ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/01597

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 126 del 27/11/2013
Firmatari
Primo firmatario: GRIMOLDI PAOLO
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE
Data firma: 27/11/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
INVERNIZZI CRISTIAN LEGA NORD E AUTONOMIE 28/11/2013


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 27/11/2013
Stato iter:
28/11/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 28/11/2013
Resoconto INVERNIZZI CRISTIAN LEGA NORD E AUTONOMIE
 
RISPOSTA GOVERNO 28/11/2013
Resoconto GIRLANDA ROCCO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INFRASTRUTTURE E TRASPORTI)
 
REPLICA 28/11/2013
Resoconto INVERNIZZI CRISTIAN LEGA NORD E AUTONOMIE
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL

DISCUSSIONE IL 28/11/2013

SVOLTO IL 28/11/2013

CONCLUSO IL 28/11/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-01597
presentato da
GRIMOLDI Paolo
testo di
Mercoledì 27 novembre 2013, seduta n. 126

   GRIMOLDI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti . — Per sapere – premesso che:
   la ripartizione modale del traffico merci nel nostro Paese è sbilanciato per l'86,3 per cento su strada, il 9,1 per cento su ferrovia, il 4,5 per cento su gasdotti e lo 0,1 su vie navigabili; tale sbilanciamento ha ripercussioni negative sull'ambiente, aggravando i problemi di inquinamento atmosferico da polveri sottili cui è soggetta soprattutto la pianura padana, anche a causa della particolare conformazione geomorfologica del territorio;
   le nuove linee di sviluppo dei trasporti, sia a livello europeo sia a livello nazionale, puntano sulla razionalizzazione modale dei traffici quale azione essenziale per garantire sia l'efficacia dei sistemi della mobilità di persone e cose sia il rispetto dell'ambiente e della sicurezza;
   le idrovie offrono attualmente una riserva di capacità notevolissima a condizione di essere integrata in un sistema di trasporto combinato, proponendo vantaggi in tema di sicurezza e di rispetto dell'ambiente: si stima che i costi esterni (che conglobano quelli relativi a inquinamento – acqueo aereo del suolo acustico – a consumo di territorio a incidenti) relativi alla navigazione interna siano per tkm di merce trasportata 1/18 di quelli della strada;
   in effetti il costo del trasporto su idrovia, per alcune merci adatte ad essere avviate per idrovia, è, per tkm di merce movimentata, sensibilmente minore a quelli su ferrovia e soprattutto su strada; rispetto a quest'ultima esso può esser ritenuto, in Italia, del 20-30 per cento inferiore;
   in attuazione del piano generale dei trasporti la legge 380 del 1990 ha previsto la realizzazione del sistema idroviario padano veneto. La stessa legge ha definito il sistema idroviario padano veneto di preminente interesse nazionale e ne ha attribuito la realizzazione alla competenza del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti; inoltre, la legge ha definito procedure particolari per la formazione del piano di attuazione e per la progettazione degli interventi, prevedendo la partecipazione delle regioni. Il decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, ha conferito alle regioni Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto la gestione del sistema idroviario;
   con due leggi del 1998, la n. 194 e la n. 413, la legge n. 388 del 2000 (finanziaria 2001) e la legge n. 350 del 2003 (finanziaria 2004) sono stati stanziati circa 600 milioni di euro (al lordo degli interessi per i mutui) per il potenziamento e l'adeguamento alla classe Va CEMT della rete idroviaria esistente;
