ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/03199

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 260 del 09/07/2014
Firmatari
Primo firmatario: RUBINATO SIMONETTA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 09/07/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MORETTO SARA PARTITO DEMOCRATICO 09/07/2014
DE MENECH ROGER PARTITO DEMOCRATICO 09/07/2014
CASELLATO FLORIANA PARTITO DEMOCRATICO 09/07/2014
ROTTA ALESSIA PARTITO DEMOCRATICO 09/07/2014


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 09/07/2014
Stato iter:
21/01/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 21/01/2016
Resoconto DEL BASSO DE CARO UMBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INFRASTRUTTURE E TRASPORTI)
 
REPLICA 21/01/2016
Resoconto RUBINATO SIMONETTA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 09/07/2014

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 25/09/2014

DISCUSSIONE IL 21/01/2016

SVOLTO IL 21/01/2016

CONCLUSO IL 21/01/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-03199
presentato da
RUBINATO Simonetta
testo di
Mercoledì 9 luglio 2014, seduta n. 260

   RUBINATO, MORETTO, DE MENECH, CASELLATO e ROTTA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti . — Per sapere – premesso che:
   dal 1o gennaio 2014 si sono registrati forti rincari dei pedaggi autostradali, con un incremento medio delle tariffe del 3,9 per cento;
   gli aumenti risultano ben superiori al tasso di inflazione, pari al 1,3 per cento in media nel 2013, uno dei valori più bassi degli ultimi anni, mentre il traffico autostradale è in netto calo negli ultimi sei anni;
   l'aumento dei pedaggi si aggiunge a rincari dell'ordine del 16,7 per cento già occorsi nell'ultimo quinquennio, contestualmente alla grave crisi economica e all'aggravio della pressione fiscale, con un andamento prociclico delle tasse, delle tariffe e dei prezzi amministrati;
   secondo le stime di Adusbef e Federconsumatori l'aumento dei pedaggi determina – e direttamente e indirettamente – un aggravio di 87 euro all'anno a famiglia; ancora più grave l'impatto dell'aumento dei pedaggi e quindi dei prezzi di trasporto sul sistema produttivo, dei servizi e sulla competitività dell'intero paese;
   l'incremento dei pedaggi, insieme all'aumento del gasolio e del costo di produzione dei servizi connessi al trasporto delle merci – come le assicurazioni –, ha infatti pesanti ricadute sul costo del trasporto delle merci; in Italia – ad oggi – il costo su strada delle merci, ben superiore alla soglia di 1,5 euro a chilometro, è il più alto d'Europa; le conseguenze di tali aumenti sono amplificate dalle modalità di trasporto delle merci – in Italia essenzialmente su gomma –, dalla distanza tra i mercati di sbocco e di approvvigionamento e tra i luoghi di produzione e i mercati, dall'elevata perifericità dei sistemi locali; è pesante l'aggravio di costi anche per i pendolari, già penalizzati dalla grave inefficienza di collegamenti modali – come le ferrovie – alternativi alla mobilità su gomma;
   il problema dell'aumento dei pedaggi dipende anche da un complesso di norme introdotte nel 2009 in sede di conversione del decreto legge n. 78 del 2009 che ha gravato i pedaggi di una serie di tasse «occulte» per finanziare l'Anas e per sovvenzionare le autostrade gratuite italiane (come Gra di Roma, Salerno-Reggio Calabria (A3), Palermo-Catania (A19) e Palermo-Mazara del Vallo (A29); il canone dovuto dai concessionari all'Anas è stato così aumentato incorporandovi un sovrapprezzo sui pedaggi. Tale sovrapprezzo è calcolato sulla percorrenza chilometrica di ogni veicolo, pari a 3 millesimi di euro a chilometro per i mezzi leggeri e a 9 millesimi di euro a chilometro per i veicoli pesanti. Ulteriori aumenti del canone annuo sono stati decisi nel 2010 e nel 2011, rispettivamente per 1 e 2 millesimi di euro sui mezzi leggeri e 3 e 6 millesimi per quelli pesanti per cui oggi il canone Anas vale complessivamente circa il 2,5 per cento del pedaggio, risorse queste destinate alla manutenzione ordinaria e straordinaria, all'adeguamento e al miglioramento delle strade e delle autostrade gestite direttamente da Anas;
   appare pertanto urgente e necessario definire un sistema di adeguamento delle tariffe autostradali vincolato agli investimenti effettivamente realizzati dai concessionari per ogni singola arteria e non dirottare una quota dei pedaggi delle autostrade a pagamento verso quelle senza pedaggio; è inoltre essenziale rendere trasparenti i meccanismi di adeguamento delle tariffe e i rapporti contrattuali stipulati in passato tra lo Stato e le concessionarie, che gestiscono in regime di monopolio infrastrutture essenziali per il nostro Paese quali sono le autostrade; è altresì urgente garantire più stringenti controlli di gestione, in particolare per evitare ingiustificati aumenti tariffari;
   i pendolari della tratta Venezia-Padova in transito dalla barriera di Mestre a Padova est (o viceversa) fino al 1o gennaio 2014 avevano una percorrenza gratuita fino a Mirano; per il percorso da Mestre a Padova Est dovevano corrispondere un pedaggio pari a 3,20 euro; Mirano è una località che si trova circa a metà della tratta: uscendo a Mirano e rientrando subito la tratta costava 80 centesimi, con un risparmio di quasi 5 euro al giorno per il percorso di andata e ritorno; si determinavano così quotidiani intasamenti e congestioni nel tratto autostradale del cosiddetto «tornello di Vetrego», ovvero quella rotonda a metà strada che i pendolari della tratta Venezia Padova percorrevano quotidianamente – anche più volte al giorno – per ridurre l'incidenza del pedaggio sul costo complessivo del percorso;
   a decorrere dal 1o gennaio 2014, con l'aumento dei pedaggi, le società concessionarie hanno scelto di uniformare il costo delle due tratte: il pedaggio di 3,20 euro – relativo alla prima tratta – è stato ridotto a 2,80 euro, mentre il pedaggio relativo alla seconda – che costava 80 centesimi grazie al «tornello di Vetrego» – ha registrato un aumento record passando da 80 centesimi a 2,80 euro, con un incremento superiore al 250 per cento;
