ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/03539

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 289 del 12/09/2014
Abbinamenti
Atto 5/03542 abbinato in data 13/11/2014
Firmatari
Primo firmatario: GAGNARLI CHIARA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 12/09/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE 12/09/2014
FRACCARO RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 12/09/2014
BENEDETTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 12/09/2014
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 12/09/2014
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 12/09/2014
LUPO LOREDANA MOVIMENTO 5 STELLE 12/09/2014
PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 12/09/2014
L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 12/09/2014
BUSTO MIRKO MOVIMENTO 5 STELLE 12/09/2014
DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 12/09/2014
DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 12/09/2014
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 12/09/2014
MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 12/09/2014
SEGONI SAMUELE MOVIMENTO 5 STELLE 12/09/2014
VIGNAROLI STEFANO MOVIMENTO 5 STELLE 12/09/2014
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 12/09/2014


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 12/09/2014
Stato iter:
13/11/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 13/11/2014
Resoconto DEGANI BARBARA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
REPLICA 13/11/2014
Resoconto GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 12/09/2014

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 13/11/2014

DISCUSSIONE IL 13/11/2014

SVOLTO IL 13/11/2014

CONCLUSO IL 13/11/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-03539
presentato da
GAGNARLI Chiara
testo di
Venerdì 12 settembre 2014, seduta n. 289

   GAGNARLI, TERZONI, FRACCARO, BENEDETTI, MASSIMILIANO BERNINI, GALLINELLA, LUPO, PARENTELA, L'ABBATE, BUSTO, DAGA, DE ROSA, MANNINO, MICILLO, SEGONI, VIGNAROLI e ZOLEZZI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
   l'11 settembre 2011 è morta, a seguito di una narcosi necessaria alla cattura, l'orsa Daniza, responsabile di aver aggredito, lo scorso ferragosto, un raccoglitore di funghi;
   l'aggressione dell'orsa, probabilmente mossa dalla volontà di proteggere i propri cuccioli, non ha comunque riportato gravi conseguenze sull'uomo, ma è stata il pretesto per l'emanazione immediata di un mandatoci cattura da parte della provincia di Trento, forte della modifica al piano d'azione interregionale per la conservazione dell'orso bruno nelle Alpi centro-orientali (PACOBACE) approvata dallo stesso ente il 18 luglio 2014;
   tale provvedimento ha, infatti, introdotto il concetto di «orso dannoso», nonché la possibilità di catturare tali orsi ai fini della «captivazione permanente» e, se necessario, di abbatterli;
   nell'interrogazione n. 5/03303 ancora senza risposta, si sottolineavano tutte le criticità di tale singolare provvedimento nonché il rischio di provocare danni irreparabili alla popolazione degli orsi bruni nel nostro Paese;
   ai sensi della direttiva «Habitat» 92/43/CEE, gli Stati dell'Unione europea che ospitano popolazioni dell'orso bruno, sono tenuti a sorvegliarne lo stato di conservazione ed a tutelarlo in quanto specie di interesse comunitario. In tale contesto l'Italia ha istituito un regime di tutela specifico che definisce l'orso quale «specie particolarmente protetta anche sotto il profilo sanzionatorio», ai sensi dell'articolo 2 della legge n. 157 del 1992;
   l'uccisione «non necessitata» di un animale è sanzionata dall'articolo 544-bis del codice penale, così come la «captivazione permanente» può configurare il reato di maltrattamento di animali secondo l'articolo 544-ter del codice penale. Peraltro, la stessa direttiva sulla protezione penale dell'ambiente n. 99/2008/CE vincola gli Stati membri a garantire protezione penale agli animali, quali l'orso, oggetto di specifiche tutele internazionali e comunitarie;
   l'uccisione dell'orsa, arrivata in Trentino nel 2000 nell'ambito di un progetto di ripopolazione dell'area, rappresenta, ad avviso degli interroganti, una evidente violazione delle normative comunitarie e nazionali, e per questo l'unilaterale modifica dell'accordo PACOBACE da parte della provincia di Trento deve necessariamente essere esaminata dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, affinché possa valutarne la compatibilità con la normativa in vigore e con la tutela della specie orso bruno, al fine di impedire ulteriori irreparabili danni alla popolazione dei plantigradi in Italia –:
   di quali elementi disponga in merito al grave epilogo della vicenda dell'orsa Daniza e se intenda avviare azioni immediate volte alla tutela dei cuccioli rimasti orfani e che rischiano di morire prematuramente, acquisendo, contestualmente e per gli aspetti di propria competenza, ogni elemento utile in relazione alla morte del plantigrade, anche al fine di evitare il verificarsi di episodi analoghi. (5-03539)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 13 novembre 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione VIII (Ambiente)
5-03539

