ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/01562

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 125 del 26/11/2013
Firmatari
Primo firmatario: BELLANOVA TERESA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 26/11/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CAPONE SALVATORE PARTITO DEMOCRATICO 26/11/2013
COSCIA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 09/01/2014


Commissione assegnataria
Commissione: VII COMMISSIONE (CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 26/11/2013
Stato iter:
09/01/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 09/01/2014
Resoconto ROSSI DORIA MARCO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ISTRUZIONE, UNIVERSITA' E RICERCA)
 
REPLICA 09/01/2014
Resoconto COSCIA MARIA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 26/11/2013

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 09/01/2014

DISCUSSIONE IL 09/01/2014

SVOLTO IL 09/01/2014

CONCLUSO IL 09/01/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-01562
presentato da
BELLANOVA Teresa
testo presentato
Martedì 26 novembre 2013
modificato
Giovedì 9 gennaio 2014, seduta n. 148

   BELLANOVA, CAPONE, COSCIA. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca . — Per sapere – premesso che:
il contenuto del decreto ministeriale «Decreto criteri e contingenze assunzionale delle Università statali per l'anno 2013» approvato il 12 settembre 2013 e pubblicato il 17 ottobre con allegata tabella di distribuzione dei punti organico 2013, ha determinato notevole allarme e un profondo senso di sgomento, disorientamento e protesta nelle università meridionali, in particolare pugliesi e lucane;
i rettori delle università meridionali a seguito di quanto riportato dal decreto ministeriale hanno contestato pubblicamente e fortemente, nel corso di conferenze stampa congiunte, in successivi momenti pubblici, e in un documento unitario, i criteri di distribuzione dei punti-organico, sottolineando una evidente disparità di trattamento fra gli atenei italiani, ed evidenziando il rischio di una «chiusura» degli atenei da loro guidati. Dalle tabelle in allegato al decreto, infatti, emergerebbe una grande sperequazione nella distribuzione dei punti organico, e dunque delle possibilità concrete di assunzioni consentite, che oscilla dal 6,84 per cento dell'ateneo barese al 213 per cento della scuola superiore pisana;
il decreto sopra citato secondo i rettori darebbe luogo ad una violazione dei principi costituzionali di eguaglianza, autonomia universitaria e sussidiarietà, poiché gli indicatori utilizzati per il computo dei punti organico – ottenuti dal rapporto tra le entrate complessive delle università e i costi fissi – sono fortemente condizionati dal contesto socio-economico di ubicazione degli atenei;
la ripartizione dei punti organico 2013 a giudizio dei rappresentanti delle università meridionali favorirebbe in modo considerevole gli atenei che godono già di una situazione economica e finanziaria solida e penalizzerebbe fortemente altri atenei che si trovano in aree del Paese più difficili, vale a dire laddove vi sono anche un elevato numero di studenti in condizioni di disagio e che usufruiscono di esenzioni o riduzioni di tassazione, un parametro questo che non viene assolutamente preso in considerazione;
la drastica riduzione dei punti organico darebbe luogo ad un effetto domino teso ad indebolire gli atenei, poiché ciò concretamente vorrebbe dire non poter effettuare assunzioni, di conseguenza non poter garantire la didattica e l'offerta formativa con il rischio di perdere iscrizioni e di determinare un collasso dell'università pubblica;
gli stessi rettori sottolineano le ricadute che il decreto avrà, se non opportunamente modificato da adeguati correttivi, sugli studenti e le loro famiglie, alle quali le università pur di sopravvivere potrebbero richiedere un incremento delle tasse, nonostante l'effettivo taglio dei servizi ascrivibile al mancato turn over del personale;
è evidente il rischio della penalizzazione in vastissime aree del Meridione della formazione superiore, elemento viceversa strategico e indiscusso volano per la ripresa economica ed occupazionale dell'intero Mezzogiorno, tenuto conto degli enormi sacrifici compiuti in questi anni, nei quali si è dato avvio a cospicui tagli al fondo per il finanziamento ordinario, e della indiscussa eccellenza di quegli stessi poli universitari fortemente penalizzati dal decreto;
una penalizzazione che peraltro si ripercuoterebbe inevitabilmente sulle fasce più giovani della popolazione, «costrette» a scegliere di formarsi altrove, oppure a dover rinunciare alla formazione universitaria;
nel frattempo lo stesso Ministro interrogato ha riconosciuto l'esigenza di apportare correttivi al decreto, e annunciato per il 28 novembre 2013, a Napoli, un incontro con i rettori delle università meridionali per giungere ad una soluzione condivisa;
nel documento elaborato dai rettori si chiede, tra l'altro, l'immediato ripristino, della cosiddetta clausola di salvaguardia, presente nel Decreto sui punti organico dello scorso anno, ma completamente svanita in quello di quest'anno e che fissa il limite nella percentuale di punti organico che, a livello nazionale, non può superare il 50 per cento. Non superando un certo limite si garantisce automaticamente maggiore equità tra gli atenei, senza che ci siano università con punti organico superiori ai pensionamenti ed altre, invece, con una possibilità di assunzione pari quasi allo zero. E ancora si chiede di inserire nel calcolo dei punti organico anche il parametro legato agli studenti esonerati, e l'immediata emanazione del Decreto ministeriale per fissare il costo standard unitario di formazione per studente, da determinarsi anche in riferimento ai differenti contesti economici, territoriali e infrastrutturali in cui opera ogni singolo ateneo. Tale da assicurare l'effettiva fruizione del diritto allo studio costituzionalmente sancito;
non sfugge il rischio che, attraverso l'attuazione sic et simpliciter del decreto, si possa determinare una fase di preagonia dei poli universitari meridionali, con un forte accentramento delle risorse verso le università settentrionali grazie a parametri, capacità di attrazione delle risorse esterne e media delle tasse universitarie, non strettamente rapportabili alla qualità e all'eccellenza dei poli formativi, bensì alla ricchezza del territorio di riferimento –:
quali correttivi il Ministro intenda apportare al decreto per evitare che le disparità denunciate dai rettori si traducano in una formazione universitaria di serie a e in una di serie b residuale e minore, o in una morte certa degli atenei del Sud e se non si ritenga viceversa di dover sostenere convintamente le eccellenze della formazione e della ricerca soprattutto se ubicate in aree socio-economiche deboli, poiché snodi strategici della qualità e dello sviluppo territoriali. (5-01562)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 9 gennaio 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione VII (Cultura)
5-01562

