ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/03542

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 290 del 15/09/2014
Abbinamenti
Atto 5/03539 abbinato in data 13/11/2014
Firmatari
Primo firmatario: OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 15/09/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ANZALDI MICHELE PARTITO DEMOCRATICO 15/09/2014


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 15/09/2014
Stato iter:
13/11/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 13/11/2014
Resoconto DEGANI BARBARA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
REPLICA 13/11/2014
Resoconto ANZALDI MICHELE PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 15/09/2014

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 13/11/2014

DISCUSSIONE IL 13/11/2014

SVOLTO IL 13/11/2014

CONCLUSO IL 13/11/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-03542
presentato da
OLIVERIO Nicodemo Nazzareno
testo di
Lunedì 15 settembre 2014, seduta n. 290

   OLIVERIO e ANZALDI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:
   nella notte del 10 settembre 2014 è morto un esemplare femmina di orso brano a seguito di un'operazione di cattura mediante narcosi effettuata dalla provincia di Trento a seguito di alcuni avvenimenti dello scorso agosto quando l'orsa, in presenza dei propri cuccioli, ha ferito un uomo nei boschi del Trentino;
   la provincia di Trento sembrerebbe aver agito in maniera autonoma, senza coinvolgere le altre istituzioni e soprattutto in maniera non conforme a quanto previsto dal Pacobace (Piano d'azione interregionale per la conservazione dell'orso bruno nelle Alpi centro-orientali);
   al riguardo è opportuno ricordare che la giunta della provincia autonoma di Trento con propria delibera ha approvato lo scorso luglio una modifica al citato Piano d'azione interregionale per la conservazione dell'Orso Bruno con l'individuazione della categoria «orso dannoso» per definire modalità di gestione autonome degli orsi più pericolosi; tale modifica è comunque sottoposta al parere del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per divenire operativa;
   la morte di questo esemplare di orso bruno rappresenta una grave perdita per la fauna nazionale e si aggiunge ad altri episodi negativi che, secondo notizie stampa, hanno riguardato la gestione di questa specie da parte della provincia di Trento;
   la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata nell'interesse della comunità nazionale ed internazionale dalla legge n. 157 del 1992 che stabilisce che l'orso è specie particolarmente protetta, «anche sotto il profilo sanzionatorio», e che su tutto il territorio nazionale è vietata ogni forma di cattura di mammiferi selvatici, ivi comprese le aree protette;
   ai sensi della direttiva «Habitat» 92/43/CEE, gli Stati membri che ospitano popolazioni dell'orso bruno, devono sorvegliarne lo stato di conservazione e sono tenuti a tutelarlo in quanto specie di interesse comunitario. In tale contesto l'Italia ha istituito un regime di tutela specifico che definisce l'orso quale «specie particolarmente protetta anche sotto il profilo sanzionatorio», ai sensi della citata legge n. 157 del 1992;
   a seguito della morte dell'orsa Daniza, i suoi 2 cuccioli sono rimasti abbandonati a sé stessi in un periodo in cui dipendono ancora dalle cure parentali, con grave rischio per la loro sopravvivenza. Si potrebbe quindi anche configurare l'ipotesi di reato di uccisione di animali e di maltrattamento di animali «non necessitate» ai sensi e per gli effetti degli articoli 544-bis e ter del codice penale;
   il Ministro delle politiche agricole ha dichiarato di essersi interessato da tempo al caso e di averci lavorato tramite il Corpo forestale che, da tempo, avrebbe evidenziato a tutti i soggetti coinvolti la delicatezza della situazione;
   il Corpo forestale dello Stato, infatti, ha aperto un'indagine a seguito della morte dell'orsa Daniza ipotizzando il delitto di maltrattamento e uccisione di animali e ha reso noto che già nel mese di agosto aveva evidenziato al direttore protezione natura del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e il presidente dell'ISPRA la necessità di un'attenta valutazione dell'operazione di cattura da effettuare soprattutto in relazione all'esistenza di due cuccioli di orso che avrebbero potuto risentire della privazione dell'assistenza della madre nella ricerca del cibo e quindi messi a rischio di sopravvivenza; per tali ragioni si chiedeva una ulteriore approfondita riflessione sulle scelte da mettere in atto –:
   se sia a conoscenza di quali siano i motivi del decesso dell'orsa Daniza e di quali siano state le condizioni di pericolosità che hanno determinato l'azione della provincia autonoma di Trento;
   di quali elementi disponga in merito all'adeguatezza delle operazioni di cattura alla luce della normativa nazionale ed internazionale di tutela della specie dell'orso bruno;
   quali siano le motivazioni che hanno indotto le istituzioni territoriali a non dare seguito alle richieste del Corpo forestale dello Stato sulla necessità di considerare la possibilità di un'ulteriore approfondita riflessione sulle scelte da mettere in campo per trovare una soluzione che tutelasse anche i cuccioli;
   quali azioni urgenti si intendano adottare per garantire la sopravvivenza dei cuccioli;
   se le modifiche introdotte dalla provincia autonoma di Trento al piano d'azione citato relative alla definizione di «orso dannoso» abbiano un fondamento giuridico nella legislazione nazionale e comunitaria e se, alla luce di quanto avvenuto, non si ritenga che aprano la strada a soluzioni affrettate, in contrasto con gli obiettivi di conservazione dell'orso bruno nel nostro Paese, considerato che il Ministero è tenuto a pronunciarsi in merito alle citate modifiche. (5-03542)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 13 novembre 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione VIII (Ambiente)
5-03542

