ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/03030

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 248 del 18/06/2014
Firmatari
Primo firmatario: POLIDORI CATIA
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 18/06/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ABRIGNANI IGNAZIO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 18/06/2014


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 18/06/2014
Stato iter:
19/06/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 19/06/2014
Resoconto ABRIGNANI IGNAZIO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
RISPOSTA GOVERNO 19/06/2014
Resoconto CALENDA CARLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 19/06/2014
Resoconto ABRIGNANI IGNAZIO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 19/06/2014

SVOLTO IL 19/06/2014

CONCLUSO IL 19/06/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-03030
presentato da
POLIDORI Catia
testo di
Mercoledì 18 giugno 2014, seduta n. 248

   POLIDORI e ABRIGNANI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
   il 7 febbraio 2014 è stato siglato l'accordo tra il Direttore Generale dell'ICE-Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane, Roberto Luongo, e il Segretario generale di Unioncamere, Claudio Gagliardi;
   l'intesa è nata per realizzare iniziative comuni a sostegno dell'internazionalizzazione finalizzate a promuovere la formazione per le piccole e medie imprese e i giovani laureati, tramite la definizione di specifiche attività e di una forte integrazione dei programmi dei due enti e ha lo scopo di supportare congiuntamente le piccole e medie imprese italiane nelle strategie di incremento dei volumi di interscambio e di radicamento sui mercati internazionali attraverso il miglioramento della formazione manageriale, elemento propedeutico ed imprescindibile perché le imprese realizzino stabili progetti di internazionalizzazione per battere la concorrenza estera;
   con tale accordo si è voluto dimostrare come le istituzioni siano in grado di collaborare per affrontare con successo la sfida per l'internazionalizzazione, dal momento che il sistema camerale rappresenta il punto di contatto delle istituzioni verso le imprese sui territori. Gli sportelli delle Camere di commercio per l'internazionalizzazione, la rete WorldPass, sono dunque il terminale migliore per consentire alle piccole imprese italiane, soprattutto a quelle non ancora protagoniste nell’export ma ad «alto potenziale», molte delle quali al Sud, di internazionalizzarsi con successo;
   l'Italia sta attraversando una drammatica crisi industriale esponendosi sempre più alle strategie degli altri Paesi senza tuttavia sapersi difendere o prestare resistenza. Come ha evidenziato dalla Commissione europea nel suo rapporto sulla competitività industriale nei Paesi membri dell'Unione europea, nonostante la quota dei settore manifatturiero, in termini di valore aggiunto totale nell'economia, resti leggermente al di sopra della media Ue, il nostro Paese tuttavia ha subito una perdita di 20 punti percentuali nell'indice di produzione industriale rispetto al 2007 sia a causa della riduzione dell'attività dovuta al rallentamento economico, sia per la chiusura di numerosi impianti in alcuni settori industriali di base (petrolchimica, siderurgia e biocombustibili). Ciò vuol dire che in termini di costo unitario medio del lavoro, negli ultimi dieci anni abbiamo perso competitività a causa di un aumento del salario lordo nominale combinato con una debole crescita della produttività. Nella produttività del lavoro nel settore industriale, l'Italia nel 2012 ha perso posizioni rispetto al 2007, ed è stata superata persino dalla Grecia, che nel 2007 era molto più indietro. È evidente anche una forte accelerazione della produttività del lavoro da parte della Spagna, che comunque era già più avanti dell'Italia nel 2007;
   la ragione del declino economico dell'Italia è dovuta alla mancanza, da più di vent'anni a questa parte, di una pianificazione industriale a livello nazionale cui si aggiunge un sistema capitalistico malato e portatore di moltissime anomalie ed asimmetrie economiche, oramai croniche nel sistema Italia;
   nel corso del 2013 la nostra situazione industriale è stata fallimentare. Si è raggiunto il record di aziende chiuse per fallimento. Secondo gli ultimi dati a disposizione ed analizzati da Cerved, nel corso del primo trimestre del 2013, infatti, sono state avviate circa 3.500 pratiche di fallimento e solo tra gennaio e aprile 2013, si sono contate 4.218 chiusure di attività. Dal 2009, preso come anno zero dalle statistiche a disposizione, le aziende italiane che hanno chiuso sono state 45.280;
   negli ultimi anni molte nostre aziende sono state acquistate da concorrenti internazionali: Star, Carapelli, Bertolli e Riso Scotti sono state comprate da aziende alimentari spagnole; Gancia è passata in mano russa mentre, sempre per rimanere in ambito culinario, Parmalat, Galvani, Locatelli ed Invernizzi sono state una dopo l'altra acquistate da compagnie francesi. Per quanto riguarda la moda, mondo che ha fatto grande il made in Italy, compagnie come LoroPiana, Gucci, Bulgari e Fendi sono state comprate da concorrenti francesi, mentre «Valentino» è passato in mano ad alcuni sceicchi del Qatar. Non dimentichiamoci altri nomi importanti dell'industria italiana, come Baci Perugina e Buitoni, oggi di proprietà Nestlé (Svizzera) e Fiorucci (Spagna); da ultimo l'accordo con Etihad per risollevare l'Alitalia dal fallimento;
   questi anni di svendita sono stati un colpo basso per l'economia del Paese ma si è rimasti ad osservare il disfacimento della sua struttura industriale e il problema maggiore è intimo ai nostri confini perché, come sottolineato dal rapporto della Commissione dell'Unione europea cui si è già fatto riferimento, senza riforme, per la produzione, la competitività e la produttività delle industrie saranno destinate a diminuire sempre più, lasciando gli italiani e l'Italia sempre più poveri, nonché emarginati dall'Europa che conta;
   è vero che la globalizzazione non spaventa più nessuno, ma deve essere invece vista come una risorsa fondamentale per le aziende e nel corso della tappa mantovana del Roadshow, che si è tenuta al centro congressi del MAMU (Mantova Multicentre) l'11 giugno 2014, si è riservato uno spazio agli enti che operano nel settore (ICE Agenzia, SIMEST, SACE, ed altri) e le aziende partecipanti hanno potuto chiedere agli esperti delle consulenze mirate su aspetti dell'internazionalizzazione quali: procedure doganali, credito all’export, esame delle opportunità nei vari mercati, occasioni di contatti e finanziamenti di azioni di promozione, incoming, missioni all'estero –:
   se ci sia realmente la volontà di realizzare un piano di riorganizzazione e di internazionalizzazione delle aziende, soprattutto piccole e medie, del nostro Paese attraverso una facilitazione delle procedure e delle risorse necessarie al fine di ottenere dei concreti benefici per l'economia italiana. (5-03030)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 19 giugno 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-03030

