ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/02334

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 187 del 11/03/2014
Firmatari
Primo firmatario: SCOTTO ARTURO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 11/03/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FAVA CLAUDIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 11/03/2014


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 11/03/2014
Stato iter:
12/03/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 12/03/2014
Resoconto SCOTTO ARTURO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
RISPOSTA GOVERNO 12/03/2014
Resoconto DELLA VEDOVA BENEDETTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
 
REPLICA 12/03/2014
Resoconto SCOTTO ARTURO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 12/03/2014

SVOLTO IL 12/03/2014

CONCLUSO IL 12/03/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-02334
presentato da
SCOTTO Arturo
testo di
Martedì 11 marzo 2014, seduta n. 187

   SCOTTO e FAVA. — Al Ministro degli affari esteri . — Per sapere – premesso che:
   la «scuola di gomme» del campo beduino di Khan Al Ahmar, nell'area C dei territori occupati palestinesi, è una scuola costruita con oltre duemila pneumatici grazie ad un progetto di «Arcò — Architettura e Cooperazione», in collaborazione con la ong «Vento di Terra»;
   si tratta di una scuola progettata in architettura bioclimatica;
   l'edificio, «non permanente» dal punto di vista strutturale, è stato realizzato con pneumatici, argilla e legno per non contravvenire ai regolamenti militari israeliani che vietano la costruzione non autorizzata di edifici in area C;
   i muri sono fatti di pneumatici riempiti di terra e la copertura in lamiera sandwich sorretta da travi in lamellare, il tutto è stato realizzato in sole 2 settimane con un primo ridottissimo budget;
   grazie ai fondi successivi la scuola è stata completata con tutte le finiture e dotata di un impianto fotovoltaico;
   i lavori sono stati realizzati in autocostruzione dagli abitanti del villaggio, coordinati da «Arcò — Architettura e Cooperazione»;
   costruita nel 2009, questa scuola mantiene una temperatura stabile nelle aule sia in inverno che in estate;
   la scuola, che è stata dotata di un impianto fotovoltaico grazie al contributo della cooperazione italiana, ora ospita cinque classi elementari;
   il progetto è stato realizzato con finanziamenti europei, e fondamentale è stato il ruolo della cooperazione italiana;
   il campo beduino di Khan al Ahmar tra Gerusalemme e Gerico, ospita oggi cento bambini della comunità Jahalin, espulsa dal Negev nel 1950;
   circa 250 persone hanno vissuto per decenni nel campo su un terreno appartenente al villaggio di Anata;
   l'insediamento di Kfar Adumim si trova a soli due chilometri dal sito;
   l'area in questione è parte dei territori palestinesi occupati dal 1967, dunque gli insediamenti sarebbero illegittimi;
   circondati da insediamenti israeliani ed esclusi da ogni servizio di base, i beduini vivono in condizioni di estrema marginalità, tanto che molti bambini, prima della costruzione della «scuola di gomme», avevano abbandonato gli studi;
   il progetto ha beneficiato di un'ampia copertura mediatica ed è apparso sui maggiori network internazionali, ma ciononostante la «scuola di gomme» è al centro di una complessa vicenda legale;
   come per tutte le altre comunità beduine tra Gerusalemme Est e Gerico, infatti, l'amministrazione civile si rifiuta di permettere ai residenti di Khan Al Ahmar di costruire e connettere le infrastrutture in quanto l'area non ha un piano approvato;
   il mancato rilascio di permessi di costruzione alla appare collegato alla volontà da parte della politica israeliana di evacuare la popolazione palestinese della zona per far spazio a nuovi insediamenti;
   perciò la scuola, che attualmente ospita circa 128 alunni, di cui la maggioranza sono bambine tra i 6 ed i 13 anni, è stata costruita senza permesso;
   l'amministrazione civile israeliana ha emesso ordini di demolizione contro di essa e contro decine di altre strutture;
   i residenti di Kfar Adumim hanno presentato per tre volte petizioni all'Alta Corte di Giustizia, chiedendo che gli ordini di demolizione non fossero effettuati: le prime due petizioni hanno ricevuto risposta negativa, e nel mese di novembre 2013 è stato presentato un altro ricorso;
   il 27 febbraio 2014 è avvenuto un fatto di estrema gravità;
   l'amministrazione civile israeliana ha infatti confiscato attrezzature di gioco donate quello stesso giorno dal Governo italiano alla scuola in questione;
   un rappresentante del consolato italiano aveva accompagnato due camion, uno dei quali trasportante il cemento e l'altro un'altalena a tre posti ed uno scivolo con un tunnel e due scale;
   gli ispettori dell'amministrazione civile, affermando che l'installazione era illegale, hanno sequestrato tutto il materiale;
   il rappresentante del consolato italiano ha cercato inutilmente di ribaltare la decisione;
   il tutto è avvenuto sotto lo sguardo disperato dei bambini e delle bambine della scuola, che avevano accolto il dono del Governo italiano con infinito entusiasmo;
   un rapporto del «BIMKOM — Planners for Planning Rights» afferma che circa 300 strutture in liquidazione sono state costruite illegalmente;
   l'amministrazione civile non ha voluto rispondere ad una richiesta di commento –:
   quali iniziative si intendano intraprendere al riguardo e, in particolare, se non ritenga doveroso intervenire presso le autorità israeliane per garantire la sopravvivenza della «scuola di gomme» e la possibilità di reinstallare le attrezzature ricreative donate dal Governo italiano.
(5-02334)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 12 marzo 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-02334

