ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/02939

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 239 del 04/06/2014
Firmatari
Primo firmatario: DE ROSA MASSIMO FELICE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 04/06/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BUSTO MIRKO MOVIMENTO 5 STELLE 04/06/2014
DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 04/06/2014
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 04/06/2014
MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 04/06/2014
SEGONI SAMUELE MOVIMENTO 5 STELLE 04/06/2014
TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE 04/06/2014
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 04/06/2014
DA VILLA MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 04/06/2014
SPESSOTTO ARIANNA MOVIMENTO 5 STELLE 04/06/2014
COZZOLINO EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 04/06/2014
D'INCA' FEDERICO MOVIMENTO 5 STELLE 05/06/2014
BRUGNEROTTO MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 05/06/2014
BENEDETTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 05/06/2014
BUSINAROLO FRANCESCA MOVIMENTO 5 STELLE 05/06/2014
FANTINATI MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 05/06/2014
TURCO TANCREDI MOVIMENTO 5 STELLE 05/06/2014
ROSTELLATO GESSICA MOVIMENTO 5 STELLE 05/06/2014


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 04/06/2014
Stato iter:
05/06/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 05/06/2014
Resoconto COZZOLINO EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 05/06/2014
Resoconto DEL BASSO DE CARO UMBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INFRASTRUTTURE E TRASPORTI)
 
REPLICA 05/06/2014
Resoconto DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 05/06/2014
Resoconto REALACCI ERMETE PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 05/06/2014

DISCUSSIONE IL 05/06/2014

SVOLTO IL 05/06/2014

CONCLUSO IL 05/06/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-02939
presentato da
DE ROSA Massimo Felice
testo presentato
Mercoledì 4 giugno 2014
modificato
Giovedì 5 giugno 2014, seduta n. 240

   DE ROSA, BUSTO, DAGA, MANNINO, MICILLO, SEGONI, TERZONI, ZOLEZZI, DA VILLA, SPESSOTTO, COZZOLINO, D'INCÀ, BRUGNEROTTO, BENEDETTI, BUSINAROLO, FANTINATI, TURCO, ROSTELLATO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti . — Per sapere – premesso che:
il sistema MOSE è una delle grandi opere pubbliche individuate dalla legge n. 443 del 2001 (cosiddetta «legge obiettivo») tra le infrastrutture strategiche di interesse nazionale ed è finalizzato alla tutela e alla salvaguardia della laguna di Venezia; come noto, sono stati stanziati dallo Stato italiano 4,9 miliardi sui previsti 5,4 miliardi di euro, quali costo totale dell'opera;
il consorzio Venezia Nuova, concessionario unico dello Stato italiano, incaricato dal 1983 per conto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e del magistrato delle acque di Venezia della realizzazione del MOSE, in conformità con quanto previsto dalla legislazione speciale per Venezia, è stato coinvolto direttamente, con capi di imputazione quali corruzione, concussione, turbativa d'asta e reati fiscali, in un'indagine ancora in corso;
tale indagine ha portato allo scoperto l'esistenza di una vera e propria associazione a delinquere, assurta a sistema, dedita alla distrazione di risorse destinate alla realizzazione del MOSE mediante la costituzione di «fondi neri»;
in particolare, al centro delle indagini dei magistrati veneti ci sono presunte distorsioni del sistema di appalti per i lavori del MOSE, inclusa l'accusa di turbativa d'asta;
a seguito dell'inchiesta condotta dalla procura di Venezia è stato disposto l'arresto per 35 persone tra politici e imprenditori, tra cui il sindaco del Partito democratico Giorgio Orsoni e l'assessore regionale alle Infrastrutture di Forza Italia Renato Chisso; la procura ha chiesto anche l'arresto per l'ex governatore e Ministro Giancarlo Galan;
i reati contestati a vario titolo vanno dalla corruzione, alla concussione, fino al riciclaggio;
nei mesi scorsi il gruppo parlamentare del Movimento Cinque Stelle aveva segnalato in più circostanze i rischi correlati alla gestione «impropria» del sistema di appalti del MOSE, senza ottenere risposte –:
quali iniziative intenda adottare il Governo al fine di correggere le gravi distorsioni causate dal «sistema MOSE» emerse anche dalle ultime vicende giudiziarie, se non ritenga, in via cautelare, di sospendere appalti e procedure attualmente in corso e se non intenda prendere in considerazione l'ipotesi di una revisione del quadro normativo sull'affidamento dei lavori pubblici, a tutela dei principi di massima trasparenze legalità nella gestione delle gare di appalto e per impedire il verificarsi di nuove quanto imbarazzanti situazioni come quella che ha portato all'arresto di molti politici e amministratori a Venezia. (5-02939)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 5 giugno 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione VIII (Ambiente)
5-02939