   per contenere gli effetti del rincaro, la società CAV (Concessioni autostradali venete) ha proposto un abbonamento per il percorso Padova est – Mirano/Dolo e viceversa, riservato ai residenti nei Comuni di Mirano, Dolo, Mira, Spinea e Pianiga, che effettuino almeno 20 transiti in un mese (dal 1o al 31o giorno del mese) e abbiano sottoscritto un contratto Telepass Family; in sostanza, la concessionaria, «al raggiungimento del numero minimo di 20 transiti/mese» offre un abbonamento che consente una riduzione del pedaggio pari al 40 per cento; «il mancato raggiungimento del numero minimo di transiti/mese (20)» determina invece «la non applicazione dell'agevolazione»;
   tale agevolazione – poco conveniente anche perché condizionata da un numero minimo di transiti – è del tutto spiazzata da un percorso alternativo che, passando per Spinea, consente di imboccare il passante e raggiungere Dolo al costo di pedaggio di 1,60 euro;
   il pedaggio viene applicato in modo irrazionale anche in altre tratte autostradali della regione Veneto: per i pendolari tra il casello di Venezia est e quello di Vicenza est la distanza è di 47 chilometri effettivi; ai fini del calcolo del pedaggio sulla medesima tratta le società concessionarie considerano però anche gli svincoli per accedere ai caselli; un percorso di 47 chilometri risulta così superiore ai 50 chilometri richiesti – come limite massimo – per poter beneficiare di agevolazioni e di abbonamenti; considerando che l'unico modo per rientrare nel limite massimo agevolabile dei 50 chilometri è quello di uscire a Grisignano, si ripropone anche per tale tratta il problema della congestione da traffico e dei possibili intasamenti dei pendolari che cercano di rientrare nel limite dei 50 chilometri di percorrenza;
   anche il limite massimo di percorrenza di 50 chilometri per la concessione di agevolazioni appare agli interroganti essere troppo contenuto ed irrazionale e dovrebbe pertanto essere superato, portandolo almeno a 100 chilometri, sia pure stabilendo fasce di sconto progressive, nei casi di pendolarismo giornaliero per ragioni di lavoro o studio o per sottoporre/assistere un familiare a cure che richiedono lo spostamento in centri specialistici fuori della propria provincia;
   gli sconti e le agevolazioni si applicano al dispositivo «telepass» intestato a persona fisica; in tal modo risultano penalizzati i pendolari che utilizzano il cosiddetto «car pooling», un sistema di mobilità sostenibile che anche Autostrade per l'Italia nel 2009 ha incentivato sulle autostrade A8 e A9 con riduzioni del pedaggio autostradale;
   il «car-pooling», che prevede l'utilizzo di un'auto diversa ogni giorno a rotazione è, inoltre, di fatto escluso da qualsiasi riduzione di pedaggio perché questo si applica solo dopo 2 mesi di «regime pendolare»; ad un singolo telepass non si possono associare più di 2 targhe; ad una targa non può essere associato più di un telepass;
   gli utenti «telepass» segnalano che in molti casi – nelle singole tratte in gestione a due diverse concessionarie autostradali – non risulta applicabile nemmeno lo sconto del 10 per cento «Telepass family» per non meglio specificati «motivi tecnici»;
   le agevolazioni sui pedaggi risultano di fatto applicabili solo ai pendolari che utilizzano da soli la propria auto per tratte particolarmente brevi, escludendo forme di uso promiscuo dell'auto – come il car pooling – che dovrebbero essere invece incentivate come mobilità sostenibile;
   l'aumento dei pedaggi combinato con i continui rincari delle accise sui carburanti determina una netta riduzione dei consumi delle famiglie per viaggi e vacanze e un calo rilevante anche dell'erogato medio dei gestori delle pompe di benzina sulle autostrade, con una riduzione anche del gettito relativo ad accise e al prelievo sul fatturato dei distributori di carburante;
   i gestori della rete autostradale sembrano essere troppi in rapporto all'estensione della stessa (per fare un esempio in Veneto operano per poco più trecento chilometri di rete autostradale cinque concessionari: la Brescia-Padova, l'Auto strada del Brennero, la Cav regionale, Autovie venete, Autostrade per l'Italia); inoltre ciascun gestore tiene insieme una catena di partecipazioni incrociate che spesso ripropongono sovrapposizioni e piccole partecipazioni legate a società strumentali minori, con conseguente inefficienza delle gestioni stesse, scaricandosi sugli utenti le relative diseconomie;
   la massiccia presenza degli enti pubblici (regione, province e comuni) nelle società concessionarie finisce con l'escludere il ricorso a gare pubbliche per l'affidamento delle gestioni e ha, come conseguenza quella di chiudere il mercato ai soggetti privati e di generare sprechi, inefficienze se non addirittura clientele, a danno degli utenti –:
   quali urgenti iniziative intenda assumere:
    a) per rendere trasparenti all'utenza i meccanismi di adeguamento delle tariffe autostradali e vincolarli agli investimenti effettivamente realizzati su ogni singola arteria;
    b) per far si che le società concessionarie, anche tramite adeguamento delle relative concessioni, applichino ai pendolari: sconti e agevolazioni, anche progressivi, almeno entro i 100 chilometri di percorrenza per le situazioni di pendolarismo giornaliero per lavoro, studio o per cure sanitarie specialistiche; abbonamenti e sconti di ammontare prefissato su qualsiasi tratta soggetta a pedaggiamento; analoghi sconti ed agevolazioni anche nelle giornate di sabato e domenica, per evitare di considerare in modo diverso i pendolari che lavorano nei giorni feriali da quelli che sono impegnati a lavorare anche nel fine settimana;
    c) per procedere al riordino e alla razionalizzazione delle concessioni autostradali, a partire dagli ambiti regionali, e per garantire la giusta distinzione tra amministrazioni pubbliche concedenti, che devono fare la programmazione e le gare, nonché esercitare il controllo, e società concessionarie, che si devono occupare della gestione diretta, al fine di conseguire la riduzione delle tariffe a carico degli utenti. (5-03199)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 21 gennaio 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione VIII (Ambiente)
5-03199

