ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/03628

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 296 del 23/09/2014
Firmatari
Primo firmatario: CAON ROBERTO
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE
Data firma: 23/09/2014


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 23/09/2014
Stato iter:
24/09/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 24/09/2014
Resoconto CAON ROBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE
 
RISPOSTA GOVERNO 24/09/2014
Resoconto OLIVERO ANDREA VICE MINISTRO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
REPLICA 24/09/2014
Resoconto CAON ROBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 24/09/2014

SVOLTO IL 24/09/2014

CONCLUSO IL 24/09/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-03628
presentato da
CAON Roberto
testo di
Martedì 23 settembre 2014, seduta n. 296

   CAON. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali . — Per sapere – premesso che:
   l'embargo russo è la risposta ad una serie di sanzioni decretate dell'Unione europea contro la Federazione russa alle quali il nostro Paese ha aderito esponendolo così a delle rappresaglie commerciali varate dalle autorità di Mosca;
   le decisioni del Governo di Mosca di dire stop all'importazioni di prodotti agro alimentari sono state un duro colpo per il nostro Made in Italy che è un valore aggiunto fondamentale;
   per comprendere la portata del problema diamo qualche dato; degli oltre 117 miliardi di euro del totale dell’export europeo verso la Russia circa 12,7 miliardi derivano dall'agroalimentare (circa il 10 per cento del totale delle esportazioni) facendo così di essa il secondo più grande mercato di sbocco per l’export dei prodotti agroalimentari dell'UE. Dell’export europeo agroalimentare il 27 per cento è rappresentato dalla frutta e il 21,5 per cento dalla verdura;
   il valore dell’export italiano verso la Russia, nel 2013, ammontava a 10,4 miliardi di euro mentre nei primi quattro mesi del 2014 a 2,8 miliardi rendendo l'Italia il quarto fornitore europeo e pesando per il 2,8 per cento sull’export complessivo italiano. L’export italiano nel settore agroalimentare è stato di 1,1 miliardi di euro nel 2013 di cui un quinto – 221 milioni di euro – riguarda i prodotti che figurano nella «black list» russa;
   le previsioni di danno economico per i prodotti e i valori di perdita totale delle esportazioni italiane oscillano tra i 163 e i 200 milioni di euro mentre ammonta 100 milioni la perdita in valore – cifra che somma le ricadute su produttori, trasformatori ed esportatori – per il 2014 che può arrivare a 250 milioni nel 2015, stime però provvisorie e alquanto aleatorie perché non tengono in considerazione i danni «indiretti» che questo embargo crea e potrebbe ancora produrre;
   ai danni diretti, infatti, si devono aggiungere quelli «indiretti» che potrebbero portare a conseguenze ancor più devastanti ed avere effetti protratti nel tempo. Questi potrebbero configurarsi nel rischio di un danno anche definitivo ai rapporti commerciali con la Russia che potrebbero non riprendersi una volta che, finito l'embargo, i nostri produttori sono stati sostituiti da quelli provenienti da altri paesi. Inoltre c’è il danno di immagine in quanto entrerebbero nel mercato russo imitazioni delle nostre eccellenze che nulla hanno a che fare con il Made in Italy nonché ripercussioni sull'indotto afferente al mondo dei trasporti e del packaging, ed infine il rischio di dirottamento nel nostro mercato di prodotti agroalimentari di bassa qualità degli altri paesi che non trovano più sbocchi in quello russo;
   di quest'ultimo danno «indiretto» cominciano, infatti, già a delinearsi i primi segni. Milioni di tonnellate di patate premono alle frontiere dell'Italia rischiando di surclassare quelle nostrane come la «Primura» la prima ed unica patata DOP italiana coltivata nel bolognese che ha ottenuto la denominazione nel luglio del 2012;
   il nostro Paese purtroppo non riuscendo a soddisfare la richiesta interna, perché la produzione è di circa 16-17 milioni di quintali a fronte di un fabbisogno che ammonta a circa 20 milioni di quintali, ha visto incrementare del 5 per cento le importazioni dall'estero aprendo la porta a patate dai costi stracciati e anche con problemi di qualità organolettiche e garanzie sanitarie;
   quest'anno in tutta Europa c’è stato un surplus di produzione al punto tale che anche il nostro Paese sarebbe stato finalmente autosufficiente ma, a causa dell'embargo russo che ha bloccato alle frontiere il 37 per cento dell’export europeo di patate, si stanno imponendo nel nostro mercato patate, come quelle francesi, che utilizzando la pratica della concorrenza sul prezzo hanno la meglio sulle quelle italiane. Si parla di 6-8 centesimi per quelle francesi e di 14 centesimi per quelle tedesche, arrivando addirittura a 2 centesimi per quelle destinate all'industria –:
   se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa circa la situazione del mercato delle patate e come intenda intervenire sia per arginare il fenomeno ma soprattutto per prevenire ulteriori danni «indiretti» anche su altri prodotti agroalimentari, che rischiano di compromettere ulteriormente le nostre produzioni e aziende. (5-03628)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 24 settembre 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione XIII (Agricoltura)
5-03628

  Siamo consapevoli dei fatti esposti dall'interrogante e della grave situazione che le decisioni del Governo di Mosca stanno creando all'economia sia nazionale che europea, in particolare nel settore dei prodotti agroalimentari.
  Si tratta di una problematica importante sulla quale la Presidenza italiana ha lavorato da subito assai intensamente insieme alla Commissione.
  Sul tema, è stato convocato un Consiglio straordinario il 5 settembre scorso, che ha consentito di fare il punto sulle misure già adottate e in via di definizione.
  In particolare, sono stati adottati, con misure d'urgenza, atti delegati finalizzati al sostegno dei comparti ortofrutticoli penalizzati dall'embargo e all'apertura dello stoccaggio privato di formaggi, burro e latte in polvere.
  Nello specifico, la Commissione ha sospeso l'efficacia del regolamento a causa della numerosità di richieste pervenute a fronte del plafond assegnato, assicurando nel contempo il rispetto dei relativi pagamenti.
  Tuttavia, già la scorsa settimana, al Comitato di gestione, è stata presentata una nuova bozza di regolamento che per il futuro rimodula le misure di sostegno sulla base dei quantitativi esportati verso la Russia. Come ha sottolineato il Commissario Ciolos, si prevedono contributi per Stato membro e per gruppi di prodotti, in base ai dati 2013 dell'export verso la Russia colpiti dal bando.
  Ad ogni modo, con riferimento allo specifico oggetto dell'interrogazione, ritengo di poter rassicurare l'interrogante in merito alle preoccupazioni rappresentate per gli eventuali danni indiretti al mercato dei prodotti ad indicazione geografica in generale ed in particolare della patata di Bologna DOP, poiché trattasi di un mercato completamente diverso da quello del prodotto generico.
  Difatti, il prodotto DOP ha caratteristiche peculiari di eccellenza ben note al consumatore italiano ed europeo, poiché facilmente riconoscibile grazie ai simboli di qualità apposti su di esso.
  Ed invero, l'eccellenza dei requisiti dei prodotti DOP e IGP è fissata in specifici disciplinari di produzione e tali prodotti sono costantemente sottoposti a controlli di qualità.
  Il consumatore finale è a conoscenza dell'eccellenza di tali prodotti ed è in grado di scegliere come indirizzare i propri acquisti, grazie anche alle forti campagne promozionali e di valorizzazioni di tali prodotti che il Ministero costantemente finanzia e pone in essere.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

mercato dei prodotti di base

denominazione di origine

rischio sanitario