ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/03740

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 304 del 07/10/2014
Firmatari
Primo firmatario: COZZOLINO EMANUELE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 07/10/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
TONINELLI DANILO MOVIMENTO 5 STELLE 07/10/2014


Commissione assegnataria
Commissione: I COMMISSIONE (AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO PER LE RIFORME COSTITUZIONALI E I RAPPORTI CON IL PARLAMENTO
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 07/10/2014
Stato iter:
08/10/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 08/10/2014
Resoconto TONINELLI DANILO MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 08/10/2014
Resoconto BOSCHI MARIA ELENA MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (RIFORME COSTITUZIONALI E RAPPORTI CON IL PARLAMENTO)
 
REPLICA 08/10/2014
Resoconto TONINELLI DANILO MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 08/10/2014

SVOLTO IL 08/10/2014

CONCLUSO IL 08/10/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-03740
presentato da
COZZOLINO Emanuele
testo di
Martedì 7 ottobre 2014, seduta n. 304

   COZZOLINO e TONINELLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento . — Per sapere – premesso che:
   il 24 luglio 2014 il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi ha annunciato che la riforma costituzionale, attualmente in discussione come disegno di legge costituzionale n. 1429, sarà comunque sottoposta a referendum confermativo;
   presumendo che il Ministro si stesse riferendo al referendum di cui all'articolo 138 della Costituzione, è noto che esso prevede che il referendum è previsto nel caso in cui l'approvazione del disegno di legge costituzionale avvenga in seconda lettura con una maggioranza inferiore ai due terzi, quando entro tre mesi dalla pubblicazione della legge in forma notiziale ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali; tale referendum è stato inoltre successivamente annunciato inopinatamente fin da ora anche dallo stesso Presidente del Consiglio:
   con il presente atto di sindacato ispettivo si chiede di confermare questi annunci e, nel caso di conferma, di conoscere i piani del Governo in relazione a questi annunci;
   non si capisce, infatti, in base a quale potere costituzionalmente previsto, il Presidente del Consiglio e il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, possano decidere fin d'ora l'indizione del referendum sulla riforma attualmente in discussione alle Camere;
   tale annuncio appare infatti essere una ulteriore e gravissima forzatura dell’iter di revisione costituzionale, che si aggiunge a quelle, gravi e numerose, alle quali abbiamo già assistito in sede di discussione della riforma in questione;
   infatti, la previsione del referendum confermativo per i disegni di legge di revisione costituzionale ha lo scopo di offrire ai cittadini la possibilità di intervenire per impedire l'approvazione di una modifica della legge fondamentale dello Stato che non abbia una larga condivisione all'interno delle forze politiche presenti in Parlamento. L'indizione del referendum da parte dello stesso Governo che ha voluto la riforma appare quindi come una forma plebiscitaria di approvazione della riforma stessa, tipica di forme di governo autoritarie e del tutto estranea alle forme di democrazia diretta e partecipativa dei regimi democratici avanzati;
   la democrazia diretta e partecipativa, infatti, è tale in quanto promossa dagli stessi cittadini per autogovernarsi, laddove in questo modo essa si configura come un plebiscito, un'investitura di decisioni prese in altre sedi da parte dei governanti e non dai governati. Che tale forma di decisione plebiscitaria sia estranea al nostro sistema costituzionale è provato dalla stessa giurisprudenza costituzionale in materia di referendum;
   dal momento che in un referendum la scelta è unicamente binaria, ovvero si risolve in un «sì» o in un «no», priva di discussione o facoltà di modificare la proposta oggetto del quesito referendario, la Corte costituzionale ha stabilite il criterio dell'omogeneità del quesito referendario, per cui il referendum abrogativo ex articolo 75 può avere ad oggetto uno ed un solo quesito;
   diversamente, si avrebbe quella che la Consulta ha definito la «coartazione della volontà dell'elettore»: in presenza di un referendum avente ad oggetto, ad esempio, l'abrogazione contemporanea di due norme di legge, una in materia sanitaria e una in materia di processo civile, contenute nella stessa legge (le leggi omnibus presentate dallo stesso Governo in forma di decreti sono un esempio perfetto di leggi completamente disomogenee) l'elettore si troverebbe con il suo voto ad approvare entrambe le norme oppure a rigettarle entrambe;
   la stessa cosa avverrebbe con un referendum su una riforma della Costituzione disomogenea, oscura e incoerente, su decine di articoli e centinaia di norme, come è la riforma attualmente in discussione. Si pensi, ad esempio, all'elettore che vorrebbe l'abolizione del Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro, ritenendolo un organo inutile, ma vorrebbe preservare l'elettività del Senato, essendo contrario ad un Senato di eletti tra eletti;
   peraltro, anche nell'esperienza comparatistica è possibile riscontrare l'esistenza di regole del tutto analoghe in quelle democrazie in cui il referendum — anche propositivo — è prassi perfettamente integrata nel sistema costituzionale, come gli Stati che prevedono il referendum negli Stati Uniti d'America o la Svizzera. In questi sistemi, per gli stessi motivi per cui la Corte costituzionale italiana ha introdotta la regola dell'omogeneità del quesito referendario, esiste una regola simile, detta appunto single subject rule, per cui i referendum devono avere necessariamente un oggetto chiaro e omogeneo, per offrire agli elettori una scelta tra l'approvazione e la reiezione che sia concreta ed effettiva;
   il referendum invocato dallo stesso Governo è una chiara deriva plebiscitaria, contraria alla Costituzione, alla giurisprudenza costituzionale e alle regole fondamentali del nostro ordinamento costituzionale e del tutto estranea ai principi della democrazia diretta e partecipativa;
   peraltro, non può non evidenziarsi in questa sede, che ciò venga deciso dal Governo, rappresenta una violazione gravissima e ulteriore delle prerogative del Parlamento –:
   in che modo il Governo intenda sottoporre a referendum la riforma della Costituzione attualmente in discussione. (5-03740)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

referendum

revisione della costituzione

democrazia