ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/02275

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 183 del 05/03/2014
Firmatari
Primo firmatario: MARIANO ELISA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 05/03/2014


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 05/03/2014
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 05/03/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-02275
presentato da
MARIANO Elisa
testo di
Mercoledì 5 marzo 2014, seduta n. 183

   MARIANO. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
   l'importanza dell'attività svolta dai call center, da sempre utilizzati sia per le attività di assistenza ai clienti e agli utenti di pubblici servizi, sia per quelle dirette all'acquisizione di nuovi clienti, è aumentata negli ultimi anni, in quanto consente di fornire numerosi servizi contenendo i costi e offrendo agli utenti un canale più immediato di contatto;
   purtroppo accade spesso che le aziende che gestiscono i call center non osservino le disposizioni contenute nell'articolo 24-bis del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, recante «Misure a sostegno della tutela dei dati personali, della sicurezza nazionale, della concorrenza e dell'occupazione nell'attività svolta da call center»;
   in particolare il comma 2 dell'articolo 24-bis stabilisce che, qualora un'azienda decida di spostare l'attività di call center fuori dal territorio nazionale, debba darne comunicazione, almeno centoventi giorni prima del trasferimento, al Ministero del lavoro e delle politiche sociali indicando i lavoratori coinvolti, e all'Autorità garante per la protezione dei dati personali, indicando quali misure vengano adottate per il rispetto della legislazione nazionale, in particolare del codice in materia di protezione dei dati personali e del registro delle opposizioni;
   il comma 3 dell'articolo 24-bis stabilisce, inoltre, che in attesa di procedere alla ridefinizione del sistema degli incentivi all'occupazione nel settore dei call center, i benefìci previsti dall'articolo 8 della legge 29 dicembre 1990, n. 407, in materia di contratti di formazione e lavoro e assunzioni a tempo indeterminato, non possano essere erogati ad aziende che delocalizzano attività in Paesi esteri;
   nonostante la chiarezza delle norme, alcune aziende che gestiscono call center non osservano le predette disposizioni e godono comunque degli incentivi pubblici pur delocalizzando;
   il gruppo Teleperformance, leader mondiale nell'offerta di servizi di contact center, è presente a Taranto con 2 mila dipendenti, in gran parte giovani di età inferiore a 36 anni, per la maggior parte donne (70 per cento);
   nel 2013 il sindacato confederale ha siglato un accordo con Teleperformance che, a fronte di grandi sacrifici, ha consentito il riassorbimento degli esuberi, l'uscita dagli ammortizzatori sociali ed il verificarsi delle condizioni che hanno consentito all'azienda di rilanciarsi;
   si apprende in questi giorni che Teleperformance ha comunicato alle segreterie territoriali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL ed UGL di voler spostare nella sua sede albanese la lavorazione della commessa «Eni Back office», una lavorazione pregiata e remunerativa di un'azienda i cui azionisti di controllo sono il Ministero dell'economia e delle finanze e la cassa depositi e prestiti;
   i lavoratori, che negli anni sono stati chiamati a non pochi sacrifici, hanno acconsentito alla cassa integrazione, a lavorare di più attraverso una maggiore flessibilità, hanno accettato l'orario multi periodale, hanno subito una riduzione della busta paga (livelli e scatto di anzianità), una riduzione dell'accantonamento TFR e della tredicesima, sono increduli e spaventati dalla decisione dell'azienda;
   la vicenda pone un problema di tutela dei dati sensibili dei cittadini, inoltre, mentre altri Paesi avviano politiche per riportare nei propri confini le aziende con sedi all'estero, in Italia si finanziano le aziende che delocalizzano;
   secondo i sindacati di settore, la spesa che lo Stato ha sostenuto in tre anni per il settore tra Cassa integrazione guadagni, mobilità, mancato versamento di contributi ed incentivi si aggira sui 480 milioni di euro, senza ottenere nulla in termini di continuità aziendale ed occupazionale –:
   quali iniziative urgenti intenda assumere per impedire la delocalizzazione delle attività della sede di Taranto di Teleperformance ed evitare che la legge sia così facilmente e diffusamente disattesa;
   se intenda convocare un tavolo nazionale con Teleperformance e le organizzazioni sindacali per scongiurare il realizzarsi dello spostamento del back office di Eni, azienda a partecipazione pubblica all'estero, in Albania e proteggere i dati sensibili delle imprese e dei cittadini italiani;
   quali iniziative intenda mettere in campo per disporre i controlli e gli interventi necessari ad assicurare il rispetto delle disposizioni contenute nell'articolo 24-bis del decreto-legge n. 83 del 2012, anche irrogando, le sanzioni pecuniarie previste dal medesimo articolo. (5-02275)

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

DECRETO LEGGE 2012 0083, ENTE NAZIONALE IDROCARBURI ( ENI )

EUROVOC :

aiuto all'occupazione

conservazione del posto di lavoro

prestazione di servizi

sviluppo industriale

cassa integrazione

delocalizzazione

impresa pubblica