ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/01689

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 135 del 10/12/2013
Firmatari
Primo firmatario: DELL'ORCO MICHELE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 10/12/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
IANNUZZI CRISTIAN MOVIMENTO 5 STELLE 10/12/2013
SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE 10/12/2013
DE LORENZIS DIEGO MOVIMENTO 5 STELLE 11/12/2013


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Commissione: IX COMMISSIONE (TRASPORTI, POSTE E TELECOMUNICAZIONI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 10/12/2013
Stato iter:
19/11/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 19/11/2015
Resoconto DEL BASSO DE CARO UMBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INFRASTRUTTURE E TRASPORTI)
 
REPLICA 19/11/2015
Resoconto SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 10/12/2013

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 11/12/2013

SOLLECITO IL 21/04/2015

DISCUSSIONE IL 19/11/2015

SVOLTO IL 19/11/2015

CONCLUSO IL 19/11/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-01689
presentato da
DELL'ORCO Michele
testo presentato
Martedì 10 dicembre 2013
modificato
Mercoledì 11 dicembre 2013, seduta n. 136

   DELL'ORCO, CRISTIAN IANNUZZI, SIBILIA, DE LORENZIS. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
il 28 luglio 2013 si è verificato un incidente sull'autostrada A16, in cui hanno perso la vita 39 persone che viaggiavano su un autobus granturismo. La dinamica dell'incidente e le cause sono ancora al vaglio della procura ma, secondo le prime ricostruzioni riportate dalla stampa, l'autobus avrebbe impattato contro una barriera di contenimento, all'altezza del chilometro 32 in carreggiata Ovest, che ha ceduto, lasciando precipitare il veicolo dal viadotto Acqualonga;
la vicenda ha scosso l'opinione pubblica configurandosi forse come la più grande sciagura stradale mai avvenuta nel nostro Paese e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Lupi è intervenuto sui media lasciando intendere che i Ministero stava avviando un'indagine amministrativa per accertare i fatti ma, ad oltre quattro mesi dall'accaduto, non risulta essere stato preso alcun tipo di provvedimento né diffusa alcuna informazione a riguardo;
risulta inoltre agli interroganti che il Ministro non abbia neppure avviato una Commissione di indagine ministeriale sebbene l'accaduto possa aver posto gravi dubbi sul livello di sicurezza delle barriere di contenimento stradale italiano e sebbene la sicurezza della infrastruttura stradale ricada tra le priorità di azione del Ministro, come si rileva dal documento sulle linee programmatiche 2014;
nelle prime dichiarazioni pubbliche l'attenzione del Ministro sembrerebbe essersi concentrata sullo stato dell'autobus mentre non sembra essere stata presa adeguatamente in considerazione la volontà di accertare i motivi della ceduta dei guardrail, che avrebbero forse potuto evitare la tragedia, sebbene l'articolo 2 del decreto ministeriale n. 2367 del 2004, in materia di sicurezza stradale, attribuisca al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti il compito di svolgere attività di studio, di ricerca e di monitoraggio sui dispositivi di ritenuta nelle costruzioni stradali, anche avvalendosi del supporto di soggetti esterni di comprovata esperienza nel settore;
nelle dichiarazioni rese durante i primi sopralluoghi sul luogo dell'incidente, il Ministro ha dichiarato (vedi intervista a Rainews 24 del 29 luglio 2013) di essere stato accompagnato dall'architetto Coletta, direttore della struttura di vigilanza sulle concessionarie autostradali, che dunque si suppone sia stato incaricato di relazionare al Ministro anche su eventuali inadempienze di Autostrade per l'Italia e di Anas a cui, prima del 1o ottobre 2012, erano in capo le attività di vigilanza sull'esecuzione dei lavori di costruzione delle opere date in concessione e di controllo della gestione delle autostrade. Rimane però da considerare che a partire dal 1o ottobre 2012, ai sensi dell'articolo 11, comma 5, del decreto-legge n. 216 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 14 del 2012 e successive modificazioni ed integrazioni, sono state trasferite al Ministero non solo le competenze ma anche le stesse risorse umane dell'Ispettorato di vigilanza concessioni autostradali dell'Anas compreso il suddetto architetto Coletta che quindi ora, nelle vesti di direttore della struttura di vigilanza sulle concessionarie autostradali del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, si è trovato nella posizione di dover relazionare sulle sue stesse eventuali precedenti inadempienze in ANAS;