  Voglio ricordare che l’export ha un peso significativo per il nostro Paese, nel 2013 è stato pari a circa il 30,4 per cento del PIL, perciò sono stati attivati numerosi interventi ed iniziative con tutti gli attori dell'internazionalizzazione e tutti i settori rappresentativi del Made in Italy.
  Tra le iniziative in corso di realizzazione, vorrei segnalare:
   1) i Roadshow, anche richiamati dall'atto, per l'informazione sul complesso degli strumenti pubblici per l'internazionalizzazione sui territori, occasioni di primo contatto personalizzato ad ogni singola azienda partecipante. Nelle prime cinque tappe già attuate hanno partecipato circa 2000 aziende.
   2) l'istituzione di 4 «Desk anticontraffazione e assistenza per gli ostacoli al commercio» presso le sedi dell'ICE-Agenzia di Istanbul, Mosca, Pechino e New York. A questi è previsto inoltre il desk presso ICE Tokyo con focus solo nel settore agroalimentare.
   3) per EXPO 2015, le Missioni di incoming di operatori e buyers internazionali.
   4) i seminari settoriali su tutto il territorio nazionale per preparare le aziende italiane, in particolare le PMI, sugli aspetti ed i vantaggi che occorre cogliere con il prossimo Accordo UE-USA (TTIP).
   5) è stato costituito il Comitato Nazionale sulla Facilitazione del Commercio Internazionale per rilevare le criticità che frenano le attività di import-export e di internazionalizzazione, facilitare i flussi finanziari e implementare l'interconnessione tra i sistemi informatici del comparto commercio estero.

  Nei prossimi mesi, la strategia di accompagnamento delle imprese verso l'internazionalizzazione proseguirà soprattutto mettendo in campo specifici ed ulteriori anche con un elevato impegno della finanza pubblica, tra cui un grande piano di formazione di temporary export manager da inserire nelle PMI ed accordi con la grande distribuzione mondiale e le reti specializzate nei diversi Paesi per facilitare l'accesso ai mercati e favorire la presenza di prodotti del Made in Italy.
  In conclusione esiste ora una reale possibilità di moltiplicare il numero delle aziende del nostro Paese, soprattutto piccole e medie, coinvolte in processi di internazionalizzazione attraverso la facilitazione delle procedure messe in campo dal Governo.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

impresa in difficolta'

struttura industriale

formalita' di dogana

pianificazione industriale

piccole e medie imprese

produzione industriale

rivalutazione dei salari