ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/02179

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 175 del 17/02/2014
Firmatari
Primo firmatario: BINETTI PAOLA
Gruppo: PER L'ITALIA
Data firma: 17/02/2014


Commissione assegnataria
Commissione: VII COMMISSIONE (CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 17/02/2014
Stato iter:
10/06/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 10/06/2014
Resoconto BORLETTI DELL'ACQUA ILARIA CARLA ANNA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (BENI, ATTIVITA' CULTURALI E TURISMO)
 
REPLICA 10/06/2014
Resoconto BINETTI PAOLA PER L'ITALIA
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 17/02/2014

DISCUSSIONE IL 10/06/2014

SVOLTO IL 10/06/2014

CONCLUSO IL 10/06/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-02179
presentato da
BINETTI Paola
testo di
Lunedì 17 febbraio 2014, seduta n. 175

   BINETTI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca . — Per sapere – premesso che:
   per 7.000 laureati sono attualmente disponibili solo 3.300 posti per le Scuole di specializzazione della Facoltà di medicina e chirurgia: la metà quindi di quelli necessari, per cui rischiamo ai laureare ottimi studenti, senza riuscire però a trasformarne neppure la metà in professionisti che abbiano un'alta qualità come specialisti, che a loro volta potrebbero diventare eccellenti scienziati;
   in Italia negli ultimi 4 anni si sono persi 1.700 posti destinati alle scuole di specializzazione, riducendo nel tempo le prospettive di un turn over che copra i ruoli non solo di quanti vanno regolarmente in pensione nelle diverse aree, ma soprattutto inserendo persone dalle competenze aggiornate in quegli ambiti in cui lo sviluppo tecnico-scientifico è più rapido e può davvero cambiare le prospettive di vita dei pazienti, sia in termini di qualità di vita che di allungamento della vita stessa;
   i posti nelle scuole di specializzazione erano 5.000 nel 2010 su 6.700 laureati in medicina e nel 2013 i posti sono stati ridotti a 4.500, su di un numero complessivo di laureati sostanzialmente immutato; per formare 1.000 specializzandi sono necessari 25 milioni di euro annui. In Italia, il numero ideale di specializzandi non dovrebbe scendere sotto i 6.000, per un totale di 150 milioni di euro;
   siamo in controtendenza rispetto al resto dell'Europa e del mondo occidentale che richiede un livello di specializzazione sempre più in linea con i progressi della scienza, sia nell'ambito della assistenza clinica che sul piano della ricerca scientifica, come ha recentemente dichiararlo Andrea Lenzi, presidente del Consiglio universitario nazionale (Cun);
   sempre Andrea Lenzi, Presidente CUN, ha ribadito: «Il percorso delle scuole di specializzazione dei medici è ovunque considerato, oltre che uno strumento di professionalizzazione, una via di incremento del sapere critico e scientifico, tanto che la legge 240/10 assimila le scuole di specializzazione ai dottorati, per l'accesso ai fondi ricerca e alla carriera accademica»;
   è necessario individuare vocazioni alla ricerca il prima possibile, per valorizzare la creatività e l'entusiasmo dei giovani ricercatori, il cui contributo all'attività di ricerca nei rispettivi Centri, universitari e non, è assolutamente necessaria; per questo è necessario migliorare i percorsi formativi pre-laurea finalizzati alla ricerca, con l'istituzione di corsi MD-PhD (MD dottore in medicina; PhD dottore di ricerca), come prevedono i percorsi di studio in USA e in alcuni Paesi europei che li considerano i titoli più prestigiosi; si creerebbero in questo modo negli atenei italiani delle iniziative di sviluppo e valorizzazione della ricerca con il potente contributo dei migliori talenti selezionati anche tra i giovani under 25;
   questa impostazione permetterebbe di coniugare la formazione professionale con uno specifico addestramento alla ricerca scientifica per instradare alla scienza prima della laurea i più meritevoli e interessati;
   gli specializzandi più motivati potrebbero quindi accedere velocemente a successivi dottorati di ricerca post laurea, con la possibilità di partecipare a progetti innovativi e di sviluppo economico con ricadute immediate sul trasferimento tecnologico alla clinica, all'imprese farmaceutiche e al territorio;
   una delle grandi difficoltà dei ricercatori italiani, di qualsiasi provenienza biomedica, scientifica o umanistica, è quella di uscire dai laboratori universitari per far fruttare le loro idee con brevetti, spin-off e progetti di collaborazione con il mondo imprenditoriale. La ricerca è la chiave per produrre sviluppo, gli studenti sono i futuri innovatori e il corso di specializzazione potrebbe diventare per molti di loro un vero e proprio laboratorio sperimentale con l'obiettivo di supportare i più motivati con la creazione di spin-off, brevetti, collaborazioni, e altro –:
   quali urgenti iniziative intenda porre in essere al fine di rilanciare l'attività di ricerca legata alla qualità della vita, alla tutela della salute e alla riabilitazione e se non intenda ampliare il numero dei posti delle scuole di specializzazione valorizzando la prospettiva di creare un pool di specializzandi particolarmente motivati all'attività di ricerca nei rispettivi settori, destinando loro una parte delle risorse attualmente previste per la ricerca, in particolare per la ricerca clinica e la ricerca in quei settori ad alto sviluppo tecnologico. (5-02179)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 10 giugno 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione VII (Cultura)
5-02179