in data 8 agosto 2013 il Sottosegretario di Stato Rocco Girlanda, intervenendo in Commissione ambiente e territorio alla Camera in sede di risposta ad una interrogazione ha fatto presente che quelle barriere erano state realizzate e poste in opera durante i lavori di ripristino eseguiti in conseguenza dei danni provocati dal sisma del 1980 e che gli interventi erano stati conclusi in data 1o settembre 1989, montando new jersey in calcestruzzo della tipologia inserita al punto C.3.1 del catalogo generale del Ministero dei lavori pubblici approvato con voto n. 321 del 26 maggio 1998 dalla Commissione di studio presso la V sezione del Consiglio superiore dei lavori pubblici;
non è chiaro se la barriera risulti attualmente omologata e dunque tali barriere potrebbero non rispondere ai requisiti previsti dalle successive istruzioni ministeriali di cui al decreto del Ministro dei lavori pubblici n. 223 del 18 febbraio 1992 e successive modificazioni e integrazioni, che prevede l'utilizzo di barriere protettive progettate, sottoposte a test dal vero ed omologate;
i tirafondi metallici di ancoraggio della barriera e le parti in cemento sono logorati dal tempo. Risulta quindi estremamente grave la mancanza di una adeguata vigilanza sulla manutenzione ordinaria, ma ancor più grave il fatto che, seppur non previsto espressamente dalla normativa, non si sia provveduto alla sostituzione delle barriere installate prima del 1992, ovvero a ricomprendere tale opera sostitutiva tra gli interventi prioritari di ammodernamento e messa in sicurezza dell'infrastruttura autostradale disciplinati nella convenzione firmata con Anas nel 1997, nel IV Atto aggiuntivo integrativo della Convenzione firmato nel 2004 e nella Convenzione unica del 2008;
si è lasciato dunque decidere al gestore quante risorse, all'interno dei fondi per la sicurezza, destinare a questa misura ed è la stessa società Autostrade ad informarci sul suo sito web di aver iniziato una riqualificazione sull'intera rete autostradale di 2200 chilometri di barriere laterali e di aver avviato nel 2006 un programma attualmente in fase di completamento per l'adeguamento di 900 chilometri di barriere spartitraffico, ovvero sul 30 per cento della rete, senza però definire i criteri adottati nella scelta dei siti dove intervenire. A parere dell'interrogante si tratta comunque di una percentuale di adeguamento eccessivamente bassa dovuta non solo ad una carenza della normativa sulle barriere e della convenzione ma anche alla normativa sui pedaggi autostradali. Infatti quest'ultima privilegia i potenziamenti degli assetti infrastrutturali piuttosto che la messa in sicurezza dell'infrastruttura esistente considerato che nella formula che determina gli aumenti dei pedaggi non c’è dunque un indicatore che misuri specificatamente gli investimenti in sicurezza;
per quanto riguarda nello specifico le barriere oggetto dell'incidente, secondo un'attenta ricostruzione de Il Sole 24 ore e come sta anche verificando la procura di Avellino, le barriere avrebbero dovuto essere state adeguate almeno in due occasioni: nella primavera 2009, in occasione di importanti lavori per la sostituzione di due campate del viadotto Acqualonga e tra il 2010 e il 2011 quando Autostrade per l'Italia ha avviato la sostituzione delle barriere per i primi 50 chilometri dell'A16, quindi teoricamente comprendenti anche il viadotto;
secondo quanto è stato asserito dalla stampa la mancata sostituzione delle barriere potrebbe essere dovuta ad una questione di costi ma, stando alle dichiarazioni di Autostrade per l'Italia, l'azienda avrebbe consapevolmente scelto di non installare le barriere del tipo H3 o H4 con barre di ferro adeguate ai mezzi pesanti e previste dalla norma per i tratti di strade con oltre mille transiti giornalieri di media annua, di cui oltre il 15 per cento di mezzi pesanti, in quanto le ha ritenute un pericolo per gli automobilisti;
i lavori per la sostituzione delle barriere sui primi 50 chilometri dell'A16 sono stati affidati da Aspi alla sua controllata Pavimental spa che a sua volta ha subappaltato i lavori per ottenere ribassi rispetto alle risorse che figurano nel bilancio di autostrade;
tale fatto genera preoccupazione alla luce delle indagini partite nel 2011 da Milano ed estese a tutta Italia dalla direzione investigativa antimafia sulla sicurezza autostradale. L'indagine partita da una serie di cedimenti strutturali ha visto coinvolte una serie di società fornitrici della Pavimental e di Autostrade per l'Italia e secondo fonti stampa avrebbe visto indagati anche alcuni funzionari delle stesse. Secondo la direzione investigativa antimafia si sarebbe trattato di una rete di imprese legate alla famiglia Vuolo sospettata di avere rapporti con i clan camorristi;
secondo quanto riportato su Il Sole 24 ore la barriera non sarebbe stata montata secondo le prescrizioni che il Consiglio Superiore dei lavori pubblici (adunanza del 12 giugno 2002 n. prot. 147) aveva prescritto per quella barriera ed in particolare senza l'adeguato spazio laterale necessario a contenere il suo spostamento;
