ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/02866

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 233 del 26/05/2014
Firmatari
Primo firmatario: GHIZZONI MANUELA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 23/05/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PICCOLI NARDELLI FLAVIA PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2014


Commissione assegnataria
Commissione: VII COMMISSIONE (CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO delegato in data 23/05/2014
Stato iter:
02/07/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 02/07/2014
Resoconto REGGI ROBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ISTRUZIONE, UNIVERSITA' E RICERCA)
 
REPLICA 02/07/2014
Resoconto GHIZZONI MANUELA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 26/05/2014

DISCUSSIONE IL 02/07/2014

SVOLTO IL 02/07/2014

CONCLUSO IL 02/07/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-02866
presentato da
GHIZZONI Manuela
testo di
Lunedì 26 maggio 2014, seduta n. 233

   GHIZZONI e PICCOLI NARDELLI. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. — Per sapere – premesso che:
   gli istituti archivistici svolgono l'importante funzione di tutela, conservazione e fruizione del patrimonio documentario; ad essi, pertanto, è anche affidato un ruolo irrinunciabile nella valorizzazione e promozione della storia, della cultura e dell'identità sia locale sia nazionale;
   a fronte di tale funzione dal rilievo costituzionale, dal mondo archivistico – segnatamente da ARCH.I.M. Archivisti in Movimento – arriva l'appello urgente affinché adeguate risorse siano assegnate ai fabbisogni di detti istituti dato che, ad oggi, i finanziamenti costringono a gestioni inadeguate dal punto di vista culturale, scientifico, didattico o addirittura a chiusure (con grave danno per la tutela del patrimonio), mentre in molti comuni ed altri enti pubblici, gli archivi, storici e correnti, versano in condizioni di degrado e senza personale, strutturato o a contratto, adeguato a trattare documenti ai quali, oltre all'interesse ed al valore storico-patrimoniale, è affidata la certezza dei diritti delle comunità locali;
   gli ambiti di investimento negli archivi pubblici, che offrirebbero significative opportunità di lavoro di medio-lungo periodo per professionisti qualificati, dovrebbero riguardare: il recupero del gap strutturale in termini di lavori specialistici (catalogazioni, ordinamenti e inventari di migliaia di archivi, redazione di altri strumenti di corredo, incremento delle attività di digitalizzazione e pubblicazioni scientifiche); implementare le banche dati disponibili sui siti internet (degli istituti; incrementare la dotazione strumentale ordinaria (attrezzature informatiche e strumenti per la digitalizzazione, acquisto di software dedicati già tarati su standard descrittivi internazionali); ampliare il numero dei collegamenti al Sistema archivistico nazionale; restaurare e/o consolidare le sedi storiche degli istituti di conservazione; ammodernare impianti, sale di consultazione e depositi di conservazione, nonché attivare coperture wireless; internazionalizzare l'offerta culturale con una diffusa rete di servizi attivi direttamente attraverso la rete internet; promuovere l'attività di valorizzazione, didattica, espositiva;
   l'incremento dei servizi archivistici può concorrere significativamente ad innalzare l'attrattività turistico-culturale del Paese e tradursi in un indotto economico per il territorio e introdurre, in maniera sistematica, il concetto di turismo di studio che in Paesi, come la Germania e l'Inghilterra, è una voce economica importante;
   una concreta opportunità per dare seguito a quanto espresso in premessa potrebbe arrivare dall'imminente programmazione del PON Cultura 2014-2020 –:
   se il Ministro interrogato valuti, nell'ambito della programmazione del PON cultura 2014-2020, l'opportunità di riconoscere agli archivi la dignità di attrattori culturali e come tali indicarli tra i beneficiari dei Fondi dell'Unione europea e destinare così a questo settore, riconosciuto come patrimonio culturale pubblico, risorse adeguate. (5-02866)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 2 luglio 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione VII (Cultura)
5-02866

