ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/01665

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 132 del 05/12/2013
Abbinamenti
Atto 5/01853 abbinato in data 06/05/2014
Atto 5/02569 abbinato in data 06/05/2014
Firmatari
Primo firmatario: PILOZZI NAZZARENO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 05/12/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PIAZZONI ILEANA CATHIA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 05/12/2013


Commissione assegnataria
Commissione: IX COMMISSIONE (TRASPORTI, POSTE E TELECOMUNICAZIONI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 05/12/2013
Stato iter:
06/05/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 06/05/2014
Resoconto DEL BASSO DE CARO UMBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INFRASTRUTTURE E TRASPORTI)
 
REPLICA 06/05/2014
Resoconto PILOZZI NAZZARENO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 05/12/2013

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 06/05/2014

DISCUSSIONE IL 06/05/2014

SVOLTO IL 06/05/2014

CONCLUSO IL 06/05/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-01665
presentato da
PILOZZI Nazzareno
testo di
Giovedì 5 dicembre 2013, seduta n. 132

   PILOZZI e PIAZZONI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti . — Per sapere – premesso che:
   il trasporto pubblico locale (TPL) oggi rappresenta uno degli indicatori più importanti ai fini della valutazione del grado di sviluppo di un Paese;
   nell'ambito del TPL, il trasporto pubblico ferroviario (che rappresenta circa il 4 per cento del TPL) è quello che, negli ultimi anni, ha conosciuto uno degli indici di crescita più importanti a causa soprattutto della gravissima crisi economica e occupazionale che ha colpito l'Italia e che ha spinto numerosi cittadini ad abbandonare il mezzo privato per rivolgersi al trasporto ferroviario per giungere quotidianamente suo luogo di lavoro;
   secondo i dati del rapporto «Pendolaria 2013» dell'associazione Legambiente, quest'anno il numero dei cittadini italiani che fruirà dei servizi offerti dalle imprese che operano nel trasporto pubblico ferroviario, arriverà ai 2,9 milioni di persone al giorno su tutto il territorio nazionale;
   il processo di liberalizzazione del trasporto ferroviario, disciplinato dal decreto legislativo 8 luglio 2003, n.188, e dalla successiva normativa relativa ad infrastrutture, interoperabilità e trasporti ferroviari, ha determinato, anche grazie ad un mercato nazionale in rapida evoluzione, significativi cambiamenti nel settore, insieme all'ingresso di nuovi operatori privati che però nel settore del trasporto pubblico ferroviario non si è ancora sviluppato nella giusta maniera se non in alcune regioni del nord Italia;
   mentre il numero degli utenti cresceva, la qualità e la quantità dei servizi offerti dalle istituzioni pubbliche e le imprese nel settore, ha conosciuto un progressivo indebolimento a causa della drastica riduzione degli investimenti pubblici in manutenzione delle infrastrutture e acquisto di nuovi treni;
   mentre lo Stato investiva miliardi di euro nell'alta velocità ferroviaria, il trasporto ferroviario locale veniva progressivamente ridimensionato anche attraverso la chiusura di decine di tratte locali, giudicate da RFI non più redditizie, provocando gravissimi disagi per decine di migliaia di utenti;
   le Regioni, deputate a bandire le gare pubbliche per l'assegnazione dei servizi ferroviari regionali, non sono oggi nelle condizioni di garantire un livello di investimenti tale da soddisfare i bisogni crescenti degli utenti per un trasporto efficiente ed efficace, in grado di ridurre i tempi di spostamento nel tragitto casa-lavoro a livelli degni di un Paese civile;