  In merito alla trasparenza dei meccanismi di adeguamento delle tariffe autostradali e il legame degli stessi con gli investimenti effettivamente realizzati dalle società concessionarie, informo che i criteri per il calcolo dei pedaggi per la rete autostradale italiana sono stabiliti dalla specifica normativa di settore (leggi dello Stato e delibere CIPE), recepita nelle convenzioni di concessione stipulate fra le società concessionarie autostradali e il concedente. Per ogni società concessionaria, con periodicità annuale sono riconosciuti, con decreto interministeriale, specifici incrementi tariffari secondo quanto stabilito dal corrispondente contratto di concessione che recepisce la suddetta normativa. Tale adeguamento annuale non avviene, dunque, in maniera discrezionale ma secondo specifiche procedure e in trasparenza.
  Inoltre, le formule tariffarie previste dalla normativa di ultima emanazione stabiliscono già una corrispondenza tra il pedaggio e gli investimenti effettivamente realizzati dalle società concessionarie. In particolare, le procedure istruttorie attuate dai competenti uffici del MIT per la proposta di aumento tariffario includono:
   verifiche tecniche (stato d'avanzamento delle opere, accertamento degli investimenti eseguiti ed esclusione della remunerazione di quelli non assentiti in concessione, confronto della spesa sostenuta con quella risultante dai progetti approvati, rilevazione stato di qualità);
   verifiche economiche (sulle spese dichiarate per singolo documento di spesa, sull'inerenza della spesa agli interventi indicati, di congruità della spesa per investimenti, sulla correttezza dei conteggi, reiterazione dei conteggi sulla base dei costi ammessi);
   verifiche amministrative (completezza della documentazione presentata, sussistenza di contestazioni di inadempimento).

