ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/03074

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 251 del 24/06/2014
Firmatari
Primo firmatario: ZACCAGNINI ADRIANO
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 24/06/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SCHULLIAN MANFRED MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE 24/06/2014
CATALANO IVAN MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 24/06/2014


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 24/06/2014
Stato iter:
25/06/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 25/06/2014
Resoconto ZACCAGNINI ADRIANO MISTO
 
RISPOSTA GOVERNO 25/06/2014
Resoconto OLIVERO ANDREA VICE MINISTRO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
REPLICA 25/06/2014
Resoconto ZACCAGNINI ADRIANO MISTO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 25/06/2014

SVOLTO IL 25/06/2014

CONCLUSO IL 25/06/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-03074
presentato da
ZACCAGNINI Adriano
testo di
Martedì 24 giugno 2014, seduta n. 251

   ZACCAGNINI, SCHULLIAN e CATALANO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali . — Per sapere – premesso che:
   nell'ambito dell'Unione europea, il dibattito politico riguardante la discussione da parte dei rappresentanti degli Stati membri del dossier sulla coltivazione degli organismi geneticamente modificati (OGM), originariamente prevista per il 23 maggio, è stata spostata a fine maggio, subito dopo le elezioni del Parlamento europeo. Da quella discussione, in data 2 giugno 2014, Tonio Borg, Commissario europeo alla sicurezza alimentare, ha dichiarato di attendere la data della seduta del Consiglio dei ministri dell'Unione, dove sarebbe stato previsto il raggiungimento di un accordo politico comune per quanto concerne il testo di compromesso della «proposta sulla coltivazione» degli OGM su suolo europeo (proposta di regolamento COM (2010) 375 di modifica della direttiva 2001/18/CE per quanto concerne la possibilità per gli Stati membri di limitare o vietare la coltivazione di OGM sul loro territorio), elaborata dalla presidenza greca;
   il Consiglio ambiente del 12 giugno 2014 ha approvato a larga maggioranza, con le sole astensioni di Belgio e Lussemburgo la proposta di compromesso della presidenza greca sulla richiamata proposta di regolamento COM (2010) 375;
   l’iter presso le istituzioni proseguirà, nel semestre di presidenza italiana del Consiglio dell'Unione europea, per la definizione dell'accordo in seconda lettura con il Parlamento europeo;
   il nuovo articolo 26-ter che la proposta intende inserire nella direttiva 2001/18/CEE prevede che gli Stati membri possono adottare misure nazionali volte a limitare o vietare la coltivazione di tutti o di taluni OGM in tutto il territorio o in parte di esso, senza utilizzare la clausola di salvaguardia e dunque per motivi diversi da quelli già previsti dalle norme europee;
   il nuovo articolo 26-ter consente agli Stati membri un diritto di libertà di scelta esclusivamente per quel che riguarda la coltivazione degli OGM, ma non incide sulla messa in commercio e sull'importazione delle sementi geneticamente modificati; inoltre, le misure nazionali dovranno essere assunte per motivi diversi da quelli già previsti dalle norme europee, legati alla valutazione degli effetti negativi sulla salute e sull'ambiente che potrebbero derivare dall'emissione deliberata o dall'immissione in commercio di OGM e deciderà la Commissione su parere dell'EFSA;
   il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali Martina ha recentemente dichiarato che l'Italia è un paese che non ha bisogno di OGM: «io sono convinto che il modello agricolo italiano non abbia bisogno di OGM: l'investimento sulla qualità ci consente di rafforzare un modello agricolo che evita di utilizzarli», ha ricordato il Ministro delle politiche agricole che ha aggiunto: «su questo tema c’è un dibattito molto complicato in sede europea; noi dobbiamo consentire alla ricerca pubblica di svilupparsi anche in campo agroalimentare, senza permettere alle multinazionali di strafare»;
   nell'ambito del dibattito europeo in materia di OGM, proprio nei giorni precedenti il Consiglio del 12 giugno, vi è stato il caso della soia OGM; infatti nel corso della riunione del 23 maggio 2014 della sezione alimenti e mangimi geneticamente modificati del Comitato permanente sulla catena alimentare e la salute degli animali (SCOFCAH), gli Stati membri non hanno raggiunto la maggioranza qualificata a favore o contro relativamente alle proposte volte ad autorizzare (per l'importazione di alimenti e mangimi, ma non per la coltivazione, tre varietà di soia geneticamente modificata: soia GM 305423 (DuPontPioneer); soia MON87705 (Monsanto) e soia GM BPS-CV127-9 (Basf)). Fra i paesi che si sono astenuti dal voto risulta esserci l'Italia. A livello procedurale si ricorda che sulla base del regolamento (CE) 182/2001, a seguito del mancato raggiungimento della maggioranza richiesta per adottare o respingere le summenzionate proposte, il Comitato d'appello è chiamato a esaminare le proposte ed esprimersi a maggioranza qualificata. La riunione del Comitato d'appello era stata convocata per il 10 giugno, data in cui la questione è stata esaminata dallo stesso Comitato, ma, poiché non è stata raggiunta la maggioranza qualificata, il dossier è tornato nelle mani della Commissione europea. Al momento si aspettano ulteriori sviluppi;
   l'indirizzo dato dal Consiglio del 12 giugno, dove è stata approvata la proposta di compromesso della Presidenza greca sulla facoltà dei singoli Stati membri di vietare o coltivare OGM sul proprio territorio, parte da presupposti ideologici errati e, invece di puntare su un ragionamento in termini europei, lasciando ai singoli Stati membri la scelta, rischia di creare non solo disparità a livello di competitività economica, ma in base al Trattato di libero scambio delle merci, tutelare di fatto quei Paesi che, pur optando per il non utilizzo nelle coltivazioni degli OGM, si ritroveranno ad essere contaminati a causa di scelte differenti compiute da altri Stati membri. L'impostazione basata sulla rinazionalizzazione e su una scelta europea unica, limita dunque le scelte di Stati dell'Unione che puntano ad un prodotto OGM free;
   il nuovo articolo 26-ter consente agli Stati membri un diritto di libertà di scelta esclusivamente per quel che riguarda la coltivazione degli OGM, ma non incide sulla messa in commercio e sull'importazione delle sementi OGM. Appare pertanto opportuno chiarire la posizione del nostro Paese e chiarire perché l'Italia non ha votato contrariamente, anche alla luce delle dichiarazioni del Ministro Martina su un’«Italia libera da OGM», circa le procedure di autorizzazione di OGM, con specifico riferimento al caso delle tre varietà di soia geneticamente modificate: soia GM 305423 (DuPontPioneer); soia MON87705 (Monsanto) e soia GM BPS-CV127-9 (Basf), quando, nella riunione del 23 maggio scorso della Sezione alimenti e mangimi geneticamente modificati del Comitato permanente sulla catena alimentare e la salute degli animali (SCOFCAH), l'Italia risulta essere tra i paesi che si sono astenuti dal voto;
   in base al proposto articolo 26-ter si potrà esercitare il divieto solo se lo Stato è in grado di dimostrare che esistono motivi di impedimento diversi, da quelli ambientali e relativi alla salute, sui quali, invece, continuerà ad esprimersi soltanto la Commissione, su parere dell'EFSA –:
   quali siano gli orientamenti del Governo in merito alle questioni indicate in premessa e, in particolare, quale sia stata la motivazione che ha indotto il Governo, nella citata riunione dello SCOFCAH ad astenersi nella votazione per l'autorizzazione delle tre varietà di soia OGM per la mangimistica, vista anche la posizione del Ministro per una filiera foraggera OGM free, e quale sia stata la motivazione che ha portato l'Italia ad aderire alla proposta di rinazionalizzazione invece che ad una proposta di Europa libera da OGM, posto che tale rinazionalizzazione comporterà l'impossibilità di dimostrare la nocività degli stessi per motivi sanitari e ambientali. (5-03074)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 25 giugno 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione XIII (Agricoltura)
5-03074