il primo agosto 2013 l'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici (Avcp) ha fatto sapere di aver avviato un'attività istruttoria e di indagine della durata di 90 giorni in merito ai lavori eseguiti sull'Autostrada A16 per verificare la presenza di eventuali carenze sulla corretta manutenzione della tratta autostradale interessata dall'incidente. L'Avcp ha chiesto alla società Autostrade per l'Italia S.p.A, di fornire entro 30 giorni una documentata relazione sui lavori di manutenzione eseguiti negli ultimi 5 anni e in particolare sul viadotto al chilometro 32 tra Monteforte Irpino e Baiano e di specificare, tra l'altro, se siano state effettuate verifiche sull'idoneità delle strutture preposte alla funzionalità ed alla sicurezza dell'opera, come giunti, guardrail, il loro stato di efficienza e se siano state oggetto di sostituzione o manutenzione nel periodo di riferimento –:
se sia vero che le barriere del viadotto Acqualonga non siano state sostituite dal 1989 o se invece siano state sostituite con barriere non a norma e per quale motivo questo sia avvenuto;
se esistano relazioni rese ai sensi dell'articolo 7 del decreto ministeriale 18 febbraio 1992, n. 223 da parte di Anas, dalle società concessionarie di autostrade e da altri enti locali inerenti il tipo di barriera montata sul luogo dell'incidente;
se sia vero che non sia stata formata una commissione di indagine ministeriale sull'accaduto e chi, all'interno del Ministero, sia stato incaricato di relazionare al Ministro sull'accaduto e di collaborare con le indagini della procura e se non si ritenga che l'architetto Coletta, che ha accompagnato il Ministro durante il primo sopralluogo sull'incidente, possa in qualche modo essere in conflitto di interessi e possa dunque non essere del tutto affidabile nel fornire dati utili in merito all'accaduto;
quali misure a favore della prevenzione e della sicurezza stradale siano state prese dal Ministro subito dopo l'incidente ed in particolare: se siano stati fermati tutti gli autobus con telaio Volvo della stessa serie per verificare se sussistono anomale usure a freni e trasmissione; se sia stata disposta una revisione presso un centro terzo di tutti gli autobus certificati nella stessa officina del mezzo coinvolto nell'incidente; se sia stata disposta un'immediata verifica tecnica sul viadotto dell'incidente; se sia stata attivata un'ispezione generale sulla rete autostradale dotata di barriere analoghe;
se il Ministro sia a conoscenza dell'indagine della Direzione investigativa antimafia sulla sicurezza autostradale e se risulti che società indagate o in qualche modo coinvolte in quell'indagine abbiano ottenuto appalti o subappalti per lavori sull'A16, in particolare legati alla fornitura e messa in opera di guardrail;
se il Ministro non ritenga opportuno destinare una quota delle risorse già stanziate ad Anas per appalti in manutenzione straordinaria ad un programma di messa a norma dei guardrail sui tratti a più alta incidentalità e se non si ritenga opportuno emettere una direttiva affinché le società concessionarie autostradali prevedano nel piano di manutenzione annuale una quota adeguata alle sostituzione di guardrail adeguati agli standard attuali;
quali siano state le risorse nazionali destinate all'adeguamento dei guardrail a partire dal 1992 sul piano nazionale per la sicurezza stradale;
se il Ministro sia a conoscenza e voglia rendere note le risultanze dell'indagine dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici;
se il Ministro non ritenga opportuno rivedere la normativa del 2004 che permette di non adeguare le installazioni eseguite prima del 30 dicembre 2010, seppure non omologate, fino ad una prossima sostituzione, che dovrà avvenire con elementi certificati CE;
se il Ministro non ritenga che Autostrade per l'Italia sia venuta meno ad una direttiva del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (prot. 3065 del 25 agosto 2004) che, nelle more dell'obbligo di installare dispositivi di ritenuta omologati previsti dall'articolo 3 del decreto ministeriale n. 223 del 1992, richiamava comunque gli enti proprietari e gestori a programmare gli adeguamenti alla luce dei compiti assegnati dall'articolo 14 del codice della strada;
se non si ritenga opportuno obbligare enti proprietari e gestori a tenere aggiornato un registro dei guardrail, ad adeguare tutti i sistemi di ritenuta stradale agli standard più recenti con una programmazione pluriennale graduale e se non si ritenga opportuno prevedere un adeguato sistema sanzionatorio per gli enti inadempienti. (5-01689)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 19 novembre 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione IX (Trasporti)
5-01689

