ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/03557

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 291 del 16/09/2014
Firmatari
Primo firmatario: BUSINAROLO FRANCESCA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 16/09/2014


Commissione assegnataria
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 16/09/2014
Stato iter:
17/09/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 17/09/2014
Resoconto BUSINAROLO FRANCESCA MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 17/09/2014
Resoconto COSTA ENRICO VICE MINISTRO - (GIUSTIZIA)
 
REPLICA 17/09/2014
Resoconto BUSINAROLO FRANCESCA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 17/09/2014

SVOLTO IL 17/09/2014

CONCLUSO IL 17/09/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-03557
presentato da
BUSINAROLO Francesca
testo di
Martedì 16 settembre 2014, seduta n. 291

   BUSINAROLO. — Al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che:
   presso il noto ristorante Assunta Madre situato in via Giulia in centro a Roma, nei pressi tra l'altro della procura nazionale antimafia, sono state effettuate recentemente alcune intercettazioni ambientali, autorizzate dal giudice per le indagini preliminari il 15 aprile 2013, al fine di fare luce sulla vicenda di riciclaggio che vedeva come indagato Gianni «Johnny» Micalusi, titolare del locale;
   per circa otto mesi sono state intercettate anche le conversazioni dei clienti del locale. Poiché il ristorante Assunta Madre è molto a la page e frequentato da faccendieri, imprenditori, politici, magistrati ed in generale avventori famosi, è emerso che le conversazioni captate sono state molto più numerose rispetto ai fatti oggetto dell'indagine iniziale, con grande sorpresa degli ascoltatori;
   per tale motivo, oltre alle microspie, è stato autorizzato il posizionamento di telecamere, al fine di identificare voci e volti protagonisti dei colloqui in corso durante le cene. Dalle intercettazioni è così emerso, ad esempio, che un notissimo imprenditore romano, a tavola con più commensali, raccontava di aver fatto pressioni su alcuni magistrati di Roma per scongiurare una serie di arresti. L'imprenditore, in una conversazione dello scorso novembre, si è attribuito il ruolo di interdizione nell'ambito di un'inchiesta, ruolo che sarebbe stato condiviso con un alto funzionario del Ministero dell'interno, due magistrati di Roma e un professionista che è familiare di una carica istituzionale;
   malgrado tutto ciò, ad oggi non risulta all'interrogante che la procura di Roma abbia inviato a quella di Perugia, competente per fatti penali che coinvolgano magistrati della Capitale, alcuna intercettazione derivante dall'inchiesta su Gianni «Johnny» Micalusi;
   nel locale sono state intercettate, altresì, alcune conversazioni tra il fratello dell'ex-senatore Marcello dell'Utri e l'imprenditore Vincenzo Mancuso, riguardanti un presunto piano di fuga all'estero del cofondatore di Forza Italia. Il colloquio intercettato nel ristorante, avvenuto l'8 novembre 2013, è stato sbobinato e trasmesso per competenza alla procura di Palermo il 20 febbraio scorso. L'ex senatore è poi effettivamente volato in Libano con 50 chili di bagaglio e 30 mila euro. È stato poi fermato il 12 aprile 2014 in Libano, dove poi è risultato ricoverato nel reparto detenuti di un ospedale di Beirut. Il tribunale del riesame di Palermo il 28 aprile 2014 ha rigettato il ricorso contro l'arresto presentato dai difensori dell'ex senatore: per i giudici, da parte di Dell'Utri c'era «la deliberata volontà di fuga e appare irrilevante l'utilizzo del proprio cellulare e della propria carta di credito»;
   il 20 novembre 2013 con una direttiva, il procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone, e il sostituto procuratore Francesco Minisci, considerato che «il ristorante in questione potrebbe essere un punto di incontro e di riunione tra gli indagati» e più in generale «tra gli indagati ed esponenti vari della criminalità operante a Roma», avevano precisato che «questa squadra mobile non procederà alla registrazione dei colloqui che si collocano in un ambito diverso da quello delineato dal giudice per le indagini preliminari, avendo cura di sospendere le attività tecniche relative a quei colloqui che, a fronte di un iniziale interesse per le indagini, nel corso delle conversazioni risultino estranee alle stesse;
   ad oggi, stando alle informazioni giornalistiche, la squadra mobile dovrebbe ancora inviare la propria relazione conclusiva al procuratore capo di Roma. Dall'articolo di stampa, Panorama del 30 aprile 2014, n. 18, pagina 76, è emerso infine che un componente del Csm avrebbe saputo già da qualche mese dell'esistenza delle cimici nel ristorante, dal cui pesce era necessario restare lontani, e avrebbe effettuato una sorta di passaparola a Palazzo dei Marescialli –:
   se il Ministro interrogato, alla luce dei fatti descritti in premessa, non ritenga opportuno assumere iniziative di carattere normativo al fine di estendere l'utilizzabilità dello strumento delle intercettazioni al fine di favorire un rafforzamento della lotta alla criminalità organizzata. (5-03557)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 17 settembre 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione II (Giustizia)
5-03557