  Gli avvenimenti oggetto dell'interrogazione sono di eccezionale gravità e impongono iniziative da parte del Governo che – nel rispetto dei ruoli istituzionali di ciascuno – affianchino l'azione della magistratura e convergano con le sue finalità, che sono quelle dell'innalzamento della legalità del sistema degli appalti pubblici.
  Fatta questa premessa, sulla quale si ritornerà nella parte finale della risposta, è comunque necessario riportare preliminarmente alcuni elementi di contesto, necessariamente dettagliati, ma essenziali ad inquadrare l'intera vicenda.
  Il sistema delle dighe mobili del Mos.e. si configura come un'opera di rilevante impatto tecnologico ed economico.
  Sia per la dimensione economica che per la componente costruttiva estremamente innovativa il Modulo Sperimentale Elettromeccanico è stato considerato da sempre un'opera strategica di interesse nazionale e si è accompagnato, nel corso degli anni, ad azioni mirate che vanno dal marginamento delle isole, ai piccoli e piccolissimi interventi di opere destinate alle comunità locali di più ampio sapore urbanistico, alla manutenzione dei canali fino alla creazione delle opere alle bocche. Quindi non solo «grande opera», ma intervento territoriale complesso con forti valenze ambientali.
  Com’è noto, ma come è utile ricordare, l'opera ha una lunga storia che risale almeno alla legge speciale (798/1984), con cui il Parlamento volle sottolineare la necessità di affrontare in maniera unitaria gli interventi di salvaguardia di Venezia, istituendo il Comitato di indirizzo, coordinamento e controllo di questi interventi (il cosiddetto «Comitatone») e affidandone la progettazione e l'esecuzione ad un unico soggetto, il Consorzio Venezia Nuova, cui venne riconosciuto il possesso di capacità e competenze adeguate a gestire il complesso delle attività di salvaguardia.
  Nel 1989, la stesura del progetto preliminare di massima delle opere mobili, ultimato nel 1992, in seguito approvato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e sottoposto a procedura di valutazione di impatto ambientale.
  Nel 2002 viene presentato il progetto definitivo, mentre il Comitatone del 3 aprile 2003 dà il via alla sua realizzazione e nello stesso anno vengono aperti i cantieri alle tre bocche di porto di Lido, Malamocco e Chioggia.
  Ad oggi l'avanzamento complessivo dei lavori è pari a circa l'85 per cento e le persone attualmente coinvolte nella realizzazione del Mose sono circa 4000.
  Tra giugno e settembre 2012 è stato ultimato il posizionamento dei 9 cassoni di alloggiamento delle paratoie della barriera di Lido nord e si sta procedendo alla connessione degli impianti tra un cassone e l'altro. Nel corso dell'anno saranno completate entrambe le barriere della bocca di porto del Lido; contemporaneamente, si procederà con il varo e il posizionamento dei cassoni di alloggiamento per le barriere alle bocche di Malamocco e Chioggia, per poi procedere all'installazione delle paratoie e ultimare il sistema Mose nel 2016.
  In merito al soggetto attuatore, il Consorzio Venezia nuova – come correttamente indicato dagli interroganti – è il concessionario per conto del Magistrato alle acque di Venezia dei lavori per la progettazione e la realizzazione di detto sistema Mo.s.e. e, sulla base di un contratto di programma pluriannuale, stipula atti aggiuntivi aventi per oggetto le attività necessarie alla realizzazione dei singoli interventi.
  I suddetti atti aggiuntivi costituiscono le destinazioni dei finanziamenti previsti dalla legge di stabilità: istruiti dalla Struttura tecnica di missione, istituita presso il MIT dalla legge n. 443 del 2001, sono sottoposti all'approvazione del CIPE e al visto di legittimità della Corte dei conti. Presso lo stesso Ministero è poi istituito un apposito Servizio per l'Alta Sorveglianza delle Grandi Opere, sulla cui attività recente in relazione ai lavori del Mo.S.e. si riferisce più avanti.
  Quanto riportato descrive sinteticamente la storia e il quadro delle responsabilità delle istituzioni coinvolte nella realizzazione di questa opera e segnatamente del MIT e dei suoi organi.
  Una informazione specifica è dovuta poi in merito ai costi dell'opera.
  Il totale delle assegnazioni finanziarie destinate al complesso degli interventi riguardanti il Sistema Mose è pari a 4.866,52 milioni di euro, e viene disciplinato in forza del contratto stipulato nel 2005 tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti – Magistrato alle Acque di Venezia e l'Ente attuatore (Consorzio Venezia Nuova) che stabilisce un prezzo chiuso per la realizzazione delle opere, definendo costi e tempi certi dei lavori.
  Il valore complessivo del Mose è pari a 5.493 mln di euro ed è costituito da:
   lavori per 4.934 mln di euro;
   360 mln di euro per attività funzionali legate alla gestione alla realizzazione delle piattaforme informatiche per la gestione delle informazioni connesse alla idrografia della laguna ed alla manutenzione fisica del sistema;
   200 milioni di euro per gli interventi previsti nel Piano delle misure di compensazione conservazione, riqualificazione ambientale e monitoraggi in adempimento alle prescrizioni della Commissione Europea.

