ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/01611

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 127 del 28/11/2013
Firmatari
Primo firmatario: VIGNAROLI STEFANO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 28/11/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 28/11/2013


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 28/11/2013
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 28/11/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-01611
presentato da
VIGNAROLI Stefano
testo di
Giovedì 28 novembre 2013, seduta n. 127

   VIGNAROLI e DAGA. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   in data 30 settembre 2013, la discarica di Malagrotta, in cui sono stati smaltiti i rifiuti di Roma, Città del Vaticano, Ciampino e Fiumicino, veniva dichiarata chiusa senza che siano state aperte nuove discariche od impianti;
   l'area di Malagrotta, come noto, contiene al suo interno diversi impianti a rischio di incidente rilevante e dunque è soggetta ai vincoli previsti dal decreto legislativo n. 334 del 17 agosto 1999 (cosiddetta legge Seveso II), così come anche l'intero quadrante della Valle Galeria;
   nel complesso industriale continuano a lavorare due impianti di trattamento meccanico biologico (TMB) i cui dati quantitativi e soprattutto qualitativi sono ad oggi sconosciuti, sia in ingresso quanto in uscita. Altrettanto misterioso sapere dove vengano collocati od inviati dal gestore, gli scarti, la Fos ed il Cdr. Tale mancanza, tra le altre cose, inficia la conoscenza reale degli impatti ambientali ed odorigeni relativi ad i macchinari in questione;
   il decreto legislativo n. 36 del 2003 che ha recepito nel nostro ordinamento la direttiva 99/31/CE, determina le procedure che regolano la gestione post mortem delle discariche. In particolare l'articolo 12, comma 3 dispone: «La discarica, o una parte della stessa, è considerata definitivamente chiusa solo dopo che l'ente territoriale competente al rilascio dell'autorizzazione, di cui all'articolo 10, ha eseguito un'ispezione finale sul sito, ha valutato tutte le relazioni presentate dal gestore ai sensi dell'articolo 10, comma 1, lettera l), e comunicato a quest'ultimo l'approvazione della chiusura. L'esito dell'ispezione non comporta, in alcun caso, una minore responsabilità per il gestore relativamente alle condizioni stabilite dall'autorizzazione. Anche dopo la chiusura definitiva della discarica, il gestore è responsabile della manutenzione, della sorveglianza e del controllo nella fase di gestione post-operativa per tutto il tempo durante il quale la discarica può comportare rischi per l'ambiente.» Ed ancora, l'articolo 13, al comma 1, prescrive: «nella gestione e dopo la chiusura della discarica devono essere rispettati i tempi, le modalità, i criteri e le prescrizioni stabiliti dall'autorizzazione e dai piani di gestione operativa, post-operativa e di ripristino ambientale di cui all'articolo 8, comma 1, lettere g), h) e l), nonché le norme in materia di gestione dei rifiuti, di scarichi idrici e tutela delle acque, di emissioni in atmosfera, di rumore, di igiene e salubrità degli ambienti di lavoro, di sicurezza, e prevenzione incendi; deve, inoltre, essere assicurata la manutenzione ordinaria e straordinaria di tutte le opere funzionali ed impiantistiche della discarica.»; ai sensi dell'articolo 15, gli oneri inerenti la chiusura della discarica ed il conseguente ripristino ambientale e messa in sicurezza dei luoghi, sono compresi nella tariffa pagata al gestore. Ed infatti con il decreto commissariale 26/2005 veniva reso operativo il piano d'adeguamento della discarica di Malagrotta ai sensi del decreto legislativo 36/2003;
   successivamente con il decreto commissariale 36/2008, l'allora commissario delegato per l'emergenza ambientale nel territorio della regione Lazio, dottor Piero Marrazzo, approvava il «progetto esecutivo opere chiusura discarica (capping)»;
   considerando la lunga vita dell'invaso di Malagrotta, iniziata antecedentemente alla storica direttiva 99/31/CE, tenendo altresì in conto, le innumerevoli proroghe susseguitesi nel corso degli anni, anche successive all'approvazione del progetto del capping, si ritiene necessario, per potere individuare le migliori metodologie e tecniche di riqualificazione e bonifica dell'ex discarica, attivare una caratterizzazione delle matrici ambientali delle aree in oggetto, onde verificarne lo stato attuale d'inquinamento;
   con nota prot. n. 244 del 2 settembre 2013 il Colari informava: «la discarica di Malagrotta alla data del 1° ottobre disporrà ancora di volumetrie residue per circa 250.000 metri cubi. L'utilizzazione delle medesime fino al naturale esaurimento della messa a dimora della Fos e dei residui di lavorazione dei Tmb di Malagrotta 1 e Malagrotta 2 consentirà di armonizzare gli interventi di chiusura della discarica che prevede la realizzazione dei pozzi del biogas e relative linee di convogliamento agli impianti, per la raccolta e lo sgrondo delle acque meteoriche secondo il progetto approvato», «prima di procedere alla realizzazione del capping e del successivo impianto delle specie arboree e vegetali previste (bosco)». Ed inoltre «l'utilizzo di queste volumetrie consentirà ancora per alcuni mesi di ricevere e trattare, come detto, i residui di lavorazione e gli scarti dei Tmb di Malagrotta»;
