità di impiego delle risorse della legge n. 181 del 1989. Conseguentemente, in data 18 ottobre 2012, l'AdP Merloni è stato rimodulato tramite adozione di un Progetto di riconversione e riqualificazione industriale articolato in due interventi principali:
   promozione imprenditoriale;
   politiche attive del lavoro.

  Invitalia, per conto del Mise, ha collaborato con le Regioni Marche ed Umbria nella attività di informazione e promozione del Progetto, finalizzata anche al coinvolgimento dei principali stakeholder territoriali (sistema locale del credito e della ricerca, organizzazioni datoriali ecc.). Il complessivo intervento di promozione imprenditoriale è stato articolato in due tipologie di strumenti di finanziamento, tra loro complementari, destinati a target progettuali diversi:
   legge n. 181 del 1989 destinata a finanziare iniziative industriali di media/grande dimensione, prioritariamente da localizzare negli spazi del complesso di Gaifana non utilizzati dalla J.P. Industries Spa;
   strumenti regionali destinati a finanziare progetti di minore dimensione;
   tramite l'attivazione di presidi territoriali, i cui operatori sono stati appositamente formati da Invitalia, le due Regioni sono state coinvolte nella fase di pre-fattibilità dell'intervento ai sensi della legge n. 181 del 1989 (incontri di approfondimento propedeutici alla presentazione della domanda di agevolazione).

  Nel febbraio 2013, le due regioni hanno segnalato alcune rigidità procedurali relative all'applicazione della legge n.181/89 ed hanno proposto la modifica di alcuni aspetti della normativa di riferimento o delle prassi in uso. In conseguenza, a partire da marzo 2013, Invitalia ha avviato una iniziativa di revisione delle prassi attuative per renderle più flessibili e coerenti con le finalità dall'AdP.
  Alcune delle proposte di modifica che sono state pertanto recepite riguardano:
   la riduzione degli importi delle garanzie (è stato ridefinito il valore minimo delle garanzie reali che debbono assistere il finanziamento agevolato);
   la modifica dei criteri di valutazione dell'incidenza immobiliare nel mix degli investimenti (per consentire la prevalenza della componente immobiliare nel caso in cui questa fosse risultata strategica in riferimento agli obiettivi del progetto);
   una maggiore flessibilità rispetto all'intensità occupazionale richiesta ai progetti.

  In seguito alle modifiche introdotte, tutti i proponenti sono stati invitati a un nuovo incontro, sono stati illustrati loro i nuovi criteri di valutazione e sono stati invitati a proseguire il percorso. Tra il novembre 2012 e l'agosto 2013 il presidio territoriale della regione Marche ha trasmesso ad Invitalia quindici proposte progettuali potenzialmente finanziabili ai sensi della legge n. 181 del 1989.
  Si evidenzia che in molti casi le proposte erano caratterizzate da una progettualità non matura o non coerente con il target di riferimento dell'intervento ex legge n. 181 del 1989. Le proposte hanno infatti prodotto 3 domande di agevolazione di cui:
   1) ha presentato rinuncia per problemi nella individuazione della possibile localizzazione;
   2) sono in fase di ammissibilità e potranno essere proposte al Comitato di fattibilità della legge n. 181 del 1989 non appena i proponenti avranno fornito gli approfondimenti del caso.
  Le residue 12 proposte non hanno proseguito il percorso e di queste:
   2, che avevano ultimato positivamente il percorso di accompagnamento, non hanno presentato la domanda di intervento; la prima per problemi connessi all'ottenimento delle necessarie autorizzazioni ambientali, la seconda in quanto il progetto risultava compatibile con i massimali di spesa previsti dalle agevolazioni regionali (e quindi non necessariamente riconducibile all'intervento ex legge n. 181 del 1989 sulla base del Progetto condiviso con le due regioni in sede di rimodulazione dell'AdP);
   1 ha ridefinito l'impianto progettuale e si è rivolta alle agevolazioni regionali riducendo, in modo significativo, l'investimento previsto rendendolo compatibile con i massimali previsti da quest'ultime;
   n. 9 presentavano aspetti progettuali non ancora puntualmente definiti o problematici (definizione della localizzazione, problemi connessi all'ottenimento delle autorizzazioni necessarie per la produzione, definizione del partenariato o dell'assetto organizzativo, copertura dell'apporto di mezzi propri richiesti dalla legge, ecc.) e non hanno dato seguito, sulla base dei dati in possesso o resi disponibili dalla Regione Marche, al percorso di accompagnamento intrapreso.

  Successivamente all'agosto 2013, il presidio territoriale della regione Marche ha trasmesso (aprile 2014) una sola proposta di investimento. Si tratta di un progetto di significative dimensioni proposto da tre PMI. I proponenti sono stati incontrati una sola volta ma, non hanno poi manifestato interesse al proseguimento del percorso, presumibilmente per problemi connessi agli assetti del partenariato.
  Il Presidio territoriale della regione Umbria tra il novembre 2012 e il settembre 2014 ha trasmesso 6 proposte di investimento, potenzialmente coerenti con le finalità dell'intervento ai sensi della legge n. 181 del 1989. Di queste solo una è sfociata in una domanda di intervento e potrà essere sottoposta al Comitato di fattibilità della legge n. 181 del 1989 insieme ai due progetti marchigiani, non appena i proponenti avranno fornito gli approfondimenti loro richiesti.
  Delle rimanenti proposte:
   2 hanno rinunciato alla presentazione della domanda ritenendo più consoni gli strumenti regionali;
   2 non avevano ancora completato la fase di prototipazione del prodotto da industrializzare (la legge n. 181 del 1989 non finanzia lo sviluppo sperimentale) e presentava una compagine sociale non ancora definita;
   1 era interessata all'insediamento dell'immobile di Gaifana, non risultato poi disponibile a seguito dell’ azione legale intrapresa dalle banche creditrice della Antonio Merloni in AS.

