ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/01536

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 123 del 21/11/2013
Firmatari
Primo firmatario: GHIZZONI MANUELA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 21/11/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ROCCHI MARIA GRAZIA PARTITO DEMOCRATICO 21/11/2013
CAROCCI MARA PARTITO DEMOCRATICO 21/11/2013
MALPEZZI SIMONA FLAVIA PARTITO DEMOCRATICO 21/11/2013
NARDUOLO GIULIA PARTITO DEMOCRATICO 21/11/2013
RAMPI ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO 21/11/2013
MANZI IRENE PARTITO DEMOCRATICO 21/11/2013


Commissione assegnataria
Commissione: VII COMMISSIONE (CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 21/11/2013
Stato iter:
17/04/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 17/04/2014
Resoconto D'ONGHIA ANGELA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ISTRUZIONE, UNIVERSITA' E RICERCA)
 
REPLICA 17/04/2014
Resoconto GHIZZONI MANUELA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 21/11/2013

DISCUSSIONE IL 17/04/2014

SVOLTO IL 17/04/2014

CONCLUSO IL 17/04/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-01536
presentato da
GHIZZONI Manuela
testo di
Giovedì 21 novembre 2013, seduta n. 123

   GHIZZONI, ROCCHI, CAROCCI, MALPEZZI, NARDUOLO, RAMPI e MANZI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca . — Per sapere – premesso che:
   il decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 89, recante revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei licei a norma dell'articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, ha previsto, nei licei linguistici — dall'anno scolastico 2012-2013 nelle classi III e dall'anno corrente anche nella Classi IV — l'insegnamento, in lingua straniera, di una disciplina non linguistica (CLIL) compresa nell'area delle attività e degli insegnamenti obbligatori;
   nella fase di prima applicazione della metodologia CLIL, sono emerse diverse criticità, che attengono sia alle specifiche modalità didattiche dell'insegnamento in lingua straniera di una disciplina non linguistica, sia agli obiettivi formativi, ben diversi dall'insegnamento tradizionale:
    a) carenza di docenti in possesso delle necessarie competenze linguistiche certificate e metodologiche, con conseguente ricorso a conversatori madrelingua o a personale esterno che svolge attività di compresenza: tali soluzioni, assunte per consentire lo svolgimento di insegnamenti curriculari che dovrebbero invece essere garantite dal personale in organico, sono peraltro affrontante attingendo ai fondi propri della scuola, in gran parte provenienti dal contributo volontario delle famiglie. A tale proposito, sarebbe preferibile valutare il coinvolgimento dei docenti di lingua, sia nell'ipotesi di una loro interazione didattica con i docenti del progetto CLIL, sia per intraprendere la loro formazione disciplinare su aree di competenza coerenti con i loro pregressi percorsi formativi;
    b) assenza di un riconoscimento economico dei docenti coinvolti, nonostante l'indubbio aggravio di lavoro;
    c) insufficienti iniziative di formazione dei docenti di discipline non linguistiche, mentre le reti regionali promosse dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per la formazione CLIL non risultano del tutto operative. Alcune scuole hanno attivato altre reti, locali e focalizzate su particolari necessità, ma si tratta per lo più di iniziative autonome che comunque soffrono della mancanza di risorse economiche. Non si può peraltro non sottolineare che un insegnamento impartito in lingua straniera richiede una formazione prolungata e specifica, necessaria a conseguire la