ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/03011

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 248 del 18/06/2014
Firmatari
Primo firmatario: COLLETTI ANDREA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 18/06/2014


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 18/06/2014
Stato iter:
24/07/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 24/07/2014
Resoconto VICARI SIMONA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 24/07/2014
Resoconto COLLETTI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 18/06/2014

DISCUSSIONE IL 24/07/2014

SVOLTO IL 24/07/2014

CONCLUSO IL 24/07/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-03011
presentato da
COLLETTI Andrea
testo di
Mercoledì 18 giugno 2014, seduta n. 248

   COLLETTI. — Al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
   dal 30 giugno 2014 sarà obbligatorio per i professionisti installare il Pos nei propri uffici, in attuazione del decreto del 24 gennaio 2014 del Ministero dello sviluppo economico;
   per il professionista l'installazione di un Pos costa in media un centinaio di euro, a cui si deve aggiungere un canone mensile di circa 30 euro da pagare alla banca e una commissione che oscilla tra l'1 e il 3 per cento per ogni pagamento eseguito con questo sistema;
   l'obbligo introdotto dal decreto si applica a tutti i pagamenti di importo superiore a trenta euro disposti a favore del professionista per l'acquisto di prodotti o la prestazione di servizi;
   ex articolo 3 del decreto andavano individuate entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto stesso nuove soglie e nuovi limiti minimi di fatturato rispetto a quelli provvisoriamente individuati;
   ci sono molti professionisti con un reddito modesto, anche al di sotto dei 10.000 euro annui, per i quali sarebbe gravemente iniquo doversi sobbarcare anche la spesa di gestione del Pos;
   anche per il tipo di entrate degli avvocati, sembra inutile e rilevante per le tasche dei liberi professionisti, porre l'obbligo del Pos per coloro che fatturano meno di 40.000 euro annui –:
   quali siano le ragioni per le quali il Ministero dello sviluppo economico non abbia ancora introdotto le soglie e i limiti minimi di fatturato di coloro che debbano effettivamente installare i Pos e in quali tempi intenda farlo;
   se il Ministro dello sviluppo economico abbia attentamente valutato il rischio concreto che l'obbligo del Pos vada a costituire una «tassa occulta», trasformando il reddito per i professionisti in rendita per il sistema bancario, e quali iniziative intenda attuare per prevenire tale rischio. (5-03011)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 24 luglio 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-03011