  Ad oggi sono stati assegnati complessivamente ed in virtù delle fonti finanziarie che si indicano in dettaglio di seguito 4.866 mln di euro, cioè il 98 per cento delle risorse necessarie al completamento dei lavori. Le altre assegnazioni, cioè il valore differenziale tra il costo complessivo a vita intera dell'opera e quanto è stato assegnato, circa 560 milioni di euro è, dal dicembre 2013, oggetto di approfondimento di assegnazione.
  L'originaria assegnazione di 108,69 milioni di euro derivante dalla Legge 798/1984 è stata nel corso degli anni, dal 2002 al 2013, integrata con le risorse provenienti dalle «Leggi Finanziarie» (e con le relative deliberazioni del CIPE per un totale di circa 4.000 milioni di euro) e con gli speciali finanziamenti stabiliti dai decreti-legge n. 159 del 2007 (euro 170 milioni), n. 78 del 2010 (euro 336 milioni), n. 98 del 2011 (euro 834,4 milioni), fino ad un totale di 4.866 milioni di euro.
  Per completezza di informazioni occorre poi rilevare che è stata disposta anche una revoca di euro 600 milioni nell'ambito delle misure di contenimento della spesa pubblica (cosiddetto Piano Bondi) che ha determinato lo slittamento di un anno della conclusione del piano lavori.
  Proprio al fine di recuperare questo ritardo occorre ricordare che con la legge n. 147 del 2013 (legge di Stabilità 2014) è stata autorizzata la spesa complessiva di 401 milioni di euro per il periodo 2014-2017 per consentire la prosecuzione immediata dei lavori del sistema Mose, previsti dal 43° atto attuativo della convenzione generale sottoscritta tra il MIT, Magistrato delle acque e il Consorzio Venezia Nuova.
  Venendo ora all'inchiesta in corso da parte della Procura di Venezia, essa mette in evidenza – per quanto è dato apprendere dalle notizie di stampa – episodi che, qualora confermati, costituirebbero certamente una gravissima distorsione. Essi vanno ricondotti puntualmente al momento nel quale sono avvenuti e alla responsabilità dei singoli, autori di atti e comportamenti illegali.
  Appare tuttavia dovuta una focalizzazione dell'attenzione anche sul sistema di controlli di vigilanza e – per quanto di competenza del MIT – specificamente sulle attività di controllo esercitate direttamente dalle strutture ministeriali. In proposito, è utile ricordare che, proprio in relazione al Mo.S.E., il citato Servizio per l'Alta Sorveglianza delle Grandi Opere, opportunamente interessato dal Gabinetto del MIT nel giugno 2013, in merito a notizie di stampa riguardanti indagini di polizia giudiziaria in corso sull’ amministratore delegato della Mantovani S.p.A., ha prontamente attenzionato, seppur nel rispetto delle prerogative dell'A.G. procedente, le fasi di realizzazione dell'importante infrastruttura strategica per quanto di propria competenza (decreto ministeriale n. 76 del 1o marzo 2012, articolo 3, lettere dalla m) alla r).