  In risposta all'onorevole Businarolo ed alle richieste di chiarimento sulla regolarità delle indagini riguardanti il titolare del ristorante romano Assunta Madre comunico che è stata prontamente avviata una verifica ministeriale.
  Gli esiti – riferibili soltanto in sintesi, attesa la ridotta tempistica necessitata dalla risposta al presente question time – permettono di escludere le paventate irregolarità essendo emerso che la trasmissione degli atti alle Procure di Palermo e di Perugia ha avuto luogo tempestivamente e che la nota relativa alla trascrizione delle conversazioni è stata correttamente depositata dalla Squadra Mobile di Roma.
  Inoltre, alla luce delle risultanze documentali acquisite, è dato affermare che il G.I.P. presso il Tribunale di Roma ha autorizzato l'esecuzione di intercettazione delle conversazioni tra presenti in relazione al reato di riciclaggio con decreto del 15 aprile 2013 e che le operazioni di intercettazione, per difficoltà di carattere tecnico, hanno avuto concreto inizio soltanto in data 17 ottobre 2013, a differenza di quanto riportato dalla stampa e ripreso nell'interrogazione.
  È altresì stato appurato che presso gli Uffici della Procura procedente nulla risulta in ordine all'affermazione contenuta in un articolo del settimanale Panorama «secondo cui uno o più componenti del Consiglio Superiore della Magistratura sarebbero stati al corrente dell'attività di intercettazione e, comunque, delle indagini in corso».
  Per quanto riguarda poi le iniziative di carattere normativo in materia di intercettazioni, segnalo che la disciplina processuale oggi vigente prevede, in via ordinaria, limiti stringenti idonei a garantire che il ricorso a tali indagini sia limitato a determinati ambiti delittuosi, sempreché sussistano gravi indizi di reato e che tale attività di indagine tecnica sia assolutamente indispensabile. Tanto il requisito dei gravi indizi quanto quello della indispensabilità assoluta, costituiscono strumenti di garanzia del sistema che, applicati nel rispetto della legge, consentono di contemperare l'esigenza di tutela dei beni-interessi potenzialmente confliggenti con quello che giustifica l'attività di indagine (ad esempio la tutela della riservatezza).
  L'attenzione del Guardasigilli ad una più sensibile regolamentazione del ricorso allo strumento delle intercettazioni trova conferma nelle disposizioni contenute sul punto dal disegno di legge in materia di processo penale e criminalità organizzata, approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 29 agosto ed in corso di pubblicazione.
  I principi e i criteri direttivi cui si ispira la riforma tengono conto del fondamentale rilievo delle intercettazioni quale strumento di ricerca della prova nel contrasto alle più gravi forme di criminalità e considerano, al contempo, le esigenze di tutela relativamente alle comunicazioni relativamente non rilevanti a fini di giustizia penale.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

protezione delle comunicazioni

industria della ristorazione

relazione