  In merito al tragico incidente del 28 luglio 2013 sull'Autostrada A16 presso il viadotto Acqualonga gestita dalla società concessionaria Autostrade per l'Italia (ASPI), la competente Procura della Repubblica di Avellino ha avviato le indagini di rito con la massima collaborazione del MIT che, anche per non sovrapporsi a quelle delle autorità competenti, ha ritenuto di non dover costituire una commissione di indagine ministeriale sull'accaduto. Anche la verifica tecnica immediata sul viadotto da parte del MIT non ha avuto luogo in quanto il sito era stato posto sotto sequestro.
  Circa la presenza dell'architetto Coletta al primo sopralluogo, ricordo che lo stesso era a capo della Struttura di vigilanza sulle concessionarie autostradali, subentrata, nell'ottobre 2012, ad ANAS nelle funzioni di concedente per tutte le convenzioni di concessione, costruzione e gestione delle autostrade.
  Relativamente all'eventuale fermo degli autobus Volvo per verificarne lo stato di usura di freni e trasmissione da parte dei competenti uffici del MIT, non risultano segnalazioni per la specifica tipologia di autobus da ricondursi all'omologazione e quindi tali da determinare l'avvio delle prescritte procedure di verifica e controllo. Peraltro, ogni problematica connessa all'usura dei veicoli e alla relativa attività di manutenzione rientra nella esclusiva responsabilità del proprietario e dell'abituale utilizzatore.
  Quanto, poi, alla richiesta di una revisione straordinaria di tutti gli autobus certificati dalla stessa officina del mezzo coinvolto nell'incidente, evidenzio che le officine di operatori privati, se in possesso dei requisiti previsti dalla normativa di settore, possono essere autorizzati a revisionare esclusivamente autoveicoli capaci di contenere al massimo sedici persone, compreso il conducente, ovvero con massa complessiva a pieno carico fino a 3,5 t.
  Per quanto concerne, invece, le barriere laterali bordo ponte presenti lungo il viadotto Acqualonga, la direzione generale per la vigilanza sulle concessionarie autostradali ha riferito quanto segue.
  Le barriere sono state installate con interventi che si sono conclusi il 1o settembre 1989. Trattasi di barriere new jersey in calcestruzzo, previste al punto C.3.1 del catalogo generale del Ministero dei lavori pubblici e approvato con voto n. 321 del 26 maggio 1988 dalla Commissione di Studio presso la V sezione del Consiglio Superiore dei lavori pubblici.
  Al riguardo, è necessario precisare che il primo provvedimento normativo disciplinante le caratteristiche tecniche che devono avere le barriere è il decreto ministeriale del 18 febbraio 1992; con tale provvedimento è stato introdotto l'obbligo di utilizzare barriere omologate, mentre dal 2011 tali dispositivi di sicurezza devono essere dotati di marcatura CE. L'articolo 2 del citato decreto, tuttavia, non impone l'adeguamento delle barriere esistenti alle nuove tipologie previste se non in occasione dell'adeguamento di tratti significativi di tronchi stradali esistenti. Si precisa anche che il Codice della Strada prevede, per le società concessionarie quali gestori dell'arteria autostradale e sotto la loro esclusiva responsabilità, di garantire la sicurezza della circolazione, per la quale intervengono anche le barriere di sicurezza ma non solo (usura, segnaletica, illuminazione, idraulica, operazioni invernali, dissesti, ecc.). In particolare, l'articolo 14, comma 1, stabilisce che gli enti proprietari delle strade – e quindi nel caso di autostrade in concessione, le società concessionarie – provvedono, tra l'altro, alla manutenzione, gestione e pulizia delle strade, delle loro pertinenze e arredo, delle attrezzature, impianti e servizi, nonché al controllo tecnico dell'efficienza delle strade e relative pertinenze.