  La formazione specialistica dei medici è tra le priorità del Ministro, che lo ha più volte dichiarato e anche formalmente ribadito in occasione della presentazione delle linee programmatiche di Governo.
  Come opportunamente evidenziato dall'interrogante, negli ultimi anni il numero dei contratti di specializzazione, attribuiti annualmente dal MEF tenendo conto delle disponibilità di bilancio e dei dati forniti dal MIUR, si è significativamente ridotto a causa della difficile situazione della finanza pubblica. In particolare, l'offerta formativa delle scuole di specializzazione si è attestata nell'ultimo biennio tra 4.500 e 5.000 contratti annui, numero che con ogni probabilità non potrà essere assicurato per l'anno 2014.
  Le drastiche riduzioni delle risorse economiche destinate agli specializzandi sono da attribuirsi, in particolare, all'aumento della durata della maggior parte delle scuole di area sanitaria, disposto con decreto ministeriale del 1o agosto 2005. Per adeguare la durata dei corsi a quella degli altri paesi europei e liberare risorse è stato, pertanto, necessario un nuovo intervento normativo contenuto nell'articolo 21, comma 2, del decreto-legge n. 104 del 2013, convertito in legge 8 novembre 2013, n. 128, con il quale è stata prevista la riorganizzazione delle classi e delle tipologie di scuole e la riduzione della durata, da attuarsi mediante un decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro della salute. Tale norma prevede espressamente che «Eventuali risparmi derivanti dall'applicazione del presente comma sono destinati all'incremento dei contratti di formazione specialistica medica». Al riguardo, si segnala che il decreto è attualmente in fase di definizione e, nell'immediato, per evitare un'ulteriore significativa contrazione del numero dei contratti attivabili, occorrerebbe un intervento legislativo che individui risorse aggiuntive. È massimo l'impegno del Ministero per trovare una possibile soluzione, d'intesa con il MEF.
  Per ciò che concerne la mancata convergenza tra il numero di laureati in medicina e chirurgia e il numero dei medici da ammettere alle scuole di specializzazione di area medica, il citato decreto-legge n. 104 del 2013 ha altresì previsto che la determinazione del numero globale degli specialisti da formare annualmente sia realizzata tenendo conto dell'obiettivo di migliorare progressivamente la corrispondenza tra il numero degli studenti ammessi a frequentare i corsi di laurea in medicina e chirurgia e quello dei medici ammessi alla formazione specialistica, nonché considerando il quadro epidemiologico, i flussi previsti per i pensionamenti e le esigenze di programmazione delle singole Regioni.
  Venendo all'auspicato collegamento tra la formazione dello specialista in medicina e la formazione per la ricerca, il regolamento sul dottorato di ricerca adottato con decreto ministeriale 8 febbraio 2013, n. 45 (in attuazione dell'articolo 19 della legge n. 240 del 2010), ha previsto all'articolo 7 che «le Università disciplinano (...) le modalità di svolgimento della frequenza congiunta del corso di dottorato e di un corso di specializzazione medica e nel rispetto dei (...) criteri generali» indicati dal medesimo articolo. Il successivo articolo 12 ha, inoltre, stabilito che «i dottorandi di area medica possono partecipare all'attività clinico-assistenziale». Al riguardo, si segnala che è in fase di predisposizione il Programma Operativo Nazionale Ricerca e Innovazione (PON) 2014-2020 che prevede interventi volti alla promozione di una nuova visione del dottorato di ricerca: la scelta programmatica del MIUR mira a promuovere una nuova formazione dottorale, sul modello dei programmi di dottorato innovativi (IDP) avviati in Europa, e ciò comporta una dimensione internazionale, interdisciplinare e intersettoriale dei corsi, al cui sviluppo potranno partecipare gli stakeholder del sistema (altre università, centri di ricerca, imprese e Amministrazioni regionali). L'intervento prevede, oltre alla «borsa», anche un co-finanziamento dell'UE del progetto di ricerca oggetto della tesi di dottorato.
  In merito alla rilevanza strategica dei settori della ricerca clinica e della ricerca ad alto potenziale innovativo, si sottolinea che, per l'anno 2013, oltre 9 milioni di euro sono stati destinati al finanziamento di borse di dottorato nei settori strategici della Salute (4,1 milioni di euro), della ricerca biomedicale (2,6 milioni di euro) e della ricerca farmaceutica (2,5 milioni di euro). Tuttavia, oltre al sostegno finanziario, sarà quanto mai opportuna una sensibilizzazione dei ricercatori sul potenziale innovativo ed economico delle loro ricerche al fine di favorire la creazione di spin off, oggetto di particolare rilievo tra le misure trasversali del PON 2014-2020, ed iniziative mirate alla collaborazione tra il sistema della ricerca clinica pubblica, nazionale ed internazionale, e quello privato, anche al fine di aumentare il livello qualitativo del servizio.

Classificazione EUROVOC:
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