certificazione delle competenze linguistiche dell'insegnante pari al livello C1: a tale proposito, è acclarata la consapevolezza — anche in ambienti ministeriali — che per realizzare tale obiettivo di competenza linguistica dei docenti occorrerebbe almeno una decina d'anni. A tale proposito, non pare congrua la proposta di abbassare ad un livello B2 le competenze richieste ai docenti, per il fatto che tale livello corrisponde a quello che gli stessi studenti raggiungono a conclusione dell'istruzione secondaria e che risulta essere inadeguato per impartire l'insegnamento di una disciplina curriculare non linguistica;
    d) rimodulazione della programmazione didattica, con inevitabile riduzione dei contenuti delle discipline curricolari, spesso di indirizzo;
    e) incertezza nei criteri di valutazione, che oscilla tra l'accertamento delle competenze linguistiche e quelle disciplinari;
    f) indeterminatezza relativa allo svolgimento degli esami di Stato per le discipline individuate dalle singole scuole con modalità CLIL, in particolare rispetto alla valutazione, ai contenuti e all'individuazione dei commissari d'esame;
    g) assenza di sussidi didattici specifici, sia su supporto cartaceo sia digitale e scarsa diffusione di adeguata strumentazione informatica nelle scuole a supporto del metodo CLIL;
   le criticità succintamente esposte denunciano una concreta difficoltà, che in diversi istituti è diventata una oggettiva impraticabilità, dell'insegnamento in lingua straniera di una disciplina non linguistica (CLIL) compresa nell'area delle attività e degli insegnamenti obbligatori;
   tale constatazione dovrebbe sollecitare — a parere degli interroganti — un generale ed accurato approfondimento sugli obiettivi formativi del progetto CLIL — in stretta relazione alla necessità del potenziamento linguistico nella scuola italiana — e una valutazione accurata della sua praticabilità in assenza di risorse umane e finanziarie non dedicate: molte esperienze in essere, anche per le ragioni precedentemente descritte, dimostrano che le competenze linguistiche degli studenti non segnano apprezzabili miglioramenti a fronte del rischio di una diminuzione dei contenuti disciplinari;
   l'insegnamento con metodologia CLIL dal prossimo anno scolastico coinvolgerà, inoltre, le classi quinte di tutti gli indirizzi liceali e degli istituti tecnici (prevista dal decreto del Presidente della Repubblica n. 88 del 2010 in lingua inglese): pertanto, le difficoltà riscontrate nei licei linguistici interesseranno inevitabilmente detti percorsi scolastici, con progressione esponenziale delle criticità già emerse –:
   al fine di dare certezze alle scuole e a garantire agli studenti un percorso formativo di qualità, quali iniziative il Ministro interrogato intenda avviare per far fronte ai problemi rappresentati in premessa circa l'insegnamento, in lingua straniera, di una disciplina non linguistica (CLIL) e che attengono al personale coinvolto, alla didattica da utilizzare, all'apprendimento e alla valutazione dei saperi e delle competenze acquisite dagli studenti;
   quali siano le misure in atto previste per la formazione dei docenti e a quanto ammontino le risorse effettivamente disponibili;
   se il Ministro interrogato non ritenga altresì necessario ed urgente avviare un approfondimento sugli obiettivi formativi del progetto CLIL, tenuto conto della necessità di agire concretamente per il generale obiettivo di potenziare l'insegnamento e l'apprendimento linguistico nella scuola italiana. (5-01536)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 17 aprile 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione VII (Cultura)
5-01536