  Infatti, tra gli obblighi convenzionali che le società assumono quando diventano gestori di un'infrastruttura, vi è appunto quello di attuare ogni intervento per garantire standard di sicurezza adeguati; per far fronte a tutte le necessità di manutenzione della rete, le società presentano annualmente alla competente direzione generale per la vigilanza sulle concessionarie autostradali presso il MIT il piano delle manutenzioni per l'anno successivo, nel quale indicano gli interventi di manutenzione ritenuti necessari per garantire la sicurezza richiamata dal Codice della Strada; successivamente la medesima direzione generale svolge una verifica a campione delle manutenzioni programmate effettuate dalle società.
  Dunque, se una società ritiene necessario, ad esempio, sostituire le barriere di sicurezza su un determinato tratto di un'autostrada, la direzione per la vigilanza non può entrare nel merito della scelta chilometrica effettuata, scelta propria del gestore, ma, in sede di approvazione del progetto di sostituzione delle barriere, verifica il rispetto della normativa vigente in materia e, successivamente, la corrispondenza tra quanto realizzato e quanto approvato a mezzo del collaudo dell'opera.
  Nel periodo compreso tra il 2000 e il 2015, su tutta la rete nazionale sono stati investiti oltre 730 milioni di euro per opere di sicurezza, comprese le barriere, nello stesso periodo, sulla rete gestita da Autostrade per l'Italia sono stati riqualificati 1.154 km di spartitraffico e 2.136 km di bordo laterale.
  Nella propria funzione di vigilanza e controllo, la predetta direzione generale ha nel tempo emanato varie circolari tese a sensibilizzare il gestore sulla sicurezza delle opere d'arte, ivi comprese le barriere di sicurezza. In particolare, con circolari del 3 giugno 2009, del 14 novembre 2013 e da ultimo del 10 luglio 2014, le società concessionarie sono state invitate ad effettuare specifiche e puntuali ispezioni e verifiche straordinarie sulle opere d'arte insistenti lungo le tratte di propria competenza, comprese le barriere di sicurezza, e a tenerne debitamente conto nell'ambito della programmazione degli interventi di manutenzione. Tutte le società concessionarie hanno informato del costante monitoraggio delle opere ai fini della valutazione delle condizioni di sicurezza, allegando la documentazione relativa a metodologia e tipologia dei controlli effettuati periodicamente su tutte le opere d'arte.
  Si ricorda, inoltra, che le vigenti convenzioni di concessione prevedono, nei Piani Economici Finanziari, gli importi che il concessionario deve destinare annualmente alla manutenzione ordinaria dell'infrastruttura.
  Anche in riferimento alle indagini per i cedimenti strutturali verificatisi nel 2011, la direzione per la vigilanza ha impartito specifiche disposizioni alle società concessionarie (nota circolare 30 dicembre 2011) circa l'effettuazione di tutti i controlli necessari previsti dalla vigente normativa in merito alle opere metalliche. Le società hanno quindi trasmesso i dati risultanti dalle attività di ispezione e monitoraggio delle opere metalliche (portali, segnaletica, ponti e cavalcavia metallici, pensiline, ecc.), anche al fine di programmare i relativi interventi manutentori assicurandone il costante monitoraggio.