  Occorre, infatti, ricordare che nel luglio del 2013 il Tribunale di Ancona ha accolto il ricorso proposto dalle banche creditrici della procedura di amministrazione straordinaria, dichiarando nulla la compravendita del complesso industriale di Gaifana. L'annullamento della compravendita ha impedito di promuovere l'offerta localizzativa rivolta a iniziative industriali di significative dimensioni (localizzazione, a prezzi attrattivi, negli spazi non utilizzati del complesso industriale, abbinata alle agevolazioni della legge 181 del 1989). Tale opportunità rivestiva particolare importanza per l'effetto incentivante dell'intervento, in un territorio in cui non è possibile riconoscere massimali di aiuto elevati.
  La recente entrata in vigore della normativa in materia di aiuti alle imprese in esenzione per il periodo 2014-2020 permetterà l'emanazione del decreto attuativo del decreto-legge n. 83 del 2012, in tema di aggiornamento e ridefinizione dell'intervento ex legge n. 181 del 1989, finalizzato, tra l'altro, a ridurre gli elementi di rigidità del precedente regime.
  In particolare, la Carta degli aiuti di stato a finalità regionale 2014-2020 ha individuato i principali comuni dell'area di crisi zone ammissibili agli aiuti a finalità regionale ex articolo 107, paragrafo 3, lettera c); pertanto oggi è possibile agevolare, nell'area di crisi in questione, i progetti proposti da grandi imprese, nel rispetto dei vincoli imposti dalla disciplina comunitaria. Parimenti, le PMI hanno visto incrementare l'intensità di aiuto riconoscibile.
  In considerazione di quanto sopra, si ritiene che la nuova disciplina della legge n. 181 del 1989, nel quadro delle novità introdotte dalla Carta degli aiuti di stato a finalità regionale 2014-2020, possa consentire di riproporre con maggiore efficacia l'operatività dell'intervento nazionale, anche nell'ambito di una rimodulazione dell'AdP.
  Con riferimento all’iter alla procedura di vendita della Antonio Merloni si rappresenta che a seguito della approvazione del programma di cessione da parte del Ministro (decreto ministeriale 23 maggio 2009 prorogato per due anni ai sensi di legge), alla fine del 2011, i Commissari straordinari venivano autorizzati a cedere il ramo d'azienda comprensivo degli stabilimenti di Maragone e Santa Maria in Fabriano in favore della JP Industries (controllata da QS Group imprenditore Porcarelli) a fronte di un corrispettivo di euro 10.000.000,00 con impegno a proseguire l'attività imprenditoriale e a garantire il mantenimento di n. 700 persone per quattro anni.
  Successivamente un pool di banche (UniCredit Management Bank, in proprio e quale mandataria di Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana, Banca delle Marche, Banca Popolare di Ancona, Banca CR Firenze, Banca dell'Adriatico e Monte dei Paschi di Siena), nella qualità di creditrici ipotecarie impugnavano l'atto di vendita. Insorgeva così un contenzioso tra la Antonio Merloni in amministrazione straordinaria e le medesime banche. I primi due gradi di giudizio (Tribunale e Corte di Appello di Ancona) hanno accolto le richieste degli Istituti di Credito, e pertanto, hanno dichiarato la nullità del contratto di vendita con la conseguente disapplicazione delle autorizzazioni amministrative rilasciate, sul presupposto della contrarietà a norma imperativa, essendo stata accettata una offerta inferiore al valore di stima tenuto conto della redditività negativa all'atto della stima e nel biennio successivo (articolo 63, comma 1, del decreto legislativo n. 270 del 1999 sopra citato).
  Nel frattempo sono frapposti due interventi legislativi recanti (i) novella all'articolo 65, che dispone in materia di impugnativa degli atti di vendita, e (ii) una interpretazione autentica dell'articolo 63, comma 1. In particolare, con legge del 21 febbraio 2014 n. 9 (conversione in legge del decreto-legge «Destinazione Italia»), sono state introdotte le seguenti disposizioni:
   Art. 65-bis. — (Misure per la salvaguardia della continuità aziendale). — 1. In caso di reclamo previsto dall'articolo 65, comma 2, sono prorogati i termini di durata del programma di cui all'articolo 54 ed ai commissari straordinari è attribuito il potere di regolare convenzionalmente con l'acquirente dell'azienda o di rami di azienda, sentito il comitato di sorveglianza e previa autorizzazione ministeriale, modalità di gestione idonee a consentire la salvaguardia della continuità aziendale e dei livelli occupazionali nelle more del passaggio in giudicato del decreto che definisce il giudizio.
  2. Le previsioni di cui al comma 1 si applicano anche alle procedure di amministrazione straordinaria di cui al decreto-legge 23 dicembre 2003, n. 347, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 febbraio 2004, n. 39.

  Art. 9, comma 2-bis. L'articolo 63 del decreto legislativo 8 luglio 1999, n. 270, si interpreta nel senso che, fermi restando gli obblighi di cui al comma 2 e le valutazioni discrezionali di cui al comma 3, il valore determinato ai sensi del comma 1 non costituisce un limite inderogabile ai fini della legittimità della vendita.
  Allo stato, pende il giudizio in Cassazione avverso la sopra citata sentenza di appello proposto dai commissari, dal Ministero, e a quanto è dato sapere, anche dall'acquirente.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

conseguenza economica

impresa in difficolta'

coesione economica e sociale