ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/02333

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 187 del 11/03/2014
Firmatari
Primo firmatario: GRANDE MARTA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 11/03/2014


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 11/03/2014
Stato iter:
12/03/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 12/03/2014
Resoconto GRANDE MARTA MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 12/03/2014
Resoconto DELLA VEDOVA BENEDETTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
 
REPLICA 12/03/2014
Resoconto GRANDE MARTA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 12/03/2014

SVOLTO IL 12/03/2014

CONCLUSO IL 12/03/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-02333
presentato da
GRANDE Marta
testo di
Martedì 11 marzo 2014, seduta n. 187

   GRANDE. — Al Ministro degli affari esteri. — Per sapere – premesso che:
   Roberto Berardi è un imprenditore italiano che da venti anni lavora in Africa. Nel 2008, dopo aver lasciato la propria attività in Costa d'Avorio a causa della guerra civile si trasferisce in Guinea equatoriale costituendo una società chiamata Eloba Costruzioni s.a. di cui deteneva il 40 per cento delle quote sociali. Nella stessa società era presente il figlio dell'attuale presidente della Guinea, Teodoro Nguema Obiang Mangue, detentore del 60 per cento delle quote;
   nel 2012 Berardi viene a conoscenza del fatto che Teodoro Nguema Obiang Mangue era stato indagato negli Stati Uniti per riciclaggio di denaro attraverso l'apertura di svariati conti correnti intestati alla stessa società utilizzando anche soldi la cui origine sembra possa essere ricondotta ad azioni di corruzione, appropriazione indebita, estorsione;
   pertanto Berardi prende atto che la società di cui è socio viene di fatto utilizzata per svolgere operazioni illegali e il 19 gennaio 2013 viene arrestato e trattenuto per ben 21 giorni e successivamente tradotto in carcere a Bata dove ancora oggi è detenuto;
   durante la detenzione lo stesso ha denunciato vari episodi di violenza perpetrati sulla sua persona dopo che il 26 agosto viene condannato a due anni e quattro mesi di reclusione. Dalla data dell'arresto è stato visitato da una delegazione consolare soltanto in un'occasione, il 14 dicembre 2013, da parte del segretario di ambasciata d'Italia in Camerun competente territorialmente anche per la Guinea;
   Berardi lamenta in una sua missiva indirizzata ai familiari di essere stato «privato di ogni sostegno economico, di essere isolato dal mondo» e di «non ricevere cure mediche e alimentazione sufficiente». Lo stato in cui vive viene descritto come disumano, in contrasto con il rispetto dei diritti sanciti dai princìpi e dalle leggi internazionali;
   in data 31 gennaio 2014 la moglie di Berardi ha sporto denuncia alla procura della Repubblica di Roma poiché dopo più di un anno di detenzione e di segnalazioni al Ministero degli affari esteri non si è verificato nessun miglioramento della condizione e del trattamento in carcere del nostro concittadino. Si aggiunge che lo stesso Berardi è riuscito a documentare attraverso l'uso di un telefono cellulare le conseguenze delle violenze subite durante la detenzione;
   Amnesty International riporta nei suoi documenti che in Guinea la tortura è una pratica diffusa nel Paese;
   il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale hanno deciso di ridurre i finanziamenti al Paese proprio per motivazioni carattere «etico» quali la ingente corruzione e la poca trasparenza nella gestione dei fondi –:
   se siano state poste in essere azioni mirate alla risoluzione del caso di cui trattasi, se il Governo abbia verificato se il nostro connazionale sia stato oggetto di violenze o torture e se, in tal caso, non pensi di portare la vicenda all'attenzione della comunità internazionale. (5-02333)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 12 marzo 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-02333