  Ricordo che il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, in sede di illustrazione delle linee programmatiche, ha indicato tra le priorità della propria azione una scuola in cui i bambini e gli studenti possano apprendere la lingua straniera (l'inglese) attraverso la metodologia cosiddetta «CLIL» (Content and Language Integrated Learning), vale a dire l'insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua straniera.
  Sulle questioni segnate dagli onorevoli interroganti preciso quanto segue:
   a) quanto alla carenza di docenti in possesso delle competenze linguistiche necessarie per l'insegnamento secondo il metodo CLIL e il ricorso a conversatori madrelingua o a personale esterno, il Ministero si è prontamente attivato per assicurare la formazione del personale docente, con l'obiettivo di valorizzare le professionalità interne e garantire un loro necessario coinvolgimento. A tale scopo l'istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa (INDIRE), già nell'anno 2012, è stato incaricato di coordinare l'organizzazione di 30 corsi di formazione per le competenze metodologico-didattiche e 50 corsi per le competenze linguistico-comunicative destinati ai docenti in servizio. La prima categoria di corsi è in fase di conclusione, mentre il ciclo afferente alla seconda tipologia è stato avviato.
  Peraltro, con riferimento alla questione del ricorso a fondi propri della scuola, in gran parte provenienti dal contributo volontario delle famiglie, per consentire la realizzazione dell'insegnamento secondo il metodo in esame, il Ministero in più circostanze ha ribadito l'opportunità di finalizzare tali contributi al solo ampliamento dell'offerta formativa e non alle attività curriculari.
   b) In merito all'assenza di riconoscimenti economici ai docenti coinvolti nel predetto metodo di insegnamento, la questione è particolarmente sentita e potrà essere valutata in occasione del confronto sindacale per il rinnovo del CCNL.
   c) In relazione alla formazione dei docenti coinvolti nell'insegnamento con il metodo CLIL, il Ministero, nelle more dell'emanazione dei provvedimenti attuativi del riordino dei licei e degli istituti tecnici, aveva costituito uno specifico comitato di esperti con il compito di coordinare la realizzazione di specifiche iniziative di formazione. Con riguardo, invece, al livello di competenza linguistica per il corpo docente impegnato ad impartire insegnamenti in lingua straniera, l'amministrazione aveva recepito la proposta del suddetto Comitato che aveva considerato sufficiente il livello B2.
  Ricordo poi che il Ministero, oltre ai corsi di formazione per le competenze metodologico-didattiche e a quelli per le competenze linguistico-comunicative organizzati dall'Indire, aveva avviato procedure per il finanziamento di ulteriori corsi di formazione a favore delle istituzioni scolastiche, a beneficio di circa 18.000 unità di personale. Detto finanziamento, pari ad euro 2.485.000 e proveniente dai fondi della legge n. 440 del 1997, è stato successivamente ripartito per regione in base al numero dei docenti in servizio nelle classi terze, quarte e quinte dei licei linguistici e nelle classi quinte delle altre tipologie liceali e degli istituti tecnici. I predetti corsi sono in fase di avvio; gli Uffici scolastici regionali stanno acquisendo le relative candidature delle istituzioni scolastiche.
   d) Per quanto riguarda la rimodulazione della programmazione didattica, il Ministero ha fornito ai dirigenti scolastici e ai docenti specifiche indicazioni operative per l'introduzione graduale e flessibile degli insegnamenti di discipline non linguistiche in lingua straniera. In particolare, per l'avvio di tali insegnamenti si è suggerita una programmazione concordata tra il docente di disciplina non linguistica e l'insegnante di lingua straniera nonché l'attivazione, in classe terza, del 50 per cento del monte ore della disciplina veicolata in lingua straniera.
   e) Con riguardo, invece, all'osservazione sull'incertezza dei criteri di valutazione, si precisa che la valutazione rimane di competenza esclusiva del docente di disciplina non linguistica secondo i criteri previsti dal decreto del Presidente della Repubblica n. 122 del 2010 sulla valutazione degli apprendimenti.
   f) Quanto alle modalità di svolgimento degli esami di Stato, sottolineo che gli uffici del Ministero stanno valutando l'opportunità della presenza nelle commissioni del docente deputato all'insegnamento di discipline non linguistiche in lingua straniera. Le prime classi a sostenere l'esame di Stato con il metodo di insegnamento CLIL saranno le classi quinte dell'anno scolastico 2014/2015.
   g) In relazione alla disponibilità di sussidi didattici specifici, si ritiene utile sottolineare che il metodo di insegnamento CLIL afferisce alle modalità e alle strategie didattiche e cognitive. Pertanto, se, per un verso, tali sussidi possono rappresentare una facilitazione all'apprendimento, per un altro verso tale metodologia non richiede necessariamente specifiche strumentazioni informatiche o supporti digitali o cartacei.

  Il Ministro assicura il proprio intendimento di perseguire l'adozione della metodologia descritta, cosciente che questa pratica sia in grado di garantire quelle competenze linguistiche richieste alle future generazioni e necessarie per corrispondere alle rinnovate esigenze di studio e di lavoro.

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

DECRETO LEGGE 2008 0112

EUROVOC :

insegnamento

formazione degli insegnanti

insegnante

lingua straniera

insegnamento delle lingue

risorsa economica

istituto di istruzione