ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/02871

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 233 del 26/05/2014
Firmatari
Primo firmatario: FIORIO MASSIMO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 23/05/2014


Commissione assegnataria
Commissione: IX COMMISSIONE (TRASPORTI, POSTE E TELECOMUNICAZIONI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 23/05/2014
Stato iter:
25/09/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 25/09/2014
Resoconto DEL BASSO DE CARO UMBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INFRASTRUTTURE E TRASPORTI)
 
REPLICA 25/09/2014
Resoconto FIORIO MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 26/05/2014

DISCUSSIONE IL 25/09/2014

SVOLTO IL 25/09/2014

CONCLUSO IL 25/09/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-02871
presentato da
FIORIO Massimo
testo di
Lunedì 26 maggio 2014, seduta n. 233

   FIORIO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   l'inadeguatezza diffusa delle opere di difesa sul reticolato idrografico minore, la carenza di manutenzione sulle opere di difesa e sugli alvei, la riduzione delle sezioni di piena per la presenza di barre fluviali in alveo e per l'occupazione progressiva delle aree golenali e la creazione di ostacoli al deflusso rappresentano un elemento di forte criticità nelle fasi di piena dei fumi;
   in particolare, il tratto nella città di Asti del torrente Borbore, prima ampiamente insufficiente per le portate di riferimento, è stato oggetto d'interventi di ampliamento della sezione di deflusso e di realizzazione di difese spondali ed arginali. In particolare, l'ultimo tratto fino alla foce in Tanaro, è stato oggetto, contemporaneamente alla costruzione delle nuove arginature, di un notevole ampliamento della sezione di deflusso al fine di abbattere gli elevati livelli idrici, non compatibili con le infrastrutture presenti in zona;
   gli andamenti climatici irregolari degli ultimi anni hanno ridotto la certezza sui «tempi di ritorno» degli eventi; esiste, pertanto, un oggettivo rischio costituito dal torrente Borbore che nel 1948, ormai oltre 50 anni fa, causò i danni in città drammaticamente conosciuti, anche per le vittime registrate;
   il ponte ferroviario sul Borbore al chilometro 54+797 della linea Torino-Genova nel quartiere di corso Alba continua, per la presenza di alcuni pilastri in alveo, continua a rappresentare un elemento di forte criticità per la sicurezza dei cittadini in caso di piena: la presenza dei piloni nell'alveo e la loro posizione trasversale rispetto alla linea di scorrimento delle acque potrebbero infatti determinare un effetto diga. Le sue arcate, anche in presenza di tronchi d'albero ed altri detriti, potrebbero impedire il regolare deflusso delle acque anche alla luce di quanto accaduto nell'alluvione del 1994;
   Aipo (Agenzia interregionale per il fiume Po) ha dichiarato di aver segnalato tale problematica del ponte, fin dal 2006, sia a Rfi (Rete ferroviaria italiana) che all'Autorità di bacino del fiume Po;
   nel 2006 Rfi, nell'esporre in un convegno dell'Autorità di bacino uno studio redatto con il dipartimento di ingegneria strutturale e geotecnica dell'università di Genova sulla capacità portante dei ponti ad arco in muratura, aveva presentato, l'adeguamento del collegamento sul Borbore, prevedendone la demolizione con successiva ricostruzione;
   tale l'intervento prevedeva la realizzazione di un'opera con due sole pile nell'alveo del torrente e l'innalzamento della quota di intradosso; la soluzione studiata complessa, soprattutto per le numerose fasi previste, consentiva di rispettare i numerosi vincoli: mantenimento dell'esercizio ferroviario durante i lavori, almeno sui due binari della linea Torino-Genova, mantenimento della distanza minima tra binari e intradosso del cavalcavia a poca distanza, presenza di numerose costruzioni di abitazioni civili a ridosso del rilevato ferroviario –:
   se sia stato ad oggi eseguito l'eventuale progetto di modifica o di rifacimento del ponte in questione, con la relativa stima dei costi e, nel caso in cui il piano sia stato definito, quali iniziative siano state avviate per la ricerca dei finanziamenti e l'inserimento dell'opera nella programmazione dei lavori;
   quali misure, a partire dal 2006, RFI e Autorità di bacino del fiume Po abbiano adottato per mettere in sicurezza il bacino del Borbore;
   se sia stata compiuta un'analisi puntuale dell'impatto del ponte in condizione di piena tenuto conto delle seguenti condizioni:
    a) la presenza dei piloni nell'alveo e il loro posizionamento trasversale rispetto alla linea di scorrimento del torrente;
    b) l'area a monte del ponte in questi anni notevolmente urbanizzata.
(5-02871)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 25 settembre 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione IX (Trasporti)
5-02871