   le idrovie del sistema idroviario padano veneto oggi in esercizio per il traffico di merci e per navigazione turistica sono le seguenti:
    Po da Pavia a mare (esiste un traffico regolare di merci solo nel tratto a valle di Cremona, svolgendosi tra Pavia, Piacenza e Cremona, come sul Ticino, solo movimenti locali di inerti e limitata navigazione turistica a causa della limitazione imposta alla navigazione dai bassi pescaggi e dalla non funzionalità della conca di Isola Serafini – PC, per l'abbassamento dell'alveo del fiume):
     Cremona – Volta Grimana 245 chilometri;
     fiume Mincio da Mantova al Po 21 chilometri;
     canale Po – Brondolo (dal Po a Chioggia) 19 chilometri;
     Idrovia Litoranea Veneta: da Portegrandi a foce Isonzo 127 chilometri (solo navigazione da diporto);
     canale Milano – Cremona, da Cremona a Pizzighettone 14 chilometri;
     Idrovia Ferrarese (da Pontelagoscuro a Portogaribaldi) 70 chilometri;
     idrovia Fissero – Tartaro – Canal Bianco – Po di Levante 135 chilometri (da Mantova – al mare);
   tutte queste idrovie citate richiedono interventi più o meno importanti di sistemazione e adeguamento;
   alle idrovie indicate nel tracciato del sistema idroviario padano veneto vanno aggiunti i canali della laguna Veneta e cioè quelli che collegano i porti di Venezia e Chioggia a Brondolo;
   nonostante l'incremento del traffico merci sul sistema idroviario, il traffico per navigazione interna rappresenta comunque una percentuale molto bassa del movimento merci nazionale e ciò a causa delle opere infrastrutturali necessarie per lo sviluppo del settore;
   una delle idrovie importantissime per lo sviluppo del traffico merci e del trasferimento su altri modi di trasporto del traffico stradale è il canale Milano – Cremona;
   l'A.I.Po stima tra i 2,5 e i 3 miliardi di euro l'investimento per il completamento degli interventi del sistema idroviario padano veneto, ma la sistemazione delle idrovie esistenti e la realizzazione di alcuni tratti indispensabili per la funzionalità dell'intero sistema richiede un impegno finanziario molto inferiore;
   una delle idrovie importantissime per lo sviluppo del traffico merci e del trasferimento su altri modi di trasporto del traffico stradale è il canale Milano – Cremona;
   il collegamento idroviario con Milano, aperto alle moderne navi da carico fluviali, è uno degli obiettivi più antichi e ambiziosi della navigazione interna. Il Consorzio preposto alla costruzione del canale Milano Cremona Po, costituito nel 1941 è stato sciolto il 31 dicembre 2000. Sinora è stato costruito solo un tratto di canale che arriva a Pizzighettone (CR), lungo circa 13 chilometri, con caratteristiche adatte alle navi della V classe CEMT. Su questo tratto è attivo il porto pubblico di Cremona e alcune banchine private di aziende site in fregio all'idrovia;
   ultimamente, l'intervento relativo all'hub interportuale sistema idroviario padano-veneto è stato inserito nel 10° allegato infrastrutture al documento di economia e finanza; esiste uno studio di fattibilità e il soggetto competente è individuato nell'Agenzia interregionale per il fiume Po – A.I.Po –:
   se il Ministro non ritenga improrogabili, per il contenimento del traffico su strada e l'eliminazione o il decremento degli impatti ambientali che esso comporta per la pianura padana, la realizzazione degli interventi di sistemazione del sistema idroviario padano-veneto, ed in particolare del canale Milano-Cremona, e se intende adoperarsi, per quanto di competenza, per l'individuazione delle risorse finanziarie occorrenti per la realizzazione di tale sistema. (5-01597)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 28 novembre 2013
nell'allegato al bollettino in Commissione VIII (Ambiente)
5-01597