  Vorrei innanzitutto ricordare che il tema sollevato dall'Onorevole interrogante è stato recentemente affrontato direttamente dal Ministro Carrozza lo scorso 4 dicembre, in occasione del question time dinanzi all'Assemblea di questa Camera, e non posso che ribadire quanto affermato dal Ministro in quella occasione in ordine agli obiettivi della sua politica relativa al finanziamento e alla provvista di personale degli atenei: premiare il merito; aiutare le università che ottengono risultati negativi a migliorare; evitare che le università siano penalizzate da fattori da esse non controllabili, come il contesto economico e il reddito medio delle famiglie degli studenti.
  Aggiungo che il Ministro è ben consapevole delle esigenze segnalate nell'interrogazione, con particolare riferimento alle università meridionali. Come da Lei stessa annunciato, è sua intenzione proporre una modifica della disciplina vigente, volte a semplificare il sistema e a valorizzare le responsabilità delle università per le loro scelte.
  D'altra parte, fino a quando una simile modifica non sarà intervenuta, il Ministro non può fare altro che applicare la disciplina vigente. Così ha fatto in ordine al riparto delle facoltà assunzionali tra gli atenei per l'anno 2013.
  Anche in questa sede, infatti, occorre ribadire che il decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca n. 713 del 9 agosto 2013, che ha definito i criteri per l'attribuzione a ciascuna università del contingente di assunzioni per l'anno 2013, è stato emanato in esecuzione di una precisa disposizione di legge, che non consentiva alcuna valutazione discrezionale quanto alla distribuzione dei cosiddetti «punti organico». Si tratta, infatti, di un provvedimento che dà esecuzione alle previsioni del decreto legislativo n. 49 del 2012 e del decreto-legge n. 95 del 2012 (cosiddetto spending review).
  In particolare, il decreto legislativo n. 49 del 2012, emanato dall'ultimo Governo della passata legislatura, ha previsto – con disposizioni inizialmente riferite al solo anno 2012 ma poi estese agli anni successivi – un vincolo complessivo al turnover del sistema universitario e ha definito i criteri di distribuzione dei punti organico, dettando regole molto precise che il Ministro Carrozza – che, ribadisco, non ha contribuito alla definizione di queste regole – non ha potuto fare a meno di applicare. Il decreto-legge n. 95 del 2012, anche questo emanato dal precedente Governo, poi, ha abrogato la norma che prevedeva il limite massimo del 50 per cento alla percentuale di turnover dei singoli atenei, che – di conseguenza – non è stato possibile stabilire.
  Nei ribadire la volontà del Ministro di correggere i criteri di distribuzione delle facoltà assunzionali, vorrei infine ricordare quanto da Lei osservato in ordine alla necessità che gli stessi atenei abbiano non solo la possibilità teorica di assumere, ma anche le risorse finanziarie per farlo, rinnovando l'impegno del Governo ad incrementare tali risorse.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

Mezzogiorno

universita'

soppressione di posti di lavoro

assunzione

fissazione dei prezzi

studente