  Poiché le interrogazioni n. 5-03539 presentata dall'On. Gagnarli, e altri, e n. 5-03542 presentata dall'On. Oliverio, e altri, vertono sul medesimo argomento, verrà data un'unica risposta che ricomprende tutti i quesiti posti dagli On.li interroganti.
  Per quanto riguarda i motivi del decesso dell'orsa Daniza, corre l'obbligo di riferire che non è attualmente possibile una informata ed esaustiva valutazione dell'accaduto in quanto non risultano disponibili i risultati degli esami autoptici affidati all'istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, su incarico della Provincia Autonoma di Trento, e all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana, su incarico della Procura di Trento.
  Peraltro, immediatamente dopo la tragica conclusione delle operazioni di cattura dell'orsa, il Ministero dell'ambiente aveva richiesto alla Provincia una dettagliata relazione circa l'accaduto. Dall'esame degli elementi conoscitivi da essa forniti, si delinea la seguente dinamica degli eventi.
  Le operazioni di cattura si sono svolte avvalendosi della tecnica del free ranging (tiro all'animale libero), attendendo l'orsa in corrispondenza di una carcassa di pecora da essa stessa predata la notte precedente. La squadra di cattura era formata da 4 operatori e dal veterinario. L'orsa è giunta sulla carcassa assieme ai due cuccioli alle ore 19:25, e quindi colpito con il narcotico, da 5 metri di distanza, nella coscia destra. Il peso dell'orsa, all'atto della preparazione del narcotico veniva stimato in circa 80 kg. La preparazione dell'anestetico è stata effettuata secondo quanto indicato nel protocollo adottato abitualmente dagli operatori dell'Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento, per quanto concerne il supporto veterinario alle operazioni di cattura. Nella fattispecie, poiché il peso stimato era inferiore ai 100 kg, è stato possibile fare riferimento all'opzione anestesiologica che prevede l'utilizzo della medetomidina in associazione a tiletamina/zolazepam. In considerazione dell'età dell'animale si è ritenuto opportuno ridurre il dosaggio di circa il 15 per cento in modo che la dose di farmaco effettivamente somministrata è stata pari a quella prevista, secondo il protocollo, per un animale di circa 70 kg, a fronte di un peso effettivo successivamente registrato pari a 106 kg. Di fatto all'animale sono stati somministrati 1,75 mg di medetomidina e 315 mg dell'associazione tiletamina/zolazepam.
  La ricerca dell'animale è iniziata dopo 10 minuti dalla inoculazione del narcotico, così come prescritto dal protocollo. Una volta raggiunto si è atteso ancora qualche minuto che il narcotico facesse effetto. Non appena l'animale si presentava pressoché immobile, il veterinario intraprendeva, come da prassi, le prime valutazioni circa le sue condizioni di salute, e già da subito risultava evidente una grave compromissione della funzionalità cardiaca e respiratoria. Venivano, allora, intraprese le opportune procedure meccaniche di rianimazione cardiopolmonare, ma dopo circa 10 minuti di tentativi il veterinario dichiarava il decesso dell'animale.
  La stessa orsa era già stata oggetto in Trentino di tre catture, nel 2007, 2011 e 2013; la prima volta in free ranging, le altre due con trappola tubo alla quale era seguita, ovviamente, la narcosi.
