ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/03029

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 248 del 18/06/2014
Firmatari
Primo firmatario: DA VILLA MARCO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 18/06/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE 18/06/2014
CRIPPA DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 18/06/2014
DELLA VALLE IVAN MOVIMENTO 5 STELLE 18/06/2014
FANTINATI MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 18/06/2014
MUCCI MARA MOVIMENTO 5 STELLE 18/06/2014
PRODANI ARIS MOVIMENTO 5 STELLE 18/06/2014
PETRAROLI COSIMO MOVIMENTO 5 STELLE 18/06/2014
VALLASCAS ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 18/06/2014
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 18/06/2014
BENEDETTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 18/06/2014
GRILLO GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 18/06/2014
CIPRINI TIZIANA MOVIMENTO 5 STELLE 18/06/2014
DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 18/06/2014


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 18/06/2014
Stato iter:
19/06/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 19/06/2014
Resoconto DA VILLA MARCO MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 19/06/2014
Resoconto CALENDA CARLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 19/06/2014
Resoconto SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 19/06/2014
Resoconto CALENDA CARLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 19/06/2014
Resoconto EPIFANI ETTORE GUGLIELMO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 19/06/2014

SVOLTO IL 19/06/2014

CONCLUSO IL 19/06/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-03029
presentato da
DA VILLA Marco
testo di
Mercoledì 18 giugno 2014, seduta n. 248

   DA VILLA, SIBILIA, CRIPPA, DELLA VALLE, FANTINATI, MUCCI, PRODANI, PETRAROLI, VALLASCAS, GALLINELLA, BENEDETTI, GRILLO, CIPRINI e DAGA. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
   il quarto round del negoziato Unione europea-USA denominato TTIP, si è svolto il 26 marzo 2014, quando Obama ha incontrato i vertici dell'Unione europea;
   sul sito dell'Unione europea si legge che lo scopo dell'accordo è quello di «aumentare lo scambio delle merci, eliminando dazi e barriere commerciali», ossia attuare una sorta di deregulation attraverso tre strumentini: il libero accesso ai reciproci mercati, l'armonizzazione delle regole e l'introduzione di norme in materia di commercio ancor più favorevoli alla globalizzazione. È evidente che un tale cambiamento potrebbe ricadere negativamente sui piccoli imprenditori italiani;
   nelle intenzioni dei negoziatori, l'accordo succitato riguarderà i prodotti agroalimentari e industriali, il mercato dei servizi, il trasporto e la liberalizzazione degli investimenti privati, che coinvolgeranno anche gli appalti pubblici, la sicurezza ambientale e alimentare, i farmaci, i diritti di proprietà intellettuale ed energia;
   il trattato di Lisbona demanda all'Unione europea le scelte in materia di accordi d'investimento, nel momento in cui si parla testualmente «di garantire un equilibrio tra gli Stati Membri e gli investitori»; agli interroganti appare quantomeno strano far rientrare l'accordo TTIP in questo ambito, ma il Parlamento europeo, il 6 aprile 2011, si è già espresso in tal senso;
   l'accordo ha come obiettivo di migliorare gli accessi per gli scambi oltreoceano relativi alla manifattura, all'agricoltura e ai servizi (compresi servizi pubblici essenziali) «made in USA». Agli occhi dell'interroganti, questo accordo pare disegnato a misura degli statunitensi e finalizzato a estendere all'Europa una forte egemonia delle grandi imprese sulla volontà democratica, nella forma di una predeterminata supremazia degli interessi degli investitori privati sull'interesse pubblico come interpretato (o interpretabile) dai legislatori degli Stati membri;
   in Europa sembra che la strada sia già stata scelta: infatti, il Consiglio dell'Unione europea ha già approvato gli orientamenti adottati dalla Commissione per trattare a nome dell'Unione in ambito TTIP e, al termine del negoziato, saranno il Parlamento europeo (che ha una funzione consultiva) e il Consiglio, che si è già espresso favorevolmente, a decidere;
   esiste, inoltre, uno studio che ipotizza che tale accordo incrementerà di circa 120 miliardi di euro ogni anno l'interscambio commerciale dell'Unione europea. Tale studio, apparentemente commissionato da un ente indipendente, il Center for Economic Policy Research (CEPR) di Londra, è stato finanziato, di fatto, dalla Banca d'Inghilterra, dalla Fondazione Rockfeller, oltre che da altre banche private, quali la Banca del Canada e di Israele, la BCE, Alpha Bank, Barclays, Citigroup, Credit Suisse, Intesa San Paolo, Gruppo Santander, JP Morgan e il MES;
   la Commissione europea ha dichiarato che tali trattative devono restare riservate, ma agli interroganti appare invece auspicabile, e doveroso in termini di moralità democratica, che i contenuti alla base dei negoziati che sottendono il trattato siano resi pubblici, poiché le conseguenze ricadranno sui cittadini europei –:
   se sia in corso un'analisi da parte del Governo degli impatti e degli scenari circa le ricadute positive e negative sul sistema economico, produttivo, imprenditoriale, in particolare in settori strategici come l'energia. (5-03029)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 19 giugno 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-03029

