ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/03252

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 266 del 17/07/2014
Firmatari
Primo firmatario: COLONNESE VEGA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 17/07/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GRILLO GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 17/07/2014
DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 17/07/2014
DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 17/07/2014
TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE 17/07/2014
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 17/07/2014
SEGONI SAMUELE MOVIMENTO 5 STELLE 17/07/2014
SPESSOTTO ARIANNA MOVIMENTO 5 STELLE 17/07/2014
FANTINATI MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 17/07/2014
BENEDETTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 17/07/2014
D'INCA' FEDERICO MOVIMENTO 5 STELLE 17/07/2014
CARINELLI PAOLA MOVIMENTO 5 STELLE 17/07/2014
BRUGNEROTTO MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 17/07/2014
PESCO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 17/07/2014
CASO VINCENZO MOVIMENTO 5 STELLE 17/07/2014
NESCI DALILA MOVIMENTO 5 STELLE 17/07/2014


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 17/07/2014
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 17/07/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-03252
presentato da
COLONNESE Vega
testo di
Giovedì 17 luglio 2014, seduta n. 266

   COLONNESE, GRILLO, DE ROSA, DAGA, TERZONI, ZOLEZZI, SEGONI, SPESSOTTO, FANTINATI, BENEDETTI, D'INCÀ, CARINELLI, BRUGNEROTTO, PESCO, CASO e NESCI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che –:
   tutti i Governi che si sono succeduti in Italia negli ultimi anni hanno rassicurato che la riduzione delle procedure d'infrazione pendenti nei confronti del nostro Paese sarebbe stato un obiettivo prioritario, ma nessun Governo è riuscito in tale intento perché l'Italia continua a collocarsi in ultima posizione fra gli Stati membri per gli adempimenti al diritto dell'Unione europea, caratterizzandosi come il Paese con il numero più alto di procedure di infrazioni;
   l'inchiesta condotta dalla procura di Venezia in merito alla realizzazione del MOSE, ha portato alla luce un nuovo rischio per il Belpaese: la riapertura alla procedura d'infrazione 2003/4762. Le autorità italiane non avevano seguito correttamente le normative dell'Unione europea sulla protezione della natura violando la direttiva habitat (92/43/CEE) e la direttiva uccelli (2009/1477CE), pertanto la Commissione europea aveva inviato alle autorità italiane due lettere di diffida, rispettivamente nel dicembre 2005 e nel luglio 2007. Nel 2009, dopo lunghi-scambi con la Commissione, le autorità italiane si impegnavano ad attuare una serie di misure per contenere l'impatto sulle aree protette. L'accordo di programma tra Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, magistrato alle acque di Venezia, Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e ISPRA si prefigurava come l'impegno dell'Italia di ottemperare agli obblighi europei. Le condizioni che decretarono nel 2009 le chiusura della procedure furono: la sospensione di alcune opere in determinati periodi dell'anno per non perturbare eccessivamente gli uccelli che popolano la laguna; il controllo dei lavori da parte di organismi indipendenti e la creazione di un sito web aperto al pubblico attraverso il quale fornire informazioni sui lavori in corso e sugli esiti del monitoraggio ambientale: la designazione di altre zone nella laguna quali siti d'importanza comunitaria (SIC) protetti nell'ambito della direttiva habitat;
   con nota ENV (2008) 13085 del 15 luglio 2008 la Commissione europea aveva richiesto, relativamente al progetto MOSE, che «le attività connesse al monitoraggio siano sotto la responsabilità di un ente indipendente da quello coinvolto direttamente o indirettamente nell'esecuzione dei lavori». Quindi, l'istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) era stato indicato nel 2008 dall'Unione europea come organo imparziale di controllo per il monitoraggio dei lavori in capo alle dighe della laguna;
   nel 2009 l'accordo fra Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Magistrato delle acque di Venezia e ISPRA fu prorogato fino al 31 dicembre 2012;
   nel 2013 la regione Veneto riusciva ad estromettere l'ISPRA dai controlli ambientali mediante la sottoscrizione di un nuovo accordo di programma con Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, subentrando nei monitoraggi delle attività connesse al MOSE in virtù delle funzioni ad essa attribuite dal decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997 in questo modo venivano aggirati di fatto i vincoli imposti dall'Unione europea;
   a seguito di ciò e con la presentazione dell'interrogazione parlamentare al Parlamento europeo E-009581-13, è in atto una valutazione della Commissione europea in merito al requisito di indipendenza dell'organo di controllo, estromissione dell'ISPRA, che era stata associata al monitoraggio, potrebbe essere considerata come violazione di tale condizione e quindi di fatto si riaprirebbe immediatamente la procedura nei confronti dell'Italia, procedendo, data la evidenza e la gravità della violazione stessa, nelle fasi successive (parere motivato e ricorso alla Corte) ove il nostro Paese non ottemperi –:
   quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere al fine di garantire la piena attuazione delle misure di mitigazione e di compensazione del progetto che sono state concordate, evitando la riapertura della procedura d'infrazione 2003/4762 a carico dello Stato italiano.
(5-03252)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

riserva naturale

protezione dell'ambiente

inchiesta giudiziaria

protezione della fauna

protezione della flora

specie protetta