  Riguardo i presupposti dell'ordinanza contingibile e urgente adottata dalla Provincia Autonoma di Trento, è importante sottolineare che tale strumento eccezionale e derogatorio era già stato adottato in precedenza, più in particolare con riferimento a un'orsa che non aveva aggredito esseri umani, ma solo predato bestiame. In tale occasione il Ministero dell'ambiente aveva presentato ricorso al TAR e, successivamente, al Consiglio di Stato, ma in entrambi i casi era stata riconosciuta la legittimità dell'ordinanza, sì da ritenere, allo stato, assolutamente legittimo l'atto adottato dalla Provincia nel caso dell'orsa Daniza.
  Prima di giungere a tale determinazione, la Provincia ha riferito che la Struttura Tecnica che segue la popolazione di orsi ha adottato, nel corso degli anni, tutte le azioni previste dal «Piano d'Azione interregionale per la Conservazione dell'Orso Bruno sulle Alpi Centro-Orientali», più semplicemente PACOBACE, per cercare di condizionare Daniza, quali: intensificazione del monitoraggio, tre catture con rilascio per il radiomarcaggio, ventisei uscite della squadra di emergenza negli anni dal 2007 al 2013.
  Tali misure sono state adottate in ragione del carattere dell'orsa, confidente verso l'uomo, che l'ha portata a compiere dei danni vicino ad abitazioni. Secondo la Provincia, tali attività hanno manifestato una potenziale pericolosità del soggetto, cosa che ha comportato la necessità di un monitoraggio intensivo e di ripetuti interventi di dissuasione. In particolare, l'orsa ha effettuato due falsi attacchi, senza conseguenze, dovuti all'avvicinarsi di alcune persone a piccoli di precedenti cucciolate il 13 maggio 2008 e il 24 maggio 2012.
  L'aggressione e il ferimento di un uomo lo scorso 15 agosto ha indotto, da ultimo, all'adozione dell'ordinanza finalizzata alla cattura dell'orsa. A loro volta, le qualificate valutazioni svolte da ISPRA sull'argomento, con le quali veniva testimoniato che i dati scientifici a disposizione evidenziavano che i cuccioli di orso bruno che perdono la madre nella stagione estiva presentano in genere buone probabilità di sopravvivenza nel medio e lungo periodo, hanno confortato la Provincia nel dare senz'altro attuazione alla propria ordinanza, nella considerazione che il rischio nei confronti dei cuccioli dell'orsa rientrasse in parametri di relativa sicurezza, nonostante la diversa posizione espressa dal Corpo Forestale dello Stato.
  Mantenere i due cuccioli in regime di libertà, anche in caso di captivazione della madre, era stata una scelta motivata sia dall'importanza di non sottrarre altri due esemplari dal nucleo di orsi trentini, sia dalla volontà di evitare loro un futuro in cattività, in quanto è cosa nota, in particolare ai tecnici e agli operatori del settore, che esemplari di orso bruno sottoposti a captivazione prolungata difficilmente possono essere reintrodotti nell'ambiente naturale a causa delle modificazioni comportamentali che la fase di cattività determina in questa specie.
  La scelta di lasciarli in libertà, seppure attentamente monitorati al fine di assicurare la tempestiva registrazione di eventuali comportamenti anomali o di condizioni di denutrizione e/o mancato benessere, è stato quindi frutto di una attenta valutazione di tutta la letteratura scientifica esistente sull'argomento, che ha trovato, peraltro, ampio supporto da parte dei numerosi esperti internazionali interpellati per l'occasione da ISPRA.
  Circa l'attuale condizione dei due cuccioli, valga ricordare che uno di essi era stato radiomarcato subito dopo la cattura della madre. Per diversi giorni i due cuccioli si sono mossi insieme in aree già precedentemente frequentate, allo stato attuale risulta che si siano separati, anche se i tecnici ipotizzano un nuovo ricongiungimento.