  Poiché le interrogazioni n. 5-03539 presentata dall'On. Gagnarli, e altri, e n. 5-03542 presentata dall'On. Oliverio, e altri, vertono sul medesimo argomento, verrà data un'unica risposta che ricomprende tutti i quesiti posti dagli On.li interroganti.
  Per quanto riguarda i motivi del decesso dell'orsa Daniza, corre l'obbligo di riferire che non è attualmente possibile una informata ed esaustiva valutazione dell'accaduto in quanto non risultano disponibili i risultati degli esami autoptici affidati all'istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, su incarico della Provincia Autonoma di Trento, e all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana, su incarico della Procura di Trento.
  Peraltro, immediatamente dopo la tragica conclusione delle operazioni di cattura dell'orsa, il Ministero dell'ambiente aveva richiesto alla Provincia una dettagliata relazione circa l'accaduto. Dall'esame degli elementi conoscitivi da essa forniti, si delinea la seguente dinamica degli eventi.
  Le operazioni di cattura si sono svolte avvalendosi della tecnica del free ranging (tiro all'animale libero), attendendo l'orsa in corrispondenza di una carcassa di pecora da essa stessa predata la notte precedente. La squadra di cattura era formata da 4 operatori e dal veterinario. L'orsa è giunta sulla carcassa assieme ai due cuccioli alle ore 19:25, e quindi colpito con il narcotico, da 5 metri di distanza, nella coscia destra. Il peso dell'orsa, all'atto della preparazione del narcotico veniva stimato in circa 80 kg. La preparazione dell'anestetico è stata effettuata secondo quanto indicato nel protocollo adottato abitualmente dagli operatori dell'Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento, per quanto concerne il supporto veterinario alle operazioni di cattura. Nella fattispecie, poiché il peso stimato era inferiore ai 100 kg, è stato possibile fare riferimento all'opzione anestesiologica che prevede l'utilizzo della medetomidina in associazione a tiletamina/zolazepam. In considerazione dell'età dell'animale si è ritenuto opportuno ridurre il dosaggio di circa il 15 per cento in modo che la dose di farmaco effettivamente somministrata è stata pari a quella prevista, secondo il protocollo, per un animale di circa 70 kg, a fronte di un peso effettivo successivamente registrato pari a 106 kg. Di fatto all'animale sono stati somministrati 1,75 mg di medetomidina e 315 mg dell'associazione tiletamina/zolazepam.
  La ricerca dell'animale è iniziata dopo 10 minuti dalla inoculazione del narcotico, così come prescritto dal protocollo. Una volta raggiunto si è atteso ancora qualche minuto che il narcotico facesse effetto. Non appena l'animale si presentava pressoché immobile, il veterinario intraprendeva, come da prassi, le prime valutazioni circa le sue condizioni di salute, e già da subito risultava evidente una grave compromissione della funzionalità cardiaca e respiratoria. Venivano, allora, intraprese le opportune procedure meccaniche di rianimazione cardiopolmonare, ma dopo circa 10 minuti di tentativi il veterinario dichiarava il decesso dell'animale.
  La stessa orsa era già stata oggetto in Trentino di tre catture, nel 2007, 2011 e 2013; la prima volta in free ranging, le altre due con trappola tubo alla quale era seguita, ovviamente, la narcosi.
  Riguardo i presupposti dell'ordinanza contingibile e urgente adottata dalla Provincia Autonoma di Trento, è importante sottolineare che tale strumento eccezionale e derogatorio era già stato adottato in precedenza, più in particolare con riferimento a un'orsa che non aveva aggredito esseri umani, ma solo predato bestiame. In tale occasione il Ministero dell'ambiente aveva presentato ricorso al TAR e, successivamente, al Consiglio di Stato, ma in entrambi i casi era stata riconosciuta la legittimità dell'ordinanza, sì da ritenere, allo stato, assolutamente legittimo l'atto adottato dalla Provincia nel caso dell'orsa Daniza.
  Prima di giungere a tale determinazione, la Provincia ha riferito che la Struttura Tecnica che segue la popolazione di orsi ha adottato, nel corso degli anni, tutte le azioni previste dal «Piano d'Azione interregionale per la Conservazione dell'Orso Bruno sulle Alpi Centro-Orientali», più semplicemente PACOBACE, per cercare di condizionare Daniza, quali: intensificazione del monitoraggio, tre catture con rilascio per il radiomarcaggio, ventisei uscite della squadra di emergenza negli anni dal 2007 al 2013.
  Tali misure sono state adottate in ragione del carattere dell'orsa, confidente verso l'uomo, che l'ha portata a compiere dei danni vicino ad abitazioni. Secondo la Provincia, tali attività hanno manifestato una potenziale pericolosità del soggetto, cosa che ha comportato la necessità di un monitoraggio intensivo e di ripetuti interventi di dissuasione. In particolare, l'orsa ha effettuato due falsi attacchi, senza conseguenze, dovuti all'avvicinarsi di alcune persone a piccoli di precedenti cucciolate il 13 maggio 2008 e il 24 maggio 2012.
