ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/02925

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 238 del 03/06/2014
Firmatari
Primo firmatario: AMENDOLA VINCENZO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 03/06/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MANCIULLI ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 03/06/2014
PORTA FABIO PARTITO DEMOCRATICO 03/06/2014
CASSANO FRANCO PARTITO DEMOCRATICO 03/06/2014
MONACO FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO 03/06/2014
QUARTAPELLE PROCOPIO LIA PARTITO DEMOCRATICO 03/06/2014
TIDEI MARIETTA PARTITO DEMOCRATICO 03/06/2014


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 03/06/2014
Stato iter:
04/06/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 04/06/2014
Resoconto AMENDOLA VINCENZO PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 04/06/2014
Resoconto PISTELLI LAPO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
 
REPLICA 04/06/2014
Resoconto AMENDOLA VINCENZO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 04/06/2014

SVOLTO IL 04/06/2014

CONCLUSO IL 04/06/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-02925
presentato da
AMENDOLA Vincenzo
testo di
Martedì 3 giugno 2014, seduta n. 238

   AMENDOLA, MANCIULLI, PORTA, CASSANO, MONACO, QUARTAPELLE PROCOPIO e TIDEI. — Al Ministro degli affari esteri. — Per sapere – premesso che:
   ha giurato di fronte al presidente Abu Mazen nella Muqata di Ramallah il nuovo Esecutivo di unità nazionale palestinese, presieduto da Rami Hamdallah che nasce a seguito della riconciliazione tra Hamas, che governa la Striscia di Gaza formalmente dal 2007, e al-Fatah, il movimento palestinese più moderato che controlla la Cisgiordania;
   il nuovo Governo palestinese è composto da 17 Ministri, tutti definite indipendenti con cinque di loro (tra cui quello della Giustizia) che vengono da Gaza, tre donne e Riad al-Maliki alla guida della diplomazia palestinese, nome eccellente sul quale si erano appuntati alcuni dissensi, poi superati, da parte di Hamas;
   il nuovo Esecutivo sembra mettere fine ad una storica divisione nel campo palestinese: Hamas, felicitandosi per l'evento, ha sottolineato che quello di Hamdallah «è il governo dell'intero popolo palestinese» e analogamente Abu Mazen nel suo discorso dopo il giuramento ha annunciato «la fine della divisione palestinese che ha grandemente danneggiato la nostra causa nazionale», ribadendo che il Governo ha il sostegno della comunità internazionale e che la nuova amministrazione si atterrà alle linee previste dal Quartetto (riconoscimento di Israele, rifiuto della violenza e mantenimento di tutti gli attuali accordi);
   secondo alcuni analisti la novità politica è anche dovuta alla necessità di entrambe le leadership palestinesi di uscire da una situazione di empasse dovuta alle nuove dinamiche sociopolitiche avviatesi nel mondo arabo;
   Hamas è in difficoltà per le divisioni che la pratica di Governo ha fatto sorgere all'interno dell'organizzazione, le forti resistenze che sta incontrando presso una buona parte dell'opinione pubblica di Gaza ma soprattutto per il venir meno di sostegni politici e finanziari da parte dell'Egitto, ritornato in mano a Governi fortemente avversi all'islamismo politico e che stanno conducendo una battaglia vera contro terroristi, in asse con i sauditi, e oppositori beduini, avviando la distruzione di gran parte dei tunnel utilizzati fino ad oggi per rompere l'isolamento della striscia di Gaza;
   Fatah subisce il nuovo scacco del processo di pace su cui aveva puntato e che ne aumenta debolezza e delegittimazione, constata la scarsa efficacia dell'iniziativa di Abbas all'Onu nonché la profonda crisi politica dell'Autorità palestinese anche per la difficoltà nell'individuare un successore dell'oramai anziano Abu Abbas;
   le reazioni internazionali a questa importante novità politica sono state diverse: l'amministrazione americana ha confermato che collaborerà con il nuovo Governo palestinese, notando che il presidente dell'Anp e leader di Fatah Abu Mazen ha formato un governo di (soli) tecnocrati che non include membri di Hamas, e lo giudicherà solo sulla base delle sue azioni calibrando su quelle il volume degli eventuali aiuti economici;  
   l'Unione europea appare sostanzialmente sulla stessa linea di Washington e l'ambasciatore dell'Unione europea negli Stati Uniti ha dichiarato che «l'Unione europea guarda con favore alla riconciliazione, nell'ottica di una soluzione duratura»;
   da Israele trapela, invece, una profonda delusione per la posizione dialogante di Washington; poco prima del giuramento del nuovo Governo il premier Benyamin Netanyahu ha condannato il fatto, esortando la comunità internazionale, e l'Unione europea in particolare, a prenderne le distanze e subito dopo ha convocato il consiglio di sicurezza del proprio Governo, mentre il Ministro nazionalista, Uri Ariel, del partito «Focolare ebraico», ha pubblicato un duro comunicato in cui accusa il presidente palestinese Abu Mazen di aver costituito «un governo terroristico assieme con assassini», ossia Hamas;
   come di consueto le novità politiche sono accompagnate da forti tensioni militari; a Gaza l'aviazione israeliana ha compiuto un raid notturno dopo che dalla Striscia erano stati sparati colpi di mortaio verso un villaggio israeliano sparati, secondo quanto riferisce la radio militare, da un'area siriana presidiata dalle forze di Bashar al-Assad e rafforzate da Hezbollah libanesi –:
   sulla base delle valutazioni svolte dal Governo italiano circa la formazione del nuovo Esecutivo di unità nazionale palestinese, quale azione politica e diplomatica il Ministro interrogato intenda svolgere in seno all'Unione Europea e autonomamente per far assumere all'Italia, in vista del semestre di presidenza europea e del rilancio di una politica mediterranea, un ruolo da protagonista nel nuovo contesto politico che va delineandosi nella regione mediorientale. (5-02925)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 4 giugno 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-02925