  A fine ottobre il cucciolo radiomarcato ha perso il dispositivo. Una valutazione svolta congiuntamente dalla Provincia Autonoma di Trento, ISPRA e il Corpo Forestale dello Stato, sentiti anche esperti internazionali, ha fatto ritenere opportuno non procedere ad una nuova cattura per apporre strumenti di radiomarcaggio. E ciò sulla base di una valutazione complessiva dei rischi derivanti dall'operazione, che ha tenuto conto della possibilità di comunque monitorare i cuccioli attraverso forme meno intensive – quali foto trappole, avvistamenti e altro – a fine di assicurare la tempestiva registrazione di eventuali comportamenti anomali o di condizioni di denutrizione, nonché in ragione dell'attuale stato di salute dei cuccioli, che attualmente pesano intorno ai 40 kg, che non fanno ritenere opportuni, in questa fase, ulteriori interventi diretti su di essi.
  Il monitoraggio continuativo dei due cuccioli sul campo, infatti, ha consentito di accertare che essi si muovono in modo indipendente e hanno adottato comportamenti confortanti: gli animali hanno dimostrato elusività nei confronti dell'uomo e delle sue attività, buona capacità di recuperare alimenti dall'ambiente naturale e utilizzano in modo completo l'areale a loro noto frequentando entrambi i versanti della Val Rendena.
  Il monitoraggio a regime viene condotto in maniera comunque intensiva (alcune ore al mattino e alcune ore la sera) avvalendosi del personale più esperto. Tutte le localizzazioni vengono trasferite in mappa per garantire un quadro completo ed aggiornato sugli spostamenti dei cuccioli.
  Era stato messo a disposizione degli orsetti un supporto alimentare solo nelle primissime fasi successive alla perdita della madre (4-5 giorni), nelle vicinanze del sito di cattura. Da quando i cuccioli hanno cominciato a spostarsi non è stato più necessario, né opportuno, fornire loro altro cibo. La dieta attuale è principalmente vegetale.
  Poiché i cuccioli si spostano lungo i percorsi insegnati dalla madre, per ridurre i rischi di investimento da parte di autoveicoli, è stata collocata della segnaletica stradale luminosa in corrispondenza di diversi tratti stradali posti sull'asse Tione-Madonna di Campiglio, noti per i numerosi attraversamenti di Daniza registrati negli anni passati.
  Inoltre, sono state all'uopo predisposte apposite linee guida per la gestione dei cuccioli di orso privi di madre, elaborate dal Servizio Foreste e Fauna anche con il concorso di alcuni tra i massimi esperti europei nella gestione dell'orso, che potranno rappresentare, in prospettiva, un documento di indirizzo gestionale utile anche per altri casi analoghi che dovessero presentarsi.
  In merito, infine, alla ventilata ipotesi di introdurre modifiche al «Piano d'Azione interregionale per la Conservazione dell'Orso Bruno sulle Alpi Centro-Orientali» (PACOBACE) occorre precisare che essa non nasce come iniziativa unilaterale della Provincia di Trento, ma come risultato di un gruppo di lavoro tecnico che ha coinvolto tutte le Istituzioni firmatarie del «Piano».
  Sul punto specifico, si ritiene di poter rinviare a quanto già relazionato nella risposta alla precedente interrogazione n. 5-03303 dell'On. Gagnarli.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

protezione degli animali

direttiva comunitaria

mammifero selvatico