  In merito a quanto rappresentato dagli Onorevoli interroganti, riferisco che circa la posizione di astensione assunta dall'Italia (Ministero della salute) nel corso delle votazioni svoltesi al Comitato permanente del 23 maggio u.s. e al Comitato d'appello del 10 giugno u.s., per i prodotti oggetto delle decisioni (soia 305423, soia MON 87705 e soia EPS – CV127 – 9) l'EFSA ha espresso un parere positivo ritenendoli sicuri come la controparte convenzionale per gli usi previsti che escludono la coltivazione.
  Tuttavia, pur considerando il parere positivo dell'EFSA e non riscontrando problemi sanitari circa tali prodotti, l'Italia ha sempre espresso, in generale, una posizione di cautela circa l'immissione in commercio di alimenti e mangimi geneticamente modificati che tiene conto dei consumatori italiani, preoccupati dell'impatto sulla salute e sull'ambiente, nonché della perdita del patrimonio agroalimentare nazionale.
  Con riguardo al tema sollevato della «rinazionalizzazione» circa il divieto di coltivazione degli OGM, l'Italia ha appoggiato col voto favorevole la proposta della Presidenza greca di modifica della Direttiva europea sugli OGM. Nel merito, riferisco che non vi erano alternative praticabili, in quanto esiste una minoranza di blocco che ostacola l'introduzione di un divieto di coltivazione a livello europeo.
  Per quel che riguarda la modifica della Direttiva UE n. 18 del 2001, approvata il 12 giugno scorso in prima lettura da parte del Consiglio dei ministri dell'ambiente dell'Unione europea, le osservazioni critiche non sono condivisibili.
  Infatti, il divieto di coltivazione potrà semplicemente essere basato su motivazioni di politica agraria, che corrispondono alle esigenze dell'Italia che intende difendere la tipicità e qualità delle proprie produzioni agricole.
  In ordine al piano proteine vegetali, da sostenere attraverso i fondi messi a disposizione dalla PAC, faccio presente che lo stesso è stato inserito nella proposta di accordo sulla riforma del primo pilastro della PAC, a carico della quale è stata registrata la mancata intesa da parte della Conferenza Stato-regioni (sarà quindi necessario attendere una deliberazione del Consiglio dei ministri).
  Infine, nel richiamare quanto appena detto in merito all'interrogazione dell'onorevole Caon, ribadisco che, il Ministro Martina ha più volte chiarito che il modello agricolo italiano non ha bisogno di OGM bensì di valorizzare le caratteristiche delle produzioni che hanno reso il Made in Italy un marchio di successo in tutto il mondo.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

organismo geneticamente modificato

politica agricola

paese membro