  La creazione di un Governo di unità nazionale in Palestina è un passo significativo nel processo di riconciliazione palestinese. In ambito UE, al pari di quanto dichiarato anche dai nostri principali partner e dagli USA, è stata accolta con favore la nomina di un governo di personalità indipendenti, che, come assicurato dal Presidente Abbas, si impegna al rispetto dei tre noti principi stabiliti dal Quartetto, che il Ministro Mogherini ha voluto proprio ieri richiamare: rinuncia alla violenza, impegno a rispettare gli accordi già sottoscritti dall'OLP con Israele nonché il riconoscimento del diritto dell'esistenza dello Stato israeliano.
  Il Ministro Mogherini ha infatti voluto assicurare nelle sue dichiarazioni di ieri pieno appoggio al nuovo governo palestinese sotto la guida del primo ministro Rami Hamdallah, riconoscendo che è stato compiuto un passo avanti importante nel processo di riconciliazione palestinese. Il Governo è quindi intenzionato a proseguire la collaborazione con l'esecutivo palestinese, viste le garanzie date dal presidente Mahmoud Abbas. La speranza è che questo cammino di riconciliazione getti nuove e più solide basi per un processo di pace che ci auguriamo riprenda il prima possibile.
  Come già anticipato, anche in sede europea l'AR Ashton ha espresso analoghe valutazioni positive. Il proseguimento del dialogo e della collaborazione dell'UE e del nostro Paese con il nuovo governo palestinese dipenderà ovviamente dall'osservanza da parte di quest'ultimo degli impegni citati. Il processo di riconciliazione palestinese non sarà facile, ma crea anche nuove opportunità per il processo di pace, per il rinnovamento democratico della Palestina a Gaza e in Cisgiordania. Il nuovo esecutivo si configura infatti come un governo tecnico di scopo del Presidente, che nasce per portare la Palestina alle elezioni nell'arco di sei mesi e porre mano alla ricostruzione della Striscia di Gaza. Prima grande prova di tale percorso saranno quindi le elezioni, il cui svolgimento presenta elementi di criticità e incertezza, prima fra tutti la constatazione che il movimento politico Hamas, sebbene non faccia parte del Governo palestinese, è un soggetto incluso nella lista UE delle organizzazioni terroristiche.
  Siamo dunque solo all'inizio di un processo. Difficile prevederne l'esito, ma in questo momento occorre continuare ad assicurare l'appoggio europeo ed italiano al Presidente Abbas, sostenendo il processo di riconciliazione dietro la sua guida.
  A tal fine segnalo l'intenzione del Governo di svolgere, probabilmente già nel prossimo mese di luglio, il Comitato Ministeriale Congiunto Italia-Palestina, che avrebbe dovuto tenersi l'8 giugno e che è stato rimandato proprio in virtù della contestuale formazione del nuovo governo palestinese. Si tratta di un incontro a livello governativo presieduto dai due ministri degli esteri che riunisce 4-5 altri ministri delle 2 parti, competenti per argomenti all'ordine del giorno. Il Comitato congiunto potrà fornire l'occasione per continuare a veicolare messaggi di sostegno dell'Italia alla ritrovata unità tra le fazioni palestinesi nel rispetto dei sopracitati principi del Quartetto rafforzando allo stesso tempo il partenariato bilaterale centrato sul sostegno italiano allo «State building process» palestinese.
  Anche in sede europea – dove il Governo intende fare leva sul semestre di Presidenza per riportare centralità al Mediterraneo –, così come negli altri fori multilaterali a cui l'Italia partecipa, continuerà ad essere manifestato il nostro pieno appoggio ad un processo di riconciliazione i cui effetti, come già detto, potranno essere benèfici non solo sul processo di pace ma anche sulla stabilità dell'intera regione.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

questione palestinese

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aiuto finanziario

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relazioni diplomatiche

crisi politica

Unione europea