ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/03481

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 282 del 26/08/2014
Firmatari
Primo firmatario: CRIPPA DAVIDE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 26/08/2014


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 26/08/2014
Stato iter:
20/11/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 20/11/2014
Resoconto DE VINCENTI CLAUDIO VICE MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 20/11/2014
Resoconto CRIPPA DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 26/08/2014

DISCUSSIONE IL 20/11/2014

SVOLTO IL 20/11/2014

CONCLUSO IL 20/11/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-03481
presentato da
CRIPPA Davide
testo di
Martedì 26 agosto 2014, seduta n. 282

   CRIPPA. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
   secondo un comunicato stampa diramato il 29 luglio 2014, l'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) sarebbe entrata nel programma di ricerca sul gas da Scisto dell'Alleanza europea per la ricerca sull'energia (EERA);
   all'interno del testo, rilasciato dalla stessa ENEA tramite il proprio ufficio stampa, riporta come «Il contributo dell'ENEA riguarderà lo sviluppo di sistemi innovativi per le prospezioni geologiche e per le analisi di laboratorio necessarie a identificare e classificare le riserve di shale gas, oltre allo studio dell'impatto ambientale e delle emissioni di gas serra associate alle pratiche di esplorazione e produzione»;
   lo shale gas è il gas ottenuto dalla frantumazione delle rocce profonde grazie all'immissione di acqua ad alta pressione mista a sostanze chimiche (detto anche «fracking»);
   il «fracking», dopo essere stato vietato nello Stato di New York grazie ad una moratoria nel 2008 (così come fatto da Argentina e California), è stato recentemente messo in discussione anche in Germania;
   all'interno della strategia energetica nazionale (SEN) è chiaramente specificato che «[...] il Governo non intende perseguire lo sviluppo di progetti in aree sensibili in mare o in terraferma, ed in particolare quelli di shale gas»;
   il coinvolgimento di ENEA parrebbe, nonostante l'esclusione di interesse espressa nella strategia energetica nazionale, porre dei dubbi circa la reale attenzione che l'Italia stia ponendo nei confronti dell'estrazione di shale gas;
   numerose inchieste condotte in diversi Stati esteri da importanti organi di informazione hanno evidenziato i possibili rischi ambientali e sociosanitari legati alle operazioni di fracking;
   come riportato dall'articolo sulla versione online del Sole 24 Ore del 27 agosto 2013 «Ora ci si mettono anche gli scienziati lanciando l'allarme su una possibile correlazione tra estrazione di shale gas e terremoti. A dirlo è uno studio che sarà pubblicato sulla rivista «Hearth and planetary science letters». Secondo gli autori, la grande quantità di shale gas estratta nel sud del Texas dal giacimento dell'area denominata Eagle Ford Shale, sarebbe la causa di un'ondata di piccoli terremoti registrati nella zona»;
   nel caso italiano, come si può notare dalla «Mappa di pericolosità sismica del territorio nazionale» (ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3519 del 2006) aggiornata al luglio 2006, gran parte del territorio è interessato dal rischio sismico e si rischierebbe un potenziale aggravio della situazione considerando l'ingente iniezione di fluidi necessaria durante le operazioni fracking;
   l'11 aprile 2014 la rivista americana Science ha pubblicato un articolo intitolato «L'attività umana può aver innescato il disastroso terremoto italiano»;
   i terremoti a cui fa riferimento l'inchiesta sopracitata sono quelli di magnitudo 5.9 e 5.8 della scala Richter che hanno provocato, il 20 e il 29 maggio 2012, 47 vittime e danni valutati per oltre 13 miliardi di euro in Emilia Romagna;
   il 7 settembre 2012, la Commissione europea ha pubblicato alcuni studi sui combustibili fossili non convenzionali, (con particolare allo shale gas). Alcuni di questi studi analizzano il potenziale impatto climatico della produzione di gas di scisto e dei rischi potenziali che il «fracking» che possono presentarsi per la salute umana e per l'ambiente;
   lo studio sull'impatto climatico (Climate impact of potential shale gas production in the EU) arriva a dimostrare che l'estrazione di shale gas nell'Unione europea causerebbe maggiori emissioni di gas serra rispetto all'estrazione dei gas naturali convenzionali;
   l'analisi della Commissione europea sugli impatti ambientali (Environmental Aspects on Unconventional Fossil Fuels) dimostra inoltre che l'estrazione di shale gas in generale ha un impatto ambientale maggiore rispetto all'estrazione dei gas convenzionali. Vengono sottolineati tangibili rischi di contaminazione delle acque superficiali e sotterranee con una conseguente pesante diminuzione delle risorse idriche. Lo studio evidenzia anche le alte probabilità di inquinamento acustico e dell'aria oltre a un eccessivo consumo del suolo e disturbo alla biodiversità;
   in data 6 agosto 2014 è stata approvata presso la Commissione attività produttive la risoluzione n. 8-00074, primo firmatario Mariastella Bianchi, che impegna, tra l'altro, il Governo ad «assumere ogni iniziativa, anche normativa, volta a prevedere il divieto della tecnica della fratturazione idraulica, dando così seguito alla risoluzione 8-00012 approvata il 18 settembre 2013 dalla Commissione VIII della Camera, che ha impegnato il Governo a escludere proprio l'utilizzo della fratturazione idraulica nel territorio italiano» –:
   se i Ministri interrogati siano o meno a conoscenza dei fatti sopraelencati;
   se possano specificare tempi e costi del coinvolgimento di ENEA all'interno del joint programme sullo shale gas di EERA;
   se il coinvolgimento di ENEA nella ricerca sopraelencata possa essere considerato del tutto o in parte come una dichiarazione di interesse da parte del Governo italiano sullo shale gas nonostante le criticità e nonostante l'esclusione di interesse espresso nella strategia energetica nazionale;
   se i Ministri interrogati possano specificare i criteri di valutazione interni che hanno consentito ad ENEA di considerare il progetto meritevole e quali progetti di ricerca siano stati esclusi alla luce della scelta attuata. (5-03481)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 20 novembre 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-03481