  In merito a quanto richiesto dall'On. Interrogante mi preme preliminarmente evidenziare che, pur sussistendo una competenza di rango essenzialmente regionale sulla materia, il MIT è stato sempre convinto (e lo è ancor più alla luce dei recenti riconoscimenti della Commissione Europea) che il Sistema idroviario padano-veneto riveste un'importanza di primo piano nell'articolazione complessiva del sistema dei trasporti e della logistica del Paese, come attestato, d'altronde, dall'inserimento dei relativi interventi infrastrutturali nel 10o Allegato Infrastrutture al Documento di Economia e Finanza, approvati in Conferenza Unificata Stato-Regioni, poi in sede Parlamentare ed infine dal CIPE con delibera n. 163 del 2012.
  Allo stato, risulta inoltrato al MIT, dalla Regione Veneto, cioè dal soggetto aggiudicatore Agenzia interregionale per il fiume Po, per l’iter istruttorio di competenza, uno studio di fattibilità inerente l'intervento in questione.
  Pertanto, pur in assenza, attualmente, di elementi tecnico-progettuali, necessari ai fini della programmazione e quantificazione della relativa spesa, appare evidente che l'inserimento dell'intervento nel programma delle infrastrutture strategiche la scia emergere già di per sé l'intenzione di questo Ministero di programmare e pianificare la realizzazione dell'opera.
  È infatti in fase di attivazione una serie di incontri con il soggetto aggiudicatore per verificare la fattibilità dell'infrastruttura mediante finanza di progetto, anche in considerazione delle istanze in tal senso pervenute dagli operatori interessati.
  Molteplici ed evidenti sono le ragioni per annettere al Sistema idroviario una rilevanza di interesse nazionale, considerate le sue possibilità di connessione con la restante parte della rete trasportistica nazionale.
  In effetti, il Sistema idroviario padano-veneto ha ricevuto particolare attenzione in questi ultimi anni per la sua capacità non solo di configurare una, sia pur non particolarmente estesa, rete infrastrutturale di trasporto locale ben radicata sul territorio delle Regioni interessate, ma anche per le possibilità che essa è in grado di offrire in termini di integrazione col sistema generale dei trasporti e con quello marittimo in special modo.
  La potenziale funzione di tale rete infrastrutturale si è andata particolarmente valorizzando in questi ultimi anni, anche in relazione allo sviluppo delle autostrade del mare e dell'intermodalità più in generale, il cui obiettivo, com’è noto, è quello di trasferire quote sempre più significative di traffico dalla strada alle modalità di trasporto con il minor impatto ambientale.
  In tal senso i traffici fluviali e fluvio-marittimi, pur nella ridotta dimensione della rete, hanno già svolto in passato e svolgono tuttora un ruolo non marginale, tant’è che le leggi degli anni ’90 a favore del risparmio energetico (gestite dall'allora Ministero dell'industria) hanno anche accordato incentivazioni a favore della costruzione di unità navali specializzate per tale trasporto.
  Va sottolineato che i volumi di traffico del Sistema idroviario padano-veneto risultano attualmente attestarsi intorno allo 0,01 per cento dell'intero trasporto nazionale, ancorché l'Italia nord orientale e la Lombardia, uno dei contesti più dinamici e produttivi dell'Italia, rappresentino il 60,5 per cento dell'export italiano, per un valore complessivo di quasi 200 milioni di euro; elementi, questi ultimi, che consentirebbero di prefigurare una domanda potenziale annua di trasporto che potrebbe raggiungere i 20 milioni di tonnellate, qualora il sistema fosse completamente e omogeneamente strutturato.
  Le leggi statali emanate in materia e per le quali il MIT ha gestito e continua a gestire le competenze discendenti dal decreto legislativo n. 112 del 1998 sono le leggi n. 380 del 1990, n. 194 del 1998, n. 413 del 1998, n. 350 del 2003, n. 376 del 2003.
  Tali provvedimenti hanno previsto finanziamenti per la realizzazione di opere infrastrutturali relative all'adeguamento dei canali navigabili, delle relative sponde, delle conche di navigazione e degli approdi e piazzali destinati alla movimentazione delle merci.
  È utile evidenziare che, trattandosi di materia che interferisce ed interagisce con la competenza regionale, il ruolo del Ministero, in base alle citate leggi, è stato soprattutto quello di assicurare l'erogazione dei finanziamenti alle opere programmate dalle Regioni interessate e che le stesse realizzano quali «soggetti attuatori»: compito del Ministero al riguardo è, ancor oggi, quello di verificare la coerenza delle opere con gli obiettivi posti dalla legge e monitorare la loro realizzazione.
  Le risorse finanziarie per la realizzazione del Sistema idroviario padano-veneto recate dalle leggi n. 413 del 1998, n. 350 del 2003 e 376 del 2003 sono state stanziate nel bilancio di questo Ministero, mentre i fondi stanziati con le leggi n. 380 del 1990 e n. 194 del 1998 sono stati a suo tempo depositati su appositi conti istituiti presso la Banca d'Italia cointestati al MIT ed a ciascuna delle Regioni Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Piemonte, con vincolo a nome del MIT.
  Una parte di tali risorse è stata, di recente, opportunamente utilizzata dagli Enti esponenziali dei territori come quota nazionale di finanziamento, al fine di ottenere il cofinanziamento comunitario di taluni rilevanti progetti di adeguamento del Sistema idroviario, creando in tal modo le condizioni per una valorizzazione aggiuntiva dei fondi a ciò destinati.
  Resta il fatto che gli investimenti necessari al completamento degli interventi necessari alla piena funzionalità dell'intero Sistema, come riconosce lo stesso Onorevole Interrogante, sono di entità particolarmente elevata e che, al momento, com’è noto, le restrizioni di finanza pubblica rendono particolarmente ardua la destinazione di ulteriori ingenti risorse alla realizzazione delle relative iniziative infrastrutturali.
  Cionondimeno, per tutte le ragioni sopra esposte, il MIT continuerà a riservare alla rete navigabile in questione una significativa attenzione e non mancherà conseguentemente anche di continuare ad attivarsi, come ha sin qui fatto, per assecondare, nella misura del possibile, l'ulteriore sviluppo del Sistema idroviario padano-veneto, ricercando, non appena se ne presenteranno le condizioni, nuove occasioni di finanziamento nell'ambito delle possibilità offerte dal bilancio dello Stato, in armonia ed in collaborazione con le Regioni, le Province ed i Comuni interessati.

Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

CREMONA - Prov,LOMBARDIA, MILANO,MILANO - Prov,LOMBARDIA

EUROVOC :

rete navigabile

navigazione fluviale

corso d'acqua

imbarcazione da diporto

navigazione marittima

circolazione stradale

traffico urbano