  Mi riferisco all'interrogazione con la quale l'On.le Ghizzoni chiede al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo di valutare la possibilità di includere il settore degli archivi tra i beneficiari del Programma Operativo Nazionale (PON) Cultura 2014-2020, in ragione degli ingenti fabbisogni del settore, manifestati in particolare da ARCH.I.M. Archivisti in Movimento attraverso recenti sollecitazioni, e del ruolo del patrimonio archivistico nella «valorizzazione e promozione della storia, della cultura e dell'identità sia locale sia nazionale».
  In primis, va rilevato che l'Onorevole Ministro ha più volte evidenziato l'importanza strategica del settore degli archivi nel contesto culturale italiano e la loro rilevanza quale elemento di sviluppo della cultura italiana.
  Per quanto attiene, poi, al contenuto dell'interrogazione, ricordo che la strategia assunta dal nuovo Programma, per il prossimo periodo di programmazione (PON Cultura, alimentato dal Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale «FESR»), discende direttamente dal quadro di riferimento definito nell'Accordo di partenariato Italia 2014-2020 (AdP), ufficialmente trasmesso all'Unione Europea il 22 aprile scorso, documento di inquadramento strategico nazionale della nuova programmazione 2014-2020 della politica di coesione comunitaria, frutto del lavoro realizzato con il contributo di tutte le amministrazioni centrali e regionali sotto il coordinamento del Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e Coesione (DPS).
  In coerenza con quanto definito dal sopra menzionato Accordo di Partenariato, e sulla scorta dell'esperienza già maturata nel corso della programmazione FESR 2007/2013, il PON Cultura concorre, assieme ai livelli di programmazione regionale previsti con l'utilizzo dei fondi comunitari da parte delle Regioni medesime attraverso i relativi Programmi Operativi Regionali (POR), al perseguimento di importanti azioni nel settore culturale già individuate nel suddetto AdP e, precisamente, le azioni tese a «conservare, proteggere, promuovere e sviluppare il patrimonio naturale e culturale», focalizzando la propria azione sui territori delle 5 regioni interessate dal PON (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, appartenenti alla macrocategoria delle «regioni meno sviluppate») intervenendo sulle condizioni di offerta e di fruizione di tale patrimonio.
  L'azione del PON si esplicherà, dunque, attraverso progetti individuati «a regia» (ossia con decisioni prese a livello centrale sulla base di progetti segnalati dalle Direzioni regionali di questo Ministero, sentite le Regioni), diretti sia a conservare, restaurare e valorizzare i luoghi della cultura individuati (aree archeologiche, monumenti, musei etc), che a creare e mettere in rete servizi per la loro fruizione, ed erogare prodotti innovativi allineati con le aspettative della domanda culturale e turistica, ampliando, quindi, la scala di intervento ad aree di attrazione culturale di «rilevanza strategica nazionale».
  L'individuazione degli attrattori e dei relativi progetti di valorizzazione dovrà avvenire attraverso un percorso di condivisione e concertazione tra Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e Regioni, per garantire il raccordo con i Programmi Operativi regionali, favorendo anche la definizione e l'attuazione di complementari azioni nei POR.
  Il programma è in corso di progressiva puntualizzazione in vista dell'invio ufficiale all'Unione Europea (fissato entro il 22 luglio prossimo), successivamente al quale si aprirà la fase di negoziato formale con l'Unione, in esito al quale il Programma potrà, naturalmente, subire modifiche e revisioni rispetto al corrente impianto.
  Tenuto conto di quanto sin qui espresso, rappresento come l'attuale configurazione del PON Cultura non preveda a priori condizioni ostative o restrittive circa la possibilità che gli interventi di valorizzazione, rivolti alle aree di attrazione culturale, possano riguardare anche il patrimonio archivistico, così come altri settori del patrimonio culturale, purché tali interventi sappiano esprimere coerenza e integrazione con le linee di valorizzazione territoriale. Va tenuto conto, tuttavia, che il core del patrimonio culturale, su cui farà perno il PON, sarà rappresentato in modo prevalente dai luoghi della cultura che tradizionalmente si confrontano con la domanda del grande pubblico (musei, monumenti, aree archeologiche etc).
  Segnalo, inoltre, che, parallelamente al PON Cultura, d'intesa con il Dipartimento per lo sviluppo e la coesione, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo lavorerà nei prossimi mesi alla definizione di un programma di interventi da finanziare attraverso il Fondo di Sviluppo e Coesione (FSC), esteso anche alle regioni del centro-nord (secondo le regole del FSC, l'80 per cento delle risorse al Mezzogiorno, il 20 per cento al Centro nord); tale programma si configura come un programma parallelo al PON Cultura, assumendo i medesimi obiettivi e analoga strategia e rappresenta certamente un'ulteriore opportunità.
  Infine, preciso che gli elementi informativi sopra esposti sono stati illustrati alle rappresentanze dell'Associazione Archivisti in Movimento, in occasione di un incontro bilaterale presso il Ministero tra l'Associazione e il Segretariato Generale, tenutosi nel maggio scorso, a seguito del quale l'Associazione ha espresso all'Onorevole Ministro ringraziamento e soddisfazione per le informazioni ricevute, provvedendo anche alla trasmissione di un documento contenente riflessioni puntuali nel merito degli argomenti trattati nel corso dell'incontro.