   di contro, fondo nazionale per il contributo dello Stato al trasporto pubblico ferroviario, istituito con la legge di stabilità per il 2013 (la cui legittimità costituzionale è stata contestata dalla regione Veneto presso la Corte Costituzionale) oggi dispone di una somma pari a 4,9 miliardi di euro per tutto il territorio nazionale, fondi assolutamente insufficienti a coprire le difficoltà finanziarie delle regioni;
   nel corso degli ultimi mesi, si sono susseguiti gli annunci da parte di numero e regioni di nuovi tagli ai fondi destinati al trasporto ferroviario regionale: ad ottobre la regione Piemonte ha annunciato il taglio di 18 treni che la collegano alla Liguria; la Calabria, Toscana, Friuli e Campania sono le altre regioni in cui Trenitalia ha negli ultimi tempi annunciato il taglio di numerosi treni locali;
   mentre Trenitalia e le regioni compivano questi ulteriori tagli, il Governo decideva di investire nuove risorse nell'alta velocità non solo insistendo nella costruzione della discussa tratta Torino-Lione ma approvando, con il decreto del Ministero delle e dei trasporti del 10 settembre 2013, uno sconto del 15 per cento sul pedaggio a carico dei soggetti operanti su diverse linee dell'alta velocità;
   solo pochi mesi prima, il decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, aveva introdotto «un sovrapprezzo al canone dovuto per l'esercizio dei servizi di trasporto di passeggeri a media e a lunga percorrenza, non forniti nell'ambito di contratti di servizio pubblico, per la parte espletata su linee appositamente costruite o adattate per l'alta velocità, attrezzate per velocità pari o superiori a 250 chilometri orari»;
   tale «sovrapprezzo» avrebbe dovuto essere definito e approvato dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti mediante apposito decreto entro il 31 dicembre 2011 ed essere interamente destinato «al finanziamento degli oneri dei servizi universali di trasporto ferroviario di interesse nazionale oggetto di contratti di servizio pubblico di cui al citato comma 11-ter» e cioè al trasporto ferroviario locale oggetto di contratto tra le regioni e le società appaltatrici;
   ad oggi, dopo oltre due anni dall'approvazione della legge n. 111 del 2011, non risulta agli interroganti che tale decreto ministeriale di fissazione di un sovrapprezzo al canone sia stato approntato ed approvato dai competenti uffici;
   la mancata individuazione di tale «sovrapprezzo» costituisce un gravissimo nocumento a tutto il sistema del trasporto ferroviario locale, privato di quelle risorse economiche necessarie al suo necessario consolidamento e miglioramento –:
   quali motivi abbiano impedito ad oggi l'approvazione del decreto ministeriale di cui al comma 11-quater dell'articolo 17 del decreto legislativo n. 188 del 2003, introdotto con decreto legge n. 98 del 2011, convertito dalla legge n. 111 del 15 luglio 2011;
   se non ritenga necessario disporre immediata approvazione del suddetto decreto ministeriale, già previsto entro il termine del 31 dicembre 2011, e provvedere in tal modo alla definizione del sovrapprezzo al canone dovuto per l'esercizio dei servizi di trasporto di passeggeri a media e a lunga percorrenza, non forniti nell'ambito di contratti di servizio pubblico, per la parte espletata su linee appositamente costruite o adattate per l'alta velocità, attrezzate per velocità pari o superiori a 250 chilometri orari. (5-01665)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 6 maggio 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione IX (Trasporti)
5-01665