  Con riferimento ai quesiti posti dall'interrogante, in particolare sul coinvolgimento dell'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) nel programma di ricerca sul gas di scisto dell'Alleanza Europea per la Ricerca sull'energia (EERA), si fa presente quanto segue.
  Il Joint Programme sullo shale gas di EERA intende «creare una piattaforma di ricerca sul potenziale, sull'impatto e sulla sicurezza delle attività di esplorazione e produzione di gas da scisto in Europa» e, considerando che il tema è sicuramente controverso a causa dell'impatto ambientale legato alle pratiche estrattive che richiedono il ricorso alla tecnica del fracking, lo studio intende fornire informazioni ed elementi utili per l'opinione pubblica e per le istituzioni nazionali ed europee chiamate a decidere sulle normative che regolano le attività produttive dello shale gas. Al progetto partecipano diversi partners, tra cui Università ed enti di ricerca, provenienti da 15 Stati membri dell'Unione Europea (Regno Unito, Danimarca, Francia, Germania, Belgio, Olanda, Polonia, Norvegia, Spagna, Portogallo, eccetera).
  Si evidenzia, inoltre, che in Italia non si ritiene possibile lo sfruttamento di «shale gas» a causa delle complesse caratteristiche geo-minerarie del territorio italiano e che, in base alle attuali conoscenze geologiche, non esistono sul territorio nazionale giacimenti di gas o olio da scisto di rilevanza commerciale.
  A conferma dell'indirizzo governativo in materia energetica, esplicitato nella SEN, si specifica infine che con l'articolo 38, comma 11-quater del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133 (cd «Sblocca Italia»), convertito con modificazioni dalla legge 11 novembre 2014, n. 164, è stata espressamente vietata «la ricerca e l'estrazione di shale gas e di shale oil e il rilascio dei relativi titoli minerari».
  Con gli ultimi atti normativi adottati il Governo italiano si è pertanto esposto in perfetta coerenza con quanto previsto dalla SEN.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

gas naturale

inquinamento stratosferico

politica energetica