  Desidero fornire all'Onorevole Interrogante un quadro aggiornato in merito alle iniziative condotte dal Ministero degli Affari Esteri per tutelare il connazionale Roberto Belardi e sulle sue condizioni di detenzione in Guinea Equatoriale, che erano state già oggetto di risposte da parte del Governo ad interrogazioni parlamentari presentate nelle scorse settimane.
   a) Sin dall'inizio della vicenda la Farnesina ha svolto una costante azione di assistenza al fine di assicurare l'incolumità del signor Berardi, arrestato il 19 gennaio 2013 a Bata, in Guinea Equatoriale, un Paese dove – ricordo – non abbiamo una rappresentanza e per cui è competente la nostra Ambasciata a Yaoundé, in Camerun. Si sta infatti compiendo ogni sforzo affinché siano garantite al Signor Berardi condizioni detentive conformi agli standard di tutela dei diritti umani. Inoltre, si è posta in essere una tenace azione di sensibilizzazione presso le Autorità della Guinea Equatoriale a tutela dei diritti del connazionale e per giungere ad una soluzione positiva della vicenda. Nel contempo, ogni possibile via diplomatica è al vaglio con lo scopo di raggiungere una conclusione positiva all'iter giudiziario in cui è coinvolto il connazionale.
   b) Al fine di salvaguardare l'integrità fisica del connazionale, ricordo che l'Ambasciata a Yaoundé ha svolto sin dall'inizio una costante azione di assistenza a suo favore anche attraverso persone di riferimento sul posto (fra queste il Console Generale spagnolo a Bata), che hanno mantenuto contatti regolari con il Signor Berardi, effettuando diverse visite nel luogo di detenzione. Si ricorda inoltre che la stessa Ambasciata, dopo ripetute richieste avanzate verso le Autorità di Malabo, ha potuto svolgere una visita consolare lo scorso 13 dicembre. In quell'occasione, il funzionario dell'Ambasciata ha espressamente richiesto che al Signor Berardi venisse prestata adeguata assistenza medica e che fosse altresì facilitato il contatto con i suoi familiari. A questo passo sono seguite successive richieste formali volte ad assicurare al connazionale un trattamento dignitoso e a tenere costantemente aggiornata la nostra Sede sulle sue condizioni di salute, soprattutto a seguito del suo trasferimento in cella di isolamento per detenzione illegale di cellulari nell'istituto di pena. Lo scorso mese di gennaio, il nostro Corrispondente Consolare in pectore si è recato per due volte presso il penitenziario. Le autorità, pur negando la possibilità di incontrare il Signor Berardi poiché in regime di isolamento, hanno acconsentito, su nostra insistenza, a che il corrispondente facesse pervenire al connazionale cibo, medicine e altri generi di prima necessità, con spese a carico dell'Ambasciata. Lo scorso 8 febbraio, il Console Generale spagnolo ha potuto accertarsi, alla presenza delle Autorità del penitenziario, delle condizioni fisiche del Signor Berardi, senza notare infermità o particolari segni di violenza. Appena una settimana fa, inoltre, il nostro Ambasciatore a Yaoundé si è recato personalmente a Bata, dove ha avuto un colloquio di circa un'ora con il signor Berardi, trovandolo dimagrito ma in salute. Nella stessa giornata, il nostro Ambasciatore ha incontrato nella capitale un alto rappresentante del Ministero degli Esteri equato-guineano, manifestando le nostre aspettative.
   c) Parallelamente, la Farnesina ha svolto numerosi interventi di sensibilizzazione volti a favorire una soluzione positiva della vicenda. Il nostro Ambasciatore in Camerun ha investito del caso, lo scorso 23 gennaio, il nuovo Ambasciatore della Guinea Equatoriale a Yaoundé, chiedendo nuovamente la massima attenzione al rispetto dei diritti umani, auspicando che, una volta scontata una parte rilevante della pena, si possano prevedere una liberazione anticipata, o almeno forme alternative al carcere. Desidero far presente che questo intervento si aggiunge ai molteplici passi compiuti negli scorsi mesi dalla nostra Ambasciata. L'azione ad ampio raggio non ha mancato di coinvolgere, attraverso il nostro Ambasciatore in Gabon, la Delegazione dell'Unione Europea in Gabon, competente anche per la Guinea Equatoriale, che ha assicurato un intervento sulle Autorità di Malabo.
  Il Vice Ministro Pistelli – nel corso della sua visita ad Addis Abeba per partecipare al Consiglio Esecutivo dell'Unione Africana (27-28 gennaio 2014) – si è personalmente occupato del caso, sollevando la questione direttamente con il Ministro degli Esteri della Guinea Equatoriale.
  Ad ulteriore conferma della nostra azione ad ampio raggio, il 7 marzo il nostro Rappresentante Permanente presso l'Unione Europea ha sollevato il caso del connazionale nel corso di un incontro con l'Ambasciatore della Guinea Equatoriale a Bruxelles. Sempre in ambito Unione Europea, desidero informarvi che anche il Servizio Europeo per l'Azione Esterna è intervenuto nei giorni scorsi, su richiesta italiana, per sensibilizzare le Autorità della Guinea Equatoriale.
   d) A tutela del connazionale sono stati effettuati numerosi passi anche in Italia, per il tramite della Farnesina. Un'azione di sensibilizzazione è stata infatti condotta nei confronti dell'Ambasciatore della Guinea Equatoriale a Roma, da ultimo il 28 febbraio scorso, e del Rappresentante Permanente della Guinea Equatoriale alla FAO, in occasione della Giornata dell'Africa.
  In conclusione, desidero assicurare che il Governo continuerà a porre in essere ogni utile ed opportuna iniziativa affinché siano assicurate al connazionale condizioni detentive conformi agli standard di tutela dei diritti umani e con l'obiettivo di giungere ad una conclusione positiva della vicenda.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

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Guinea

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guerra civile

corruzione