  Rispondo congiuntamente alle interrogazioni presentate dagli onorevoli interroganti in quanto vertono su analogo argomento.
  Preliminarmente, gli onorevoli portano all'attenzione del Governo la delicata questione del trasporto ferroviario interregionale e nazionale evidenziando, in particolare, il timore di una soppressione di alcuni treni interregionali Intercity che, come è noto, rientrano tra i cosiddetti servizi «a mercato» (di media/lunga percorrenza) ovvero quei servizi che, non essendo oggetto di alcun corrispettivo pubblico, sono effettuati a rischio di impresa e si sostengono esclusivamente con i ricavi da traffico: le dimensioni e le caratteristiche dell'offerta, quindi, sono determinate da valutazioni commerciali; ricordo che rientrano tra i servizi a mercato le «Frecce» di Trenitalia, nonché i treni internazionali e una quota di treni Intercity. La relativa programmazione, pertanto, è effettuata direttamente da Trenitalia che per i servizi svolti con la predetta quota di treni Intercity ha lamentato, come peraltro evidenziato dagli Onorevoli Interroganti, un rapporto costi/ricavi fortemente negativo, pari a poco meno di trenta milioni di euro l'anno.
  La quota di Intercity operati «a mercato», che percorrono principalmente la linea dorsale tra Roma e Firenze e servono varie destinazioni, da Milano, Trieste/Venezia sino a Roma/Napoli/Salerno, sono collegamenti che svolgono spesso, per buona parte, un servizio di cabotaggio, servendo flussi pendolari che li utilizzano per tratte limitate, sostanzialmente paragonabile a quello del trasporto ferroviario locale gestito dalle regioni.
  Questi treni presentano, accennavo poc'anzi, perdite rilevanti e, considerata l'insostenibilità di tale situazione, Trenitalia ha comunicato al MIT la sua intenzione di sospenderne l'effettuazione in regime di mercato, evidenziando allo stesso Ministero l'opportunità di inserirli nel cosiddetto «servizio universale» in modo da essere compresi nell'ambito del Contratto di Servizio in essere tra MIT-MEF e Ferrovie dello Stato, sostenendone l'onere, analogamente a quanto avviene per gli altri IC aventi le medesime caratteristiche.
  In effetti, come evidenziato dagli interroganti, due di questi IC (la coppia 586/587 in partenza da Roma alle ore 9.40 con arrivo a Milano alle 16,15 e in partenza da Milano alle 10.50 con arrivo a Roma alle 17.20) – che registravano uno scarso utilizzo da parte della clientela pendolare – sono stati soppressi dallo scorso 1° marzo.
  In merito, Trenitalia ha fatto presente di aver provveduto ad informarne il tavolo tecnico istituito presso il MIT, cui partecipano le regioni, le quali hanno valutato come riassorbiti, in termini di impatto sulla clientela pendolare, le soppressioni già operate.
  Per quanto attiene, poi, alla possibilità che le restanti coppie di IC, non compresi nel perimetro sovvenzionato dal citato Contratto di Servizio con lo Stato, non effettuino più il servizio, assicuro che il MIT è impegnato a individuare tutte le possibili soluzioni, che sia sotto il profilo tecnico che economico consentano il mantenimento in attività dei servizi in argomento oltre il prossimo mese di giugno 2014.
  Proprio in quest'ottica, i competenti uffici del MIT hanno chiesto a Trenitalia ulteriori dettagli per poter valutare i maggiori costi sottesi al contratto qualora tali collegamenti venissero riconosciuti come servizi di utilità sociale al pari di quelli che, nelle stesse direttrici, sono già sovvenzionati. Tutto ciò dovrà ovviamente avvenire in un quadro di invarianza delle risorse attualmente disponibili e pertanto sarà necessario individuare eventuali rimodulazioni degli altri servizi inclusi nel citato perimetro sovvenzionato.
  Gli onorevoli interroganti fanno poi riferimento all'articolo 21 del decreto-legge n. 98 del 2011, recante «Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria», e relativa legge di conversione.
  Al riguardo, devo evidenziare che tale norma avrebbe riflessi soltanto indiretti sul trasporto pendolare in quanto la stessa prevede l'introduzione di un sovrapprezzo al canone dovuto per l'esercizio dei servizi di trasporto passeggeri a media e lunga percorrenza, non forniti nell'ambito di contratti di servizio pubblici per la parte espletata su linee appositamente costruite per i collegamenti ferroviari AV, con velocità pari o superiore a 250 chilometri orari, destinato interamente al finanziamento degli oneri dei servizi universali di trasporto ferroviario di interesse nazionale, oggetto di contratto di servizio pubblico.
  Di contro, è evidente che l'introduzione del sovrapprezzo in questione determinerebbe impatti rilevanti sulla concorrenza, compromettendo così la redditività economica del segmento Alta Velocità, considerato che l'extra-canone interverrebbe su tariffe medie tra le più onerose in Europa.
  Devo peraltro rilevare che tale norma va letta in combinato disposto con l'articolo 15 del decreto legislativo n. 188 del 2003, che stabilisce il principio del tendenziale equilibrio dei conti del Gestore dell'infrastruttura tra, da un lato, i ricavi derivanti dalla riscossione dei canoni ferroviari e dei corrispettivi per la fornitura dei servizi, le eccedenze provenienti da altre attività commerciali e i contributi pubblici definiti nel contratto di programma e, dall'altro lato, i costi relativi alla gestione dell'infrastruttura al netto degli ammortamenti.
  Per quanto attiene al decreto MIT del 10 settembre 2013, citato in particolare dall'onorevole Pilozzi, faccio presente che, nelle more delle determinazioni che a regime assumerà l'Autorità per la regolazione dei trasporti, il MIT si è limitato ad approvare la proposta formulata dal Gestore di riduzione del valore del pedaggio per le linee AV, atteso che sia il bilancio consolidato 2010-2011 che quello di previsione 2012-2013 mostravano un utile crescente; in particolare un introito da circolazione stabilmente superiore al risultato di esercizio del Gestore stesso, il che ne consentiva la riduzione proposta, anche nel rispetto del già citato vincolo di tendenziale equilibrio di bilancio.
  Nel concludere, tengo ad evidenziare che – fermo restando che la programmazione e la gestione dei servizi regionali, dedicati principalmente all'utenza pendolare, competono, secondo la normativa vigente (decreto legislativo n. 422 del 1997), alle singole regioni i cui rapporti con Trenitalia sono regolati da specifici Contratti di Servizio – il MIT, ben consapevole dei disagi dell'utenza pendolare, valuterà attentamente ogni iniziativa utile per venire incontro all'esigenza di detta categoria, anche nell'ambito del citato tavolo tecnico appositamente costituito.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

trasporto ferroviario

utente dei trasporti

trasporto viaggiatori

finanziamento pubblico

politica dei trasporti

veicolo su rotaie

contratto