  In merito all'invito contenuto nella direttiva ministeriale n. 3065 del 25 agosto 2004 di verificare, lungo la rete stradale di competenza, le condizioni di efficienza e di manutenzione dei dispositivi di ritenuta, la medesima direzione per la vigilanza fa presente che trattasi di raccomandazioni rivolte alle società concessionarie per le quali la direttiva stessa non prevede controlli da parte del concedente.
  Passando al Piano nazionale della sicurezza stradale, approvato con delibera CIPE del 29 novembre 2002, questo è articolato in cinque programmi di attuazione. Gli interventi realizzati sono suddivisibili in misure appartenenti alle seguenti categorie: misure infrastrutturali e strategiche, di comunicazione e formazione, di rafforzamento del governo della sicurezza stradale. Le misure infrastrutturali riguardano la costruzione, il ripristino, la messa in sicurezza di infrastrutture viarie e la riqualificazione di centri urbani. Tra queste sono compresi interventi specifici di sostituzione e/o adeguamento delle barriere stradali per un finanziamento, a carico dei fondi statali, pari a circa 10 milioni di euro. Se a questi interventi aggiungiamo anche quelli che, insieme alle barriere, comprendono il rifacimento della segnaletica verticale e orizzontale, la realizzazione o il completamento dei marciapiedi e l'adeguamento funzionale della pavimentazione nei tratti interessati, si arriva ad un totale di circa 24 milioni di euro.
  Quanto agli aspetti di merito relativi ai lavori di manutenzione eseguiti lungo la tratta autostradale in argomento, le risultanze dell'indagine avviate dall'allora Autorità per la Vigilanza sui contratti pubblici, oggi ANAC, sono pubblicate sul sito internet dell'Autorità – Delibera numero CP 30 del 22 dicembre 2014.
  Per gli aspetti normativi, invece, anche il Consiglio superiore dei lavori pubblici – Quinta Sezione, nel parere 14/2013 in merito al decreto dirigenziale relativo all'aggiornamento delle istruzioni tecniche inerenti l'uso e l'installazione dei dispositivi di ritenuta stradale, ha evidenziato la necessità di un aggiornamento del quadro normativo, che ha perso nel tempo la sua iniziale unitarietà a seguito delle successive modifiche intervenute, comprese quelle resesi necessarie per le modifiche introdotte dalle disposizioni comunitarie sui prodotti da costruzione.
  Nella fase di revisione del quadro normativo per le barriere di sicurezza stradale si potranno certamente prendere in esame le osservazioni di ordine tecnico riferite nell'atto in discussione, come la proposta di creare un registro aggiornato a cura degli enti proprietari e gestori.
  Tuttavia, allo stato, ogni ulteriore valutazione e considerazione appare inopportuna, le indagini penali sono tuttora in corso e la magistratura farà senz'altro chiarezza sulle cause e sulle responsabilità di questo gravissimo incidente stradale.

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

AUTOSTRADA A 16

EUROVOC :

sicurezza stradale

autostrada

dispositivo di sicurezza

incidente di trasporto

trasporto pubblico

inchiesta giudiziaria

infrastruttura dei trasporti

protezione dell'ambiente

transito