  Con riferimento ai quesiti posti dall'Onorevole Interrogante circa le misure intraprese per la messa in sicurezza del bacino del Borbore sono state assunte dettagliate informazioni presso Rete Ferroviaria Italiana (RFI).
  In data 22 febbraio 2007, RFI ha trasmesso lo studio di compatibilità idraulica all'Autorità del bacino del Po (ADBPO) e all'Agenzia Interregionale per il fiume Po (AIPO) sede di Parma, in base all'articolo 19 delle Norme di attuazione del Piano Assetto Idrogeologico (PAI) adottate con Deliberazione del Comitato Istituzionale n. 18 del 26 aprile 2001, al fine di avviare le procedure per la definizione delle condizioni di esercizio transitorio previste al punto 3.3.2 della Direttiva n. 2/99 aggiornata con Deliberazione n. 10/2006.
  Ad oggi le autorità idrauliche non hanno ancora avviato tali procedure, ma proprio in questi giorni (a seguito di numerosi solleciti da parte di RFI) ci sarà un incontro con ADBPO-AIPO, presso la Sede di Parma, per la programmazione dei tavoli tecnici al fine di attivare le condizioni di esercizio transitorio, non solo relative al ponte citato ma anche ad altri ricadenti nella Regione Piemonte.
  In merito allo studio di compatibilità idraulico svolto da RFI, da una prima analisi, ovviamente da condividere con le Autorità idrauliche competenti nei tavoli tecnici per l'attuazione delle condizioni di esercizio transitorio, è emerso quanto segue circa la situazione attuale del ponte esistente.
  La simulazione con la portata duecentennale in progetto è stata eseguita ipotizzando come condizione di valle la quota di massima piena duecentennale del fiume Tanaro (condizione molto penalizzante).
  Tale simulazione mostra che l'innalzamento del pelo libero a monte del ponte ferroviario è stato valutato in circa 0.40 metri.
  Il livello della corrente in corrispondenza del ponte ferroviario risulta essere superiore alla quota di intradosso in chiave e pertanto non sussiste il franco idraulico di sicurezza previsto dalla citata Direttiva n. 2/99.
  Le difese spondali presenti sul tratto risultano adeguate a contenere i livelli della portata di progetto, ma il franco di sicurezza non sempre risulta verificato (non sempre maggiore di 1,00 metro).
  A valle di questa analisi, RFI ha sviluppato anche una soluzione progettuale che prevede la demolizione dell'attuale ponte e la sua ricostruzione compatibilmente con il tracciato e l'esercizio ferroviario della linea Torino-Genova, per un impegno finanziario di circa 10 milioni di euro. Anche questa ipotesi è stata sottoposta alle autorità idrauliche. Con tale soluzione l'innalzamento del pelo libero a monte del nuovo ponte ferroviario scende da 0,40 a circa 0,13 metri e il livello della corrente risulta inferiore di 0,22 m. rispetto alla quota di intradosso; peraltro, anche con il nuovo ponte, il franco idraulico non rispetterebbe le prescrizioni della Direttiva 2/99.
  Inoltre, in merito all'eventuale proposito di demolizione del ponte ferroviario ottocentesco in muratura, RFI fa presente che con l'attuale ascrivibilità del manufatto alle fattispecie di cui al combinato disposto degli articoli 10, 12 e 20 del decreto legislativo 42 del 2004 le cose immobili di interesse artistico, storico e archeologico non possono essere distrutte.
  Analogamente, il punto 3.33 della Direttiva 2/99 prevede che, per i ponti di interesse storico-monumentale soggetti a formale tutela, il progetto di adeguamento dovrà individuare i possibili interventi che consentono di migliorare la funzionalità idraulica del sistema «corso d'acqua – struttura di attraversamento» nel rispetto dei vincoli gravanti sull'opera.
  Nel concludere, RFI ha evidenziato che, come previsto dalle proprie procedure interne di vigilanza e monitoraggio delle opere d'arte, nel periodo transitorio e fino agli interventi di adeguamento del manufatto, anche in relazione alle attuali condizioni di criticità esposte, programma attività periodiche di ispezione/manutenzione dell'alveo in corrispondenza del manufatto e nelle immediate vicinanze, al fine di rilevare un eventuale aggravio delle condizioni di rischio derivante da deposito di materiale d'alveo (inerti e flottante) che possa parzializzare le luci del ponte e privare la sezione della funzionalità idraulica minima che la caratterizza.

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

FIUME PO

EUROVOC :

opere d'arte

corso d'acqua

sicurezza pubblica