  Inoltre, ricordo che l'adeguamento tariffario per l'anno 2015 è stato contenuto, secondo specifica direttiva del MIT, nell'1,5 per cento per tutti i concessionari e che per il 2016 si è registrato un aumento medio pari allo 0,86 per cento, con aumenti superiori previsti solo per le società che hanno sostenuto investimenti, rimanendo invece invariati per le società interessate dall'aggiornamento periodico dei Piani Economico-Finanziari, per le quali ogni variazione è stata posticipata alla data di approvazione dei suddetti atti, al fine di escludere ripetuti e molteplici incrementi in corso d'anno.
  In merito al quesito concernente le agevolazioni per i pendolari, rammento che è stata attuata la sperimentazione di modulazione tariffaria regolata dal Protocollo d'intesa con l'AISCAT (Associazione Italiana delle Concessionarie Autostradali e Trafori) che ha regolato, a partire dal febbraio 2014 e sino al 31 dicembre 2015, l'agevolazione tariffaria per i pendolari pari al 20 per cento. Lo sconto è stato applicato a chi in un mese ha fatto venti volte il percorso di andata e ritorno (40 tratte) su un tragitto definito da casello a casello per una tratta massima di 50 km (50 andata e 50 ritorno). Lo sconto scendeva progressivamente dal 20 al 10 per cento al diminuire dei viaggi, sino alla soglia minima di dieci viaggi di andata e ritorno (20 tratte), sotto la quale è difficile essere definiti pendolari. Ad oggi, terminato il periodo di sperimentazione previsto e considerati i vantaggi percepiti dall'utenza, è in via di definizione da parte del MIT con le Società concessionarie autostradali la continuazione delle agevolazioni con la proroga del predetto Protocollo.
  Al riguardo, pur condividendo le necessità di valutare iniziative di agevolazione tariffaria, occorre evidenziare che il pedaggio autostradale è una componente fondamentale del rapporto concessorio e che lo stesso, unitamente ad altre risorse, è necessario per realizzare i programmi di manutenzione ordinaria e straordinaria che, come è noto, sono alla base del livello di servizio e sicurezza da garantire a tutti gli utenti dell'infrastruttura anche grazie alle risorse richieste all'utenza stessa che, quindi, allo stato, sono da ritenersi necessarie.
  Infine, quanto al regime delle concessioni autostradali, lo stesso è regolato da un corpo normativo costituito da norme di legge, decreti, delibere del CIPE, oltre che, ovviamente, dalle clausole convenzionali relative ai singoli rapporti concessori. A ciò si aggiunge l'obbligo per il Governo italiano di attenersi alle norme e ai principi comunitari.
  Secondo quanto stabilito dalla Commissione europea, infatti, anche nel settore autostradale è necessario operare tramite procedure pubbliche di gara che garantiscano imparzialità, trasparenza e parità di trattamento tra tutti gli operatori eventualmente interessati. In particolare, la normativa europea prevede che alla scadenza di una concessione da parte dell'Amministrazione, non è possibile che la stessa sia prorogata automaticamente in favore dell'affidatario uscente, poiché, in tal caso, verrebbe aggirato l'obbligo di affidare la medesima concessione per pubblica gara.
  Difatti, il MIT persegue quale linea generale quella delle gare pubbliche a libero mercato, per efficientare la spesa, aumentando gli investimenti, l'efficienza dei servizi e garantendo la sicurezza autostradale. Si è così proceduto ad espletare gare pubbliche, in via di perfezionamento, per l'affidamento di due concessioni scadute relative all'autostrada A3 Napoli- Pompei-Salerno e all'A21 Cremona-Piacenza-Brescia-Fiorenzuola d'Arda, mentre per le concessioni già assentite alle società Autostrada del Brennero e Autovie Venete, riscontrate le condizioni necessarie, sono stati sottoscritti, proprio il 14 gennaio scorso, Protocolli d'intesa per l'applicazione del modello di gestione di cui all'articolo 17 della direttiva 2014/23/UE. Tali Protocolli definiscono i termini per il passaggio della concessione delle tratte autostradali attualmente affidate alle suddette società a due società interamente pubbliche, prevedendo l'obbligo per il futuro concessionario di predisporre i benefici delle tariffe a vantaggio dei cittadini tramite gli investimenti pubblici.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

pedaggio

tariffazione delle infrastrutture

Veneto

tariffa stradale

trasporto stradale

prezzo di trasporto

moneta elettronica

concessionario