ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/03310

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 270 del 23/07/2014
Firmatari
Primo firmatario: PILI MAURO
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 23/07/2014


Commissione assegnataria
Commissione: VII COMMISSIONE (CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO delegato in data 23/07/2014
Stato iter:
26/11/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 26/11/2014
Resoconto BARRACCIU FRANCESCA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (BENI, ATTIVITA' CULTURALI E TURISMO)
 
REPLICA 26/11/2014
Resoconto PILI MAURO MISTO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 23/07/2014

SOLLECITO IL 15/10/2014

DISCUSSIONE IL 26/11/2014

SVOLTO IL 26/11/2014

CONCLUSO IL 26/11/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-03310
presentato da
PILI Mauro
testo di
Mercoledì 23 luglio 2014, seduta n. 270

   PILI. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
   la galleria Royal Athena ha riproposto nei siti internet la vendita di cinque straordinari reperti archeologici, dal prenuragico al nuragico;
   vengono impunemente venduti a cifre tra i 37 mila e i 6.500 dollari, per complessivi 124 mila dollari con descrizioni di autenticità e datazione;
   di fatto tra Londra e New York si svende la civiltà nuragica senza che nessuno intervenga per contrastare e impedire questa gravissima lesione del patrimonio archeologico della Sardegna;
   si tratta di straordinarie statuette della più antica e segreta civiltà del Mediterraneo in vendita nelle gallerie internazionali senza che nessuno faccia niente per impedire questo traffico di reperti archeologici che potrebbero essere rubati all'antica storia della Sardegna;
   tutto questo è semplicemente inaccettabile;
   è inaccettabile che il Governo e il Ministero dei beni culturali si occupi di proporre trasferimenti dei Giganti di Monte Prama al Quirinale e nel contempo non faccia assolutamente niente per impedire che pezzi pregiati e straordinari della civiltà nuragica vengano svenduti in giro per il mondo;
   nessuno poteva sottrarre alla Sardegna quel patrimonio archeologico per venderlo sul mercato internazionale;
   è scandaloso che il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, nonostante segnalazioni simili siano state fatte anche in anni passati, non abbia fatto assolutamente niente per fermare questo traffico vergognoso e quasi certamente illegale del patrimonio della civiltà nuragica;
   tutto questo deve essere immediatamente fermato e perseguito anche penalmente;
   si tratta di collezioni private che hanno attinto assai probabilmente da tombaroli e mercanti dell'archeologia nuragica sarda;
   nella fattispecie si chiede di procedere all'immediato recupero dei seguenti reperti detenuti dalla Royal Athena Gallery di Londra e New York:
    a) GUERRIERO SARDO – indossa il casco cornuto, con arco sopra la spalla, indossa tunica. Definito raro. Proveniente da un ex collezione privata svizzera. Periodo nuragico, VIII secolo a.C – in vendita per 30.000 dollari;
    b) GUERRIERO SARDO – con elaborato copricapo. Parte del fiocco sulla spalla, faretra sulla schiena. Raro, collezione privata ex svizzera. Preistoria nuragica periodo, VIII secolo – in vendita per 25.000 dollari;
    c) CERVO IN BRONZO – REPERTO PREISTORICO – con lunghe corna. Molto raro. Ex collezione privata francese. Esposto: Picker Art Gallery, Colgate University 1985-1999. Sardegna, nono-ottavo secolo a.C. in vendita per 37.500 dollari;
    d) MONTONE NURAGICO – con grande testa allungata e il corpo cilindrico sulla piccola base. Raro. Preistoria Nuraghian periodo, Ca. VIII secolo a.C. – in vendita per 6.500 dollari;
    e) GUERRIERO SARDO IN PIEDI – Indossa un elmo cornuto e una corta tunica con scollo a V, con un colletto alto a strati, con un fremito appeso lungo la schiena, il suo arco sulla spalla sinistra, il suo lungo viso ovale con occhi e un lungo naso sottile fondendosi con le sopracciglia sporgenti. Ex collezione inglese; periodo nuragico, VIII-IX secolo a.C. – in vendita per 25.000 dollari –:
   se il Ministro sia a conoscenza di questa compravendita di beni archeologici provenienti dalla civiltà nuragica;
   se intenda intervenire e come per fermare questo furto alla storia e alla civiltà della Sardegna;
   se non intenda promuovere una più ampia ricognizione, d'intesa con gli altri organi dello Stato, al fine di rinvenire e riportare nella disponibilità della civiltà nuragica tutti i reperti illegalmente detenuti da privati o da gallerie;
   se non intenda proporre un adeguamento normativo per prevedere pene più severe per i mercanti di reperti archeologici e attivare il blocco totale con un più stretto controllo dell'esportazione illegale all'estero di questi straordinari reperti.
(5-03310)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 26 novembre 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione VII (Cultura)
5-03310