  L'interrogante chiede di conoscere le ragioni per le quali il Ministero dello sviluppo economico non abbia ancora introdotto le soglie e i limiti minimi di fatturato di coloro che debbano effettivamente installare i POS, nonché se lo stesso abbia effettivamente valutato il rischio che l'obbligo del POS possa gravare quale tassa occulta in favore del sistema bancario e a danno degli stessi professionisti.
  Ciò premesso, alla luce di quanto recentemente evidenziato, si formulano le seguenti ulteriori osservazioni.
  Come pur ricordato negli ultimi interventi del Ministro Guidi, alle assemblee di Confcommercio e Confesercenti, la scelta effettuata dal precedente Governo di promuovere la diffusione e l'uso dei pagamenti con carte di debito e credito su vasta scala non può essere posta in discussione. Ciò, in considerazione della scarsa incidenza dei pagamenti elettronici in Italia rispetto alla media degli altri Paesi europei, nonché alla luce dell'elevato costo dell'uso del contante per il sistema economico e per i singoli imprenditori.
  Tuttavia, al fine di massimizzare i vantaggi connessi all'implementazione della tecnologia nei sistemi di pagamento e, contemporaneamente, di minimizzare l'incidenza degli oneri a carico delle imprese, commercianti e professionisti, il Ministero si è impegnato ad affrontare il tema dei costi legati all'installazione e all'utilizzo dei Pos, ponendolo al centro dei lavori di un apposito tavolo tecnico, al quale partecipano anche la Banca d'Italia e il Ministero dell'Economia e delle Finanze. Questo tavolo si è già riunito due volte, il 16 e il 22 luglio.
  L'obiettivo dei lavori è quello di fare il punto della situazione, individuando le migliori strategie per una più ampia diffusione dei pagamenti elettronici, ambito su cui l'Italia è in forte ritardo, bilanciandone costi e benefici per tutte le categorie coinvolte.
  Nel corso delle due riunioni già effettuate sono state incontrate le rappresentanze del mondo bancario e dei sistemi di pagamento, nonché dei principali operatori di settore, acquisendo elementi utili a verificare la percorribilità di iniziative volte a rendere meno onerosa la disponibilità e l'utilizzo dei POS.
  Seguiranno ulteriori incontri, che vedranno la partecipazione anche delle rappresentanze delle categorie professionali e del commercio, allo scopo di concertare le migliori soluzioni alle criticità rappresentate e, nel contempo, dare la più ampia e corretta informativa agli operatori ed ai consumatori.
  Al riguardo, per quanto di competenza, il Ministero dell'economia e delle finanze, comunica quanto segue.
  Secondo quanto si evince da un'indagine promossa dall'Eurosistema e realizzata dalla Banca d'Italia, nel nostro Paese la carta di debito viene ancora utilizzata prevalentemente per l'approvvigionamento di contante, anziché per le operazioni via POS. Il ricorso prevalente alla funzionalità di prelievo ATM, sebbene abbia avuto un impatto positivo sui costi di distribuzione del contante per il sistema bancario, denota comunque un uso distorto e socialmente inefficiente della carta di debito da parte della clientela. La carta di debito assicura il buon fine dell'operazione di pagamento (cosiddetto payment guarantee) e richiede minori attività procedurali e di riconciliazione contabile rispetto agli altri strumenti elettronici (es. bonifico). Inoltre, all'uso del contante, degli assegni e degli altri strumenti cartacei sono associati dei costi variabili, connessi con le esigenze di movimentazione e di sicurezza, mentre per le carte di debito è invece prevalente la quota dei costi fissi di emissione degli strumenti e di gestione delle infrastrutture. Ne deriva che, al crescere delle operazioni con carte di debito, si ridurranno più che proporzionalmente i costi unitari (economie di scala). Sulla base della diversa struttura dei costi, sono state calcolate anche le soglie di importo di convenienza per i diversi strumenti di pagamento: per le operazioni superiori a 20-30 euro, la carta di debito si conferma essere lo strumento più conveniente sia rispetto al contante sia rispetto agli altri strumenti di pagamento. Numerosi studi, peraltro, confermano che le carte di debito sono il principale strumento sostitutivo del contante perché offrono la possibilità di ricevere pagamenti sicuri, rapidi e direttamente presso il punto vendita dell'esercente o professionista, senza necessità di un accordo preventivo sull'istruzione di pagamento. Il «decreto POS» si inserisce così nell'ambito dei recenti provvedimenti governativi, volti a sostenere una maggiore diffusione dei terminali di accettazione di strumenti elettronici, anche con tecnologie innovative, e ad accrescere la trasparenza e la riduzione delle commissioni di accettazione di carte di pagamento, come avvenuto con il cosiddetto decreto «Merchant fee», decreto ministeriale 14/02/2014 emanato dal Ministero dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministero dello sviluppo economico.
  Tale decreto, emanato ai sensi dell'articolo 12, commi 9 e 10, del decreto-legge 6 dicembre 2011, il. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, definisce le regole generali per assicurare una riduzione delle commissioni a carico degli esercenti in relazione alle transazioni effettuate mediante carte di pagamento, tenuto conto della necessità di assicurare trasparenza e chiarezza dei costi, nonché di promuovere l'efficienza economica nel rispetto delle regole di concorrenza, favorendo in tal modo una maggior comparabilità tra le offerte dei prestatori di servizi di pagamento. Il predetto decreto si applica alle transazioni con carta di pagamento effettuate presso esercenti per l'acquisto di beni o servizi, con esclusione delle transazioni in contanti e delle operazioni di prelievo di contante. I prestatori dei servizi di pagamento che sottoscrivono gli accordi contrattuali anche in qualità di intermediari per l'accettazione, da parte degli esercenti, di carte di pagamento, differenziano l'importo delle commissioni applicate e le sottopongono a revisione al fine della riduzione delle commissioni stesse. A tal proposito, l'articolato in parola predispone un meccanismo di revisione periodica, almeno annuale, delle commissioni correlata, tra l'altro, al volume e al valore delle operazioni di pagamento effettuate presso l'esercente nonché alla revisione delle eventuali commissioni d'interscambio, incentivando così un più diffuso utilizzo degli strumenti elettronici. Inoltre, al fine di incentivare gli investimenti in tecnologie innovative e più avanzate rispetto ai tradizionali POS, è stato previsto che ai pagamenti di importo non superiore a trenta euro, effettuati con terminali evoluti di accettazione multipla, siano applicate commissioni inferiori a quelle generalmente applicate.
  Le banche, inoltre, offrendo la possibilità di effettuare operazioni via POS, offrono un servizio soggetto alle regole del mercato. A tal fine il predetto studio fa presente che per le carte di debito la parte più rilevante dei costi è costituita dalla componente fissa di emissione degli strumenti e di gestione delle infrastrutture con possibilità di notevole riduzione dei costi attraverso le economie di scala che si verrebbero a generare con la diffusione del servizio. Pertanto, il costo che gli esercenti devono sostenere per le installazioni dei POS non può essere considerato una «tassa occulta», in quanto, in un mercato competitivo, le commissioni applicate dagli intermediari devono comunque garantire, così come in ogni altro servizio commerciale, almeno la copertura dei costi di offerta e ciò anche al fine di non far diffondere pratiche distorsive in contrasto con i principi della trasparenza (ad esempio, sussidio incrociato con altri servizi finanziari o forme di tariffazione implicita).
  In tale direzione si muove anche la Commissione Europea con la proposta di regolamento sulle commissioni interbancarie relative alle operazioni effettuate tramite carte di pagamento. Il negoziato in corso si indirizza verso un tetto alle commissioni sia per le carte di debito che per le carte di credito, lasciando alla concorrenza il ruolo di spingere verso il basso il costo per i clienti e gli esercenti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

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