  A seguito delle notizie di cui sopra, lo stesso Servizio, nel corso del 2013, pur nel rispetto del segreto d'indagine contemplato dall'articolo 329 del codice di procedura penale, che vieta di interferire con gli accertamenti in corso, ha proceduto comunque a monitorare i soggetti e le società coinvolte nei lavori per la realizzazione del Mo.S.E. Gli esiti di tali approfondimenti e le conseguenti ulteriori analisi, sono stati tempestivamente comunicate al Comitato di Coordinamento per l'Alta Sorveglianza delle Grandi Opere (C.C.A.S.G.O.) presso il Ministero dell'interno, e alla Sezione Specializzata per EXPO 2015 – di cui il suddetto Servizio è parte integrante per conto del MIT.
  Le predette comunicazioni sono state inoltrate sulla base non solo delle competenze appena descritte, ma anche in virtù del decreto del Ministro dell'interno del 14 marzo 2003, di concerto con il Ministro della giustizia e con quello delle infrastrutture, che individua le procedure di monitoraggio di infrastrutture ed insediamenti industriali per la prevenzione e la repressione dei tentativi di infiltrazione mafiosa, ai sensi dell'articolo 180, comma 2, del decreto legislativo n. 163 del 12 aprile 2006.
  Si segnala, inoltre, che il MIT ha di recente rafforzato gli strumenti di controllo e sorveglianza, mediante l'implementazione di un apposito sistema informatico di vigilanza che oggi contiene i dati di tutti i contratti e subcontratti che, a qualsiasi titolo e per qualsiasi importo, entrano a far parte della filiera delle lavorazioni (forniture, servizi vari, guardiania, movimento terra, sicurezza cantieri, ecc.).
  Con l'avvenuta messa a regime del data-base, che rappresenta un «unicum» delle società e dei soggetti che partecipano alla realizzazione delle grandi opere, il MIT ha inteso corrispondere alle esigenze di monitoraggio e prevenzione di cui al citato decreto 14 marzo 2003 che prevede la realizzazione di un sistema di interconnessione dei dati da porre a beneficio delle attività di monitoraggio della D.I.A., del C.C.A.S.G.O. e delle altre Amministrazioni interessate.
  Occorre anche aggiungere che, con l'entrata in vigore dell'articolo 91, comma 7-bis, del decreto legislativo n. 159 del 2011, l'attività di monitoraggio del Servizio di Sorveglianza del MIT è stata ampliata alle comunicazioni riguardanti le informazioni interdittive inviate dalle Prefetture – U.T.G. dell'intero territorio nazionale. Il Servizio, mediante l'incrocio dei dati indicati nelle informative anzidette con quelli contenuti nel sistema informatico di monitoraggio del Ministero, verifica la presenza di soggetti destinatari, o di altri soggetti ad essi direttamente collegati, presso i cantieri di realizzazione degli interventi rientranti nel P.I.S. e di quelli funzionali ad EXPO 2015 di Milano. Nel caso di positivi riscontri, il Servizio provvede a comunicare gli esiti al C.C.A.S.G.O., al fine di attivare le Prefetture territorialmente competenti per le proprie determinazioni.
  Si può quindi affermare che il sistema dei controlli, preventivi e successivi, relativi ai rischi di infiltrazione mafiosa fra le imprese esecutrici – e quindi alla legittimità degli appalti – gode oggi, almeno sotto questo profilo, di una strumentazione adeguata ed è in grado di funzionare efficientemente.