   da quanto suesposto, si evinceva chiaramente il «tentativo» del Colari di volere continuare con le attività della discarica attraverso l'abbancamento della frazione organica stabile, cosiddetta Fos. Come noto la Fos è un vero e proprio rifiuto che, seppur trattato, nulla ha a che vedere con il capping finale di una discarica, non garantendo sicurezza alcuna sotto il profilo ambientale e sanitario giacché con indubbia facilità i processi fermentativi potrebbero riattivarsi in presenza di precipitazioni meteoriche. A dimostrazione di ciò, al Colari veniva negata la proroga per l'utilizzo delle volumetrie residue di Malagrotta;
   preso atto del diniego delle autorità competenti, in data 1° ottobre 2013 il presidente del Colari, avvocato Manlio Cerroni, inviava al Commissario delegato dottor Goffredo Sottile, una lettera nella quale tra le altre cose dichiarava: «Per parte nostra, ci troviamo tutti fortemente impegnati per venire a capo del problema e per scongiurare l'emergenza a Roma ed è appunto quello che stiamo alacremente facendo (speriamo bene). A questo proposito, per meglio corrispondere alle esigenze operative di trasferire in impianti esterni autorizzati FOS e scarti di lavorazione, abbiamo predisposto la realizzazione in un tempo di 60 giorni di un deposito provvisorio logistico di circa 2000 mq tra Malagrotta 1 e Malagrotta 2, come da planimetria allegata»;
   rispetto a tale richiesta, ad oggi, non è dato sapere se tale permesso sia stato o meno concesso;
   ad oggi, nonostante la dichiarata chiusura della discarica, molti cittadini residenti, il primo firmatario del presente atto, preoccupati dal livello d'inquinamento atmosferico raggiunto nel quadrante di Castel Malnome, Massimina, Ponte Galeria, Piana del Sole, Monte Stallonara, Casal Lumbroso e Fiumicino, comprovato anche da numerosi studi, continuano a percepire miasmi ed esalazioni nauseabonde (che molto fanno temere per la loro salute senza considerare i problemi psicologici e sociali che tale situazione comporta). Per dette ragioni, i cittadini, denunciavano tali fatti alle autorità competenti;
   all'indomani della chiusura dell'invaso venivano inoltrate al Colari varie richieste di poter visitare la discarica e gli impianti di Malagrotta, alle quali il Colari rispondeva negando l'accesso in applicazione di un preciso e predefinito indirizzo gestionale «volto ad evitare strumentalizzazioni da parte del sistema mediatico che tanto pregiudizio hanno già arrecato alle imprese di questo gruppo»;
   è bene evidenziare che la discarica di Malagrotta a tutt'oggi è oggetto di una procedura d'infrazione da parte della Commissione europea (2011/4021). Tale ammonimento, a marzo del 2013, ha comportato il deferimento del nostro Paese alla Corte di Giustizia europea. I richiami di Bruxelles dunque evidenziano senza dubbio alcuno, che la situazione di gestione dei rifiuti a Roma sia ancora lontana da una soluzione organica ed anche per questo si era richiesto di ispezionare l'area. Nonostante tali urgenti motivazioni, ed in assenza a tutt'oggi della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e del relativo potere ispettivo dei suoi componenti, visto il diniego del presidente del Colari, non è stato possibile rendersi conto di persona della reale situazione del sito –:
   almeno per l'anno 2013 quali siano i dati quantitativi espressi in tonnellate, nonché quelli qualitativi degli impianti di trattamento meccanico biologico denominati Malagrotta 1 e Malagrotta 2;
   se la richiesta del Colari per la costruzione di un deposito provvisorio logistico sia stata accolta dal commissario delegato dottor Goffredo Sottile e se tale deposito sia stato costruito ed in tal caso che cosa contenga al suo interno;
   se il deposito deputato ad accogliere «temporaneamente» quanto precedentemente (nei mesi da aprile a settembre 2013) veniva sversato nell'invaso, possa costituire paradossalmente una sorta di appendice della ex discarica tale da rendere possibile un inasprimento dell'infrazione da parte della Commissione europea oltre costituire l'ennesima beffa ai danni dei cittadini residenti che continuano ad essere invasi da miasmi nauseabondi;
   dove siano smaltiti attualmente e senza il supporto del costruendo capannone, la Fos e gli scarti prodotti dagli impianti di trattamento meccanico biologico Malagrotta 1 e Malagrotta 2;
   dove sia incenerito il combustibile derivato dai rifiuti prodotto dagli impianti di trattamento meccanico biologico Malagrotta 1 e Malagrotta 2;
   se si è avviato ed in quale modo, l'intervento di recupero ambientale e di riqualificazione dell'aerea e se il monopolista Manlio Cerroni, sia attenzionato dal Governo per il rispetto degli obblighi ed oneri che le norme di legge prescrivono a suo carico e che costui più volte nel corso di decenni, ha impunemente violato;
   se intenda verificare l'origine, la provenienza ed infine la causa dei cattivi odori che lasciano presagire tristemente, come ancora una volta, l'alea sia mal gestita. (5-01611)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

deposito dei rifiuti

disastro naturale

inquinamento atmosferico

norma ambientale

eliminazione dei rifiuti

lotta contro gli incendi

protezione dell'ambiente

tasso di inquinamento