ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/02265

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 182 del 04/03/2014
Firmatari
Primo firmatario: CAUSI MARCO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 04/03/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MARCHI MAINO PARTITO DEMOCRATICO 04/03/2014


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 04/03/2014
Stato iter:
12/03/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 12/03/2014
Resoconto CAUSI MARCO PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 12/03/2014
Resoconto ZANETTI ENRICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 12/03/2014
Resoconto CAUSI MARCO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 12/03/2014

SVOLTO IL 12/03/2014

CONCLUSO IL 12/03/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-02265
presentato da
CAUSI Marco
testo di
Martedì 4 marzo 2014, seduta n. 182

   CAUSI e MARCHI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. – per sapere – premesso che:
   l'articolo 3 del decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23, ha introdotto, dal 2011, il regime opzionale di tassazione sostitutiva dei redditi fondiari derivanti dai contratti di locazione di immobili ad uso abitativo – cosiddetta «cedolare secca sugli affitti»;
   in particolare, a norma del comma 2 del citato articolo 3, il canone di locazione relativo ai contratti aventi ad oggetto immobili ad uso abitativo e le relative pertinenze locate congiuntamente all'abitazione, può essere assoggettato, in base alla decisione del locatore, ad un'imposta sostitutiva dell'imposta sul reddito delle persone fisiche e delle relative addizionali, nonché delle imposte di registro e di bollo sul contratto di locazione;
   sul canone di locazione annuo stabilito dalle parti la cedolare secca si applica in ragione di un'aliquota del 21 per cento; è inoltre prevista un'aliquota ridotta per i contratti di locazione a canone concordato relativi ad abitazioni ubicate nei comuni con carenze di disponibilità abitative e nei comuni ad alta tensione abitativa individuati dal Cipe; a decorrere dall'anno di imposta 2013 per tali ultimi contratti l'aliquota è pari al 15 per cento, come stabilito dall'articolo 4 del decreto legge 31 agosto 2013, n. 102, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 ottobre 2013, n. 124;
   la scelta per la cedolare secca implica la rinuncia alla facoltà di chiedere, per tutta la durata dell'opzione, l'aggiornamento del canone di locazione, anche se è previsto nel contratto, inclusa la variazione accertata dall'Istat dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati dell'anno precedente;
   secondo i dati dell'Agenzia delle entrate, complessivamente, negli anni 2011 e 2012, a fronte di circa 2.800.000 nuovi contratti di locazione registrati, ne risultano circa 800.000 con opzione per la cedolare secca (circa il 27 per cento);
   rispetto ad una previsione di entrate pari a circa 2,7 miliardi di euro nel 2011 e di 3,8 miliardi di euro nel 2012, il gettito complessivo della cedolare è stato di 875 milioni di euro nel 2011 (di cui 772 milioni da canoni di mercato e 103 milioni da canoni concordati) e un miliardo nel 2012;
   sempre secondo i dati forniti dall'Agenzia delle entrate, considerato che l'imponibile complessivo supera i 4,2 miliardi di euro, se questo reddito fosse stato tassato con il regime Irpef, il gettito erariale sarebbe stato di circa 1,5 miliardi di euro - considerando oltre all'Irpef e alle imposte di registro anche il gettito delle addizionali incassato da regioni e comuni, calcolato con un'aliquota complessiva dell'1,5 per cento; la differenza di gettito tra i due regimi sarebbe di circa 600 milioni di euro;
   l'incremento dell'aliquota base della cedolare secca comporterebbe una riduzione del vantaggio fiscale previsto per i proprietari immobiliari in ogni caso tale da mantenere il regime comunque più vantaggioso rispetto alla tassazione ordinaria Irpef e alle relative addizionali, e consentirebbe di incrementare il gettito erariale al fine di destinare tali maggiori entrate a politiche di contrasto alle tensioni abitative –:
   quale sia la stima degli effetti in termini reali di un incremento dell'aliquota base della cedolare secca dal 21 al 23 per cento. (5-02265)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 12 marzo 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione VI (Finanze)
5-02265

  Con il documento in esame, gli Onorevoli interroganti, fatta una preliminare premessa sugli effetti finanziari derivanti dall'applicazione del regime della cedolare secca, sulla base dei dati diffusi dall'Agenzia delle Entrate, ipotizzano che un aumento dell'aliquota (dall'attuale 21 per cento al 23 per cento) non pregiudicherebbe l’appeal del regime agevolativo e consentirebbe di incrementare il gettito erariale al fine di destinare tali maggiori entrate a politiche di contrasto alle «tensioni abitative».
  Di conseguenza il Dipartimento delle Finanze, interpellato in merito alla stima degli effetti finanziari derivanti dall'incremento dal 21 per cento al 23 per cento dell'aliquota base della cedolare secca prevista per i contratti a canone libero, ha rappresentato che, ipotizzando che tale variazione di aliquota non comporti sostanziali mutamenti nella platea dei soggetti che hanno optato per il regime della cedolare secca, vi sarebbe un incremento di gettito pari a 103 milioni di euro su base annua.
  In particolare, gli effetti finanziari derivanti dalla disposizione in esame, ipotizzano un incremento pari ad euro 97.900.000,00 relativamente all'anno 2014, e di euro 103.000.000,00 rispettivamente al biennio 2015 e 2016.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

detrazione fiscale

contratto di locazione

imposta sul reddito

imposta sulle persone fisiche

locazione immobiliare

comune