  Si deve inoltre aggiungere che, proprio recentemente, su proposta del MIT, è stata introdotta la previsione normativa che integra il comma 2 dell'articolo 163 del decreto legislativo n. 163 del 2006, aggiungendo la lettera f-ter), la quale stabilisce che il MIT, al fine di verificare l'avanzamento dei lavori concernenti le cosiddette «Grandi Opere», può effettuare sopralluoghi tecnico amministrativi presso i cantieri interessati, previo accesso agli stessi, avvalendosi, ove necessario, del Corpo della Guardia di Finanza in virtù di appositi Protocolli d'Intesa. Tale norma, che costituisce un indubbio rafforzamento dei poteri di vigilanza e controllo, rappresenta, in tale ambito, da un lato un deterrente, dall'altro consente la verifica di qualsiasi altra anomalia e/o criticità che, anche indirettamente, venisse riscontrata o segnalata.
  Inoltre, un dato molto rilevante che occorre mettere in evidenza è che al 2005 risale un atto contrattuale importante fra lo Stato (MIT-Magistrato alle Acque) ed ente attuatore che stabilisce un prezzo chiuso per la realizzazione delle opere del MOSE, cioè definisce costi e tempi certi dei lavori. Si tratta di una misura sicuramente efficace per colpire alla radice forme purtroppo ancora diffuse di opacità del sistema degli appalti pubblici.
  Tuttavia, gli episodi emersi in queste ore impongono, con urgenza, una riflessione sul rafforzamento ulteriore del sistema dei controlli – preventivi, in corso di esecuzione e successivi, anche con un miglioramento delle competenze in capo ai diversi soggetti che a diverso titolo partecipano alla programmazione, pianificazione e realizzazione delle opere. Nel caso specifico il Ministero da me rappresentato, valuterà anche tutti gli interventi possibili per l'adozione di tutti gli strumenti necessari a tutela della concessione.
  La strada è quella indicata proprio dalla recente modifica normativa appena citata che autorizza ispezioni nei cantieri e poteri più penetranti di verifica puntuale e dettagliata su tutti i profili amministrativi e contabili. A tali modifiche normative vanno ora abbinate adeguate dotazioni operative per rendere effettivo ciò che la legge dispone.
  Anche il recepimento delle nuove direttive europee n. 23, 24 e 25 del 2014, in materia di appalti e concessioni, potrà rappresentare l'occasione per tale ulteriore rafforzamento di funzioni di alta sorveglianza e per il progressivo avvicinamento della normativa nazionale alla normativa e alle migliori pratiche europee.
  Venendo infine alla proposta di sospendere cautelativamente le procedure e gli stessi lavori, avanzata dagli interroganti, la valutazione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti è che tale decisione provocherebbe un danno gravissimo e certo, con effetti tecnici, economici e legali di rilevante entità – come evidenziano gli stessi dati riportati all'inizio della risposta – e nessun beneficio per la tutela e la salvaguardia dell'intera laguna di Venezia.
  Ciò che appare invece opportuno e urgente è far partire immediatamente un intervento straordinario di controllo, cioè una due diligence sul Mo.s.e. per una verifica ravvicinata e approfondita della coerenza fra spese e lavori eseguiti.

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

L 2001 0443

GEO-POLITICO:

VENEZIA,VENEZIA - Prov,VENETO

EUROVOC :

inchiesta giudiziaria

reato

grandi opere pubbliche

gara d'appalto

procedimento giudiziario

arresto

corruzione