  L'aggressione e il ferimento di un uomo lo scorso 15 agosto ha indotto, da ultimo, all'adozione dell'ordinanza finalizzata alla cattura dell'orsa. A loro volta, le qualificate valutazioni svolte da ISPRA sull'argomento, con le quali veniva testimoniato che i dati scientifici a disposizione evidenziavano che i cuccioli di orso bruno che perdono la madre nella stagione estiva presentano in genere buone probabilità di sopravvivenza nel medio e lungo periodo, hanno confortato la Provincia nel dare senz'altro attuazione alla propria ordinanza, nella considerazione che il rischio nei confronti dei cuccioli dell'orsa rientrasse in parametri di relativa sicurezza, nonostante la diversa posizione espressa dal Corpo Forestale dello Stato.
  Mantenere i due cuccioli in regime di libertà, anche in caso di captivazione della madre, era stata una scelta motivata sia dall'importanza di non sottrarre altri due esemplari dal nucleo di orsi trentini, sia dalla volontà di evitare loro un futuro in cattività, in quanto è cosa nota, in particolare ai tecnici e agli operatori del settore, che esemplari di orso bruno sottoposti a captivazione prolungata difficilmente possono essere reintrodotti nell'ambiente naturale a causa delle modificazioni comportamentali che la fase di cattività determina in questa specie.
  La scelta di lasciarli in libertà, seppure attentamente monitorati al fine di assicurare la tempestiva registrazione di eventuali comportamenti anomali o di condizioni di denutrizione e/o mancato benessere, è stato quindi frutto di una attenta valutazione di tutta la letteratura scientifica esistente sull'argomento, che ha trovato, peraltro, ampio supporto da parte dei numerosi esperti internazionali interpellati per l'occasione da ISPRA.
  Circa l'attuale condizione dei due cuccioli, valga ricordare che uno di essi era stato radiomarcato subito dopo la cattura della madre. Per diversi giorni i due cuccioli si sono mossi insieme in aree già precedentemente frequentate, allo stato attuale risulta che si siano separati, anche se i tecnici ipotizzano un nuovo ricongiungimento.
  A fine ottobre il cucciolo radiomarcato ha perso il dispositivo. Una valutazione svolta congiuntamente dalla Provincia Autonoma di Trento, ISPRA e il Corpo Forestale dello Stato, sentiti anche esperti internazionali, ha fatto ritenere opportuno non procedere ad una nuova cattura per apporre strumenti di radiomarcaggio. E ciò sulla base di una valutazione complessiva dei rischi derivanti dall'operazione, che ha tenuto conto della possibilità di comunque monitorare i cuccioli attraverso forme meno intensive – quali foto trappole, avvistamenti e altro – a fine di assicurare la tempestiva registrazione di eventuali comportamenti anomali o di condizioni di denutrizione, nonché in ragione dell'attuale stato di salute dei cuccioli, che attualmente pesano intorno ai 40 kg, che non fanno ritenere opportuni, in questa fase, ulteriori interventi diretti su di essi.
  Il monitoraggio continuativo dei due cuccioli sul campo, infatti, ha consentito di accertare che essi si muovono in modo indipendente e hanno adottato comportamenti confortanti: gli animali hanno dimostrato elusività nei confronti dell'uomo e delle sue attività, buona capacità di recuperare alimenti dall'ambiente naturale e utilizzano in modo completo l'areale a loro noto frequentando entrambi i versanti della Val Rendena.
  Il monitoraggio a regime viene condotto in maniera comunque intensiva (alcune ore al mattino e alcune ore la sera) avvalendosi del personale più esperto. Tutte le localizzazioni vengono trasferite in mappa per garantire un quadro completo ed aggiornato sugli spostamenti dei cuccioli.
  Era stato messo a disposizione degli orsetti un supporto alimentare solo nelle primissime fasi successive alla perdita della madre (4-5 giorni), nelle vicinanze del sito di cattura. Da quando i cuccioli hanno cominciato a spostarsi non è stato più necessario, né opportuno, fornire loro altro cibo. La dieta attuale è principalmente vegetale.
  Poiché i cuccioli si spostano lungo i percorsi insegnati dalla madre, per ridurre i rischi di investimento da parte di autoveicoli, è stata collocata della segnaletica stradale luminosa in corrispondenza di diversi tratti stradali posti sull'asse Tione-Madonna di Campiglio, noti per i numerosi attraversamenti di Daniza registrati negli anni passati.
  Inoltre, sono state all'uopo predisposte apposite linee guida per la gestione dei cuccioli di orso privi di madre, elaborate dal Servizio Foreste e Fauna anche con il concorso di alcuni tra i massimi esperti europei nella gestione dell'orso, che potranno rappresentare, in prospettiva, un documento di indirizzo gestionale utile anche per altri casi analoghi che dovessero presentarsi.
  In merito, infine, alla ventilata ipotesi di introdurre modifiche al «Piano d'Azione interregionale per la Conservazione dell'Orso Bruno sulle Alpi Centro-Orientali» (PACOBACE) occorre precisare che essa non nasce come iniziativa unilaterale della Provincia di Trento, ma come risultato di un gruppo di lavoro tecnico che ha coinvolto tutte le Istituzioni firmatarie del «Piano».
  Sul punto specifico, si ritiene di poter rinviare a quanto già relazionato nella risposta alla precedente interrogazione n. 5-03303 dell'On. Gagnarli.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

protezione degli animali

protezione dell'ambiente

diritto dell'ambiente