  Il Governo ha fatto ricorso ad una valutazione economica d'impatto sul nostro paese a seguito dell'eventuale accordo commerciale con gli USA. Lo studio commissionato a Prometeia Spa ha confermato i benefici economici per la UE e per l'Italia. Secondo tale studio, l'Italia sarebbe tra i paesi UE che maggiormente guadagnerebbero, in termini industriali, con effetti molto positivi per l'industria dei mezzi di trasporto (in particolare auto motive), ma soprattutto per i principali settori di specializzazione del nostro Paese: meccanica, sistema moda, agroalimentare e bevande.
  Secondo lo scenario più ottimistico sull'esito del negoziato, riferibile sia alla liberalizzazione tariffaria che alla riduzione delle barriere non tariffarie ed ad un'ampia convergenza regolamentare, la futura crescita italiana potrebbe sfiorare fino a mezzo punto percentuale e, in tal caso a tre anni dall'applicazione, il PIL aumenterebbe, al netto dell'inflazione, di 5,6 miliardi di euro con un aumento stimato di posti di lavoro di circa 30 mila unità.
  Tali indicazioni in merito ai possibili effetti vanno lette tenendo ben presente che l'orientamento e le aspettative dell'intero sistema produttivo italiano, nel suo complesso – eccezion fatta per il settore audiovisivo – guarda con grande interesse a questo negoziato. Numerose riunioni di coordinamento sono state fatte, nel corso degli ultimi due anni, dalle amministrazioni competenti con tutti i soggetti interessati: l'azione del governo verso la scelta negoziale del TTIP è stata ampiamente sostenuta, in ogni occasione, dal nostro sistema produttivo.
  Ricordo che l'armonizzazione regolamentare resta uno dei profili più complessi del negoziato, che andrebbe a tutto vantaggio delle nostre imprese ed in particolare delle PMI, attualmente penalizzate dalla divergenza regolamentare dei sistemi esistenti sulle due sponde dell'Atlantico.
  Infine l'ipotesi di una clausola per un'eventuale uscita dal trattato non è un'opzione praticabile. Infatti ai sensi dell'articolo 207 del TF UE il negoziato per il TTIP rientra nell'ambito della politica commerciale che è una competenza esclusiva dell'UE (dal 1968) e pertanto non è pensabile che uno stato membro dell'UE possa sganciarsi da questo accordo senza anche abbandonare allo stesso tempo 1’ Unione.
  In conclusione l'accordo di libero scambio con gli Stati Uniti è un accordo fondamentale per la piccola e media impresa. È un accordo disegnato per costruire una relazione ancora più profonda tra due aree che tra loro sono già piuttosto integrate, che si basi sulla semplificazione radicale dei meccanismi di trasferimento di beni e di investimenti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

liberalizzazione degli scambi

grande impresa

industria energetica

investimento privato

liberalizzazione del mercato

regolamentazione commerciale

scambio commerciale

sicurezza alimentare