  Come ricordato dall'Onorevole Interrogante, lo scorso 27 febbraio l'esercito israeliano ha impedito l'installazione di alcuni giochi da giardino donati dalla Cooperazione italiana alla Scuola di Gomme di Khan Al Akmhar situata nei territori palestinesi occupati, in Area C, sotto il pieno controllo amministrativo e militare israeliano, anche per quanto riguarda la concessione di permessi di costruzione. Vale pena di premettere che il fatto si inserisce in una complessa vicenda giudiziaria, che ha investito addirittura la Corte Suprema israeliana. Presso di questa, infatti, sono pendenti dei ricorsi con i quali alcuni coloni israeliani chiedono che venga data attuazione agli ordini di demolizione della Scuola, emessi nel 2009 e non ancora attuati. A questi fanno da contraltare altri ricorsi, menzionati dall'On. Interrogante, che chiedono invece che la struttura scolastica sia mantenuta in essere. Il relativo processo è seguito costantemente dal nostro Consolato a Gerusalemme, che ha anche potuto assistere a una delle udienze più importanti. Inoltre, non si è mancato di sensibilizzare in più occasioni le autorità israeliane, seguendo modalità condivise anche in sede UE, ed è stato fatto più volte presente il vivo auspicio, di parte italiana, di una positiva soluzione della vicenda. In primo luogo, per minimizzare i potenziali disagi per gli alunni e per le rispettive famiglie e, in secondo luogo, per non vanificare l'investimento compiuto nel complesso scolastico.
  Per mostrare solidarietà ai beduini e rappresentare alle Autorità israeliane la costante attenzione prestata dal nostro Governo, il Console Generale a Gerusalemme, si è anche recato nell'accampamento beduino di Khan Al Akhmar, sito nell'area desertica che collega Gerusalemme a Gerico, dove ha incontrato i rappresentanti della comunità beduina e il personale direttivo e insegnante della scuola.
  Tornando alla vicenda dei giochi da giardino, la loro consegna era stata disposta, a seguito di una richiesta della comunità beduina e della Direttrice della Scuola di Gomme, nell'ambito dell'iniziativa di emergenza della nostra Cooperazione. Tengo a precisare che la consegna dei giochi, così come il sostegno all'intero progetto della Scuola di Gomme, si è sempre svolta nel pieno rispetto delle Linee Guida della nostra Direzione Generale per la Cooperazione e lo Sviluppo, delle linee d'azione europee in Area C a tutela dei gruppi vulnerabili e dei minori e delle priorità umanitarie delle Nazioni Unite.
  Una volta arrivati a destinazione i giochi, l'esercito israeliano ha condotto il personale della ditta Masar, che cura l'installazione dei giochi, e gli automezzi che trasportavano il materiale, presso una vicina stazione di polizia, confiscando i giochi e rilasciando i relativi verbali. Gli automezzi e i giochi sono stati successivamente trasportati presso la sede dell'amministrazione civile israeliana a Bet El, nei pressi di Ramallah.
  Sin da subito l'Ambasciata italiana a Tel Aviv e il nostro Consolato Generale a Gerusalemme si sono attivati per rientrare in possesso dei giochi. In ripetuti contatti con il Responsabile dell'ufficio che si occupa dell'amministrazione civile dei territori occupati, le nostre Sedi diplomatiche hanno fatto presente che la causa giudiziaria sulla Scuola di Gomme è tuttora pendente; che i giochi che stavamo consegnando non possono essere considerati strutture inamovibili; che gli interventi umanitari di questo tipo, in base al diritto internazionale umanitario, non richiedono autorizzazione preventiva e riguardano anzi una sua sfera particolarmente protetta, in quanto destinati ad alleviare le sofferenze di minori.
  Negli ultimi giorni, il Consolato Generale ha nuovamente rappresentato al suddetto responsabile dell'amministrazione civile le ragioni umanitarie e i presupposti giuridici sottesi alla fornitura dei giochi.
  Grazie a tutti questi interventi, i giochi sono stati recuperati lo scorso 8 marzo, dietro pagamento, dalla ditta che li ha forniti e sono stati depositati in un locale, in attesa di una decisione circa la loro futura collocazione.
  In questo quadro, è chiaro che, per il Governo italiano, l'obiettivo primario da perseguire rimane quello di rispondere alle necessità della comunità beduina.
  L'Amministrazione civile israeliana ha ribadito che, nel caso si tentasse nuovamente di consegnare i giochi alla comunità di Khan Al Akhmar, l'esercito sarebbe costretto a intervenire. È stato fatto presente che la normativa locale prevede l'obbligo di un permesso edilizio per tutte le strutture in qualsiasi modo ancorate al suolo e che, in base a tali premesse, la scuola di gomme si trova, per le Autorità Israeliane, in una condizione di illegalità.
  Si sta dunque valutando l'opportunità di sistemare i giochi già acquistati presso un'altra scuola di Ramallah o di Nablus, ovvero presso un campo profughi. Ciò consentirebbe infatti di mantenere la finalità umanitaria dell'intervento.
  Nello stesso tempo si sta valutando di acquistare, per la Scuola di Gomme, nuovi giochi, con maggiori caratteristiche di mobilità, in modo da non dover usare alcun tipo, anche minimo, di installazione fissa per il loro montaggio.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

abbandono scolastico

istituto di istruzione

pneumatico

questione palestinese

territorio occupato

fanciullo

edificio