Legislatura: 17Seduta di annuncio: 134 del 09/12/2013
Primo firmatario: PINI GIANLUCA
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE
Data firma: 09/12/2013
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Ministero destinatario:
- MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 09/12/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 10/12/2013 Resoconto PINI GIANLUCA LEGA NORD E AUTONOMIE RISPOSTA GOVERNO 10/12/2013 Resoconto PISTELLI LAPO VICE MINISTRO - (AFFARI ESTERI) REPLICA 10/12/2013 Resoconto PINI GIANLUCA LEGA NORD E AUTONOMIE
DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 10/12/2013
DISCUSSIONE IL 10/12/2013
SVOLTO IL 10/12/2013
CONCLUSO IL 10/12/2013
GIANLUCA PINI. —
Al Ministro degli affari esteri. — Per sapere – premesso che:
in ragione delle sue rilevanti difficoltà economiche e sociali, la Repubblica Democratica del Congo è da tempo al centro dell'interesse di chi intende sottrarne i bambini ad un destino di sofferenza e miseria;
le famiglie italiane desiderose di adottare un bambino od una bambina congolese non mancano;
la generosità delle famiglie italiane che hanno già perfezionato le pratiche necessarie all'ottenimento dell'affidamento ha incontrato un ostacolo grave nella decisione del Governo congolese di sospendere per dodici mesi a partire dal 25 settembre 2013 le autorizzazioni all'espatrio dei minori, non si sa bene perché;
sembrava, comunque, che dall'applicazione di questa misura draconiana fossero sottratte le famiglie che avevano al 25 settembre 2013 perfezionato tutto l’iter richiesto all'ottenimento dell'affidamento e del permesso di espatrio dei minori congolesi adottati;
invece, diverse famiglie italiane recatesi in Congo sono ancora bloccate, non potendo partire per l'Italia con i bambini congolesi adottati;
non ha sortito alcun effetto apprezzabile, anzi pare addirittura aver complicato la vicenda, la visita fatta dal Ministro per l'integrazione, Cécile Kyenge, recatasi recentemente a Kinshasa, capitale del suo Stato d'origine, per perorare la causa delle famiglie italiane, sottolineando la serietà del regime italiano delle adozioni internazionali, oltreché per pronunciarsi su alcune vicende interne congolesi, in particolare la situazione drammatica delle donne nel Kivu –:
quali misure il Governo italiano intenda e possa adottare per spingere il Governo della Repubblica Democratica del Congo a risolvere la crisi determinata dal rifiuto di concedere il permesso di espatrio ai bambini congolesi adottati dalle famiglie italiane che avevano perfezionato gli adempimenti richiesti entro il 25 settembre 2013. (5-01682)
Lo scorso 25 settembre, le Autorità della Repubblica democratica del Congo (RDC) hanno deciso di sospendere per un anno il rilascio dei «permessi di uscita» a favore dei minori adottati da famiglie straniere per verificare presunte irregolarità, ai sensi della normativa congolese, nelle procedure di adozione (casi di adozioni o «seconde adozioni» da parte di famiglie monoparentali e coppie omosessuali, possibili traffici illeciti di minori). I permessi d'uscita rappresentano l'ultima tappa della procedura d'adozione nella RDC: si tratta cioè di un ultimo nulla osta congolese all'espatrio dei minori, già muniti di visto d'ingresso per l'Italia rilasciato dalla nostra Ambasciata. L'Italia è il secondo Paese d'adozione dei minori congolesi ed è stato dunque fra i più colpiti dall'attuale sospensione delle pratiche.
Fin dai giorni immediatamente successivi all'annuncio della sospensione dei permessi d'uscita, la nostra Ambasciata a Kinshasa si è attivata con le autorità congolesi per ottenere chiarimenti in merito alle pratiche adottive pendenti e soprattutto per ottenere l'autorizzazione al rientro in Italia – assieme ai minori adottati – di 7 coppie, che si trovavano a Kinshasa al momento del blocco. Nei suoi contatti, il nostro Ambasciatore ha evidenziato come i procedimenti adottivi svolti dall'Italia rispettino tutta la normativa internazionale vigente e vengano attuati sotto la supervisione della Commissione per le Adozioni Internazionali. Le sette coppie sono potute quindi partire dopo la visita nella RDC effettuata dalla Ministro per l'Integrazione Kyenge.
Tale missione, finalizzata a portare un aiuto concreto a tutte le famiglie italiane, ha avuto luogo dal 4 al 7 novembre. La Ministro Kyenge ha ribadito ai suoi interlocutori (Ministro dell'Interno, Ministro della Famiglia) l'assoluta correttezza delle pratiche nazionali, ribadendo i concetti già espressi dall'Ambasciatore Mariani. A seguito di queste rassicurazioni, le autorità congolesi hanno informato che gli iter adottivi delle famiglie italiane sarebbero stati valutati in tempi brevi, con un esame congiunto da effettuare insieme alla nostra Ambasciata. Tuttavia, nonostante le ripetute sollecitazioni della nostra Ambasciata a Kinshasa, da allora non si sono registrati concreti passi avanti.
Restava d'altronde immutato il comunicato emesso il 30 settembre dalla Commissione per le Adozioni Internazionali, laddove si evidenziava come, a seguito della sospensione dei permessi d'uscita decretata dalle autorità di Kinshasa, i viaggi già programmati dalle coppie adottive di minori della RDC dovessero essere inderogabilmente rinviati.
Tuttavia, la notizia di una prossima verifica sulle procedure adottive, a seguito della visita della Ministro Kyenge, ha indotto alcune famiglie a recarsi nella RDC, nella convinzione di poter concludere sollecitamente l’iter e rientrare in Italia con i minori. A fronte del mancato adempimento – a tutt'oggi – da parte delle autorità congolesi degli impegni presi durante la visita del Ministro Kyenge, le famiglie hanno deciso di rimanere nel Paese in attesa del nulla osta definitivo alla partenza dei minori. È opportuno evidenziare che, ai fini del rilascio di tale autorizzazione all'espatrio dei minori, i connazionali hanno dovuto consegnare i propri passaporti alla competente Direzione Generale per le Migrazioni congolese: non si può però parlare di «sequestro» delle famiglie italiane, come riportato su alcuni organi di stampa, perché i passaporti verrebbero subito riconsegnati ai titolari qualora ciò fosse richiesto.
La nostra Ambasciata a Kinshasa è costantemente in contatto con le coppie interessate, riunite da ultimo lo scorso sabato presso la residenza dell'Ambasciatore Mariani. Quest'ultimo ha garantito ai connazionali piena assistenza per il reperimento di medicinali, l'accesso a un medico di fiducia, nonché un eventuale contributo economico per coprire le spese correnti. Al contempo, l'Ambasciatore Mariani ha intensificato ed esteso il raggio d'azione dei suoi interventi sulle autorità congolesi e, da ultimo, ha effettuato un passo presso lo stesso Primo Ministro. Tale sensibilizzazione fa parte di una pressante azione tesa a mantenere alta l'attenzione delle Autorità congolesi per arrivare a un rapido sblocco della problematica relativa alle adozioni.
EUROVOC :Congo
bambino adottato
adozione internazionale
fanciullo
minore eta' civile