  Mi riferisco all'interrogazione con la quale l'Onorevole Pili chiede notizie in merito al traffico di materiale archeologico ed in particolare quali azioni il Ministero ponga in essere per la prevenzione e la persecuzione dei reati connessi al patrimonio culturale del Paese.
  Vorrei preliminarmente segnalare che presso il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo opera il Comando dei Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale.
  Il Comando, inserito funzionalmente nell'ambito del Ministero, quale Ufficio di diretta collaborazione del Ministro, svolge compiti concernenti la sicurezza e la salvaguardia del patrimonio culturale nazionale attraverso la prevenzione e la repressione delle violazioni alla legislazione di tutela dei beni culturali e paesaggistici.
  Il particolare settore di tutela è un comparto di specialità che è stato affidato in via prioritaria all'Arma con Decreto del Ministero dell'interno del 12 febbraio 1992, successivamente ribadito con Decreto del 28 aprile 2006 del medesimo Ministero, che, nel confermare il ruolo di preminenza dell'Arma nello specifico settore, ha attribuito al Comando tutela patrimonio culturale la funzione di polo di gravitazione informativa e di analisi a favore di tutte le Forze di Polizia.
  Sono state proprio le indagini dei Carabinieri che, nel mese di marzo 2012, hanno consentito di appurare la vendita di sei reperti di presunta natura archeologica, asseritamente di epoca nuragica, sul sito web www.royal-athena.com – Sezione Sardinian Iberian Catalog (sito internet della Royal Athena Gallery con sede a New York), che corrispondono a quelli indicati nell'interrogazione dell'onorevole Pili.
  I bronzi, come indicato nelle schede pubblicate su internet, provengono da collezioni private svizzere, francesi e inglesi ed alcuni di questi risultano essere presenti nelle stesse fin dai primi anni 80. Si tratta con grande probabilità di oggetti rinvenuti con scavi illeciti e quindi non se ne può conoscere l'esatta provenienza (pur essendo riferibili con certezza alla cultura nuragica) né la data di uscita (da presumere anch'essa illegale) dall'Italia.
  Il funzionario-archeologo della Soprintendenza per i beni archeologici di Sassari, interpellato per la circostanza, ha riferito che solo uno dei sei reperti di interesse archeologico, non era riconducibile alla produzione sarda e non era in grado di precisare la località esatta di provenienza per i restanti oggetti.
  Gli accertamenti eseguiti nella Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti, finalizzati a comprovare la commissione di illeciti in danno dei beni in questione, hanno dato esito negativo in quanto si tratta con grande probabilità di oggetti rinvenuti con scavi illeciti e quindi non se ne può conoscere l'esatta provenienza (pur essendo riferibili con certezza alla cultura nuragica) né la data di uscita illegale dall'Italia.
  Il 22 febbraio del 2013 la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari, interessata della vicenda, ritenendo non sussistere elementi di prova tali da consentire l'emissione di una richiesta di assistenza giudiziaria in materia penale, ha autorizzato ad intraprendere ogni iniziativa utile al fine di attivare l'eventuale esercizio di una azione di restituzione ai sensi dell'articolo 75 e seguenti del Codice dei beni culturali e del paesaggio. Sempre che ne sussistano i presupposti.
  Infatti le condizioni per la restituzione di beni culturali tra Paesi dell'Unione europea sono disposte dalla Direttiva 93/7, puntualmente recepita nel Codice, che disciplina la restituzione dei beni culturali usciti illecitamente dal territorio di uno Stato membro dopo il 31 dicembre 1992.
  Poiché, come sopra riferito, i beni potrebbero essere usciti in data ben anteriore e quindi non ricadrebbero nella previsione normativa, sono tuttora in corso contatti informali con la controparte, nota al Comando, per valutare la possibilità di una soluzione extragiudiziale della questione.
  Soluzione questa sempre più utilizzata da questo Ministero stante la attuale difficoltà di procedere al recupero dei beni culturali sulla base della Direttiva ora in vigore e che è in via di rifusione da parte della Direttiva 2014160, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale europea proprio alla vigilia del Semestre di Presidenza italiana e che entrerà in vigore dal 19 dicembre 2015.
  Proprio a tale proposito mi preme rammentare che l'Italia, con i propri delegati nell'apposito Comitato previsto dalla stessa Direttiva e con un attento lavoro nel Parlamento europeo e nel Consiglio ha contribuito in modo determinante alle modifiche che renderanno la nuova Direttiva uno strumento di ben più agevole e fattivo utilizzo proprio nei casi di recupero di beni provenienti da scavi clandestini.
  Con riguardo all'attività di recupero dei beni illecitamente esportati vorrei inoltre riferire che il Ministro Franceschini ha inteso ricostituire, con provvedimento del 12 settembre scorso, il Comitato per il recupero e la restituzione dei beni culturali, presieduto dal Segretario generale, con il compito di coordinare le diverse attività svolte dai competenti Uffici del Ministero per l'esercizio dell'azione di restituzione, e la cui composizione vede la presenza del Comando Carabinieri tutela patrimonio culturale, dell'Avvocatura dello Stato, del Consigliere diplomatico del Ministro e del Capo dell'ufficio legislativo oltre ad altri esperti.
  Per quanto riguarda il richiesto adeguamento normativo per prevedere pene più severe vorrei precisare che il Ministero sta elaborando un testo di disegno di legge con il quale si delega il Governo a riformare la disciplina sanzionatoria in materia di reati contro il patrimonio culturale.
  Il testo riprende, in buona sostanza, alcuni disegni di legge e proposte di legge sia di iniziativa governativa che parlamentare che, a causa della fine delle precedenti legislature, non sono riusciti a giungere a conclusione dell’iter di approvazione.
  In particolare, l'intervento normativo è finalizzato ad apportare modifiche ed integrazioni al codice penale e alle disposizioni dei capi I e II del titolo II della parte quarta codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42.
  L'intento è quello di conferire organicità alla disciplina penale concernente i reati aventi ad oggetto i beni culturali e i beni paesaggistici; inasprire il trattamento sanzionatorio previsto per alcune figure di reato; introdurre ipotesi di nuove incriminazioni; consentire agli ufficiali e agli agenti di polizia giudiziaria appartenenti al reparto specializzato dell'Arma dei Carabinieri, che ho sopra richiamato, di svolgere particolari operazioni per il contrasto dei reati contro il patrimonio culturale.
  Il testo è stato elaborato di concerto con il Ministero della giustizia e con il contributo dei Ministeri della difesa e dell'interno con le quali si sono tenute riunioni di coordinamento.
  In particolare, con il Ministero della difesa si sta pervenendo alla definizione di un testo condiviso da sottoporre quanto prima all'esame del preconsiglio, ai fini dell'iscrizione all'ordine del giorno di una delle prossime riunioni del Consiglio dei ministri.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

Sardegna

archeologia

sito storico

frode doganale

opera d'arte

patrimonio culturale

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